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Fabrizio Cotza

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Categorie: Psicologia
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Descrizione dal canale

Il canale degli Imprenditori Sovversivi.

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Gli ultimi messaggi 3

2022-02-04 12:52:35 LA DITTATURA DELLA FORMA.
Dietro a qualsiasi fenomeno evidente c’è spesso una vera causa, un po’ meno evidente. E combattere solo l’effetto finale ci trasforma in tanti Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Questo si applica in ogni campo.

Nelle aziende, come spiego spesso nella nostra Accademia, si dedicano molte energie a gestire gli errori (gli sprechi in produzione o i ritardi nelle consegne), ma raramente si vanno a cercare le vere cause (la disorganizzazione o la demotivazione interna).

Nell’attuale società stiamo assistendo ad un fenomeno che ha una causa comune, che poi si manifesta in svariati effetti collaterali: la dittatura della forma rispetto alla sostanza.
Sembra che l’unica cosa importante sia salvaguardare l’apparenza, il politicamente corretto, la finta uguaglianza. Non la sostanza, non l’anima, non l’essenziale.

Quindi si promuovono battaglie assurde, tipo quella di mettere l’asterisco al termine delle parole, per non usare il maschile o il femminile, come se la causa del problema fosse quello. E non l’ignoranza ed il sessismo più profondo e radicato, che di certo non si combatte con un asterisco.

Il motivo vero per cui si promuovono queste finte battaglie a favore di varie “minoranze” è quello di dare l’illusione che ci sia una spinta politica e sociale in questa direzione, per evitare che si osservino le disparità macroscopiche che uniscono invece tutte queste “categorie”:
- Quelle tra le grandi multinazionali e le micro imprese.
- Quelle tra poveri sempre più poveri rispetto a pochi ricchi sempre più ricchi.
- Quelle tra la finta tutela della salute fisica a scapito di quella psicologica, emotiva e spirituale.

Se ci concentrassimo sulle vere cause delle sofferenze, delle disuguaglianze e delle ingiustizie scopriremmo di essere spontaneamente tutti dalla stessa parte. O almeno il 99% della popolazione. Non ci interesserebbe più litigare su questioni marginali o futili ed inizieremmo una vera lotta comune per il benessere di tutti.

Ma questo implica la consapevolezza dell’essere umano di ciò che è davvero essenziale ed importante per lui.
E su questo, purtroppo, siamo ancora all’età della pietra.
68 views09:52
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2022-01-31 12:37:29 LA NUOVA NORMALITÀ.
In queste ultime settimane mi sono capitate tre situazioni simili, che mi hanno fatto riflettere.
In tutti e tre i casi erano donne, che mi hanno contattato per avere consigli sulle loro attività. E fin qua niente di strano.
Per motivi diversi a due di loro ho detto subito che non le avrei potute aiutare, quindi era inutile che comprassero i miei servizi.
Mentre la terza sembrava avere le caratteristiche per essere seguita, ma a metà consulenza mi sono accorto che così non era, quindi ho interrotto e le ho detto che le avrei restituito l’intera somma già pagata. Cosa che ovviamente ho fatto.

Sinceramente a me è sembrato un comportamento normale, in tutti e tre i casi, mentre loro erano molto stupite e non finivano di ringraziarmi visto che in precedenza avevano già speso molti soldi con altri consulenti e formatori senza aver ottenuto risultati (ovviamente, visto che mancavano i presupposti per poterli ottenere).

Vi ho parlato di questi episodi personali perché le loro reazioni mi hanno confermato quanto la normalità (l’onestà intellettuale e professionale dovrebbe essere scontata) è vista ormai come eccezione.
Ed è talmente vero che anche io mi sorprendo per un cameriere particolarmente attento o un benzinaio che mi lava il vetro. Di un tassista educato e premuroso o di una commessa sorridente e gentile.

In un mondo che va al contrario la normalità è diventata sovversiva, perché ormai diamo per scontato di essere trattati freddamente o di non poterci fidare dell’estraneo che abbiamo di fronte.
E questo, se ci pensate, è veramente triste.
Perché significa che, seppur fisicamente ancora vivi, molti esseri umani sono in realtà morti dentro.
Ma questo non fa notizia. Nessun telegiornale ne parla, tanto meno gli “esperti”, concentrati a salvare unicamente il nostro corpo.

Di fatto siamo diventati oggetti, e l’unica preoccupazione è diventata non “rompersi” per poter continuare a essere efficienti nel meccanismo. Poi poco importa che uno sia allegro o triste, depresso o felice, onesto o disonesto, gentile o maleducato.

L’importante è che sia funzionante. E ovviamente non contagioso.
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2022-01-24 12:08:48 IL GROSSO E GRASSO MATRIMONIO.
Ebbene sì, diciamocelo. I giochi sono fatti, quindi continuare a battagliare sui dati, le statistiche e le percentuali è diventato più inutile e surreale che sentire Parenzo che dà ragione alla Lucarelli che conferma la tesi di Cecchi Paone sul fatto che a parlare di scienza in tv debbano essere solo gli scienziati (a questo punto dovreste ridere, ma capisco anche chi non riderà pensando che questo trio sia composto da scienziati).

Insomma, dopo due anni di dibattiti, approfondimenti, post e cazzabuboli vari non è più ipotizzabile che qualcuno si sia fatto un’idea distorta poiché “privo di informazioni”.
Si è fatto la sua idea due anni fa e poi ha tentato di confermarla a se stesso in tutti i modi, per sentirsi dalla parte dei “giusti” o dei “risvegliati” (a seconda della fazione).

E non sto parlando solo dell’argomento a cui stai pensando, senza che io lo abbia citato, ma anche di tutto il resto, che è molto più importante e come un piccolo tifone presto potrebbe fagocitare tutto il resto (Ucraina, bollette & Company).

Paragonandolo ad un grosso e grasso pranzo di matrimonio al Sud, diciamo che siamo ancora al terzo antipasto. E se ti senti già pieno sappi che ti attendono lunghe ore di sofferenze, causate dal fatto che chi ha deciso il menù voleva fare bella figura con gli ospiti. Costringendoli a mangiare fino a stare male.
Il classico atteggiamento sadico, spacciato per “generoso altruismo”.

Quindi che fare per non soccombere?
Le soluzioni che puoi adottare possono essere principalmente tre:
1. Fuggi immediatamente dal pranzo, consapevole che per questo torto ti attirerai il disprezzo di almeno tre generazioni di parenti e amici, oltre che degli sposi.

2. Mangi fino alla nausea, bevi l’impossibile fino a sera e nell’intontimento più assoluto arrivi persino a sostenere che sia stata una “gran bella festa”. Domani, al risveglio (dopo una notte infernale) la penserai un po’ diversamente.

3. Rimani, ma fingi solo di assaggiare tutte le portate e di sorseggiare il vino nel bicchiere che rimane sempre pieno. Ad un certo punto, nel caos più totale di persone ubriache e danzanti, saluti con grande signorilità gli sposi e fuggi da quell’inferno di balli di gruppo e risate sguaiate.

Vi garantisco che questo, seppur criptico, è in assoluto il mio miglior consiglio degli ultimi due anni. Peccato che lo potranno comprendere e far proprio solo quei pochi che non sono già affogati nella terza bottiglia di vino o che non temono di scontentare qualcuno, andandosene dalla festa.

Con voi, pochi amici cari, ci vediamo là fuori ;)
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2022-01-06 14:38:02 IL VERO OBIETTIVO.
Ieri ho parlato a lungo con un parlamentare che appoggia questo governo. Una brava persona, che conosco da anni e al quale ho fatto anche alcuni corsi all’inizio della sua carriera politica.
Volevo capire cosa li sta guidando verso determinate scelte e lui, tra le varie cose, mi ha detto che stanno facendo tutto questo per dare un futuro più roseo a questo Paese e alle nuove generazioni.

Al che gli ho fatto notare che a prescindere dalle decisioni in ambito sanitario, il vero problema è che a breve queste norme daranno la mazzata finale alle già martoriate PMI.
Per vari motivi, che sembrano sfuggire a chi è solo concentrato sul virus:

1. L’aumento improvviso di luce e gas per alcuni settori produttivi diventerà insostenibile. Tutti parlano delle difficoltà per le famiglie, ma in pochi hanno consapevolezza del fatto che in pochi mesi tutte le materie prime hanno avuto aumenti folli, che in parte sono stati assorbiti dalle piccole e medie aziende a scapito della loro marginalità. Con bollette di luce e gas alle stelle molto si ritroveranno a lavorare per la gloria e quindi poi a chiudere, creando nuovi disoccupati.

2. Lo zoccolo duro di quel pericoloso 10% privo di super green pass difficilmente verrà scalfito e cambierà idea. Quindi le aziende si ritroveranno a dover sostituire i dipendenti sospesi, magari per ruoli chiave molto difficili da trovare sul mercato. Il governo la fa facile, perché evidentemente non sa cosa significhi sostituire un tecnico esperto o un artigiano con esperienza. La verità è che quei posti rimarranno vuoti, creando disagi enormi per le aziende, che diventeranno meno competitive rispetto alle concorrenti straniere.

3. Limitando ancora di più gli over 50 negli acquisti si avrà una perdita di PIL importante, poiché quella fascia è più alto spendente rispetto a quella dei giovani. Aumenteranno gli acquisti online a vantaggio delle poche multinazionali e questo darà un’ulteriore mazzata ai piccoli commercianti.
Provate a togliere una media del 10-15% di fatturato a tutte le attività commerciali e vedrete quello che succederà tra 6 mesi.

Come potete notare sono analisi semplici, che fanno capire come queste decisioni politiche non impatteranno negativamente solo su quella piccola fetta di persone che non avrà il super green pass, ma indirettamente su tutti, anche su chi si è fatto la terza dose.
È solo questione di tempo.
Perché il vero obiettivo non è salvare la nostra salute ma distruggere l’economia creata dalle PMI, a tutto vantaggio degli sponsor di questo governo, ovvero le multinazionali.

Non voler vedere questo, ho spiegato anche al parlamentare, significa aver perso la lucidità mentale necessaria per affrontare questa delicata situazione storica. O, peggio, essere involontari complici di questo disegno distruttivo per il futuro di questo paese e delle nuove generazioni.

Fare previsioni oggi è diventato semplicissimo. E mi sorprende persino che debba essere io a far notare certe ovvietà in ambito economico, e non qualche super esperto.
Se non ci rendiamo conto che questo è un attacco a tutti, e non solo a quel 10% di finti nemici, allora non ci sarà nessun futuro roseo per noi italiani.
Ve lo posso garantire.
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2021-12-30 12:52:46 QUESTO È INTOLLERABILE.
A causa del decreto legge di ieri tutti i nostri clienti sprovvisti di super green pass non potranno più partecipare ai nostri corsi in aula. Sebbene siano sani e possano certificarlo con un test molecolare (ben più affidabile di quello rapido).
E quindi sulla base di quale principio etico e fondamento scientifico io dovrei escluderli e accettare solo chi ha fatto la legittima scelta di vaccinarsi, ma potrà comunque infettarsi ed infettare altri partecipanti?

Lo Stato continua a non prendersi alcuna responsabilità ma scarica su professionisti e imprenditori l’onore emotivo (oltre che economico) di controllare ed escludere persone che non sono in alcun modo più pericolose di altre.
Questo è intollerabile.
E dovrebbe esserlo per tutti coloro che ancora credono nel buon senso e nelle decisioni razionali (oltre che scientifiche).
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2021-12-07 14:50:05 CORREZIONI INCENTIVANTI.
Qualche settimana fa ho deciso di imparare a giocare a beach tennis.
Dopo qualche lezione di base ho iniziato a guardare chi giocava già ad alti livelli per carpirne i segreti.

Poi un giorno è successa una cosa inaspettata. Mancava un quarto giocatore e quindi sono stato invitato a unirmi ad una partita in doppio. Al che ho fatto notare che avevo iniziato da poco, non potevo essere dei loro. Ma il più forte dei tre mi ha detto: non preoccuparti, gioca con me.

E così è iniziata la mia lezione privata. Non di beach tennis ma su come insegnare qualcosa ad un neofita.
Infatti per ogni goffo colpo sbagliato arrivava da parte sua un’indicazione precisa su come potevo migliorare il colpo, ma soprattutto mi diceva cosa avevo fatto BENE, complimentandosi per come stavo giocando.

In questo modo non mi sentivo mai sbagliato ed ero incentivato semplicemente a modificare quel determinato movimento, per farlo meglio la volta dopo.

Ovviamente abbiamo perso, per colpa mia, ma non mi sono sentito mortificato, anzi non vedevo l’ora di potermi allenare nuovamente per perfezionare ciò che ora sapevo con precisione di stare sbagliando.

Da questa esperienza ho capito che il miglior modo per insegnare qualcosa di nuovo a qualcuno è partire dall’osservazione dei miglioramenti che fa e da ciò che già sta facendo bene. In modo sincero, non per tecnica.

A quel punto diventa utile dare una sola informazione su come quella cosa può essere fatta ancora meglio.
Più l’indicazione è precisa e facilmente attuabile e maggiore sarà la possibilità che chi la riceve possa da subito metterla in pratica e verificarne l’utilità.

Se al termine dell’affiancamento la persona avrà voglia di fare meglio la prossima volta, sentendosi comunque “bravo” e non una nullità, allora quell’insegnamento sarà stato eccellente.
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2021-11-29 21:32:05 FARE UN PASSO INDIETRO.
Ci sono momenti in cui per una serie di fattori, spesso casuali, ottengo grande visibilità.
Quello dovrebbe essere il momento giusto per “spingere”, per promuovere quello che faccio, per dare un’ulteriore accelerata al mio business.
Ed invece in quei momenti mi fermo. Perché mi rendo conto che sto arrivando ad un pubblico che non voglio, che fa numero ma è troppo lontano da me.

Faccio un passo indietro esclusivamente per egoismo. Perché non amo disperdere energie, per rispondere a chi fa commenti fuori luogo o semplicemente per leggere discussioni inutili.
Di base mi considero una persona pigra, non troppo ambiziosa in termini di obiettivi economici, prudente nelle possibili espansioni.

Quindi troppo lontano dagli stereotipi che identificano quelli che fanno il mio lavoro come coloro che ti spronano a superare i limiti e ad ottenere sempre di più. Ecco, io non sono quel tipo di professionista.
Anche perché sono nel bel mezzo del mio trimestre sabbatico, e mi sto dedicando solo a pochissime e selezionate consulenze. Come potrei mai dire agli altri di “spingere di più”?

È bello rimanere in silenzio proprio quando i meccanismi del marketing tradizionale imporrebbero un rafforzamento della comunicazione. Perché dopo quel silenzio ti accorgi che rimangono le persone giuste. Quelle che sanno aspettare, che sanno ascoltare e che ti seguono perché credono veramente in determinati valori.

Quindi se mi stai leggendo sappi che tra quei pochi ci sei anche tu ;)
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2021-11-25 14:04:22 SENTIRSI BUONI.
Vi è mai capitato di passeggiare per il centro e di imbattervi in uno di quei vecchietti che chiedono soldi, con molta dignità?
Voi che siete brave persone, gli avete dato qualcosa. Certo non metà del vostro stipendio, ma giusto un paio di monetine per aiutarlo. Ed infatti lui vi ha ringraziato e augurato ogni bene.

Passeggiando ancora vi è venuto incontro uno di quei sorridenti stranieri che vendono rose. Gli avete detto gentilmente che non volevate le sue rose, ma lui ha insistito un po’, con grande simpatia e vi ha detto: solo un euro!
E voi quell’euro alla fine glielo avete dato. Lui vi ha allungato la rosa che voi avete preso e buttato dopo un po’ perché non sapevate che farvene.

E subito dopo vi ha approcciato un altro simpatico personaggio che vendeva cianfrusaglie varie. Chiedendovi di prendere qualcosa. E questa volta siete stati categorici: no, guarda, ho già dato quello che potevo ai tuoi “amici”, non ho più nulla.
Il che ovviamante non è vero, avete in tasca altri soldi, e vi basterebbe prelevare per averne molti di più.

Eppure non vi sentite in colpa o bugiardi. Tanto meno cattivi, visto che avete già aiutato due persone. E mica potete dare soldi a tutti quelli che ve li chiedono.
La vostra piccola parte l’avete fatta e anzi incominciate ad avvertire un leggero fastidio se adesso un’altra persona si avvicina per tentare di vendervi qualcosa.
Smettete di sorridere o di dire “no, grazie”.
Semplicemente li ignorate.
E neppure in quel momento vi sentite cattivi, anzi, trovate quasi ingiusto che vi stiano rovinando la passeggiata, la cena in centro o il relax in spiaggia.

Ecco, probabilmente questo è l’identico motivo per cui chi sta molto sopra di noi non prova alcun disagio nell’ignorare le richieste d’aiuto di chi sta un po’ più in basso.
Senza sentirsi cattivo oppure egoista. Probabilmente ha già fatto qualche donazione che poi ha scaricato dalle tasse. O con una sua fondazione aiuta qualche associazione nei paesi del terzo mondo.
Il suo lo ha fatto.
E quando gli arriva l’ennesimo richiamo ad maggiore equità reagisce esattamente come facciamo quasi tutti noi con chi tenta di venderci l’ennesimo braccialetto di bigiotteria: lo ignora.

Saresti disposto e condividere tutto quel che hai con chi ha avuto solo la sfortuna di nascere nella parte sbagliata del mondo?
Ovviamente no.
Questo è il motivo per cui, sopra di noi, avremo sempre persone che accumulano ricchezze spropositate, senza sentirsi sbagliate.

Come sopra, così sotto. Come sotto, così sopra.
Non si sfugge a questo principio.
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2021-11-04 13:29:18 STRATEGIA 2022
Ieri durante l’ultimo incontro di Accademia Sovversiva dell’anno, abbiamo creato la strategia marketing e commerciale di ciascun partecipante presente al corso.

Questo lavoro è davvero fondamentale, perché permette di capire in largo anticipo i passi da fare, le decisioni da prendere e gli investimenti necessari.

Quello che è emerso frequentemente nel fare questa esercitazione è che molte attività di marketing operativo fatte fino ad oggi non erano congruenti con la vera identità aziendale (quindi con i valori, gli obiettivi, la meta e lo scopo).
Le conseguenze di questo disallineamento sono:
- Investimenti di marketing che non portano risultati.
- Nuovi contatti e richieste di informazioni che non si trasformano in clienti.
- Scarsa fidelizzazione dopo la prima vendita.

Il lavoro di ieri è durato ben 8 ore, ma i benefici che porterà ripagheranno ampiamente il sacrificio fatto, in termini di risultati, efficienza e rafforzamento del proprio brand.
Ma quanti sono i titolari di PMI che dedicano tempo e risorse per fare un’attività strategica di questo tipo?
Dalla nostra esperienza sono pochi, meno del 10%, sebbene molti di loro invece investano soldi per attività di marketing, purtroppo slegate tra loro e prive di una vera strategia.
Per poi scoprire a posteriori che quegli investimenti sono serviti a ben poco...
229 views10:29
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2021-10-28 10:38:50 DELEGARE O SBOLOGNARE?
Oggi vi propongo un post di Marcello Svaldi, Amministratore Delegato di Gioel SpA, nostro cliente storico e premiato lo scorso anno come miglior Imprenditore Sovversivo.

Mi è sempre piaciuto delegare.
Senti: ti affido questo compito. D'ora in poi pensaci tu". Quanto sollievo in questa semplice azione: via il compito, via la responsabilità, via la fatica, via le rogne. "Io l'ho fatto per tanto tempo. È ora che se ne occupi qualcun altro", era l'auto-convinzione che maturava dentro di me e mi faceva stare in pace con me stesso.

Poi mi sono reso conto, soprattutto frequentando l'Accademia degli Imprenditori Sovversivi, che non stavo delegando ma SBOLOGNANDO.

Da cosa me ne sono accorto? Semplicemente dal fatto che le rogne continuavano ad arrivare a me. Non solo: avevo messo in grossa difficoltà persone volenterose ed entusiaste, che si erano trovate a montare un puzzle, senza la foto del quadro finito.

Il processo della DELEGA è semplice da capire. Sono passaggi che, una volta imparati, ti appaiono in tutta la loro logica evidenza. Nel contempo è un processo DIFFICILE da attuare. Richiede pazienza, coraggio, fiducia, continuità.

Delegare con metodo porta molti vantaggi:
1) il compito sarà appreso sia nel suo significato che nella sua sostanza tecnica dalla persona a cui stai delegando. Pertanto egli riuscirà con buone probabilità a portarlo avanti.

2) avrai trasferito una CULTURA, che varrà per te e per i tuoi collaboratori: così si svolge il processo della delega.

3) sarai sereno nel liberarti dalla preoccupazione che il compito venga davvero svolto bene e con efficacia.

4) i tuoi collaboratori capiranno che potranno meritarsi deleghe da te e quindi crescere nelle competenze. Crei cultura del valore.

5) quando verranno momenti complicati, potrai contare su persone con accresciuta autonomia e maturità, fondamentali per trovare nuove soluzioni.

La lezione più grande che ho imparato è questa: l'errore più comune nella delega è il pretendere che i tuoi collaboratori comprendano il significato di quel compito, senza che abbiano prima fatto almeno una parte del tuo viaggio.

In altri termini il TEMPO è un fattore cruciale. Il compito non è solo TECNICA. È la risposta ad un PERCHÉ, è il viaggio verso un risultato, è la soluzione ad attività importanti, che grazie a questo compito vengono risolte. Tutto questo deve essere COMPRESO e VISSUTO; e questo richiede un investimento di TEMPO, di racconto, di passione, di empatia, che chi delega deve al proprio collaboratore.
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