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CORREZIONI INCENTIVANTI. Qualche settimana fa ho deciso di imp | Fabrizio Cotza

CORREZIONI INCENTIVANTI.
Qualche settimana fa ho deciso di imparare a giocare a beach tennis.
Dopo qualche lezione di base ho iniziato a guardare chi giocava già ad alti livelli per carpirne i segreti.

Poi un giorno è successa una cosa inaspettata. Mancava un quarto giocatore e quindi sono stato invitato a unirmi ad una partita in doppio. Al che ho fatto notare che avevo iniziato da poco, non potevo essere dei loro. Ma il più forte dei tre mi ha detto: non preoccuparti, gioca con me.

E così è iniziata la mia lezione privata. Non di beach tennis ma su come insegnare qualcosa ad un neofita.
Infatti per ogni goffo colpo sbagliato arrivava da parte sua un’indicazione precisa su come potevo migliorare il colpo, ma soprattutto mi diceva cosa avevo fatto BENE, complimentandosi per come stavo giocando.

In questo modo non mi sentivo mai sbagliato ed ero incentivato semplicemente a modificare quel determinato movimento, per farlo meglio la volta dopo.

Ovviamente abbiamo perso, per colpa mia, ma non mi sono sentito mortificato, anzi non vedevo l’ora di potermi allenare nuovamente per perfezionare ciò che ora sapevo con precisione di stare sbagliando.

Da questa esperienza ho capito che il miglior modo per insegnare qualcosa di nuovo a qualcuno è partire dall’osservazione dei miglioramenti che fa e da ciò che già sta facendo bene. In modo sincero, non per tecnica.

A quel punto diventa utile dare una sola informazione su come quella cosa può essere fatta ancora meglio.
Più l’indicazione è precisa e facilmente attuabile e maggiore sarà la possibilità che chi la riceve possa da subito metterla in pratica e verificarne l’utilità.

Se al termine dell’affiancamento la persona avrà voglia di fare meglio la prossima volta, sentendosi comunque “bravo” e non una nullità, allora quell’insegnamento sarà stato eccellente.