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Fabrizio Cotza

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Categorie: Psicologia
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Descrizione dal canale

Il canale degli Imprenditori Sovversivi.

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Gli ultimi messaggi 4

2021-10-26 11:36:45 FARE LE COSE SEMPLICI.
Molto spesso quando parlo con i collaboratori degli Imprenditori incontro persone in gamba e volenterose. E sono proprio loro a manifestarmi il fatto che le maggiori attenzioni dell’imprenditore vanno verso coloro che creano più problemi o che sono meno efficienti. Mentre tendono a “dimenticarsi” di quelli bravi. Oppure a dare per scontato che siano molto più produttivi degli altri.

Ecco, se oggi vuoi fare un cosa semplice ma molto utile, vai dal tuo migliore collaboratore e digli in maniera chiara e diretta che sei felice di averlo nella tua squadra. Fallo a tuo modo, usa i termini che preferisci, ma fallo.

A volte i piccoli gesti rivolti alle persone speciali portano più risultati di ore passate a tentare di cambiare chi non è realmente disposto a cambiare.
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2021-10-21 11:12:32 ESSERE UN GRUPPO.
Mettere insieme persone non significa creare un vero gruppo.
In questi ultimi 12 anni, in cui ho unito in maniera indissolubile centinaia di Imprenditori Sovversivi, mi sono accorto che la nostra forza e longevità deriva da 3 fattori fondamentali, che chi tenta maldestramente di creare gruppi e associazioni spesso trascura.

1. CONDIVISIONE VERA E SPONTANEA DI DETERMINATI VALORI IMPRESCINDIBILI.
Spesso vengono dati per scontati o stabiliti in maniera superficiale. E soprattutto si scelgono valori altisonanti e ad effetto, che poi difficilmente si possono realmente rispettare. Delle due sarebbe meglio non dichiararli, per poi rischiare di trasgredirli, piuttosto che vantarsi di averli senza che questo corrisponda alla realtà. Nella politica si è abusato di valori quali trasparenza, onestà, giustizia, equità. E il forte astensionismo dimostra che le persone si sono sentite tradite da tutti. Soprattutto da chi si vantava di portarli avanti con maggiore coerenza.

2. SELEZIONE RIGIDISSIMA.
Puntare sulla quantità, nell’illusione che questo sia sempre un vantaggio, è un grave errore. Meglio un gruppo ristretto ma di alta qualità, soprattutto per i ruoli al vertice.
E la selezione deve essere fatta partendo da due fattori fondamentali: i valori di cui parlavamo prima e le competenze sia tecniche che intangibili della persona. Il carattere deve essere valutato attentamente, cercando di evitare gli arrivisti, i falsi e i presuntuosi. Perché saranno loro a distruggere il gruppo dall’interno, più di quanto possa fare qualsiasi nemico o problema esterno.

3. ORGANIZZAZIONE PERFETTA.
Stabilire in maniera chiara i ruoli, le regole, le procedure e i flussi comunicativi evita tutta una serie di incomprensioni, frustrazioni e delusioni che poi minano l’umore e la motivazione delle persone, soprattutto di quelle più operative.
Troppo spesso per evitare piccoli conflitti iniziali si stabiliscono accordi vaghi e generici, che accontentano apparentemente tutti. Questo nel medio-lungo termine provocherà danni irrimediabili. Meglio essere antipatici e pedanti sin dall’inizio che dover gestire fraintendimenti e disaccordi in un secondo momento.

Questi 3 fattori valgono per qualsiasi tipo di gruppo che voglia durare a lungo e ottenere grandi risultati.
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2021-10-13 10:49:39 I SINDACATI.
Quando penso ad una istituzione totalmente fuori scopo, contraddittoria e inutile mi vengono subito in mente gli attuali sindacati.
Lavorando con centinaia di aziende non ricordo un solo caso in cui siano intervenuti per difendere realmente la parte sana dei lavoratori.

In genere intervengono solo in 3 situazioni:
1. Difendere le mele marce, che destabilizzano l’ambiente di lavoro con i loro comportamenti negativi. Senza preoccuparsi di tutti quei lavoratori che vengono penalizzati emotivamente da tali soggetti, e che spesso devono sobbarcarsi il lavoro che loro non svolgono.

2. Bocciare qualsiasi iniziativa realmente meritocratica, sostenendo che solo un premio collettivo è equo e giusto. Senza riflettere sul fatto che in questo modo premi ancora una volta i peggiori, che hanno contribuito ben poco ad ottenere un risultato, dando loro lo stesso incentivo che ricevono coloro che invece si sono dati più da fare.

3. Fomentare i lavoratori contro i titolari delle PMI, ma prostrandosi di fronte ai CEO delle multinazionali. Ovvero forti con i deboli e deboli con i forti.

I sindacati, tutti, sono diventati ormai solo degli inutili, se non dannosi, carrozzoni senza alcun valore. Privi di un minimo di orgoglio ed etica. La brutta copia dei peggiori partiti da prima repubblica, guidati da pessimi personaggi con lauti stipendi (guarda un po’: per loro non valgono le regole di “uguaglianza” che impongono agli altri, a dimostrazione del fatto che la coerenza è un ricordo lontano).

Devo ammettere che mi è capitato di conoscere alcuni sindacalisti davvero in gamba, ed infatti erano i primi a raccontarmi dello schifo che vedevano all’interno. E appena provavano a denunciare tali schifezze venivano subito esclusi e ostracizzati.

Non bisogna vandalizzare le loro sedi. Queste azioni, oltre che violente sono stupide, perché li rendono vittime. Quindi ridanno loro un minimo di credibilità, che non meritano.

Ed invece no.
Bisogna colpirli su ciò a cui tengono di più: i soldi e il potere.
Se tutti i lavoratori decidessero di ritirare la loro iscrizione dal proprio sindacato, motivando con una lettera il motivo, probabilmente daremmo loro la peggiore delle punizioni.

Ovvero quella che si meritano.
412 views07:49
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2021-10-11 12:20:37 CAUSE ED EFFETTI.
Anni fa mi chiamò un cliente piuttosto scosso per ciò che era appena accaduto in azienda. Un collaboratore aveva aggredito verbalmente il proprio responsabile diretto, e per poco non gli metteva le mani addosso.
Il titolare mi chiese un consiglio su che tipo di punizione dare a questa persona, dal momento che atteggiamenti simili non erano assolutamente tollerati in azienda.

Visto che l’azienda era vicina,
piuttosto che dargli un consiglio generico al telefono, decisi di recarmi personalmente da loro per capire meglio cosa fosse accaduto.
Il titolare mi disse che era stupito, perché mai, in precedenza, quel collaboratore aveva avuto comportamenti simili. Anzi, di solito era mite e gentile con tutti.

Quindi chiesi di incontrarlo.
Si presentò una persona evidentemente ancora turbata, ma più che altro affranta.
Quindi gli domandai il perché di quel suo comportamento. All’inizio alternava frasi di scuse a silenzi. Poi, a furia di fargli domande, ebbe nuovamente una reazione emotiva molto forte, questa volta nei miei confronti, e quasi mettendosi a piangere esclamò: voi non avete idea di cosa sto sopportando da due anni!

Venne fuori che il suo responsabile, in maniera piuttosto astuta, usava ogni forma di tortura psicologica per far sentire sbagliate le persone che gestiva direttamente. Mi fece leggere alcune email, piene di invalidazioni e offese. E mi raccontò di piccole angherie, non plateali ma quotidiane.

Lui per due anni aveva sopportato in silenzio, augurandosi che smettessero, ma quando si rese conto che invece aumentavano progressivamente ebbe all’improvviso quella reazione violenta che tutti avevano osservato e condannato.

A quel punto chiamai altri suoi colleghi, che confermarono gli atteggiamenti dispotici del loro responsabile.

Così tornai dal titolare a spiegargli la situazione. E lui ne fu davvero molto sorpreso, perché tutto ciò era avvenuto sotto ai suoi occhi ma senza che lui potesse rendersi conto della reale situazione in quel reparto.

Ci rendemmo conto che non era da punire chi si era ribellato, seppur con una reazione non condivisibile, bensì chi aveva portato gli altri all’esasperazione, ovvero il responsabile. Che infatti fu licenziato.

Quando vedete un effetto, non fermatevi solo a giudicare quello. Ma cercate sempre le vere cause.

E questo vale per tutto.
260 viewsedited  09:20
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2021-10-09 10:36:08 UNA COMUNITÀ.
Ogni anno riuniamo tutti gli Imprenditori Sovversivi che seguono i nostri percorsi formativi o che hanno intenzione di iniziarne uno.
Uno degli aspetti su cui ci concentriamo maggiormente è che gli utili dovrebbero veramente essere “utili”. Per l’imprenditore, ovviamente, ma anche per i suoi collaboratori e per tutti coloro che ruotano attorno all’azienda, clienti e fornitori compresi.

Viviamo invece in una società dove il proprietario spesso sacrifica tutti gli altri aspetti della sua vita (salute e famiglia compresa) pur di rendere la sua azienda più grande e redditizia.

Questo fenomeno lo vediamo soprattutto nei titolari di grandi multinazionali.
L’avidità, spacciata per “successo e sfarzo”, ha impoverito molti di loro sotto il profilo umano, e questo ha creato effetti a cascata sulla popolazione in generale, che guarda con ammirazione questi CEO famosi che si arricchiscono alle spalle di lavoratori sempre più poveri.

Ed è questa la novità rispetto a un secolo fa. Un tempo esisteva una sorta di “lotta di classe”, dove almeno gli sfruttati erano consapevoli del loro stato. Oggi invece esiste una strana e preoccupante complicità tra carnefice e vittima, dove la vittima ambisce semplicemente a diventare carnefice, invece di lottare per un mondo con meno disuguaglianze.

Essendo ormai evidente che la politica e la magistratura hanno ormai abdicato al loro ruolo di salvaguardia di democrazia e giustizia, non rimane che prenderci le nostre responsabilità e chiederci cosa possiamo fare per non venire inghiottiti da questo sistema, che tutto divora e poi vomita, esattamente come fa un bulimico.

E la risposta è solo una: creare delle piccole comunità. Che non sono necessariamente quelle formate da qualche famiglia alternativa, che si rifugia in campagna per vivere di agricoltura biodinamica.
Quella è solo una delle tante modalità.

Anche noi Imprenditori Sovversivi siamo una comunità, formata da circa 300 aziende che condividono spontaneamente un approccio alla vita, prima ancora che al lavoro. E questa unione può rappresentare un modello replicabile ovunque, a prescindere dalla distanza o dal tipo di attività che si svolge.

Perché replicando modelli sani si crea una società consapevole, in grado di discernere il bene dal male, l’amico dal nemico, il (vero) sano dal (vero) malato.
Viceversa ci troveremo sommersi da modelli negativi, che amplificheranno la confusione, le disparità ed i conflitti tra le vittime.
Ovvero la situazione attuale.

Se mi doveste chiedere cosa mi dà tanta forza nel fare quello che faccio, vi risponderei senza alcun dubbio: l’energia dei miei compagni di viaggio, che non finirò mai di ringraziare per la fiducia, la stima e l’affetto che mi danno in ogni momento; non solo l’altro giorno, quando finalmente ci siamo rivisti di persona.
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2021-10-06 15:21:10 LA CULTURA AZIENDALE.
Se paragonassimo un'azienda ad un piccolo Stato, ci verrebbe molto più naturale comprendere l'importanza di una cultura sana, in grado di guidare le azioni delle persone verso uno scopo condiviso.

Ed invece questo aspetto viene spesso trascurato, perché si pensa che ci siano altre cose più importanti da fare. Tipo risolvere i problemi. Causati spesso da... una pessima cultura aziendale.
Detto così fa sorridere, ma è proprio quello che succede.
Invece di gestire le cause rincorri solo gli effetti, trovandoti poi a fine giornata "spiaggiato sul divano di casa come un tricheco moribondo" (semicit.).

Ieri a OneShot Sovversivo 2021 è stato bello sentire i racconti dei 4 Imprenditori che abbiamo premiato, perché ciascuno di loro ha spiegato come la creazione di una vera cultura aziendale li ha aiutati a migliorare vari aspetti imprenditoriali: la selezione di collaboratori in gamba, l'autonomia di interi reparti, l'efficienza produttiva, lo sviluppo commerciale e, perché no, anche il miglioramento della qualità di vita di tutti.

Ci aspetta adesso un nuovo anno di percorsi assieme, con l'Accademia Imprenditori Sovversivi e quella per i Manager Sovversivi. Per costruire assieme nuovi modelli di aziende, guidati non più da fatturato, competizione e stress, ma da una cultura rivoluzionaria, impostata sulla consapevolezza, la crescita personale e la realizzazione.

P.S.
Questo OneShot è stato speciale, perché condotto per la prima volta assieme a Maggie ;)
167 viewsedited  12:21
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2021-10-06 15:21:02
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2021-10-01 16:11:35
TOH, CHI SI RIVEDE.
Da anni (quasi 40) non sentivamo più parlare di inflazione e dalle rassicurazioni delle banche centrali sembrava essere un’ipotesi lontana, in ogni caso non preoccupante. Eppure c’erano tutte le condizioni per aspettarsela.

Dal Sole 24Ore di qualche mese fa:
“La Fed ha interessi rasoterra, come la Bce. Ma non solo. Ogni mese acquista 40 miliardi di mutui e 120 miliardi di obbligazioni. Immettendo sul mercato tanto liquidità, che mai prima d'ora si era vista. Contemporaneamente il governo americano sta spendendo come se non ci fosse un domani. Il tasso di disoccupazione americano è ancora superiore ai livelli prepandemia, ma molti, grazie ai sussidi, semplicemente non cercano più lavoro. E poi gli utili delle imprese sono ai massimi di sempre, come le Borse in cui si vedono fenomeni speculativi assurdi e infine le materie prime sono alle stelle, e in alcuni casi introvabili”.

Ora iniziano i primi segnali. Sarà solo una piccola fiamma o un vero incendio?
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2021-09-28 13:32:42 LA SOSPENSIONE HA UN COSTO?
Si avvicina la data del 15 Ottobre, e ricevo giornalmente messaggi di Imprenditori che mi chiedono come comportarsi con i collaboratori privi di green pass.
Uno di loro ha addirittura un 60% di dipendenti in questa situazione, quindi dovrebbero sospendere e sostituire con persone nuove (fino al 31 Dicembre, forse) oltre metà dello staff, composto da professionalità molto difficili da reperire sul mercato.
Affidandosi a società di ricerca del personale il costo per ogni inserimento si aggira intorno ai 3000 euro per figure semplici da trovare, ma può raddoppiare per quelle con ruoli di responsabilità o più complesse da trovare.
E andrebbero trovate in 15 giorni, senza calcolare i tempi di inserimento e formazione dei nuovi assunti.
Facendo due rapidi conti, a prescindere dalle convinzioni personali, questo imprenditore ha capito che gli conviene rischiare la multa, (da 600 a 1500 euro, nel caso di controlli), piuttosto che investire migliaia di euro per cercare nuovo personale con tutti i rischi e i disservizi che questo potrebbe provocare.
È sicuramente un caso limite, ma il 25% dei lavoratori non è ancora vaccinato, quindi mediamente 1 su 4. Non pochi.

Anche a livello di cultura aziendale questa è una decisone che impatterà sui rapporti tra le persone, perché qualcuno preferirà mettere al primo posto la sicurezza (che comunque il green pass non garantisce), qualcun altro la solidarietà o il rispetto delle regole.
L’importante è avere consapevolezza del fatto che questo sarà un messaggio forte che manderemo a tutti coloro che lavorano con noi.
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2021-09-23 11:03:51 LA CULTURA AZIENDALE.
Abbiamo appena terminato un lungo studio su circa 300 collaboratori, che lavorano presso aziende nostre clienti.
Ci interessava capire come vivono loro alcuni aspetti fondamentali legati alla cultura aziendale.
Ovvero la chiarezza di obiettivi, la coerenza nei valori o il coinvolgimento nella meta e nello scopo aziendale.

Nel fare questo studio abbiamo ritenuto utile suddividere le risposte (totalmente anonime per lasciare massima libertà di espressione) tra chi ha un ruolo di responsabilità e gestisce altre persone, rispetto a chi è operativo.

I risultati di questo studio sono estremamente interessanti, e ancora una volta ci hanno fatto capire l’importanza di chiedere direttamente alle persone il loro punto di vista, senza prendere per oro colato le informazioni che ci vengono fornite dall’esterno, da libri importanti o da studi prestigiosi sulle multinazionali.

Le piccole aziende hanno dinamiche tutte loro, che in parte smentiscono quello che ci viene narrato “ufficialmente”.
Al punto che noi stessi dovremo modificare alcuni concetti che davamo per assodati e che invece non lo erano affatto.

Cosa ci insegna tutto questo?
Che per comprendere la realtà bisogna mettere da parte le convinzioni personali e verificare senza pregiudizi come stanno davvero le cose.
Avendo l’umiltà di ammettere, ogni tanto, di essersi sbagliati.
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