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Fabrizio Cotza

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Categorie: Psicologia
Lingua: Italiano
Abbonati: 587
Descrizione dal canale

Il canale degli Imprenditori Sovversivi.

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Gli ultimi messaggi 6

2021-08-12 12:43:35 OPPORTUNISMO O EQUILIBRIO?
Il lato positivo di tutta questa situazione è che non si può più bluffare.
Un tempo potevi sostenere determinate teorie o farti portatore di alcuni valori, pur vivendo in maniera totalmente opposta. E in pochi si accorgevano di questa incongruenza.

Oggi è molto più facile. Abbiamo leader di movimenti o partiti politici che a parole dicevano di combattere contro i “poteri forti”, che appena ne sono diventati parte si sono subito adeguati, giustificando il loro cambio di rotta come “strategia politica”.

Teorici della disubbidienza che messi alle strette hanno preferito prendere la strada più comoda, quella del compromesso.
Grandi artisti ribelli che improvvisamente hanno smesso di farsi domande e di verificare se tutta la narrazione che ci viene fornita da tv e giornali è vera. Adeguandosi improvvisamente ad essa o diventando addirittura dei testimonial.

Paradossalmente è proprio così: se davvero esistono dei “poteri forti” (termine ambiguo e pericoloso, un giorno ne parleremo), ci hanno fatto involontariamente un grande regalo. Ovvero hanno drasticamente rimpicciolito la gabbia, in cui eravamo anche prima, e così facendo la stanno rendendo visibile.
Questa nuova ed evidente consapevolezza sta così spingendo tutti a dover prendere delle decisioni rapide e delle posizioni chiare.

Anche la posizione di equilibrio emotivo e di distacco è una scelta legittima, che però non va confusa con quella di opportunismo. La differenza è sostanziale: quella di equilibrio mette in discussione entrambe le fazioni più estreme, spesso inimicandosi sia gli uni che gli altri (e quindi rischiando di perdere tutto quel che ha costruito).

Quella di opportunismo invece cerca di camuffarsi, evitando di esporsi troppo per non crearsi potenziali nemici.

Ma la buona notizia è proprio questa: gli opportunisti sono ormai tutti all’angolo, perché la gabbia si fa sempre più stretta e non possono più fingere di essere liberi. O decideranno di adeguarsi alla gabbia oppure dovranno dimostrare, con i fatti, di essere disposti a sacrificarsi per uscirne.

E uscire dalla gabbia non sarà sempre piacevole. Perché per molti significherà ricominciare da zero e dire addio a determinati piccoli privilegi.
E chi, tra noi, è davvero disposto a perdere ciò che ha?
237 views09:43
Aprire / Come
2021-08-11 19:22:58
Oggi vi propongo una semplice vignetta, che rappresenta bene la situazione che ci dovremo preparare ad affrontare nei prossimi anni. Perché lo tsunami di una finanza ormai drogata potrebbe rivelarsi meno grave rispetto a quello del cambiamento climatico, di cui si parla solo saltuariamente (e che pare non interessare chi ci governa, se non a chiacchiere).
La verità è che ciascuno di questi tsunami è correlato a quello successivo...
157 views16:22
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2021-08-09 12:12:38 CINISMO O EMPATIA?
Scrivo volutamente questo post solo qui e non sui social, perché presumo che possa essere compreso senza polemiche da chi mi segue da un po’ di tempo.

Spesso i clienti che seguiamo da tempo mi chiedono perché tendo a tranquillizzarli, nonostante la situazione economica diventi sempre più complessa.
E la risposta è semplice: come in ogni selezione non tutti muoiono, si creano solo maggiori disparità.
Siccome ci troviamo all’inizio di un nuovo processo selettivo (dopo quello del 2008) sappiamo cosa provocherà: una certa percentuale di imprenditori, professionisti e lavoratori perderà buona parte di quello che ha, mentre altri andranno a stare meglio (perché prenderanno le fette di mercato lasciate da chi non ce la farà).

Questo scenario però ha sempre due diverse letture.
La prima è cinica: chi non si sta rendendo conto della situazione, nonostante gli venga detto in ogni modo, è giusto che paghi per la sua incapacità di reagire.
La seconda invece è più empatica: non possiamo permettere che tante persone soffrano, solo per essersi fidate di ciò che gli hanno detto politici e giornalisti corrotti.

Personalmente noto che gli attacchi maggiori sui social arrivano proprio da quelle persone che vorrei aiutare, e alle quali tento ancora di parlare in ogni modo, perché non mi rende felice l’idea che solo alcuni possano uscire indenni da questa ennesima selezione.

Ma emotivamente diventa sempre più difficile gestire le reazioni sconclusionate di chi pensa che la soluzione sia vicina, e presto torneremo alla normalità, grazie ad un insensato lasciapassare.
Non so voi, ma io ogni tanto devo davvero mordermi la lingua per non rispondere: “Arrangiati, pagherai sulla tua pelle questo errore di valutazione”.

Ovviamente sto parlando esclusivamente di scelte imprenditoriali e professionali, non di quelle sanitarie, che devono assolutamente rimanere libere e che nessuno dovrebbe mai giudicare. Lo specifico per scrupolo, pur sapendo che voi che siete qui, per fortuna, non fraintendete ;)
74 views09:12
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2021-08-08 10:44:25 QUEL 30%.
Ho letto ieri un’interessante conversazione tra due persone.
La prima sosteneva che il green pass alla fine danneggerà proprio quelle attività che lo stanno avallando e richiedendo.
La seconda ribatteva che erano solo preoccupazioni inutili, dal momento che lavoreranno con il rimanente 70% che può entrare liberamente, quindi l’economia non ne risentirà.

Non a caso questa risposta veniva da un dipendente pubblico. Ovvero una persona che probabilmente non sa cosa significhi portare avanti un’attività, soprattutto in Italia.
Il 30% in meno di clienti significa, mediamente, il 30% di fatturato in meno.
In una situazione in cui anche lo scostamento del 5-10% per alcuni rappresenta la differenza tra riuscire a rimanere aperti o fallire.

Se davvero le micro imprese perderanno quel 30% di clienti, il prossimo anno ci renderemo conto (quando ormai sarà troppo tardi) dell’impatto che questa scelta politica avrà avuto su tutti noi.
Perché meno fatturato (o addirittura fallimenti) significa meno introiti per lo Stato, che un giorno comunicherà, con finto dispiacere: il debito pubblico è salito troppo, quindi ci vediamo costretti a tagliare i sussidi, sfoltire il numero di dipendenti pubblici e aumentare le tasse.

Però state tranquilli, il “Sacro PIL” crescerà ugualmente, grazie ai fatturati sempre più stratosferici di poche multinazionali che compenseranno le migliaia di perdite delle piccole. Multinazionali che avranno un potere sempre maggiore e condizioneranno in maniera ancora più pesante la politica e l’informazione. In un circolo vizioso che renderà sempre più ampie le differenze sociali ed economiche.

Chi continua ad applaudire a queste norme, scientificamente insensate, deve essere almeno consapevole che sta contribuendo a tutto questo. E dovrebbe almeno avere la decenza di smettere di parlare di valori quali libertà, uguaglianza e giustizia.
Poiché di fatto, consapevolmente o no, sta collaborando alla distruzione sistematica delle micro e piccole imprese. E di conseguenza all’ultimo baluardo di vera libertà.
190 views07:44
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2021-08-07 11:19:31
Tra febbraio 2020 e giugno 2021, l'Italia ha perso 470mila occupati.

Di questi, 378mila (pari a oltre l'80% del totale) sono lavoratori indipendenti: piccoli commercianti, esercenti, artigiani e liberi professionisti. A sottolinearlo è l'Ufficio studi della Cgia.

Tra i lavoratori dipendenti, invece, il numero complessivo degli occupati è sceso solo di 92mila unità (in genere i tifosi del lockdown perenne).

Però continuano a dirci che “l’economia sta andando bene”.
Quella delle multinazionali sicuramente...
85 views08:19
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2021-08-05 11:56:18
51 views08:56
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2021-08-05 11:55:32 HANNO SCARICATO SU DI VOI LE LORO RESPONSABILITÀ.
Parlo di voi gestori di attività, che domani, oltre alle già infinite incombenze burocratiche, dovrete accollarvi anche la responsabilità di fare da tutori della legge. Anzi, tutori di un decreto legge.

Immagino le scene nei bar di paese, dove tutti si conoscono, e Beppe, il titolare, si mette a chiedere al gruppo di amici, clienti da una vita, “avete il lasciapassare?”. E magari solo uno ne è privo.
Non un semplice cliente occasionale, ma un amico che per anni ha servito, che per anni lo ha aiutato (con le sue consumazioni quotidiane) a pagare le spese e le tasse.

E adesso dovrebbe dirgli: “Mi spiace Mario, gli altri possono sedersi, tu invece fuori. Oppure in piedi al bancone”.

Mario lo guarderà, chiedendosi giustamente che minchia di tutela sanitaria è essere obbligato a starsene in piedi invece che seduto.
E Beppe, imbarazzato, non saprà cosa dire. Perché anche lui la reputa una cosa priva di ogni logica e buon senso.

Quindi avrà due possibilità:
1. applicare un decreto legge insensato di un politico che nel frattempo se ne sta comodamente nel suo ufficio, impedendo a Mario di sedersi con gli amici, oppure
2. dimostrare di essere una persona dotata ancora di buon senso e fargli il gesto di sedersi tranquillamente con gli altri.

Di sicuro non vorrei essere nei panni di chi, ogni giorno, per ogni singola persona che entrerà nella propria attività, dovrà dedicare energie mentali ed emotive per gestire questa immensa follia.

Mi rincuora la speranza che dopo qualche giorno di timori e indecisioni, la maggior parte dimostrerà di non essersi rimbambita e smetterà definitivamente di chiedere il lasciapassare. E se verranno le forze dell’ordine (a fare l’unica cosa che possono fare, ovvero chiedere al titolare se ha verificato il lasciapassare di tutti), lui semplicemente risponderà di sì e si concluderà così questa farsa.

Anche perché ieri l’Unione Europea ha ribadito che non è possibile discriminare in alcun modo chi non ha potuto o voluto vaccinarsi. Quindi se qualche cliente particolarmente pignolo dovesse denunciare chi non lo fa entrare avrebbe ottime possibilità di vincere. E i guai sarebbero, tanto per cambiare, per l’esercente.

Supereremo anche questa, rimanendo uniti.
60 views08:55
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2021-08-04 12:58:26 FAR PARTE DI UNA COMUNITÀ.
Quando è nata l’idea di Imprenditori Sovversivi sapevamo benissimo cosa volevano creare. Non l’ennesima società di formazione e consulenza, ma un porto sicuro per tutti quegli Imprenditori schifati dall’idea di doversi piegare alle regole e alle modalità purtroppo imperanti nel mondo del business.

Ad oggi in questo porto sono arrivate oltre 500 persone, chi con la barca a vela, chi con un gommone e a volte persino qualcuno a nuoto, stremato dalla fatica.
Qualcuno si è riposato, ha recuperato le forze ed è ripartito. Altri sono rimasti e attorno a questo porto hanno fondato una piccola comunità di marinai che si aiutano tra loro, magari durante un corso di formazione o semplicemente con una telefonata.
E che fanno sentire ben accolti tutti coloro che arrivano dal mare aperto.

Ecco, io non saprei dare una definizione migliore di quello che abbiamo creato in questi anni, e devo dire che sono fiero di ciò che vedo oggi ed in particolare della forza di questa piccola comunità che ogni anno accoglie nuovi naviganti e ne saluta altri.
Con la consapevolezza che ciascuno ha il proprio viaggio personale da intraprendere.
Ma sa che, quando vorrà, troverà sempre un porto sicuro, qui da noi.
47 views09:58
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2021-08-03 13:09:48 Tra ieri e oggi ho ricevuto molte richieste private per approfondire il concetto del precedente post. Rispondo qui a tutti: fino a metà settembre sarò in pausa, e tranne un paio di appuntamenti già fissati da tempo, non avrò disponibilità per consulenze private.
Siccome non voglio lasciare senza risposte tutti voi, sto valutando di organizzare una rapida diretta privata solo per i nostri clienti e per chi mi segue su questo canale. Sarà molto informale e gratuita, ma non so ancora dirvi quando la farò con precisione, perché dove mi trovo adesso la connessione è pessima.
Un saluto a tutti, in particolare ai nuovi arrivati.
110 views10:09
Aprire / Come
2021-08-02 13:56:46 SEGNALI “DEBOLI”.
In passato mi è successo di anticipare alcuni avvenimenti importanti. Per esempio quando nel 2007 pubblicai il libro “Per fortuna c’è la crisi”, ovvero un anno prima rispetto a quando poi la crisi si manifestò platealmente in tutto il mondo.

Ricordo perfettamente che alla presentazione del libro in molti mi contestarono il fatto di essere stato un po’ “catastrofista” (oggi avrebbero detto complottista o No-qualcosa). Perché non vedevano tutto questa possibilità di una crisi così grave.

Un anno dopo vennero smentiti dai fatti, ma nessuno di loro venne mai a dirmi “avevi ragione tu, e un anno fa avrei potuto ancora salvarmi”. E lo capisco. Ormai erano sotto la valanga e l’ultimo loro pensiero era ricordarsi di me o del mio libro.
Chi invece, nel dubbio, iniziò ad approfondire e a tutelarsi, quando la valanga arrivò si fece un po’ meno male (qualcuno proprio per niente), perché si fecero trovare più consapevoli e forti rispetto agli altri.

Sia chiaro: non si tratta di avere doti profetiche, ma semplicemente di osservare alcuni “segnali deboli”, che nel caos di informazioni e soprattutto nella narrazione ufficiale raramente si trovano. Per il semplice motivo che non devono essere trovati.

E allora io invito tutti, mettendo da parte le proprie certezze, ad osservare i segnali deboli presenti oggi. Perché sono già tanti.
Uno ve lo suggerisco io, in ambito prettamente aziendale ed economico: le due fazioni, sempre più cristallizzate nelle proprie posizioni, diventeranno due tipologie di clienti con esigenze molto diverse tra loro, probabilmente inconciliabili. Ovvero si sono mischiate improvvisamente le carte, e tutte le analisi e strategie valide fino a ieri, probabilmente non avranno più grande valore ed efficacia nei prossimi mesi.

Per il semplice motivo che quasi tutte le aziende dovranno decidere il proprio “posizionamento” rispetto anche alle scelte sanitarie fatte dai loro clienti. E sarà un posizionamento che spazzerà via tutto il marketing fatto fino a ieri.
Facciamo un esempio: se un hotel accetterà tutti ed un’altra struttura solo i possessori di un lasciapassare, ed un’altra ancora solo quelli che ne sono privi, ebbene questa scelta farà partire da zero qualsiasi posizionamento sul mercato costruito fino a ieri. E, ovviamente, questo impatterà anche sul rapporto di lavoro tra imprenditore e collaboratori, perché idee diverse diventeranno presto poco conciliabili. Al punto che non mi stupirebbe se ad un colloquio di lavoro qualcuno dovesse porlo come “pre-requisito” (evito volutamente di affrontare il tema della legalità o meno di tale scelta).

E qui con i “suggerimenti” mi fermo.
Perché già ci sono sufficienti elementi per numerose riflessioni imprenditoriali (e non), che preferisco condividere in privato con le persone più fidate e a me vicine, per evitare che vengano distorte o strumentalizzate qui in pubblico. Soprattutto da chi non mi conosce.

Vi lascio solo con un invito spassionato:
osservate con lucidità emotiva i segnali deboli, perché quando arriverà la valanga sarà ormai troppo tardi.
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