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Giovani di Parola

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Indirizzo del canale: @giovaniparola
Categorie: Religione
Lingua: Italiano
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Descrizione dal canale

Il nuovo Canale ufficiale di Animatori Salesiani: ogni giorno il Vangelo del giorno seguente sul tuo telefono e altri contenuti utili per il tuo cammino spirituale! #GiovaniDiParola

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Gli ultimi messaggi 64

2021-09-02 22:00:06 Venerdì 3 settembre
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,33-39)

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Noi siamo figli di un sepolcro vuoto! Figli della gioia, della festa. Gesù, sei venuto da noi per farci comprendere quanto è bello stare con te. La felicità, quella vera, i discepoli l’hanno sperimentata stando insieme a te. E noi? È difficile immaginarti in mezzo a noi, accanto alle nostre vite. È molto più facile guardare, giudicare, parlare degli altri dicendo “si è fatto sempre così”, invece di cogliere e accogliere la felicità altrui che arricchisce e fa crescere.
Se solo fossimo capaci di sederci anche noi a quella tavola e sperimentare la tua presenza…
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2021-09-02 11:07:30 GIOVEDÌ SETTEMBRE

Dal Vangelo secondo Luca (5,1-11)
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Non c’è niente da fare, Gesù: la nostra natura umana ha bisogno di segni, sempre! Ma tu non ti tiri certo indietro e di segni in questa pagina ne dai tantissimi: per prima cosa insegni dalla barca, strumento di lavoro di altri. Perché insegni da lì? Per mostrarci senza dircelo quanto tu voglia stare con noi, servirti di noi e parlare attraverso di noi, con i nostri strumenti. Quel tuo parlare dalla barca è già cominciare a dirci “imparate da me che domani dovrete farlo voi.” È fiducia, quella che tu riponi in noi e quella che tenti di conquistare nella folla mostrandoti come uno di noi.
Poi chiedi di prendere il largo e gettare le reti: segno di chi coglie le nostre difficoltà ed è pronto ad aiutarci. Forse se non avessi prima parlato alle folle, i pescatori non ti avrebbero ascoltato, non avrebbero risposto “sulla tua parola lo farò” perché in fondo tu cosa ne sapevi? Eri un pescatore per caso?! Loro erano gli esperti. Se fossi andato lì senza prima conquistare la loro fiducia, non ti avrebbero ascoltato. Eppure, le reti si riempirono di pesci: terzo segno, quello che sembra un miracolo. E qui tu fai il gesto più bello di tutti dicendo a Simon Pietro di non temere: non si trovava secondo te di fronte a un prodigio ma di fronte alla presa di coscienza che anche lui poteva fare altrettanto con gli uomini. Quanti segni, quante iniezioni di fiducia! Le stesse che oggi chiediamo per noi.
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2021-08-31 22:00:00
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2021-08-31 22:00:00 Mercoledì 1 settembre
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,38-44
 
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Ancora una volta Simone si rende conto di chi sia questo Gesù che lo ha chiamato a seguirLo e a diventare pescatore di uomini. Il Signore infatti entra in casa sua e lì lo ama. Spesso ci capita di essere molto esigenti con il Signore, pretendiamo che ci renda la vita più semplice, magari che un compito, un colloquio di lavoro, i nostri comportamenti e atteggiamenti siano postivi ed eccellenti. Sarebbe però una conoscenza piuttosto superficiale e comoda e che a lungo andare ci porta a sbattere contro un muro. Il Signore invece vuole venire a stare e abitare proprio lì dove siamo più vulnerabili, nella nostra intimità, nel nostro cuore e in tutta la nostra vita. Vuole venire a stare nella nostra cameretta disordinata, con libri e fogli sulla scrivania, con i vestiti gettati sulla sedia e le cose in giro per inciamparci. C’è bisogno di lasciargli le chiavi e di fidarci, senza paura e vergogna. È così che potrà compiere miracoli e prodigi nella nostra vita, così potremo mettere ordine e poi camminare insieme con Lui per servire e comunicare la Sua amicizia e il Suo Amore. Il Sacramento della Riconciliazione è un’ ottima modalità per vivere tutto questo. Magari in questi giorni potrei prepararmi per vivere una buona confessione e, se non l’ho ancora fatto, a scegliere un confessore stabile ed essere costante
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2021-08-30 22:00:03
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2021-08-30 22:00:03 Mercoledì 31 agosto
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Quante omelie, quanti insegnamenti, quante parole riguardati Dio ho avuto l’occasione di ascoltare ma cosa di tutto questo mi ha lasciato veramente stupito? Si, magari ho incontrato anche quel prete affascinante che parla bene e fa grandi discorsi, ma probabilmente le labbra dalle quali pendo, le parole che ricordo sono quelle degli uomini di Dio, di coloro che sono talmente tanto amici del Signore che sono capaci di consegnarmi la Parola che Lui vuole rivolgere proprio a me. Quella Parola magari anche scomoda ma che comunica l’Amore e che quindi da senso e pienezza. È quella Parola che affascina perché vedo la felicità di chi la vive e che chiede quindi di essere anche da me praticata e trasmessa. Magari oggi e nei prossimi giorni potrei dedicare del tempo per prendere in mano il Vangelo e leggere il brano proposto dalla liturgia del giorno. Mi metto quindi alla Sua Presenza invocando lo Spirito Santo affinché possa accompagnarmi e aiutarmi a fare silenzio, a liberare la mente e il cuore da ogni preoccupazione. Immagino quindi i luoghi, i sentimenti, le emozioni, i pensieri di Gesù e di coloro che lo hanno incontrato. Mi lascio quindi ispirare e mi metto in ascolto delle Parole di un Amico a cui posso dire e affidare tutto
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2021-08-29 22:00:05
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2021-08-29 22:00:05 Lunedì 30 agosto
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,16-30

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

A Nazaret si sapeva che Gesù era figlio semplicemente di un falegname e quindi come avrebbe mai potuto essere un grande predicatore, liberare i prigionieri, compiere miracoli, insomma essere il Cristo?! Impossibile! Com’è anche impossibile che il Signore possa amare proprio me che sono spesso figlio delle mie paure, dei miei limiti e delle mie fragilità? Forse c’è da iniziare ad avere uno sguardo diverso sulla realtà per riconoscere quanto di bello Dio Padre mi ha donato, c’è da avere uno sguardo diverso su me stesso per riconoscere quanto bello mi ha fatto, uno sguardo diverso su ciò che sono realmente per riconoscermi principalmente figlio Suo, amato nonostante tutto e grazie a tutto. Si tratta di imparare ad avere lo sguardo del Figlio e del Fratello, lo sguardo di Gesù. Come fare? Affidiamoci a qualcuno già in cammino dicendogli che vogliamo imparare ad accoglierLo e a lasciarci accogliere, dicendogli che vogliamo imparare a frequetarLo e essergli amico, dicendogli che ci insegni a pregare!
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2021-08-28 22:00:04
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2021-08-28 22:00:04 Domenica 29 agosto
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-8.14-15.21-23

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Faccio tutti i compiti di scuola, organizzo l’incontro del gruppo formativo, vado anche a messa e faccio tutto ciò che mi viene chiesto, ma quando poi si tratta di mettermi un pochettino in gioco e di sporcarmi le mani allora inizio a trovare scuse e giustificazioni. Forse tutto questo fare è solo orientato al mostrare quanto sono bello, bravo, perfetto per sentirmi riconosciuto, apprezzato e amato. Ma quanto può durare? Quando mi renderò conto che l’Amore di Dio Padre mi raggiunge senza che io faccia tutte queste cose? Anzi, in questo e molto altro il Signore vuole incontrarmi ma sta a me predisporre, orientare e rendere disponibile il cuore all’incontro. Poi si tratta di lasciar fare a Lui, c’è da lasciarsi attraversare dall’Amore semplicemente comunicandolo, vivendolo, testimoniandolo. Facendo esperienza di tutto ciò magari posso diventare una spia luminosa che interpella e mette in questione il mio ambiente e la mia comunità e magari, soprattutto in questo tempo in cui si programma e progetta il nuovo anno, posso invitare e suggerire di essere attivi nel lasciarsi incontrare da Cristo. È solo Lui che fa crescere, che libera, che dona Vita e che salva
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