2021-09-25 22:00:06
Domenica 26 settembre 2021
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,38-43.45.47-48
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Parola del Signore
Proprio tu Giovanni, il “discepolo amato”... qui non fai una bella figura. Stavi per impedire ad un uomo di compiere il bene. Stavi per impedire ad un uomo di vivere in relazione con il Signore. Diciamocela tutta Giovanni, te la sei presa perché quest’ uomo non seguiva Gesù o perché non seguiva te e la tua cerchia elitaria?! Il Signore ci va giù un po’ pesante e probabilmente Giovanni a queste parole avrebbe voluto solo sotterrarsi e scomparire. Eppure sarà lui a rimanere sotto la croce, lui uno dei primi a fare esperienza del Risorto. A questo punto tocca a noi essere franchi e riconoscere che a volte ragioniamo e agiamo seguendo logiche elitarie, come quando pensiamo che siamo noi a salvare il mondo, oppure quando viviamo gelosamente ed esclusivamente le nostre relazioni, magari proprio con il don, l’incaricato pastorale o il coordinatore di turno. Il tutto solo per apparire i migliori, i belli e bravi, insomma quelli che sono da seguire come esempio. È da questo che il Signore ci vuole liberare: si tratta di renderci conto che siamo amati! E cosa c’è di meglio per renderci conto del Suo Amore se non partecipare attivamente alla celebrazione eucaristica? È il Signore che vuole entrare in relazione con noi, non lasciamo alle nostre paure di impedirci di lasciarci incontrare
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