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Per condividere pensieri, letture, emozioni attraverso le parole.
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Gli ultimi messaggi 8

2022-06-27 16:34:51 Titolo: Lessico famigliare
Autore: Natalie Ginzburg
Pubblicazione: 1963
Genere: Romanzo autobiografico
Edizione: Einaudi
Pagine : 152

#recensione gentilmente offerta da Francesca

“Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. […] Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra.“

A quasi un anno dalla scomparsa di mia mamma, leggere questo libro è stato un delicato cadere in una iperbole di ricordi, di delicati e teneri momenti vissuti e ritrovati in tutta la prima parte del testo. La famiglia del racconto autobiografico della Ginzburg è simile ad ogni altra famiglia , ancora oggi molti nuclei familiari hanno una loro modo dì colloquiare , con aneddoti ed espressioni particolari che ogni figlio, ogni genitore sente suo e ne serba ricordo. Così è stato nella mia famiglia di origine e mia madre ricopriva lo stesso ruolo del prof. Levi papà della Ginzburg, nel tramandare detti, modi di dire e di fare di quello che lei chiamava il “mondo antico”.

Già dalla prefazione, che l’autrice intitola avvertenze, si intuisce una narrazione secca, cruda, teneramente essenziale, orfana di fronzoli e orpelli solitamente femminili nelle descrizioni più intime della sua realtà familiare. È un racconto autobiografico con voce narrante, che non scende mai né di tono, né di tensione narrativa. È esilarante nella descrizione dei termini che il prof. Levi usa, inventa e nomina, per ogni cosa od evento che succede in casa sua. È lui quello che più di tutti caratterizza la storia. Esilaranti i termini che usa come “potacci o sbrodeghezzi” o, “negrigure .

Ambientato a Torino percorre un arco temporale tra gli anni Trenta e Cinquanta, pre e post fascismo. Natalie racconta dapprima con voce da bambina e poi da adulta gli evento storici e familiari. I genitori di Natalia diversi tra loro, sono Giuseppe professore di chimica ebreo, e la madre Lidia cattolica artista, incostante, eterea e un po’ superficiale ma che sarà capace di grandi gesti di altruismo nello scorrere delle vicissitudini durante il periodo buio delle leggi razziali, durante il fascismo e durante la guerra.

I fratelli saranno cospiratori antifascisti, la sorella Paola intreccia la sua vita con un uomo che diventerà un grande imprenditore italiano nel dopo guerra: Adriano Olivetti. Bellissima la descrizione che Natalie ne fa quando nonostante il divorzio da sua sorella Adriano andrà a casa sua per metterla in salvo dopo l’arresto del marito Leone Ginzburg per attività sovversiva: “e ricorderò sempre la sua schiena china a raccogliere, per le stanze, i nostri indumenti sparsi, le scarpe dei bambini, con gesti di bontà umile, pietosa e paziente.”

Lessico famigliare è la storia della nascita dell’ Einaudi. La Ginzburg con il marito Leone ucciso per le sue idee antifasciste, il grande Cesare Pavese del quale l’autrice ne delinea il carattere, ed i Balbo saranno il cuore pulsante della nascita della piccola casa editrice che diventerà un colosso nella editoria italiana. Quando la Ginzburg si trasferisce a Roma con il secondo marito si rende conto che lavorare nella succursale romana non le da la stessa identità: “ Quella che amavo, era la casa editrice che s'apriva sul corso re Umberto, a pochi metri dal caffè Platti, a pochi metri dalla casa dove stavano i Balbo, quando abitavano ancora a Torino; e a pochi metri da quell'albergo sotto i portici, dov'era morto Pavese.
Amavo, nella casa editrice, i miei compagni di lavoro: quelli, e non altri.”

È vivo il racconto, è intimo ma aperto agli altri. È vissuto e sentito. È storia italiana. È di Natalie la famiglia ma lei la rende nostra, riflessa nello specchio della vita quotidiana che noi tutti viviamo.

Felice lettura
99 views13:34
Aprire / Come
2022-06-24 07:35:11 Buongiorno e buon venerdì con il desiderio di ricongiungersi


https://twitter.com/ventaglip/status/1540191177328181249?s=21&t=jvrkEY1eIA6okaOx9iR1KA
49 views04:35
Aprire / Come
2022-06-23 17:06:51 Titolo: La stanza delle mele
Autore: Matteo Righetto
Editore: Feltrinelli Editore
Genere: narrativa
Data: 07.04.2022

Leggi l'anteprima

#recensione

Giacomo Nef è un ragazzino speciale. La stanza delle mele è il luogo in cui il nonno lo metteva in castigo dopo averlo picchiato.

Giacomo è il terzo di tre fratelli che, in seguito alla perdita dei genitori, cresce con i nonni: il nonno, in particolare, riversa sul nipotino tutta la sua rabbia e la sua violenza. Le pagine violente sono le più struggenti: il modo in Giacomo sopporta con dignità e coraggio le percosse

“Giacomo si avvicinò, sottomesso. Chiuse gli occhi. Per primo sentì il legno sulle ossa della schiena e del braccio sinistro e poi soltanto un dolore lancinante. Tentò di rialzarsi ma non ne ebbe il tempo, fu raggiunto da altre bastonate, sul braccio sinistro e sulla spalla. Poi la verga di nocciolo si fermò. Vedeva tutto viola e arancione e una stretta allo stomaco gli risalì in gola fino a farlo vomitare.
“Bastardo! Lo dovevo capire...” disse il vecchio ansimando e passandosi il dorso della mano sui baffi. Da una tasca del grembiule tirolese tirò fuori una grossa chiave di ferro arrugginito.
“Un impiccato nel bosco... Anche questa ti dovevi inventare...Vai nella stanza delle mele!””

Giacomo ha un dono nelle mani: quello di scolpire il legno. Frequenterà il Selvatico di Padova e da adulto scioglierà il mistero legato alla sua preadolescenza, al motivo per cui il nonno per poco non lo uccide di percosse.

“Avvolto in un vecchio telo di juta c’era il gufo di larice che aveva scolpito quarant’anni prima. Era quasi irriconoscibile, consunto e smussato dal tempo e dall’umidità. Ma era proprio lui.
“Te l’avevo promesso! Sapevo che saresti riuscito a vedere nel buio della mia notte,” esclamò.
E si lasciò andare a un pianto che non aveva fretta di interrompere. Poi, con molta premura, infilò la piccola scultura nell’ampia tasca del cappotto e uscì senza chiudere a chiave.
Sorrise. Il tepore della luce si adagiò dolcemente sulla pelle del suo viso. L’aria non gli era mai sembrata così fresca e buona.”

Mi è piaciuto davvero tanto!
Tra 4 e 5 stelle

Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/4791801675
65 views14:06
Aprire / Come
2022-06-23 07:30:18 Buongiorno e buon giovedì alla ricerca di un po’ di felicità


https://twitter.com/ventaglip/status/1539818113822244864?s=21&t=b7fWMzlYtYjXp55K3Pn5xw
71 views04:30
Aprire / Come
2022-06-22 07:35:08 Buongiorno e buon mercoledì, con un pensiero a chi sosterrà la prima prova degli Esami di Stato, sotto il segno della “cura”


https://twitter.com/ventaglip/status/1539450045849821186?s=21&t=JI7M9erRjXHyUcRHRG3DVA
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Aprire / Come
2022-06-21 21:41:21 Morta la poetessa Patrizia Cavalli
ROMA, 21 giugno 2022
ANSA

#DiVisteERiviste

È morta a Roma, a 75 anni, la poetessa Patrizia Cavalli. Nata a Todi nel 1947, la Cavalli era arrivata nella Città eterna poco più che ventenne. Aveva esordio nel 1974 con 'Le mie poesie non cambieranno il mondo', pubblicato da Einaudi, editore di quasi tutti i suoi libri, cui sono seguiti nell'81 è 'Il cielo' e 'L'io singolare proprio mio' del 1992, riuniti in 'Poesie (1974-1992). Nel 2020 era entrata nella cinquina del Premio Campiello con 'Passi giapponesi' (Einaudi. Supercoralli), la sua prima raccolta di prose con potenti immagini e stati d'animo.

    Poetessa pura, della quale aveva riconosciuto il talento Elsa Morante, autrice di libri come 'Pigre divinità e pigra sorte' , 'Datura' la Cavalli aveva una grande passione per il teatro come testimonia 'Sempre aperto teatro' del 1999. La sua ultima raccolta di poesie pubblicata da Einaudi è Vita meravigliosa (Einaudi) uscita nel 2020.
43 views18:41
Aprire / Come
2022-06-21 07:58:42 Buongiorno e buon martedì con i versi di Emily Dickinson

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Aprire / Come
2022-06-20 07:30:43 Buongiorno e buon lunedì, con un pensiero rivolto a tutti i ragazzi che devono sostenere gli Esami di Stato


https://twitter.com/ventaglip/status/1538731401796796416?s=21&t=s5IfyKb4UZlN83uhLGI4Yw
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Aprire / Come
2022-06-19 11:32:21 Titolo: Il peso della farfalla
Autore: Erri De Luca
Pubblicazione: 2009
Genere: Narrativa Racconto
Edizione: Feltrinelli
Pagine : 60

#recensione gentilmente offerta da da Francesca

“Le bestie sanno il tempo in tempo, quando serve saperlo. Pensarci prima è rovina di uomini e non prepara alla prontezza.”

Il peso della farfalla è stato virtualmente indicato sui social come uno dei compiti da svolgere dagli studenti durante le vacanze estive 2022. La curiosità mi ha spinto a leggerlo.

È l’incontro tra un vecchio camoscio e un vecchio bracconiere narrato magistralmente da Erri De Luca, autore napoletano nato sul mare ma con il cuore in montagna.
Terra inospitale la montagna che l’autore definisce come “l’ultimo paragrafo della geografia”, scenario della storia tra due esseri solitari: il vecchio re camoscio e il vecchio bracconiere. Erri De Luca scrive “Entrambi sono vecchi, in fine di carriera, si portano appresso una stanchezza assaporata, sanno che non ce ne è ancora, che non ne vogliono ancora.”
Sentono la fine vicina, forse la cercano, una fine dignitosa, il vecchio che lascia spazio al nuovo.

La storia lentamente si dipana tra i pensieri del vecchio re camoscio sopravvissuto alla morte della madre uccisa dall’uomo e del bracconiere che ha ucciso più di 300 camosci ma cerca lui, il re dei camosci.
Il camoscio per salvarsi ha soltanto il suo fiuto e l’aria di novembre, che denuncia l’uomo a tutta la montagna, “i suoi zoccoli, come le quattro dita di un violinista, giocolieri in salita e acrobati in discesa, quattro assi in tasca a un baro, che gli consentono quello che l’uomo non può.” E’ cresciuto senza regole e divenuto re in un giorno, ha imparato a mangiare radici e ciuffi di larici, a riconoscere il fulmine, ad avvertire la fine dei suoi giorni.

Il cacciatore di frodo vive ormai in cima al bosco, in compagnia di una solitudine aspra. Resta titubante all’invito di una giornalista donna che vuole intervistarlo. Non vede donna da anni, e lui stesso ammette che “Un uomo che non frequenta donne è un uomo senza.” Scende in paese una volta al mese, per caricare lo zaino di patate, cipolle, riso, lenticchie. Un rivoluzionario di città ritiratosi in montagna.

Il duello tra i due è sottile, tra menti superiori , quella del camoscio che “sa” e quello del bracconiere che “valuta” . Il destino li unirà fatalmente in un'unica figura immortale dove “il peso della farfalla” metafora della vita avrà avuto il suo infelice compito.

L’approccio alla lettura deve essere lento, “ruminato”. Le parole, i pensieri, i profumi della montagna, pervadono intimamente il lettore in tutta la loro potenza. I sensi sono presi. Lo scenario si apre, il re camoscio è li. Gli zoccoli del branco scalpitano, il tributo riservato al re è chiaro. Il salto, tra le rocce e il precipizio, è perfetto. Nulla in confronto alla ruvidezza e alla durezza del bracconiere. Metafora di una perfezione profanata dall’uomo.
Il peso della farfalla può essere “compito assegnato” per le vacanze estive perché in poche pagine inevitabilmente fa riflettere, dolcemente rasserena. Un racconto che ha la delicatezza di una poesia.

Appendice è Visita ad un albero, incontro tra l’autore e un cirmolo “parente dell’abete, ma più folto di rami e solitario”. È un albero solitario per questo piace all’autore, racconta di vento e di fulmini sulla Tofana di Mezzo. L’Autore spesso si reca da solo verso il cirmolo solitario, perché “La solitudine è un albume, la parte migliore dell’uovo. Per la scrittura è una proteina.” È un albero eroe e prima di andare via lo monta a cavallo del suo braccio sul vuoto. I piedi scalzi ricevono il solletico dell’aria aperta sopra centinaia di metri. Lo abbraccia e lo ringrazia di durare.

Lettura dolcissima
F. C.
47 views08:32
Aprire / Come
2022-06-19 07:54:35 Buongiorno e buona domenica nella tenerezza

“La tenerezza ha un suo fragile tempo interiore, quello di un presente, non mai chiuso in sé, ma aperto al passato, alla memoria e al futuro, alla attesa e alla speranza. Un tempo che è quello dell’attendere e dell’indugiare, del silenzio e dell’attenzione.”

Tenerezza ~ Eugenio Borgna
Einaudi Editore

https://twitter.com/ventaglip/status/1538384174494756866?s=21&t=FCYaygIGw-NuG4meX69ocQ
52 views04:54
Aprire / Come