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Ratings & Reviews

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Gli ultimi messaggi

2022-08-04 08:36:52 Buongiorno e buon giovedì con i piedi sulle nuvole

https://twitter.com/ventaglip/status/1555065438740029440?s=21&t=K9a-duxEc-6ZlSjei6CUEw
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Aprire / Come
2022-08-03 21:06:43 Titolo: I Rondoni
Autore: Fernando Aramburu
Traduttore: Bruno Arpaia
Editore: Guanda
Genere: narrativa
Data: 18.10.2022

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#recensione


“Credo in cose come l’acqua e la luce. Credo nell’amicizia del mio unico amico e nei rondoni che, malgrado l’aria inquinata e il rumore, tornano ogni anno in città, anche se ho il sospetto che ce ne siano sempre meno.”

Toni, il protagonista del romanzo, è un uomo che non è più contento della sua vita e che con un anno di anticipo, decide la data della sua morte: la notte tra il 31 luglio e il 1 agosto 2019.
Decide così di scrivere un diario che abbraccia un intero anno (dal 1 agosto 2018 al 31 luglio 2019), in cui ripercorre tutta la sua vita: un professore di filosofia che non è più entusiasta del proprio lavoro, che ha un divorzio alle spalle, dei legami familiari un po' sgangherati, a cui è rimasto un solo amico e una cagnolina Pepa e che se potesse tornare indietro vorrebbe rinascere rondone, simbolo della libertà che lui non ha:

“I rondoni non torneranno fino alla prossima primavera. Mi hanno lasciato solo con tutta la massa umana che mi opprime e mi fa uscire di senno. Ho letto che i rondoni emigrano oltre il Sahara, fino all’Uganda o giù di lì, e che passano la maggior parte della loro vita in volo. Proprio quello che avrei desiderato: non toccare il suolo, non sfiorare nessuno. Se avessi potuto scegliere tra nascere uomo e nascere rondone, visto come è andata avrei deciso per la seconda opzione.”

Toni, profondamente segnato dal suo divorzio, decide di non volersi più farsi coinvolgere dall'amore, perché in fondo l'amore ha solo mille mila complicazioni e pochi benefici, perché lui preferisce l'amicizia all'amore, perché l'amore esige moltissime attenzioni e lascia troppe lesioni se la relazione naufraga. E per non soffrire, Toni ha provato a congelare i sentimenti, provando a razionalizzare i suoi desideri, tanto da arrivare a dire: “Io mi proibisco l’amore. Né più né meno."

Non vuole avere più rogne. Non vuole più avere separazioni. Non vuole più incorrre in infortuni amorosi che manderebbero in corto circuito la sua tranquillità: "Mi sono ripromesso di preservarla a ogni costo nel poco tempo che mi resta da qui al ricongiungimento con mio padre."

Però tra il dire e il fare... quindi Toni continuerà a bearsi della sua decisione e della sua pace: "Per la stessa ragione per cui non desidero amare né essere amato, rinuncio alla possibilità perturbante di andare a New York o di comprarmi una moto. Pace, voglio pace e nient’altro che pace.”

Chissà se però non dovrà rivedere le proprie decisioni. Chissà se la sua ex fidanzata, che rispunta dopo ventisette anni dalla rottura, non riuscirà a fare breccia nel suo cuore congelato?

Fernando Aramburu è un grande!
I Rondoni, pur essendo molto diverso da Patria, fa molto riflettere e al tempo stesso sorridere.



Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/4890676743
9 views18:06
Aprire / Come
2022-08-03 09:21:20 Buongiorno e buon mercoledì con i versi di Laura Di Corcia

“Tutto è ampio ed è una meraviglia accoglierlo, tutto smonta i cardini delle cose, tutto divora il tempo smembrandolo. Che cos’è il tempo. Si apre a raggiera, contiene. È contenuto.

Io contengo il tempo e dentro lo porto come un amuleto e tutto è deformato e stanco, da questa prospettiva. Io sono un angolo da cui si irradia realtà. Tutto cambia, se non esisto. Tutto è uguale a se stesso.

Il numero zero è un burrone? Mi chiedo questo aprendo le braccia. Da questo burrone una specola guardo il mondo che cambia e resta uguale.”


https://twitter.com/ventaglip/status/1554713459979337728?s=21&t=_LvgeCUrj7uiJb-ZNsgFOQ
53 views06:21
Aprire / Come
2022-08-02 13:21:51 Titolo: Mare mosso
Autore: Francesco Musolino
Editore: Edizioni E/O
Genere: thriller
Data: 22.06.2022

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#recensione


Io sono una nave.
Una nave che porta
in sé l’orma di tutti i tramonti.


ANTONIA POZZI”


Achille Vitale è un giovane uomo che ha lasciato la Sicilia (Palermo) per entrare nell'Accademia Navale di Livorno. Sta per coronare il suo sogno, fino a quando le cose vanno storte e deve presentare le proprie dimissioni senza un piano B.

La vita di Achille Vitale segue un po' il flusso degli eventi: lui va dove la Vita gli chiede di andare. Da Palermo a Livorno, da Livorno a Venezia e poi di nuovo giù fino a Capri e da lì a Cagliari, in Sardegna, alle dipendenze del Cavaliere.
Achille, che nel frattempo è diventato ingegnere, si ritrova al comando di una squadra per recuperare le navi che lanciano SOS quando sono al largo.

Scrive Francesco alla fine delle sue "Note di narrazione":

“Queste navi periodicamente cedute, rivendute e messe all’asta, con l’andare del tempo e l’accumularsi delle rotte e la ruggine che mordeva le paratie, avevano bisogno di una mano d’opera sempre più ingente – fin troppo spesso trascurata per via dei costi – e poi, inevitabilmente, si sfasciavano al largo, lanciando disperati SOS quando erano ormai in balìa degli elementi. All’occorrenza, questi vecchi cargo potevano far perdere le proprie tracce facilmente, cambiando nome o inabissandosi. Una delle zone più pericolose del Mediterraneo era proprio il mare aperto al largo delle coste sarde, una rotta particolarmente insidiosa alla quale ricorrevano anche i trafficanti che desideravano muovere le merci dai porti francesi o spagnoli fino alle coste greche o turche, commerciando ogni genere di cose sospette, ricorrendo a qualsivoglia stratagemma per farla franca, ingaggiando una lotta contro la furia delle onde…
Quella che sta per cominciare è una storia vera.
Almeno in parte.”

È la notte del Natale 1981. Achille ha 30 anni e quella sarà per lui una notte lunghissima, nella quale sarà chiamato a recuperare una nave abbandonata dall'equipaggio al largo di Oristano: “La nave si chiama Izmir. È un cargo di novecento tonnellate. Ecco le coordinate dell’SOS: 40°20’32.3”N 8°22’09.6”E».”

Quella notte soffia il maestrale. Il tempo è sfavorevole. Il mare è avverso.

Achille, uomo di mare, prende il coraggio a quattro mani e diventa lui stesso timone della sua squadra, lottando con tutte le sue forze perché né lui né i suoi uomini perdano la vita: si destreggia tra le varie avversità, assecondando l'imprevedibilità del mare, senza mai sfidarlo. Perché lui sa, da buon marinaio, che il mare non deve essere mai sfidato, altrimenti è sempre l'uomo ad avere la peggio:

Un thriller mozzafiato che tiene il lettore inchiodato alle pagine finché non si arriva alla fine, per scoprire che il finale è aperto... segno che ci sarà una continuazione?

Un romanzo in cui prevalgono anche i sentimenti, quelli buoni, quelli che fanno girare i venti a proprio favore. Una corsa contro il tempo. Una corsa per salvare la vita.



P.S. (confidenziale) Mamma mia che romanzo che hai scritto, Francesco!

Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/4889885647
28 views10:21
Aprire / Come
2022-08-02 08:18:40 Buongiorno e buon martedì 2 agosto, giorno del perdono di Assisi


https://twitter.com/VentagliP/status/1554334698234585088?s=20&t=mQG1Jw2N4aIV41QytkOJng
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Aprire / Come
2022-08-01 13:02:46 Titolo: Il padre
Autore: Santiago Díaz
Traduttore: Silvia Rogai
Editore: Giunti
Genere: thriller
Data: 16.02.2022

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#recensione


Un caso "semplice":

“Il giorno seguente i notiziari avrebbero annunciato che Andrea Montero era stata la trentasettesima donna assassinata dal proprio partner dall’inizio dell’anno.”

Il sospettato è il marito, Gustavo Fonseca. Un anno dopo, nell'ufficio dell'ispettrice della squadra omicidi, Indira Ramos, si presenta un uomo. È il padre di Gustavo Fonseca che confessa un triplice rapimento, per liberare il figlio in cella per l'omicidio della moglie: inizia così un conto alla rovescia, una corsa contro il tempo per liberare i tre ostaggi e per fare chiarezza sull'omicidio della nuora di Ramón Fonseca. Si tratta di una giudice, un avvocato e una studentessa scomparsi tra sabato e domenica notte in circostanze simili.

“Ho rapito quelle persone e le ho nascoste in tre luoghi diversi. Ho predisposto ogni cosa in modo che ne muoia una alla settimana, a partire da adesso» risponde freddamente Ramón Fonseca. «Se entro lunedì prossimo alle tre del pomeriggio non avrete arrestato i veri assassini di mia nuora e non sarà stata predisposta la scarcerazione di mio figlio, vi indicherò dove trovare il cadavere di uno degli ostaggi, e la stessa cosa avverrà ogni sette giorni. Se tra tre settimane Gonzalo sarà ancora in prigione, nessuno di loro resterà vivo.”

Niente però è come sembra. Il caso non è di semplice soluzione, così come si potrebbe erroneamente pensare. A fare da scenografia a questo thriller ben architettato, dai continui colpi di scena inaspettati, è un'affascinante e cupa Madrid.
L’omicidio di una donna è solo l'espediente per dare il via a un intreccio infinito di rapporti, conoscenze, complicità, intrighi, illegalità, mafia, violenza, regolamenti di conti. Un intreccio infinito, come la struttura labirintica che è nascosta nel sottosuolo di Madrid.

“Quando raggiungono il tunnel da cui sono stati chiamati, vedono un timer attaccato a una bombola di monossido di carbonio simile a quella che hanno trovato vicino alla cella della giudice Almudena García. Un tubo la collega a un’asse di legno.
«Dobbiamo togliere questo pannello!»
Non appena un paio di poliziotti tolgono la tavola, si trovano di fronte una vecchia porta di ferro chiusa con una sorta di ruota.
«Dove cazzo si arriva da questa porta?»
«Sembra l’entrata di una specie di bunker» risponde l’ispettrice Ramos esaminandola.
«E da quando ci sono dei bunker qui sotto?»
«Dalla Guerra Civile» risponde la vice ispettrice Ortega. «Ho visto da poco un documentario in televisione in cui dicevano che i sottosuoli di Madrid ne sono pieni. Li hanno costruiti i repubblicani per proteggersi dai bombardamenti.»
«Apriamola» dice Indira cercando di contenere il proprio nervosismo.”

Un libro pieno di colpi di scena, ben scritto, che però mi ha convinta a metà.

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https://www.goodreads.com/review/show/4885823141
43 views10:02
Aprire / Come
2022-08-01 08:16:12 Buongiorno e buon inizio di settimana e di mese con i versi di Laura Di Corcia


“Il linguaggio è qualcosa in cui si fluttua. Non è un luogo in cui si sosta per sempre, accade qualche volta. Un battesimo inatteso, che avviene e poi passa. Sulla pagina i detriti dell’esperienza si fondono ad altre cose, che fanno da contorno, che accerchiano, che spingono in una o nell’altra direzione.”

https://twitter.com/ventaglip/status/1553970200348921856
52 viewsedited  05:16
Aprire / Come
2022-07-31 14:32:52 Titolo: La sirena di Black Conch
Autore: Monique Roffey
Traduttore: Ada Arduini
Editore: Marsilio
Genere: narrativa
Data: 14.06.2022

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#recensione


Scrive l’autrice nei ringraziamenti:

“La sirena di Black Conch è nato da una serie di fonti: la celebre poesia di Neruda Favola della sirena e degli ubriachi; la strana storia vera di un evento accaduto dopo una gara di pesca a Charlotteville, Trinidad e Tobago, nel 2013; il ritrovamento della storia di Aycayia; e innumerevoli sogni e perfino incubi a proposito di una sirena ripescata dal mare. La scena della pesca è un parziale omaggio a Isole nella corrente di Hemingway. Grazie anche a Anthony Joseph, di cui ho ascoltato da subito i consigli e che mi ha suggerito L’annegato più bello del mondo di Gabriel García Márquez. I miti delle sirene esistono in ogni parte del globo, e spesso sono giovani donne maledette da altre donne. Questa storia immagina il tentativo di reintegrare una donna esiliata in passato nella vita moderna dei Caraibi.”

Monique Roffey pare dal mito delle sirene e narra la vicenda de La sirena di Black Conch pescata nel 1976 sull’isola di Black Conch da un gruppo di yankee.
A raccontare questo è uno dei protagonisti, David Baptiste, attraverso il suo diario scritto tra il 2015 e il 2016.

“Era stata la musica a portarla da lui, non il rumore del motore, e lo sapeva anche lei. Era stata la magia della musica, la canzone che vive dentro ogni creatura terrestre, sirene comprese.”

Il giovane David si innamora perdutamente della sirena Aycayia e dopo di lei non riuscirà ad amare più alcuna donna e a sue spese imparerà che

“L’amore per un’altra persona, anche così pura, ha le sue regole e i suoi regolatori.”

Questa storia di altri tempi di è molto piaciuta. Tanti i temi trattati, dal razzismo al colonialismo, dalla prevaricazione dell’uomo sul creato al rapporto tra genitori e figli, dalle maledizioni all’amicizia.

“Ho vissuto nel regno del mare per tanto tanto tempo
Un mondo di silenzio
ma laggiù parlano a modo loro”

Il libro è stato nel 2021 vincitore del "Costa Book Award", uno dei premi più prestigiosi che celebra gli scrittori residenti in Gran Bretagna e Irlanda.

Il legame con il mare è troppo forte e se ad Aycayia viene concesso di vivere per un breve periodo sulla terra, poi il mare di nuovo l’attrarrà a sé

“Alcuni posti rimangono uguali, non cambiano mai. Quello invece no. Era cambiata la punta di quell’isola che si protende nel mare, un luogo pieno dei fantasmi dei suoi antenati, un luogo dove gli dèi ancora ridevano e dicevano: «Non così in fretta.» Aspettarono che la tempesta passasse e alla fine salirono, uscirono e si ritrovarono nel tempo dopo Rosamund.”

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https://www.goodreads.com/review/show/4883789867
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Aprire / Come
2022-07-31 08:33:32 Buongiorno e buona domenica (ultima domenica e ultimo giorno di luglio), seguendo il proprio cuore


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Aprire / Come
2022-07-30 21:36:14 Batte. Batte ancora.
Maurizio de Giovanni
29.07.2022

#invitoAllaLettura

Batte. Batte ancora.
Non che abbia mai smesso, naturalmente. Diciamo che a un certo punto s'è inventato una storia, e mentre me la raccontava si è così tanto immedesimato da diventare un po' troppo realistico.
Ha detto: immaginiamo che decida di fermarmi. Che questo velo di sudore freddo, questo senso di oppressione che senti in petto, questo dolorino scemo in mezzo alle scapole sia l'inizio di un processo irreversibile.
Che succeda proprio qui, nel luogo che ti è più caro, esattamente dove vorresti essere, all'interno dell'aria che ha appena respirato chi ami di più. Che succeda come hai in fondo sempre desiderato, senza lunghe battaglie, senza perdita di dignità e di autonomia, con una sofferenza limitata nel tempo e tutto sommato discreta, senza agonie. Che succeda adesso, che hai vissuto abbastanza da ridere e piangere, che chi ami non dovrà combattere con le avversità e potrà vivere sereno. Immaginiamo questo, mi ha detto. Che succeda come un fulmine, abbagliante e immediato, alle soglie del declino e della perdita di forza.
Mentre mi raccontava la sua storia, man mano più realistica, e l'auto correva verso l'ospedale e l'infermiera geniale diceva codice rosso avendomi solo guardato in faccia da venti metri, mentre si completava il viaggio verso un luogo di assoluta eccellenza e professionalità, mentre attorno a me ognuno sapeva con esattezza quello che doveva fare, in una coreografia perfetta che era un inno alla competenza, mi chiedevo il perché dell'assenza della paura.
Avvertivo piuttosto una strana malinconia, una specie di assurda nostalgia del futuro. Un senso di cose perdute, un vago scrupolo, come quando ci si addormenta vinti dalla stanchezza avendo ancora qualcosa di importante da fare.
E dietro la fila perfetta dei camici verdi e delle mascherine e dei cappellini, sotto il grande schermo sul quale il Professore studiava i flussi e le barriere da abbattere, ho intravisto un gruppo di spettatori interessati sul cui volto c'era la mia stessa nostalgia triste. Uno aveva gli occhi obliqui, e i lineamenti orientali. Una i capelli grigi e lo sguardo attento. Un'altra le labbra strette e gli occhi fieri, e un corpo che non dovrebbe entrare in un reparto di cardiologia. E altri ancora, un brigadiere corpulento, una sciantosa con un velo di barba, un ragazzo con gli occhiali azzurrati e una camicia hawaiana; perfino uno grosso con un cagnone immenso al guinzaglio. Finché dal gruppo si è staccato uno, con un soprabito fuori moda, che si è avvicinato e mi ha sussurrato: no. Non se ne parla. Non ancora. Gli ho fissato gli occhi verdi e mi sono stretto nelle spalle. Non è mia questa storia, gli ho detto. Parla con lui.
In quello stesso momento il Professore ha detto: ecco qua. Tutto a posto.
E lui, il cuore, ha sorriso e ha detto: però era una bella storia. Da tenere a mente. No?
Sì, forse era una bella storia. Forse è quella giusta, che prima o poi ci racconteremo. Ma grazie a quella coreografia d'eccellenza per ora il finale è diverso.
Ed è così diverso che ho potuto leggere le migliaia di messaggi, ai quali mi perdonerete se non rispondo singolarmente rinviando l'abbraccio e le risate e le lacrime agli incontri che avremo di persona, perché la vita riprenderà come prima, perché così deve essere.
Quello che dovevo dirvi oggi è che batte. Batte ancora.
E batte per le stesse cose di prima, una città azzurra e disgraziata, e un popolo allegro e malinconico che mi raccontano storie.
Storie che forse, e dico forse, mi hanno salvato la vita.”

Il ritorno di Ricciardi
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