2022-06-02 18:44:26
Titolo:
Il castello di Barbablù Autore: Javier Cercas
Traduttore: Bruno Arpaia
Editore: Guanda
Genere: narrativa
Data: 26.05.2022
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#recensione
Ritorna Melchor Marìn in questo terzo episodio della serie "Terra Alta".
Il romanzo è ambientato nel 2035: Melchor non fa più il poliziotto da cinque anni. Dopo la risoluzione del caso della sindaca di Barcellona (narrato in Indipendenza), decide di dare le dimissioni, per cambiare lavoro e diventare bibliotecario.
Adesso la figlia Cosette ha diciassette anni, frequenta l'ultimo anno ed è in procinto di scegliere cosa farà da grande.
Tutto sembra procedere bene, finché la ragazza non si accorge che il padre le ha omesso tanti particolari sulla morte di sua madre Olga.
In questo romanzo, Cercas, maestro non solo del noir, ma della narrativa in genere, affronta tanti temi: da rapporto che lega padre-figlia, a quello degli abusi sessuali, a quello dei traumi da superare.
“La nostra impressione in questo momento è che, durante quei giorni di reclusione, Cosette si sia costruita con l’immaginazione una realtà parallela per proteggersi da quello che stava subendo, se ne sia andata a vivere in quella realtà e abbia seppellito l’autentica realtà nella parte più profonda di sé stessa. E quello che le è successo davvero è ancora lì, come se lei avesse paura o si vergognasse di portarlo alla luce. O come se non fosse capace di disseppellirlo.”
Cercas, come solo i grandi scrittori sanno fare (compresi quelli del passato che lui ama citare, come Victor Hugo e Miguel de Cervantes), narrando le vicende dei protagonisti, aiuta il lettore a far propri gli insegnamenti che si possono trarre tra le righe.
L'esercizio a cui è chiamata Cosette può far bene a ciascuno di noi: disseppellire i possibili traumi, portarli alla luce, metabolizzarli e al tempo stesso neutralizzarli.
“Disseppellire quello che è successo, fare in modo che Cosette ne sia consapevole, che capisca che quella che ha sofferto è stata una situazione di abuso brutale e non altro.”
Ne "Il castello di Barbablù", Cercas, attraverso Melchor, riabilita il personaggio di Salom (che era stato annoverato nella lista dei "cattivi", alla fine di "Terra Alta"):
“«Ho sempre creduto che Salom avesse fatto quello che ha fatto per soldi» riflette poi Melchor. «Per pagare gli studi delle figlie... Mi sbagliavo. Non dico che i soldi non contassero, ma ha anche cercato di aiutare un amico, così come ha aiutato me.»”
Gli insegnamenti tratti:
- i luoghi comuni, se diventano tali, è perché hanno un fondo di verità
- bisogna disseppellire i fatti che ci hanno causato ferite profonde, perché solo così si può guarire
- la vendetta avvelena chi la pratica, non chi la subisce
- l'amicizia, se vera, alla fine esce fuori
- occorre sempre munirsi di un punto di vista altro, prima di giudicare qualcuno, o meglio le motivazioni che spingono una persona ad agire in un determinato modo, le sa solamente l'interessato, quindi è meglio non giudicare
- la corruzione prima o poi è destinata a morire
Facciamo nostra la parola d'ordine che Carrasco consegna a Cercas "Tua è la Terra".
“«Si ricorda di quello che mi aveva chiesto?» indaga Biel March.
«Su cosa?»
«La storia della parola d’ordine che le aveva dato Carrasco: ‘Tua è la Terra’.»
«Ah, sì.»
«Be’, ora so da dove viene.»
«Da dove?»
«Da una poesia di Rudyard Kipling. Non so come ho fatto a dimenticarla. Si intitola If, a quanto pare è famosissima. La conosce?»”
Un libro di riscatto e di redenzione.
Grande Cercas!
Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/4759649137
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