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Titolo: Io, mio padre e le formiche. Lettera ai ragazzi sui de | #VentagliDiParole

Titolo: Io, mio padre e le formiche. Lettera ai ragazzi sui desideri e sul domani
Autore: Rosella Postorino
Editore: Salani
Genere: self-help
Data: 28.04.2022

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#recensione

In questo nuovo libro di Rosella Postorino, la scrittrice parte da un discorso che ha fatto nel 2019 a dei neolaureati di Siena e la sua naturale prosecuzione, alla luce degli stravolgimenti apportati dalla pandemia.

Abbiamo tutti assistito al salto dal reale al virtuale, durante i mesi del lockdown. Ma c'era ancora vita pulsante dietro quegli schermi. C'era la voglia di reinventare il modo di fare didattica.

Continuare a garantire il diritto all'istruzione è stato un dovere a cui tutti i formatori hanno dovuto ottemperare, perché "Lo scopo di chi ha il privilegio di studiare è impegnarsi affinché quel privilegio si tramuti in diritto, esteso all’intera collettività, all’intera comunità umana. E lottare contro chi cerca di sminuirlo, di banalizzarlo, deriderlo, censurarlo o addirittura condannarlo. «Procurati sapere tu che hai freddo» scrisse Bertolt Brecht."

Per modificare la realtà in cui viviamo, occorre conoscerla. E per essere pienamente liberi nella nostra realtà, occorre avere gli strumenti perché ciò avvenga: mai come adesso la cultura svolge un ruolo fondamentale, perché tante sono le insidie che minano la nostra libertà di pensiero.

Il diritto all'istruzione è la chiave di accesso per essere liberi o quanto meno per non essere schiavi: "Chi è escluso dal diritto all’istruzione – lo dicono le statistiche – rischia un destino di sfruttamento sociale e sessuale, di lavoro minorile e matrimonio precoce. A noi non è toccato, noi siamo stati liberi di formarci, e abbiamo intrapreso gli studi accademici perché credevamo che l’istruzione fosse la via principale per la libertà."

Ma la libertà non può essere assoluta, perché noi siamo esseri in relazione. Non esistono tanti "io", ma degli "io" in relazione continua con dei "tu". Quindi, noi esistiamo anche in virtù delle relazioni che tessiamo e intessiamo.

Rosella Postorino invita ciascuno di noi, di qualsiasi età, a esporsi alla relazione con l'altro, a coltivare i propri sogni, a non registrare come fallimento la persistenza di un lavoro precario, a sfatare il mito del "se vuoi, puoi", perché spesso anche se le vuoi, le cose non vanno come dovrebbero e quindi non si trasformano in "atto".

Invita anche a non aver paura della sofferenza. Basti pensare a quante volte abbiamo sofferto e quante altre siamo sopravvissuti alla nostra sofferenza: se ce l'abbiamo fatta una volta, possiamo farcela ancora.

E impariamo anche a essere indulgenti con i nostri genitori: "Appena potete, per favore, rimettete ai vostri genitori i loro debiti. E fidatevi dei vostri talenti, non silenziateli. Anche se vi fanno vergognare, se vi mandano in crisi, se vi scatenano la sindrome dell’imbucato. Non sprecate il senso di esaltazione e di totale adesione a voi stessi che provate ogni volta che assecondate un vostro talento."

Infine, "Non abbiate troppa paura della paura – io ne ho avuta e ne ho ancora tanta. Ma se proprio non riuscite a non averne, allora usatela, la vostra paura. Usatela tutta."

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