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Favole della buonanotte

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Indirizzo del canale: @favole
Categorie: Assistenza all'infanzia
Lingua: Italiano
Abbonati: 866
Descrizione dal canale

Ogni giorno una favola da leggere ai tuoi bimbi. La vita di ogni uomo è una favola scritta da Dio. I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole. #ascoltare #aforisma #Filastrocche Per ogni info @Deejay_k

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2022-01-03 20:56:04 93. L’avventurosa nascita dell’orchidea Pallina!

Il sottobosco era nel pieno del tepore estivo e mamma Fata Verde sentiva una grande emozione nel suo cuore.
Era felice perché sapeva che quello era il periodo giusto per seminare l’orchidea Pallina, un fiore raro e prezioso che aveva una particolarità: era impossibile conoscere in anticipo il colore del fiore che sarebbe nato.
Mamma Fata sognava da sempre di coltivare la sua meravigliosa orchidea, anche se tanti le avevano raccontato di quanto fosse difficile farla sbocciare e poi farla crescere.
Con tono rassegnato la Fata Mary le aveva consigliato di lasciar perdere raccontandole di aver provato più di venti volte nella sua vita senza mai riuscire a vedere nascere il bellissimo fiore.
Anche il troll Fear, un artigiano abilissimo, le aveva detto…
“Vuoi coltivare l’orchidea Pallina? Non sarà affatto facile, e ogni volta che ci proverai dovrai far trascorre 3 lunghe stagioni prima di vederla nascere.”
Per fortuna il troll Giardiniere, che aveva fatto nascere centinaia di quei fiori così preziosi, le aveva fatto coraggio:
“Non ti arrendere prima di averci provato. Non è facile, questo è vero. Dovrai trovare il seme adatto, aspettare la metà dell’estate, trovare il giardino giusto e piantarlo. Dovrai parlargli tutti i giorni e tenerlo sempre alla giusta temperatura in tutte le stagioni. Ne dovranno trascorrere ben 3 e dopo l’estate ci saranno un autunno e un inverno. La piccola orchidea dovrà nascere solo in primavera, la stagione più adatta per crescere.
Ti conosco dolce fatina, sei forte e amorevole, provaci perché so che puoi farcela”.
La Fatina Verde aveva preparato tutto l’occorrente, aveva scelto con cura il suo semino e il giardino dove piantarlo e a metà di quell’estate lo mise sotto la terra.
Si sentì tanto felice, immaginava già il suo fiore… Rosa, viola, azzurro, giallo, non le importava, sarebbe stato il suo bellissimo fiore. Sentiva dentro un calore che la pervadeva così intensamente e che usciva fuori avvolgendo tutto ciò che le era intorno, il suo giardino e tutte le persone che incontrava. Era l’Amore! Trascorsero i giorni e i mesi e la fatina accudiva il suo semino che non vedeva, ma sentiva crescere.
Era arrivato l’inverno e la dolce Fata era sempre lì accanto al suo fiore quando improvvisamente accadde qualcosa di inaspettato. Il semino stava germogliando! Purtroppo era ancora inverno e il freddo l’avrebbe seccato.
Mamma Fata si sentì presa dallo sconforto e dalla paura e corse dal troll Giardiniere.
“Troll mi devi aiutare! Il semino sta germogliando troppo presto!”
Il giardiniere tenace si precipitò nel giardino e vide il tenero germoglio.
Immediatamente disse: “Dobbiamo costruire una piccola serra!”
Chiamò Fear e due aiutanti folletti artigiani che costruirono una piccola serra tutta a vetri in modo da poter tenere il germoglio al caldo.
Il giardiniere pensava che potesse non bastare e allora chiese aiuto alla fatina Mary. L’ingegnosa fatina prese un batuffolo della sua lana più soffice e iniziò a sferruzzare creando dei piccoli calzini da mettere intorno alle foglioline della preziosa primizia.
Intanto la dolce Fatina Verde, in preda alla disperazione, era andata a trovare Madre Natura e le aveva raccontato tutto! La dolcissima Madre le disse:
“Sai perché il piccolo virgulto ha avuto fretta di uscire dalla terra? Perché non vedeva l’ora di crogiolarsi nel tuo caldo amore. Torna da lui e continua ad amarlo come hai sempre fatto.”
La Fatina Verde comprese e corse nel suo giardino dove i suoi amici si stavano prendendo cura del piccolo germoglio. Sentì intorno a sè una squadra la cui energia era l’amore, che ritornò a provare più forte che mai dentro e fuori di sé!
Riuscirono a tenere caldo il giardino per tutto l’inverno e quando arrivò la primavera sbocciò un magnifico fiore viola, l’orchidea Pallina più bella e vigorosa che si fosse mai vista.
Fu così che tolsero la serra e i calzini, ma l’amore no, l’amore rimase più forte e caldo di prima, perché tra le braccia di mamma Fata Verde c’era la piccola guerriera viola.
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2022-01-03 20:50:07 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-01-03 20:49:55 92. LA REGINA DEI FIORI

Un giorno non molto lontano, in un giardino incantato, viveva la Regina dei fiori. Si chiamava Caterina, ed era uno strano miscuglio fra i petali di una rosa, i colori di un ranuncolo, l’eleganza di un orchidea ed il profumo di una tuberosa.

Viveva su una collinetta circondata da un prato di margherite. Tutti gli abitanti del luogo le volevano bene e le riconoscevano molta saggezza, tanto da andarla a disturbare per ogni bega od inezia, ma a lei non dispiaceva e cercava di essere sempre all’altezza di ogni situazione.

La sua vita scorreva tranquilla, senza intoppi; ogni tanto un po’ di acqua di colonia le dava la carica, ed andava avanti per giorni interi senza problemi, fino al giorno in cui la sua bellezza le procurò un grosso spavento.

Stava tranquilla, a godersi una bella giornata, quando un ombra gigantesca le coprì il sole, ed una ragazza si chinò su di lei: dolcemente le prese il gambo tra le dita e la strappò alla sua terra. Caterina tremò, urlò, si dimenò, ma tutto fu inutile. In men che non si dica era già in un cesto, insieme ad altri fiori, pronta per essere acconciata per le feste.

Era avvilita, la sua gioventù sarebbe sfiorita in un battibaleno, e l’angoscia l’assalì.

Era ancora lì, disperata, quando delle mani gentili la accarezzarono, la coccolarono e la sistemarono al centro di un mazzo sontuoso. Era un bouquet da sposa e lei era ancora la regina, messa così in evidenza. Improvvisamente si risollevò, e curiosa cercò di scrutare meglio la sua nuova situazione. In fondo non era così male, e poi la sua amica era proprio carina, ed aveva una gran cura di lei.

La cerimonia fu semplice ma sentita e lei quasi quasi si commosse. Tutto andò per il meglio, ed ancor oggi Caterina trionfa, al centro del mazzo essiccato con cura, in un vaso di Baccarat, nel grande salotto di quella giovane sposa.

Forse i suoi colori sono un po’ sbiaditi, ed il suo profumo non è più lo stesso, ma la sua giovane sposa non l’avrebbe cambiata per niente al mondo quella regina dei fiori che tanta fortuna le aveva portato.
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2022-01-03 20:38:43 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-01-03 20:38:29 – Va bene, va bene. – acconsentì il principe. – ma questa sera torniamo, per aiutare un’ altra mamma con un bambino malato : c’ è più soddisfazione che a cercare una fiaba vuota.
– Il cavallo magico nitrì energicamente, per far capire che era d’ accordo ; e quella sera trovarono un bambino ancora più malato, e lo portarono sul fondo del mare, dove i cavallucci marini si misero in cerchio a fare la giostra solo per lui, mentre le ostriche e i granchi suonavano la musica con i loro gusci.
Da quella volta, il principe senza fiaba continua a tornare sulla terra, per portare i bimbi malati nei posti più belli del mondo delle fiabe ; ed i bambini sono così contenti che quando tornano sono guariti, e non si ammalano più.
Ma quando verrà per te, bambino mio, chiedigli di portare con voi anche la zia : è un pò distratta e pasticciona, ma sa scrivere le fiabe, e ne ha trovata una anche per lui.
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2022-01-03 20:38:29 91. Il principe senza fiaba
Marzia Balestra

C’era una volta un principe senza fiaba, che vagava disperato nel paese delle fiabe, alla ricerca di una storia dove poter fare la sua comparsa anche lui. Non era facile, però: la Bella Addormentata aveva già il suo principe, e così Biancaneve, Cenerentola, Pelle d’ Asino, la Sirenetta …
c’ erano fin troppi principi nel paese delle fiabe.
Allora tentò il tutto per tutto: salì sul suo cavallo magico, e volò fino sulla terra, per ascoltare le fiabe che le mamme narravano ai loro bambini, sperando di trovarne una adatta per lui.
Tutto inutile: non solo erano sempre le stesse fiabe, ma erano sempre più piene di principi e re, e magari si trattava di principi coraggiosissimi, capaci di combattere draghi spaventosi e tutto il resto! Sconsolato, una sera si fermò vicino ad una stanzetta con la luce fioca, dove una mamma e il suo bambino stavano soli in silenzio.
La mamma veramente non era proprio in silenzio: piangeva piano, e ogni tanto provava a dire qualche parola, ma non le riusciva di raccontare nessuna fiaba, perchè il bambino era tanto malato, e la mamma, sempre più triste, non poteva ricordare più nulla.
“Quanto sono stupido, a preoccuparmi tanto per una fiaba! “pensò il principe. “Questa mamma ha motivi di tristezza assai più seri dei miei; ma, se posso, proverò ad aiutarla.”
Per tranquillizzarla un po’, prese un pizzico di polverina del sonno, e gliela passò sugli occhi: e non appena la mamma li ebbe chiusi, si avvicinò alla culla e prese in braccio il bimbo.
– Vuoi venire con me, e volare con il mio cavallo magico ? – chiese gentilmente. –
Ehh, Guh !! – rispose il bimbo contento, e partirono insieme.
Volarono su, fin nel cielo più alto, fino dalle stelle; e tutte le stelline che incontravano li salutavano allegre.
– Che bel bambino ! – dicevano le stelle.
– E’ il bambino più bello che abbiamo mai visto !! Posso prenderlo in braccio ?
– Il principe rise, e lasciò che la stellina più giovane prendesse in braccio il bimbo ; e subito tutte le altre furono lì attorno a ridere e a scherzare, perchè le stelle sono sempre molto allegre, e trovavano il principe molto carino e simpatico, e il suo cavallo doveva essere certo il più veloce del cielo.
– Cos’ è tutto questo chiasso ? – esclamò d’ improvviso la Luna, illuminando la notte con il suo faccione tondo, e vide il bimbo che giocava in mezzo alle stelline, ridendo come loro.
– Via tutte, sciocchine ! – s’ arrabbiò la Luna – I bambini così piccoli a quest’ ora devono dormire : ci penserò io. –
E tutto d’ un tratto, da quella grassona che era, si fece bellissima e sottile come una modella, e con la forma giusta per prendere in braccio il bimbo e cullarlo dolcemente, mentre le stelline in coro intonavano la ninna nanna.
Era un coro così dolce che il bambino s’ addormentò subito, e s’ addormentarono anche il principe ed il suo cavallo magico ; dormivano così profondamente che si accorsero appena del rumore che fece il sole, sbadigliando per alzarsi : se ne accorsero invece le stelline, che subito presero a strillare :
– Il sole, il sole ! Scappiamo via , abbiamo fatto tardi ! – – Sempre così, queste monelle ! – brontolò la Luna. – Cantano e ballano, e non pensano mai a niente. Per fortuna ci sono qua io : presto, bel principe, il piccino deve tornare a casa prima che la mamma si svegli. – – Si, signora Luna. – rispose il principe, con un inchino, perchè, essendo un principe, era molto educato. Riprese il bimbo, e, veloce più del vento, lo riportò sulla terra, dove lo mise nella culla un istante prima che la mamma aprisse gli occhi.
– Ehe ! Ahh, Ohh !!! – disse il bimbo, per raccontare alla mamma dov’ era stata quella notte, ma la mamma non l’ ascoltò neppure.
– Piccolo mio, stai bene ! – gridò tutta contenta. – Sei guarito, finalmente !!! – Lo prese in braccio, lo riempì di baci, e cominciò a cantare.
Il principe strizzò l’ occhio al suo cavallo. – Qualche bacetto spetterebbe anche a noi. Questa mamma è proprio carina –
– Andiamo a riposare ! – lo sgridò il cavallo magico. – Ci siamo stancati anche troppo. –
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2021-10-07 11:57:01 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2021-10-07 11:56:50 Ritornò a giocare a pallacanestro e a raccogliere le fragole diventando nel giro di alcuni mesi molto bravo in ambedue le attività.
E anche se fosse diventato il più bravo di tutti sapeva che avrebbe continuato a imparare per migliorare se stesso e sentirsi felice e soddisfatto.
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2021-10-07 11:56:49 90. La storia del grande albero

Il piccolo Learn era appena nato dalla splendida Fata Verde, aveva morbidi capelli neri e un simpatico sorriso molto contagioso. Proprio così! Se Learn sorrideva era impossibile non ricambiare con un sorriso altrettanto dolce.
Fin dal primo giorno Mamma Fata lo accompagnò alla scoperta del sottobosco.
Per cominciare andarono a trovare il Grande Albero che appena li vide esclamò…
“Dolcissima Fata Verde chi è questa splendida creatura al tuo fianco?”
“È il mio piccolo Learn! “ rispose la Fata che continuò dicendo… “Learn, ti presento il Grande Albero, lui è la creatura più saggia di tutto il sottobosco e, se ne avrai bisogno, sarà sempre pronto ad aiutarti!”
“Certo piccolo…” disse l’anziano albero lusingato… “Sarò felice ogni volta che potrò esserti d’aiuto.”
Andarono a trovare Madre Natura, il grande fiume, il mare e la montagna fino ad arrivare dai folletti Rossi e Verdi.
Learn era molto felice di quel bellissimo viaggio nel sottobosco perchè aveva conosciuto decine di nuovi amici e aveva incontrato ranocchie, folletti e troll simpaticissimi.
Tornò alla sua casa fungo pensando:
“Non vedo l’ora di ritornare nel sottobosco a giocare con i miei nuovi amici! “
La mattina seguente salto giù dal letto, fece una ricca colazione e salutò mamma Fata Verde dicendo…
“Ciao mamma vado a giocare con gli amici del sottobosco! “
La Fata premurosa rispose…
“Divertiti pure e torna per l’ora di pranzo.”
Learn arrivò sul prato e vide alcuni folletti che con una pallina di foglie giocavano a lanciarla in un canestro di rami intrecciati.
Chiese di giocare con loro, ma immediatamente si rese conto che non era in grado di fare nemmeno un canestro…
Learn si sentì inadeguato per quel gioco, ed era dispiaciuto di essere considerato il peggiore.
Per questo motivo salutò e nonostante le insistenze dei folletti andò via.
Era un po’ triste quando vide due troll che raccoglievano le fragole. Il sorriso ritornò immediatamente sul suo viso e chiese:
“Posso raccogliere le fragole con voi? “
“Certamente! “ dissero… “L’importante è che raccogli solo quelle mature che riconosci perché sono rosse, le altre non vanno raccolte.”
Prese il suo cesto e iniziò il suo giro alla ricerca delle fragole succulente.
Si accorse subito che non era affatto semplice trovarle rosse e mature.
E fu così che quando vide che gli altri avevano raccolto venti fragole rosse e lui solo due ed anche un po’ pallide, disse…
“Grazie per avermi fatto provare, mi sento poco adatto a questo lavoro, preferisco andare via.”
I due troll provarono a insistere per farlo restare, ma non volle sentire ragioni.
Mentre si allontanava dal campo di fragole un po’ triste si accorse che era proprio vicino al Grande Albero, lo raggiunse e si sedette sotto la sua chioma rassicurante.
La saggia pianta disse:
“Learn, che bello vederti, ma cos’è questa faccia così triste?”
Il piccolo, meravigliato dall’arguzia del grande amico, raccontò quanto gli era accaduto quella mattina e come si fosse sentito inadeguato.
“Ah! “ disse il grande albero “la tua storia mi ricorda un po’ quando ero un piccolo arbusto e arrivava l’estate… Sentivo un gran caldo e dovevo sempre aspettare che i miei amici più grandi mi riparassero dal sole perché mi avrebbe potuto anche seccare.
Non solo non potevo riparare gli altri, ma nemmeno me stesso! Credo di essermi sentito esattamente come te, inadeguato.
A quel punto l’albero che mi faceva ombra vide che mi stavo lasciando seccare dai raggi del sole e mi disse…
Nessun albero grande e pieno di foglie è diventato tale senza prima essere un arbusto senza foglie come te! Devi perseverare, affrontare le difficoltà, impegnarti e crescere!
Da allora non ho più smesso di imparare e di crescere, lo faccio di continuo, anche adesso che è trascorso più di un secolo. Ora non c’è albero che fa più ombra di me nel sottobosco e so che in futuro c’è ne saranno tanti altri che oggi sono semplici arbusti.”
Learn ascoltò con grande interesse la storia del Grande Albero e andò via con una grandissima voglia di riprovare.
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2021-10-07 11:51:09 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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