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Favole della buonanotte

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Indirizzo del canale: @favole
Categorie: Assistenza all'infanzia
Lingua: Italiano
Abbonati: 866
Descrizione dal canale

Ogni giorno una favola da leggere ai tuoi bimbi. La vita di ogni uomo è una favola scritta da Dio. I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole. #ascoltare #aforisma #Filastrocche Per ogni info @Deejay_k

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Gli ultimi messaggi 12

2020-12-22 19:45:23 74. La fiaba di Babbo Natale

Tanti, tanti anni fa, in Lapponia, in una capanna del bosco, circondata da abeti, vicino ad un allegro ruscello d’acqua limpida e fresca viveva Natale, il quale si dedicava ogni giorno a coltivare il suo orticello, a curare le sue renne e ad intagliare il legno, vivendo tranquillamente. Vestiva sempre di rosso, il suo colore preferito. Era un vecchietto assai buono e generoso con una lunga barba bianca ed aiutava spesso senza tirarsi mai indietro tutti i suoi vicini. Un giorno pensò che era troppo poco quello che stava facendo e si mise a pensare: voleva trovare un modo per poter dare agli altri qualcosa di più. Quella sera fece un sogno: Nel sogno gli apparve un angioletto: era molto bello e grazioso e, con una dolce vocina, gli spiegò che nel mondo c’erano tanti bambini ma tanti di questi erano poveri e non potevano permettersi niente, anche loro come tutti gli altri bambini più fortunati desideravano dei giocattoli, ma non avrebbero mai potuto averli, il cuore dell’angelo era colmo di tristezza e un lacrima gli scorreva lungo il viso, Natale che era molto sensibile chiese all’angioletto cosa poteva fare per far spuntare sui visi di tutti i bambini un sorriso e un po’ di felicità nei loro cuori. L’angioletto rispose che, se Natale voleva, poteva aiutarli. Sarebbe dovuto partire caricando sulla sua slitta trainata dalle sue renne un sacco pieno di doni da consegnare a ciascun bambino la notte santa, quando nacque Gesù. “Ma dove posso trovare i giocattoli per tutti i bambini del mondo? E come posso farcela a consegnarli tutti in una sola notte e ad entrare nelle case? Ci saranno tutte le porte chiuse!” si chiese Natale. L’angioletto gli disse che Gesù Bambino l’avrebbe aiutato a risolvere ogni problema. Fu così che Gesù Bambino nominò Natale papà di ogni bambino donandogli il nome di Babbo Natale! I primi giochi che Babbo Natale regalò furono costruiti con le sue stesse mani: intagliò nel legno bambole, macchinine, pupazzi ed ogni sorta di giocattolo. Gesù Bambino assegnò a Babbo Natale degli Elfi che altro non erano che piccoli angeli dalla faccia simpatica che lo aiutavano a costruire i giocattoli, a caricarli sulla slitta e a consegnarli in tempo ogni anno la sera di Natale! Gesù bambino fece anche un piccolo miracolo: concesse alla slitta e alle otto renne il dono di poter volare nel cielo. Babbo Natale entra quindi quella notte in ogni casa calandosi dal camino e riempiendo le calze che ogni bimbo appende sotto al camino, come d’usanza, e posando gli altri pacchetti più grossi sotto agli alberi di pino adornati a festa con luci e addobbi vari: palline, candeline, bastoncini di zucchero, e anche nelle case delle famiglie più povere gli alberi di pino venivano adornati con noci, mandarini, frutta secca, che profumavano l’aria di festa e che poi venivano mangiati in famiglia tutti insieme. Grazie alla magia dell’amore fu così possibile a Babbo Natale di essere sempre puntuale la notte santa nella consegna dei suoi doni per poter far felici tutti i bambini del mondo! E portare un sorriso nei loro visi e nei loro cuori!
530 viewsedited  16:45
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2020-12-22 19:43:51 73. La leggenda dell’abete

S’approssimava l’inverno di tanti e tanti anni fa. Un uccellino, che aveva un’ala spezzata, non sapeva dove ripararsi dal freddo e dalla neve. Si guardò intorno per cercare un asilo e vide i begli alberi di una grande foresta. A piccoli passi si portò faticosamente al limitare del bosco. Il primo albero che vide fu una betulla dal manto d’argento.

– Graziosa betulla, vuoi ospitarmi fra le tue fronde fino alla buona stagione?-
– Che curiosa idea! Ne ho abbastanza di custodire le mie foglie!-
L’uccelletto saltellò fino all’albero vicino. Era una quercia dalla fitta chioma.
– Grande quercia, vuoi tenermi al riparo fino a primavera?-
– Che domanda! Se io ti riparassi mi beccheresti tutte le ghiande!-
L’uccellino volò alla meglio fino a un grosso salice che sorgeva sulla riva di un fiume.
– Bel salice, mi dai ricovero fino a che dura il freddo?-
– No davvero! Va’, va’ lontano da me!-
Il povero uccellino non sapeva più a chi rivolgersi, ma continuò a saltellare… Lo vide un abete e gli chiese:
– Dove vai, uccellino?-
– Non lo so. Nessuno mi vuole ospitare e io non posso volare tanto lontano, con questa ala spezzata.-
– Vieni qui da me, poverino. Riparati sul ramo che più ri piace-
– Oh, grazie. E potrò restare qui tutto l’inverno?-
– Certamente, mi terrai compagnia.-
Una notte il vento gelido sferzò le foglie, che caddero a terra mulinando. La betulla, la quercia, il salice, in breve tempo si trovarono nudi e intirizziti. L’abete invece conservò le sue foglie, e le conserva tuttora.
Sapete perché? Perché Dio volle premiarlo della sua bontà.
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2020-12-22 19:42:58 72. La leggenda dell’albero di Natale

C’era una volta un boscaiolo, che era sposato con una giovane donna che amava molto. Siccome la amava molto ci teneva che lei avesse cose buone da mangiare e una casa sempre calda e quindi passava molto tempo nei boschi a tagliare la legna, un po’ per rivenderla e un po’ per scaldare la sua casa, che aveva un bel camino di pietra. La sera di Natale stava tornando a casa tardi come al solito e vide, alzando lo sguardo, un bellissimo abete alto e maestoso. Stava prendendo le misure per vedere se poteva tagliarlo quando si accorse che tra i suoi rami, nella notte che era buia che più buia non si può, riusciva a scorgere le stelle e che la luce di queste sembrava brillare proprio dai rami.
Affascinato da questo spettacolo decise in quel momento due cose: la prima era che avrebbe lasciato il vecchio abete lì dove stava e la seconda che doveva far vedere alla moglie questo bellissimo spettacolo: tagliò allora un abete più piccolo, lo portò davanti alla casa e lì accese delle piccole candele che mise sui rami (senza dar fuoco all'albero accidentalmente). La moglie del boscaiolo, dalla finestra, vide l’albero così illuminato e se ne innamorò al punto da lasciar bruciare l’arrosto. Da quel momento in poi la bella moglie del boscaiolo volle sempre avere un abete illuminato per Natale e i vicini, trovandolo bellissimo a guardarsi, imitarono presto il boscaiolo. Quest’uso poi si estese e l’albero di Natale divenne uno dei simboli del Natale.
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2020-12-22 19:42:09 71. La leggenda del vischio

Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno.
Gli affari, quel giorno, erano andati benissimo: comprando a dieci, vendendo a venti, moneta su moneta, aveva fatto un bel mucchietto di denari.
Si levò. Li volle contare. Erano monete passate chissà in quante mani, guadagnate chissà con quanta fatica. Ma quelle mani e quella fatica a lui non dicevano niente.
Il mercante non poteva dormire. Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Pareva che tutti si fossero passati la parola per partecipare a una festa.
Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò: – Fratello, – gli gridarono – non vieni?
Fratello, a lui fratello? Ma che erano questi matti? Lui non aveva fratelli. Era un mercante; e per lui non c’erano che clienti: chi comprava e chi vendeva.
Ma dove andavano?
Si mosse un po’ curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli.
Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma lui cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva ingannati? Comprava a dieci e rivendeva a venti. E rubava sul peso. E piangeva miseria per vender più caro. E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si apriva per donare.
No, lui non poteva essere fratello a quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita.
Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote; anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco.
Entrò nella grotta insieme con gli altri; s’inginocchio insieme agli altri.
– Signore, – esclamò – ho trattato male i miei fratelli. Perdonami.
E proruppe in pianto.
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò.
Alla prima luce dell’alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline.
Era nato il vischio.
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2020-06-15 18:47:02 """"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2020-06-15 18:46:59 70. STORIA all'incontrario

Pierino è a letto e sta dormendo: comincia a sognare e sogna di essere nel paese del NO, dove tutti fanno le cose all'incontrario.
Pierino si guarda attorno e vede cose che non ha mai visto, per esempio le case sono alla rovescio con il tetto al posto delle fondamenta, al bar il camino è rivoltato con la canna fumaria verso il basso, la credenza con le gambe per aria e lo stesso i tavoli, le sedie, il bancone, il lampadario è rovesciato con le lampadine attaccate al soffitto e il filo che pende verso il basso.
La gente poi mangia in piedi e il cameriere per versare il vino tiene la bottiglia diritta e il bicchiere alla rovescio. Nei giardini, gli alberi hanno le foglie piantate in terra e le radici in alto.

Pierino vede prima un omino che cammina con la testa in giù e tira un carretto con le ruote per aria e dentro un cavallo, e poi un altro omino che cammina ancora a testa in giù e anche all'indietro, come i gamberi; al colmo dello stupore, Pierino gli chiede: "Perché cammini con la testa all'ingiù e vai all'indietro come i gamberi?" L'omino risponde: "Siamo nel paese nel NO, dove tutto è all'incontrario" e se ne va.
Pierino tra sé dice: "Voglio proprio vedere questo paese strano" e si mette in cammino guardandosi attorno. Vede una donnina che cammina alla rovescia e sorregge con i piedi dei secchi, e un omino che corre alla rovescio tirando un carretto. Pierino lo ferma e gli chiede: "Come fai a tirare così? Chissà come sarai stanco", l'omino lo guarda meravigliato e spiega: "Macché stanco, mi sto riposando!".
Pierino interdetto continua la sua strada e nota in un angolo un omino seduto che sbuffa e si lamenta, gli si avvicina e chiede: "Ti senti male? Perché ti lamenti?". Risponde l'omino mortificato: "Faccio tanta fatica, sono stanchissimo...".

A questo punto la mamma sveglia Pierino, che si guarda attorno tutto meravigliato nel vedere le cose al loro posto e dice: "Sapessi che strano sogno ho fatto: ero finito nel paese del NO!". La mamma sorridendo gli chiede: "Cosa succedeva nel paese del NO?", e lui ancora mezzo addormentato: "Succedono cose incredibili, tutto è alla rovescio! Meno male che era solo un sogno e che nessuno mi ha dato dei baci altrimenti ... chissà che male ...!", e felice si alza, dando un bel bacione alla mamma.
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