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Favole della buonanotte

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Indirizzo del canale: @favole
Categorie: Assistenza all'infanzia
Lingua: Italiano
Abbonati: 866
Descrizione dal canale

Ogni giorno una favola da leggere ai tuoi bimbi. La vita di ogni uomo è una favola scritta da Dio. I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole. #ascoltare #aforisma #Filastrocche Per ogni info @Deejay_k

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Gli ultimi messaggi 5

2022-02-08 21:10:08 105. #Filastrocche
Carnevale
Di Gianni Rodari

Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d’Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grosso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi
“Colombina,” dice, “mi sposi?”
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne da niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: “E’ Carnevale,
e ogni scherzo per oggi vale.”
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2022-02-08 21:06:11 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-02-08 21:05:59 104. La fuga di Pulcinella di Gianni Rodari

Pulcinella era la marionetta più irrequieta di tutto il vecchio teatrino. Aveva sempre da protestare, o perché all'ora della recita avrebbe preferito andare a spasso, o perché il burattinaio gli assegnava una parte buffa, mentre lui avrebbe preferito una parte drammatica. "Un giorno o l'altro" egli confidava ad Arlecchino "Taglio la corda". E così fece, ma non fu di giorno. Una notte egli riuscì ad impadronirsi di un paio di forbici dimenticate dal burattinaio, tagliò uno dopo l'altro i fili che gli legavano la testa, le mani e i piedi e propose ad Arlecchino: "Vieni con me." Arlecchino non voleva saperne di separarsi da Colombina, ma Pulcinella non aveva intenzione di portarsi dietro anche quella smorfiosa, che in teatro gli aveva giocato centomila tiri. "Andrò da solo" decise. Si gettò coraggiosamente a terra e via, gambe in spalla. "Che bellezza" pensava correndo "non sentirsi più tirare da tutte le parti da quei maledetti fili! Che bellezza mettere il piede proprio nel punto dove si vuole". Il mondo, per una marionetta solitaria, é grande e terribile, e abitato specialmente di notte, da gatti feroci, pronti a scambiare qualsiasi cosa che fugge per un topo cui dare la caccia. Pulcinella riuscì a convincere i gatti che avevano a che fare con un vero artista, ma ad ogni buon conto si rifugiò in un giardino, si acquattò contro un muricciolo e si addormentò. Allo spuntare del sole si destò ed aveva fame. Ma intorno a lui, a perdita d'occhio, non c'erano che garofani, tulipani, zinnie e ortensie. "Pazienza" si disse Pulcinella e colto un garofano cominciò a mordicchiarne i petali con una certa diffidenza. Non era come mangiare una bistecca ai ferri o un filetto di pesce persico; i fiori hanno molto profumo e poco sapore. Ma a Pulcinella quello parve il sapore della libertà, e al secondo boccone era sicuro di non aver mai gustato cibo più delizioso. Decise di rimanere per sempre in quel giardino e così fece. Dormiva al riparo di una grande magnolia le cui dure foglie non temevano pioggia né grandine e si nutriva di fiori; oggi un garofano, domani una rosa. Pulcinella sognava montagne di spaghetti e pianure di mozzarella, ma non si arrendeva. Era diventato secco secco, ma così profumato che qualche volta le api si posavano su di lui per suggere il nettare, e si allontanavano deluse solo dopo aver tentato invano di affondare il pungiglione nella sua testa di legno. Venne l'inverno, il giardino sfiorito aspettava la prima neve e la povera marionetta non aveva più nulla da mangiare. Non dite che avrebbe potuto riprendere il viaggio: le sue povere gambe di legno non lo avrebbero portato lontano. "Pazienza" si disse Pulcinella "Morirò qui. Non é un brutto posto per morire. Inoltre morirò libero: nessuno potrà più legare un filo alla mia testa, per farmi dire sì o no". La prima neve lo seppellì sotto una morbida coperta bianca. In primavera, proprio in quel punto, crebbe un garofano. Sottoterra, calmo e felice, Pulcinella pensava:"Ecco, sulla mia testa è cresciuto un fiore. C'é qualcuno più felice di me?" Ma non era morto, perché le marionette di legno non possono morire. E' ancora là sotto e nessuno lo sa. Se sarete voi a trovarlo, non attaccategli un filo in testa: ai re e alle regine del teatrino quel filo non dà fastidio, ma lui non lo può proprio soffrire.
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2022-02-08 21:03:35 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-02-08 21:03:23 103. Il ciuccio fonte Web

Lo ha fatto di nuovo. Nonno Clodoveo ha di nuovo perso il ciuccio. Non ricorda più dove lo ha messo e va avanti ed indietro per casa sbraitando che glielo hanno rubato, e che ci sono in giro dei crudeli ladri di ciucci; un’intera banda di ladri di ciucci e che ai suoi tempi uno poteva lasciare il ciuccio anche sulla porta di casa che nessuno te lo avrebbe portato via.
Nonno Clodoveo è un po’ sbadato , e dimentica facilmente le cose. Un giorno su tre perde la dentiera, ed allora quando borbotta è quasi incomprensibile e sputacchia, ma il suo vecchio ciuccio dorato , lo dimentica continuamente in giro, e poi si arrabbia. Abbiamo provato a legarglielo all’asola della giacchetta con un lungo cordoncino bianco rosso e verde da cavaliere della repubblica, ma lo perde lo stesso.
E’ una vera disperazione. Quando poi lo trova, dopo averlo cercato a lungo, e scopre che lo aveva proprio sotto il naso, se lo mette in bocca seccato, brontolando contro i sabotatori che nascondono le cose per poi farle ricomparire all’improvviso facendo ammattire la gente.
Come da voi il ciuccio lo usano solo i bambini piccoli? Ma sei sicuro? E’ una cosa strana davvero, e i grandi niente ciuccio? Saranno intrattabili! Qui da noi tutti i grandi usano il ciuccio. Anzi è obbligatorio usarlo per legge. Per esempio non poi guidare senza il ciuccio in bocca, soprattutto se c’è coda. E poi cosa c’è di meglio che succhiare il tuo ciuccio preferito guardando un bel film. Aiuta a pensare e a prender sonno ed è buona educazione metterlo in bocca durante le conversazioni, soprattutto quando un altro ha la parola. Gli uomini lo portano appeso al panciotto con lunghe catenelle d’oro o d’argento. Il mio papà ne ha uno rosso con l’impugnatura di radica, e lo zio Ubaldo che è uno sportivo ne ha uno da corsa tutto aerodinamico con incastonato il cronometro.
Le donne invece lo portano appeso al collo con delle graziose collane, o lo fermano al vestito con una spilla. Quest’anno vanno di gran moda i ciucci di Crucci e la mia mamma ne ha uno color lilla tutto decorato, che è proprio bello.
No... no... i bambini piccoli da noi il ciuccio non lo usano quasi mai, è una roba per grandi; noi bambini di solito fumiamo la pipa che fa le bolle.
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2022-02-07 20:26:58 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-02-07 20:26:47 102. L'autobus brontolone fonte Web

Erano giorni ormai che un autobus, in città, era sempre più svogliato. Al mattino non aveva alcuna intenzione di mettersi in moto, facendo solo un gran rumore col motore e sbuffando a più non posso. Non aveva proprio voglia di far salire i passeggeri! E tutti si chiedevano perchè.... Un giorno Federico e Alessandro, uscendo da scuola, andarono alla fermata e lo videro sfrecciar via. Poi all’improvviso si fermò, e tornò indietro verso di loro. Aprì la porta anteriore e disse loro: “Su, salite, anche se non ne avrei voglia.. vorrei restar solo, senza nessuno intorno, libero di andare dove mi va!”. Federico replicò: “Ma, signor Autobus, senza lei noi non potremmo tornare a casa...”. Alessandro gli fece eco: “E non arriveremmo in tempo per mangiare, giocare un pochino e poi fare i compiti! Con tutte queste cose da fare, signor Autobus, abbiamo proprio bisogno di lei, per favore...!”.
L’autobus si mise in moto, borbottando qualcosa. Salirono altri passeggeri, e poi altri, e altri ancora. A un certo punto si rivolse ad alta voce ai due bambini, facendo in modo che anche gli altri sentissero: “Io sono stanco! Vorrei correre libero tra parchi e ampie strade, invece guardatemi come sono ridotto! Mi devo sempre fermare, e poi ripartire, e poi rifermare! Insomma, non ce la faccio! Sono stufo!”. I passeggeri iniziarono a mormorare tra di loro, increduli di quanto avevano appena sentito.
I due bambini, però, non si persero d’animo. Arrivati a destinazione, scesero dall’autobus salutandolo garbatamente. Giunsero a casa, e per prima cosa presero dei fogli da disegno, matite colorate e pennarelli vari. In men che non si dica riempirono decine e decine di fogli con simpatiche illustrazioni e scritte colorate. Scesero poi in strada e chiamarono quanti più bambini fu loro possibile. Tutti insieme, iniziarono a tappezzare i muri delle strade e dei palazzi con tutti quei bei disegni colorati.
Tutto intorno il traffico delle automobili si fermò, stupefatto, per ammirare quelle piccole opere d’arte. Di colpo calò un silenzio quasi surreale... non si udivano più i clacson impazziti delle auto, né lo stridio dei freni sull’asfalto. E, come per incanto, le strade sembravano più spaziose, il verde dei giardini ancora più intenso, e persino l’acqua che sgorgava dalle fontanelle pareva scorrere con più brio. Ed era tutto merito di Federico, Alessandro e dei loro piccoli grandi amici! I loro disegni e le loro parole avevano fatto colpo, perchè il messaggio era stato chiarissimo: dare più spazio all’autobus brontolone, permettergli di circolare meglio, trovare meno ostacoli da superare, e meno automobili sul suo percorso! E subito tutti avevano capito, incredibile!
L’autobus brontolone notò immediatamente l’improvviso cambiamento della situazione, e lì per lì non disse nulla, forse non credendo ai suoi occhi. Ma poi, vedendo i disegni dei bambini che lui stesso aveva avuto a bordo poche ore prima, capì che erano stati loro a fare quell’ottimo lavoro, e sorrise sotto i baffi. Federico e Alessandro se ne accorsero subito, e corsero verso di lui assieme a tutti gli altri amici.
L’autobus brontolone, ormai commosso, li accolse tutti a bordo e li accompagnò al parco.
Da quel giorno l’autobus brontolone, libero di viaggiare come aveva sempre desiderato, smise di lamentarsi e diventò l’autobus più simpatico e divertente di tutta la città.
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2022-02-07 18:30:35 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-02-07 18:30:25 Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin) #aforisma
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2022-02-07 18:29:46 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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