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91. Il principe senza fiaba Marzia Balestra C’era una volta u | Favole della buonanotte

91. Il principe senza fiaba
Marzia Balestra

C’era una volta un principe senza fiaba, che vagava disperato nel paese delle fiabe, alla ricerca di una storia dove poter fare la sua comparsa anche lui. Non era facile, però: la Bella Addormentata aveva già il suo principe, e così Biancaneve, Cenerentola, Pelle d’ Asino, la Sirenetta …
c’ erano fin troppi principi nel paese delle fiabe.
Allora tentò il tutto per tutto: salì sul suo cavallo magico, e volò fino sulla terra, per ascoltare le fiabe che le mamme narravano ai loro bambini, sperando di trovarne una adatta per lui.
Tutto inutile: non solo erano sempre le stesse fiabe, ma erano sempre più piene di principi e re, e magari si trattava di principi coraggiosissimi, capaci di combattere draghi spaventosi e tutto il resto! Sconsolato, una sera si fermò vicino ad una stanzetta con la luce fioca, dove una mamma e il suo bambino stavano soli in silenzio.
La mamma veramente non era proprio in silenzio: piangeva piano, e ogni tanto provava a dire qualche parola, ma non le riusciva di raccontare nessuna fiaba, perchè il bambino era tanto malato, e la mamma, sempre più triste, non poteva ricordare più nulla.
“Quanto sono stupido, a preoccuparmi tanto per una fiaba! “pensò il principe. “Questa mamma ha motivi di tristezza assai più seri dei miei; ma, se posso, proverò ad aiutarla.”
Per tranquillizzarla un po’, prese un pizzico di polverina del sonno, e gliela passò sugli occhi: e non appena la mamma li ebbe chiusi, si avvicinò alla culla e prese in braccio il bimbo.
– Vuoi venire con me, e volare con il mio cavallo magico ? – chiese gentilmente. –
Ehh, Guh !! – rispose il bimbo contento, e partirono insieme.
Volarono su, fin nel cielo più alto, fino dalle stelle; e tutte le stelline che incontravano li salutavano allegre.
– Che bel bambino ! – dicevano le stelle.
– E’ il bambino più bello che abbiamo mai visto !! Posso prenderlo in braccio ?
– Il principe rise, e lasciò che la stellina più giovane prendesse in braccio il bimbo ; e subito tutte le altre furono lì attorno a ridere e a scherzare, perchè le stelle sono sempre molto allegre, e trovavano il principe molto carino e simpatico, e il suo cavallo doveva essere certo il più veloce del cielo.
– Cos’ è tutto questo chiasso ? – esclamò d’ improvviso la Luna, illuminando la notte con il suo faccione tondo, e vide il bimbo che giocava in mezzo alle stelline, ridendo come loro.
– Via tutte, sciocchine ! – s’ arrabbiò la Luna – I bambini così piccoli a quest’ ora devono dormire : ci penserò io. –
E tutto d’ un tratto, da quella grassona che era, si fece bellissima e sottile come una modella, e con la forma giusta per prendere in braccio il bimbo e cullarlo dolcemente, mentre le stelline in coro intonavano la ninna nanna.
Era un coro così dolce che il bambino s’ addormentò subito, e s’ addormentarono anche il principe ed il suo cavallo magico ; dormivano così profondamente che si accorsero appena del rumore che fece il sole, sbadigliando per alzarsi : se ne accorsero invece le stelline, che subito presero a strillare :
– Il sole, il sole ! Scappiamo via , abbiamo fatto tardi ! – – Sempre così, queste monelle ! – brontolò la Luna. – Cantano e ballano, e non pensano mai a niente. Per fortuna ci sono qua io : presto, bel principe, il piccino deve tornare a casa prima che la mamma si svegli. – – Si, signora Luna. – rispose il principe, con un inchino, perchè, essendo un principe, era molto educato. Riprese il bimbo, e, veloce più del vento, lo riportò sulla terra, dove lo mise nella culla un istante prima che la mamma aprisse gli occhi.
– Ehe ! Ahh, Ohh !!! – disse il bimbo, per raccontare alla mamma dov’ era stata quella notte, ma la mamma non l’ ascoltò neppure.
– Piccolo mio, stai bene ! – gridò tutta contenta. – Sei guarito, finalmente !!! – Lo prese in braccio, lo riempì di baci, e cominciò a cantare.
Il principe strizzò l’ occhio al suo cavallo. – Qualche bacetto spetterebbe anche a noi. Questa mamma è proprio carina –
– Andiamo a riposare ! – lo sgridò il cavallo magico. – Ci siamo stancati anche troppo. –