2021-08-02 18:23:28
Titolo:
Il potere del cane Autore: Thomas Savage
Traduttore: Luisa Corbetta
Letto da Graziano Piazza
Storytel
23.07.2021
Editore: Neri Pozza
Genere: narrativa
Data: 23.02.2017
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#recensione
“I cani si tennero nell’ombra, mugolarono un poco, poi rimasero inaspettatamente zitti. Peter fu spinto a bisbigliare il versetto dei salmi che poche ore prima lo aveva tanto commosso.
Libera l’anima mia dalla spada
e il mio amore dal potere del cane.”
Questi due versetti sono tratti dal Salmo 21.
Non è un caso che anche in questo romanzo le tinte forti della morte si vedano ovunque. E Phil è il fratello che sa vedere, rispetto al fratello più giovane George che invece nel profilo di una collina non riesce a vedere altro che una collina e non un cane che corre come riesce a fare Phil.
E proprio per il suo vedere oltre, Phil reprime la propria omosessualità, diventando omofobo. Scrive Anne Proulx, nella postfazione, riguardo a Phil: “[Lui] aveva odiato il mondo prima che il mondo odiasse lui». Homo homini lupus, insomma.”
Phil sembra il Deus ex machina della storia, ma al negativo. Infatti, quando George si innamorerà di Rose, tanto da sposarla, farà di tutto per far naufragare il loro matrimonio, istigandola all'alcolismo. E tutto sembra andare secondo i piani di Phil, finché non ci sarà chi saprà vedere almeno quanto lui: un adolescente, Peter, il figlio effeminato di Rose.
Scrive ancora Anne Proulx nella postfazione: “Prevede che Rose si metterà a bere sempre di piú e che George finirà per lasciarla. Cosí Phil tenta i primi approcci, regalando a Peter la corda di cuoio che ha fabbricato, insegnandogli a intrecciare il cuoio e a cavalcare, offrendogli la propria amicizia, che Peter sembra accettare. In questa improvvisa manifestazione di amicizia (non dissimile dai tentativi sorridenti di Long John Silver nei confronti di Jim Hawkins), trova modo di parlare a Peter di una certa persona straordinaria del suo passato, Bronco Henry:
«“Mi ha insegnato un sacco di cose. Mi ha insegnato che se hai fegato puoi fare qualsiasi cosa, fegato e pazienza. L’impazienza è un lusso costoso, Peter. Mi ha insegnato a usare gli occhi, anche. Guarda là. Che cosa vedi?”. Peter alzò le spalle. “Tu vedi il fianco della collina. Ma Bronco, quando guardava quella collina, sai cosa vedeva?”.
“Un cane” disse Peter. “Un cane che corre”.
Phil sgranò gli occhi e si passò la lingua sulle labbra. “Diavolo! L’hai visto solo adesso?”.
“No, la prima volta che sono venuto qui” disse Peter».”
Un finale imprevedibile, anzi, un finale di partita spiazzante.
Chi di spada (lazo) ferisce, di spada (lazo) perisce.
La stessa Proulx afferma che Savage non ha avuto molto successo, sebbene i romanzi di Savage si inseriscano nel filone dell'American landscape:
“The Pass, Lona Hanson e, in certa misura, Il potere del cane si possono situare alla fine dell’età d’oro dell’“American landscape”, un periodo letterario che copre all’incirca la prima metà del secolo scorso. In questi romanzi il paesaggio non è solo uno sfondo decorativo, ma vera e propria struttura portante della trama, giacché controlla le vite dei personaggi, come nelle opere di Willa Cather, Marjorie Kinnan Rawlings, Walter D. Edmonds, William Faulkner, Flannery O’Connor, John Steinbeck e in quasi tutto Hemingway. Gli scritti di tutti questi autori vibrano del senso di luogo, una tecnica perfettamente adatta a descrivere quelle che, allora, erano regioni americane estremamente diverse tra loro, l’etica dei pionieri, l’impulso della democrazia capitalistica nella ricerca delle risorse naturali.”
Tra 4 e 5 stelle: che poi la non pienezza delle 5 stelle è data in realtà alla voce di Graziano Piazza, che non è nelle mie corde. In ogni caso, al di là della voce, resta un gran libro!
Ergo, l'altro volume di Savage pubblicato da Neri Pozza lo leggo in autonomia per apprezzarlo appieno.
Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/2246159432
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