2021-08-06 13:06:04
Titolo:
Belladonna Autore: Annalena McAfee
Traduttore: Daniele Petruccioli
Editore: Einaudi
Genere: narrativa
Data: 22 giugno 2021
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#recensione
Colori e passione, ma attenzione, perché poi è un attimo per confondere un'illusione con la realtà delle cose.
Eve Laing è una donna sessantenne che prova a scrostarsi di dosso l'immutabilità di quell'istante che l'ha immortalata, da giovane, come musa di un pittore famoso. Ma Eve è altro. Eve è un'artista che ha qualcosa da dire, da esprimere. E lei sa che ci vuole solo tempo perché la tela catturi la sua essenza, come artista, come donna.
“Ma non le è bastato per emergere. Scopo dell’artista dev’essere la purezza d’intenti, diceva sempre Florian. «Colori e passione», non serve altro. Un’unica opera senza macchia è da sempre la sola speranza di Eve o, in mancanza, un unico colore purissimo, come Yves Klein che un giorno, dopo avere posato gli occhi sul limpido cielo estivo di Francia, ha immaginato una tonalità talmente luminosa e ovvia che era un miracolo se nessuno l’aveva scoperta prima di lui: il blu Klein.”
E così prova a estrarre il colore dai pigmenti delle piante, come la belladonna, una pianta dal colore intenso, ma anche molto tossica.
Eve si dedica al suo progetto che ha per temi i florilegi: “La seconda tela andava riempita con un’immagine crepuscolare delle campanule striate di Atropa belladonna, micidiale con le sue lucide bacche scure il cui pungente sentore di pomodori acerbi allettava fatalmente i bambini e gli escursionisti incauti.”
La sete di riscatto, di giovinessa, di vividezza e di vita si impossessa di Eve e la travolge con l'arrivo di Luka, un giovane artista che la seduce e la fa capitolare.
Per quasi tutto il romanzo, la narrazione scorre liscia, senza troppi colpi di scena, fino ad arrivare agli ultimi capitoli. Ed è ecco che le si palesa la verità, per un caso fortuito: e lei si ritrova oggetto inamovibile davanti a una forza inarrestabile che la travolge e le manda in frantumi tutta l'illusione di cui si era cibata nei mesi precedenti. Il desiderio si tramuta in odio, la vita in morte e il sangue scorre via, lontano da quell'uomo che l'aveva sedotta con l'inganno. E davanti al precipitare degli eventi cosa fa Eve? L'unica cosa che pensa di saper fare, cioè dipingere. In un momento surreale, lei dipinge e ultima così la sua tela.
“Eve prese il sottile pennello in setole di zibellino e si riaccucciò a immergerlo nella pozza di sangue che si andava allargando, un cinabro denso, ricco, con grana di ematite.
Si rialzò, cominciò a lavorare. Eccola, la sfumatura espressiva che cercava, il colore che creava la terza dimensione, grazie al quale le piantine saltavano fuori dalla tela: pareva di potersi pungere le dita, su quelle capsule spinose.”
Ed ecco che ciò Eve aveva a lungo cercato è lì, finalmente, immortalato sulla tela.
“C’è la sua opera. Quella ci sarà sempre. Un’unica opera perfetta. Colori e passione. Non serve altro. Poi, se ti va bene, te ne vai anche tu e richiudi piano la porta alle tue spalle.
Si aggrappa alla ringhiera. Non può far altro che cedere alla forza gravitazionale e cadere a capofitto nel futuro. Un passo, una deliziosa, capitombolante resa e la vecchia vita svanirà, scorrendoti accanto rapida mentre precipiti. Quanto è facile lasciarsi andare.
Fermo immagine. Indietro veloce.”
In fondo, lo sapeva, lo sapeva sin dall'inizio: “Al fiore e alle bacche di belladonna sono da ascrivere piú morti di tutte le altre piante messe insieme."
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https://www.goodreads.com/review/show/4157953763
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