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Gli ultimi messaggi 58

2021-08-11 20:41:33 Claudia Durastanti sarà la curatrice de La Tartaruga
Elisabetta Sgarbi "la più adatta per formazione e sguardo internazionale"
ANSA
11.08.2021

#DiVisteERiviste l’annuncio è stato dato in anteprima ieri a Fahrenheit

La scrittrice e traduttrice Claudia Durastanti, autrice del romanzo rivelazione 'La straniera' (La nave di Teseo) con cui è entrata nella cinquina del Premio Strega 2019, sarà la curatrice de La Tartaruga, la storica casa editrice fondata nel 1975 da Laura Lepetit, morta il 6 agosto 2021. Ad annunciarlo è Elisabetta Sgarbi, direttore generale de La nave di Teseo.

   "Da diversi mesi ragionavamo con Mario Andreose e Eugenio Lio sulla necessità di restituire una identità autonoma a La Tartaruga, di vera e propria casa editrice, che facesse tesoro della sua storia ma che fosse in grado di parlare a nuovi lettori e, nello stesso tempo fosse distinta, nella sua proposta editoriale, da La nave di Teseo, pur dialogando con essa.
    La figura più adatta per questa impresa, per formazione, per sguardo internazionale, per storia personale, per passione e impegno, ci è parsa Claudia Durastanti, autrice de 'La straniera', tradotta in oltre 15 paesi" spiega la Sgarbi.
    Diretta da Laura Lepetit fino al 1997, quando marchio e catalogo furono venduti alla Baldini&Castoldi, ed entrata a far parte de La nave di Teseo dal 2017, La Tartaruga per volontà della fondatrice pubblicava unicamente libri di donne e ha costruito un catalogo di grandi autrici e Nobel come Doris Lessing, Margaret Atwood, Nadine Gordimer, Barbara Pym, Virginia Woolf, Gertrude Stein e Alice Munro.

    "Non mi piace l'idea di rinascita - niente è morto - né quella di rilancio: mi sa di parola che sottintende un difetto antecedente, come se qualcosa fosse andato storto; è in fondo un concetto del marketing. Mi interrogo invece sul senso di reinvenzione nel tempo: Lepetit ha inventato qualcosa che prima non c'era, si tratta di tradurre la sua intuizione nel presente" dice Claudia Durastanti che è nata a Brooklyn nel 1984. Con il suo romanzo d'esordio 'Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra' del 2010 ha vinto il Premio Mondello Giovani. Sono seguiti 'A Chloe, per le ragioni sbagliate' e 'Cleopatra va in prigione'. È stata Italian Fellow in Literature all'American Academy di Roma ed è tra i fondatori del Festival of Italian Literature in London.


Per ascoltare il podcast del 10 agosto di Fahrenheit su Radio3
https://www.raiplayradio.it/audio/2021/08/FAHRENHEIT--La-transizione-energetica-sar-una-rivoluzione-Come-il-rock-112da227-c003-4403-afaf-df34110d1dd9.html
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Aprire / Come
2021-08-11 08:06:43 Buongiorno e buon onomastico a tutte coloro che si chiamano Chiara

https://twitter.com/ventaglip/status/1425320904632983556?s=21
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Aprire / Come
2021-08-10 21:20:40 Notte Taranta: il Viaggio Mediterraneo di Tony Esposito
A Calimera, in Salento, anche la cantautrice sarda Elena Ledda
ANSA
10.08.2021


#DiVisteERiviste

Per la tappa dell'11 agosto, La Notte della Taranta torna nella Grecìa Salentina. In piazza del Sole a Calimera l'appuntamento si apre alle 21 con Elena Ledda in Làntias, spettacolo tra poesia e musica della cantautrice sarda, con brani originali scritti con Mauro Palmas (anche liuto e mandola), Silvano Lobina (basso) e Marcello Peghin (chitarre), tutti impegnati sul palco con lei, insieme ad Andrea Ruggeri (batteria e percussioni); testi di Maria Gabriela Ledda.

Alle 22 arriva l'inconfondibile voce di Tony Esposito nel suo Viaggio Mediterraneo, dove si mescolano tanti ritmi 'fratelli', accompagnato dal maestro Lino Pariota e dai musicisti salentini Nico Berardi, Federico Laganà, Ninfa Giannuzzi, Silvia Boccadamo: con la ballerina Sara Colonna presenta il suo incontro tra i suoni del Mediterraneo che conduce alla sua nuova hit "KarmaTaranta".

    Calimera è una delle 22 tappe del festival itinerante verso La Notte della Taranta che il 28 agosto a Melpignano (Lecce) culminerà nel tradizionale Concertone, giunto alla 24/a edizione, che quest'anno, condotto da Enrico Melozzi e Madame, sarà trasmesso in differita da Rai1 il 4 settembre. Ai concerti si accede solo con Green pass o tampone negativo. (ANSA).


Le parole del festival Notte della Taranta 2021


44 views18:20
Aprire / Come
2021-08-10 08:10:58 Buongiorno e buon San Lorenzo

https://twitter.com/ventaglip/status/1424960861756608554?s=21
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Aprire / Come
2021-08-09 20:47:45 Titolo: Millenovecentoottantaquattro
Autore: George Orwell
Traduttore: Tommaso Pincio
Editore: Sellerio
Genere: narrativa
Data: 14.01.2021

Leggi l'anteprima

#recensione



C'è sempre un tempo per ogni cosa o, viceversa, ogni cosa è sempre a suo tempo.

Non ho mai letto prima d'ora 1984 per intero: solo qualche brano antologico in inglese e in italiano a scuola. Quindi, per fortuna, non ho molte sovrastrutture legate alla vecchia traduzione.
A essere sincera, in ogni caso non credo ce l'avrei, visto l'entusiasmo con cui accolgo (quasi) sempre ogni nuova traduzione.

Sulla traduzione
Partiamo dal titolo: Nineteen Eighty-Four, scritto per esteso e non sottoforma di numero.
Tommaso Pincio, nell'introduzione poi, pone l'accento su un altro aspetto: The Big Brother, in inglese, è il Fratello Maggiore e non il Grande Fratello.
Veniamo a un altro punto: “In uno di questi tristissimi momenti, lo sguardo perso sulla scacchiera mentre dal teleschermo giungono notizie sull’andamento della guerra, Smith comincia a vagare coi pensieri e, senza rendersene conto, scrive qualcosa con la punta di un dito nella polvere che vela il tavolo:

2+2=5

Il risultato errato dell’operazione è stato la chiave di volta del suo processo rieducativo. Ormai Smith nega senza problemi che due più due fa quattro, è anche giunto a credere nel profondo che il risultato corretto sia davvero cinque. Quello strafalcione vergato nella polvere è per noi lettori l’estrema fitta al cuore; ci dice una volta per tutte, semmai ce n’era bisogno, che Smith è un vinto. Il sistema gli è entrato nella testa, gli ha preso anche l’anima, i pensieri più segreti.
Ebbene, nelle ristampe mandate in libreria dai tipi di Secker & Warburg, per un problema tipografico, il cinque saltò e da allora, per trentasette anni, l’operazione si è presentata così:

2+2=

A volte il caso sembra operare con una perfidia e precisione tali da non meritare il nome che porta. Nella miriade di caratteri che il libro metteva a disposizione, scelse di sopprimerne uno decisivo per l’interpretazione del romanzo.”

Sul romanzo
Nonostante sia stato scritto nel 1948, questo romanzo distopico è stato profetico.
Chissà se questo era stato messo in conto da Orwell, durante la stesura del romanzo.

A furia di distorcere la verità a proprio uso e consumo, riscrivendo la Storia, alla fine si smarrisce il senso ultimo delle cose. Uno degli assiomi che vale in tutte le logiche (sì, perché non esiste solo la logica classica) è che dal falso segue tutto.
Se dovessi rissumere Millenovecentonovantaquattro in una frase, userei proprio questa "Dal falso segue tutto". Se si smarrisce il senso della verità, anzi, se si smarrisce la verità, allora si può arrivare a credere tutto.

Mi voglio poi soffermare su un altro passaggio chiave, però, ancora, dal punto di vista matematico: l'affermazione 2+2=4 non è vera in tutte le strutture algebriche in cui è stata definita un'operazione di "somma". Ci possono essere delle strutture in cui 2+2=3 oppure 2+2=5, dipende dalla struttura in cui si opera e dal tipo di operazione "somma" che si è definita.

Un altro aspetto che mi ha molto colpita è l'uso del linguaggio: un regime dittatoriale esercita il suo controllo anche sulle parole usate. Restringendo il campo dei vocaboli ammissibili e ammessi, alla fine si riduce anche la capacità di pensare e di pensiero. Non è quello che succede anche oggi, sebbene non siamo in un regime totalitario?

“Poiché «è quasi impossibile pensare senza parlare» lo strumento di cui si serve il potere è appunto il linguaggio.”

Bellissimo romanzo, bellissima traduzione!

Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/4157317292
46 views17:47
Aprire / Come
2021-08-09 11:43:24 Titolo: Il Canto di Calliope
Autore: Natalie Haynes
Pubblicazione: Gennaio 2021
Genere: Romanzo epico
Edizione: Sonzogno

Leggi l’anteprima

#recensione gentilmente da Francesca

“Cantami o Musa...”
Così inizia il romanzo della Haynes, la versione al femminile della guerra di Troia tra Greci e Troiani. La Musa, volutamente non chiamata Diva come dal cieco cantore, è Calliope, ispiratrice dei poeti, colei che narra la versione al femminile della storia, a tratti irritata verso Omero e la sua richiesta di ispirazione, ma molto precisa nel racconto degli avvenimenti.

L’ autrice sottolinea come nonostante i principali testi sulla guerra di Troia si fondono sulla mascolinità e sui guerrieri eroi, per lei dietro le quinte le donne che sopravvivono o non sopravvivono, risultano essere eroiche quanto i loro uomini. E a loro, ai loro pensieri, ai loro sentimenti, ai loro punti di vista , l’autrice rende onore nel romanzo. Calliope, Creusa, Andromaca, Ifigenia, Ecabe, Cassandra, Elena, Briseide, Polissena, Penelope, alcune delle protagoniste, e della loro versione della storia. Confesso che alcune vicende mi erano sconosciute come quella di Pentesilea o Polissena. Così come il seguito della storia di Andromaca.

La lettura segue un filo narrativo cronologico che lega tutte le protagoniste. Parte dall’incendio di Troia dopo l’inganno del cavallo di Odisseo. Non è mai pesante nonostante non sempre sono presenti dialoghi. Suddiviso in capitoli il romanzo narra per ogni protagonista la storia personale.
I greci definiti eroi per eccellenza agli occhi delle donne troiane, risultano essere molto poco degni di tale appellativo. Achille è descritto come un violento e un litigioso. Non gli è da meno il figlio Neottolemo che avrà in schiava Andromaca vedova di Ettore. I principi Menelao e Agamennone sono descritti codardi e vigliacchi. Priamo re di Troia debole verso Paride dopo la sua scellerata scelta - Te Kalliste -
Tutti hanno una versione negativa del lato eroico. Nessuno è escluso, neanche gli dei dell’Olimpo.

La figura di Odisseo non ha trattamento migliore: malevole, subdolo, adultero, brutto, tozzo. Ai miei occhi rimane sempre l’uomo affascinato dall’ignoto, l’eroe astuto per antonomasia. Solo ai capitoli dedicati a Penelope sua sposa devota è data la forma epistolare. La regina di Itaca scrive ad Odisseo nei 10 lunghi anni occorsi dopo la conquista di Troia per il suo ritorno a casa. Lei attende pazientemente ... nonostante tutto quel che i cantori narrano del suo amato eroe. Alcuni punti sono decisamente pungenti, ironici, tristemente ironici.

Mi ha colpito molto il capitolo dedicato a Gaia, la Grande Madre Terra. L’umanità era diventata insostenibilmente pesante per lei, pretendeva più di quel che Lei poteva dare.

È stata una lettura piacevole, tra bellezza, audacia e mito. Per chi ama il genere è una Felice lettura
F. C.
63 views08:43
Aprire / Come
2021-08-09 08:07:06 Buongiorno e buon inizio di settimana ferragostana con una frase di Calvino sulle città: un invito a guardare agli scambi che apporteremo alle città delle nostre vacanze

https://twitter.com/ventaglip/status/1424595728874213379?s=21
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Aprire / Come
2021-08-08 19:25:39 Olimpiadi, cerimonia di chiusura: Jacobs portabandiera azzurro
Corriere dello sport
08.08.2021

#DiVisteERiviste

Le Nazioni salutano i Giochi Olimpici di Tokyo, prossimo appuntamento a Parigi nel 2024. Il corridore di Desenzano porta il vessillo tricolore

TOKYO (Giappone) - Le Olimpiadi di Tokyo sono giunte al termine: un bottino di medaglie più che soddisfacente per l'Italia, che ne porta a casa quaranta: dieci d'oro, dieci di argento e venti di bronzo.  La cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, così come quella di apertura, segue un rigido protocollo codificato nella Carta Olimpica. Un coro di giapponesi in kimono ha aperto la cerimonia, prima del via della sfilata delle bandiere, senza un ordine alfabetico. A portare il tricolore dell'Italia è Marcell Jacobs, protagonista assoluto delle Olimpiadi con due medaglie d'oro, nei 100 metri e nella staffetta 4x100 maschile.  I portabandiera, senza delegazioni al seguito, sono entrati singolarmente e poi si sono schierate un grande cerchio all'interno dello stadio Olimpico. La bandiera del Giappone è portata da sei persone: tra di loro anche un medico, per sostenere la lotta al Covid, e di un atleta con disabilità, per promuovere le Paralimpiadi, in programma a fine agosto a Covid. Spazio poi alla commissione atleti: c'è anche Federica Pellegrini, eletta in commissione e di conseguenza come membro del Cio, che insieme agli altri eletti sale sul palco e riceve ufficialmente l'incarico.

Cerimonia di chiusura Olimpiadi, musica e spettacolo
Terminata la sfilata degli atleti, spazio alla musica e allo spettacolo. Canzoni allegre e da discoteca,  prima di passare a un ritmo molto più soft e musica francese, non casuale, visto che i prossimi Giochi saranno a Parigi. In seguito, ampio spazio alla cultura giapponese con danze, balli e folklore del Sol Levante a fare da padroni. A seguire, arriva il momento dell'inno nazionale della Grecia (consueto omaggio al Paese creatore delle antiche Olimpiadi) e della premiazione della maratona, la gara più affascinante dell'Olimpiade. Tra gli uomini oro al kenyano Kipchoge, argento all’olandese Nageeye, bronzo al belga Abdi. In campo femminile oro alla kenyana Jepchirchir, argento alla kenyana Kosgei e bronzo alla statunitense Seidel. Arriva infine il momento dell'inno olimpico, in presenza del presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach e del Sindaco di Parigi (sede dei prossimo Giochi Olimpici nel 2024) Anne Hidalgo. 

Olimpiadi, il medagliere dei Giochi di Tokyo

Olimpiadi, passaggio di consegne da Tokyo a Parigi
Il governatore di Tokyo Yuriko Koike, assieme a Thomas Bach, passa la bandiera olimpia al sindaco di Parigi, Anne Hidalgo. Questa cerimonia è detta Cerimonia di Anversa. La Francia da questo momento è protagonista con inno nazionale e alzabandiera del tricolore francese, oltre che con un breve video che introduce le prossime Olimpiadi francesi (con una break dance, prossima disciplina olimpica, e il saluto di Macron). Infine, dopo il discorso del presidente del Comitato Organizzatore e l'intervento del presidente del Comitato Olimpico Internazionale, le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono dichiarate concluse con la formula: "E ora, secondo la tradizione, dichiaro i Giochi della XXXII Olimpiade chiusi; e invito i giovani del mondo a radunarsi tra quattro anni a Parigi per le celebrare i Giochi della XXXIII Olimpiade". Infine, dopo un'esibizione canora, il braciere olimpico viene spento ufficialmente e le luci sullo stadio di Tokyo si spengono.


Video della cerimonia di chiusura


39 views16:25
Aprire / Come
2021-08-08 14:14:03 Un uomo autentico sotto
un sorriso beffardo Antonio Pennacchi

Giuseppe Lupo
Domenica ~ Il Sole 24 Ore
07.08.2021

#DiVisteERiviste

Con Antonio Pennacchi, scomparso il 3 agosto, all’età di 71 anni, nella sua casa di Latina, finisce un altro pezzo di Novecento perché, per quanto il suo nome abbia raggiunto la notorietà con il Premio Strega, vinto nel 2010 con Canale Mussolini, egli era e rimane, come scrittura e come uomo, una figura tipica del Novecento.

Ce lo confermano almeno due elementi: le problematiche legate al mondo del lavoro che percorrono in lungo e in largo le pagine dei suoi scritti a cominciare dagli esordi di Mammut (edito nel 1994 da Donzelli e poi riproposto da Mondadori nel 2011) e le contraddizioni ideologiche che stanno dietro alla grande macchina della storia italiana e che Pennacchi ha narrato quando tutto ormai si avviava al tramonto, tanto la classe operaia quanto le stratificazioni politiche.

Accio Benassi, il protagonista di Il fasciocomunista, non sfigurerebbe nella galleria di volti che affollano il secolo scorso perché è uno degli eredi più accreditato a rappresentare le controversie di un’epoca. Ma c’è una dote umana (assai più che letteraria) che trapela nello sguardo di Pennacchi ed è l’autenticità.

Egli non era uno scrittore da bluff, pur con quel sorriso beffardo, ironico, trattenuto a mala pena sotto il cappello da manovratore di locomotive sovietiche, di colore blu e accompagnato dall’immancabile sciarpa rossa. Conoscendolo da vicino, ci si accorgeva facilmente che la sua maniera di guardare era tipica del mondo a cui apparteneva, umile e popolare, dignitosa nella prospettiva dal basso e tuttavia mai del tutto dialettale, nonostante le striature di dialetto fossero la culla dove andarsi a rifugiare, per difendersi o per sentirsi a proprio agio.

Quel che Pennacchi cercava nella lingua era una nazione che si era smarrita, l’idioma di un’epica che doveva cogliere il racconto di una civiltà, la sua, quella di una comunità coloni trasferiti da un margine (il Veneto di Rovigo) a un altro margine (l’Agro pontino, nel basso Lazio). Ciò rendeva la sua narrativa qualcosa di irripetibile nella sensazione di urgenza, le conferiva un impeto primordiale, la faceva scaturire un atteggiamento prometeico che contraddistinse il tempo prima degli esordi, gli anni eroici in cui egli lavorava come operaio alla Fulgorcavi.

Quindici anni dopo, quando arrivò il successo con l’opera di maggior respiro corale e antropologico, Canale Mussolini appunto, la società letteraria pareva poco attenta all’irruenza del suo stile, eppure ne restò ammaliata, cogliendo la necessità di una scrittura che amava essere provocatoria, irresistibilmente contromano, soprattutto coerente con l’idea che narrare non debba per niente essere un esercizio da esibire agli applausi, ma testimoniare le forme di un riscatto umano e sociale, la conquista di un passaporto nel gran gioco della Storia per chi è destinato a rimanere invisibile.
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Aprire / Come
2021-08-08 08:32:56 Buongiorno e buona domenica, avendo “occhio”, come dice Calvino


https://twitter.com/ventaglip/status/1424241931501047811?s=21
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