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Gli ultimi messaggi 61

2021-07-31 18:28:52 Vinicio Capossela, un troubadour in tour nel nuovo Medioevo
Pietro D’Ottavio
La Repubblica
16.06.2021

Vi propongo questo articolo di giugno perché è in corso il tour di Vinicio. In queste sere è in Abruzzo. Merita! Perciò, buon #invitoAllAscolto

Dopo la scoperta dell’America la musica dei troubador si è “imbarcata” con i coloni irlandesi, inglesi e francesi per trasformarsi nel cajun a New Orleans nel 1600. Da quella musica si sviluppano country e western, con qualche influsso anche sul blues (ovviamente di diretta derivazione africana). Ora Vinicio Capossela fa il percorso inverso: dopo essersi nutrito di blues, jazz e western, mette in primo piano la musica troubadorica. Che d'altronde è anche la radice della canzone d’autore.
Insomma Bestiario d’amore – il suo più recente album che ora propone in tour con l’orchestra a partire da giovedì 17 (Rocca Brancaleone, Ravenna), quindi mercoledì 23 (Circo Massimo, Roma) e sabato 26 (al Vittoriale di Gardone, Brescia) – chiude un cerchio dopo un lungo viaggio.
"In effetti si fa come il salmone, si risale il fiume dalla foce alla fonte, e lo si fa appunto rendendosi mostri d’amore, che il salmone va all’indietro e si mostrifica per amore, per prolungarsi la vita nella riproduzione e poi morire", spiega il più eclettico dei cantautori nell’intervista completa in uscita giovedì su Trovaroma, "la fonte dei trovatori rinfresca sempre il cammino di chi ha necessità di essere trovato. Questa idea dell’amore così sublime, che sublima tutto l’esistente e fa cantare lodolette e fa vestire l’alba e riveste il creato e ci rende servitori eleggendo la donna a domina, che ci fa mutare penne e metterci al servizio della signoria d’amore, è sempre meravigliosa. Ma la fonte che rinnova la vita del trobar clus e del trobar leu è quella della forma, il gusto della strofa, della rima, del canso, della ballata".

Che significato ha esplorare l’amore ai tempi del distanziamento?
"Nei bestiari la realtà era solo il simbolo di una verità più inconoscibile. La verità dell’amore però non appartiene solo alla metafisica, ma anche alla fisica dei corpi. In un certo senso siamo tornati un po’ al tempo delle corti in cui l’oggetto d’amore era irraggiungibile e veniva sublimato, più che consumato. Esperienza un po’ inedita nella società del consumo. Abbiamo dovuto confrontarci con due categorie essenziali e rimosse del discorso amoroso: l’attesa, il limite, la distanza, la memoria. Tutto questo può anche avere offerto motivi di creatività, di scrittura, di desiderio. La vera tragedia, più che la distanza è stata la gestione della vicinanza coatta. Una delle cose che colpiscono di più del primo confinamento è stato l’aumento delle violenze domestiche, l’esplosione delle relazioni, il naufragio delle convivenze. Il nostro Bestiario d’amore, illustrato e confezionato in uno scrigno dalla principessa illustratrice Elisa Setzinger, uscì il 14 febbraio del 20, e quindi finì eclissato nell’oscuramento eclissico in cui siamo finiti. Come nel Boccaccio, mi era sembrato un buon rifugio il parlar d’amore ai tempi della Peste, ma io mi riferivo a una pestilenza etica, non biologica. La Pandemia ha generato un pandemonio, una esplosione di demoni e daimon tra i quali l’amore è certo uno importante, ma non il solo. Ce ne sono di altrettanto giganteschi: la Paura, la Morte, la Malattia, il Silenzio, la Depressione, la Melancolia lupina, la sofferenza della trasformazione necessaria, del cambio di pelo". 

Ma il medioevo è finito nel 1492 o ci siamo ancora dentro?
"In ballate per uomini e bestie ho impiegato diverse allegorie di sapore medievale, per denunziare alcuni aspetti del presente.  La pestilenza mediata dalla tecnologia, l’uso distorto della religione, l’imbarbarimento della politica e della vita pubblica, i nuovi aneliti al monachesimo misticheggiante, il dilagare di nuove superstizioni e cacce agli untori.
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Aprire / Come
2021-07-31 08:36:46 Buongiorno e buon ultimo giorno di luglio, nella stabilità


https://twitter.com/ventaglip/status/1421343593772589061?s=21
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Aprire / Come
2021-07-30 18:24:38 Titolo: Memè Scianca
Autore: Roberto Calasso
Editore: Adelphi Edizioni
Genere: memoir/narrativa
Data: 29.07.2021 ~ nel giorno della sua scomparsa

Leggi l'anteprima

#recensione

Un viaggio nella memoria, indietro nel tempo, per arrivare ai suoi primi dodici/tredici anni dell’autore, dal 1941 fino al 1954.

“La memoria è fatta in prevalenza di buchi, come un territorio crivellato di crateri vulcanici ormai inattivi. Qualsiasi tentativo di ristabilire un itinerario simile al tracciato di una strada su una mappa è vano e tende a sfigurare gli elementi che via via incorpora.
Gli assiriologi chiamano «pseudo-autobiografie» le prime vite, scritte non da chi vi parla in prima persona, che è sempre un re o un dio, ma da un ignoto scriba, vissuto molti anni dopo, quando non vi erano più testimoni diretti.”


Ho letto con emozione queste pagine di uno dei due memoir di Roberto Calasso uscito ieri 29 luglio, nel giorno in cui lui ha perso la vita: una strana sincronicità. Come se avesse scelto la data in cui morire.


Ci consegna questi suoi ricordi che non sono solo familiari, ma che riguardano un po’ tutti: un viaggio nella Storia italiana attraverso quella personale, intrisa di letteratura.

“Una lastra impenetrabile e trasparente separa ciò che ho vissuto a Firenze sino alla fine del 1954 da tutto il resto. Per quanto remoto, quel resto, che ha inizio con Roma, fa già parte di oggi.”

Tra 4 e 5 stelle

Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/4143921340
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Aprire / Come
2021-07-30 07:53:33 Buongiorno e buon venerdì, immersi nella bellezza della letteratura, con una frase disarmante di Roberto Calasso


https://twitter.com/ventaglip/status/1420969264526266370?s=21
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Aprire / Come
2021-07-29 18:20:57 Grazie,Roberto Calasso
IBS
29.07.2021

Facciamo nostre le parole di IBS

La grande avventura editoriale di Roberto Calasso ha regalato ai lettori italiani lo sguardo sul mondo. Come altri, più di altri è stato l’artefice della nostra formazione culturale, dell’anticonformismo letterario, del superamento dei confini.
I suoi libri sono legati tra loro da una certa invincibile affinità, riconoscibilità, coerenza, come editore e come autore.
Dai libri unici all'unico libro, quindi, perché "ogni vero editore compone, senza saperlo o anche sapendolo, un unico libro formato da tutti i libri che pubblica".
Grazie a nome di tutti i lettori.

"La mia proposta è che agli editori si chieda sempre il minimo, ma con durezza. E qual è questo minimo irrinunciabile? Che l'editore provi piacere a leggere i libri che pubblica."

“Roberto Calasso ha segnato profondamente la cultura italiana del Novecento e del nuovo secolo, come editore e come scrittore. Ha guidato per cinquant’anni la casa editrice Adelphi, pubblicando nel nostro Paese libri che sono pilastri della civiltà europea (e non solo) e ha contribuito in maniera fondamentale a promuovere la cultura italiana all’estero."
Ricardo Franco Levi, Presidente dell'Associazione Italiana Editori (AIE)

LE ULTIME OPERE
Il giorno della sua scomparsa escono per Adelphi due nuove pubblicazioni

Bobi

https://www.ibs.it/bobi-libro-roberto-calasso/e/9788845936333

«Di Roberto Bazlen, universalmente noto come Bobi, non poco è stato scritto, ma il più rimane da dire e capire. Bazlen attraversò la prima parte del Novecento come un profilo di luce imprendibile. Nell'ultima fase della sua vita, fu l'ideatore di Adelphi, su cui riversò la sua sapienza, che non era solo quella - stupefacente - sui libri, ma investiva il tutto. L'idea e la fisionomia della casa editrice risalgono a lui. Quando Bazlen mi parlò per la prima volta di qualcosa che sarebbe stata Adelphi e non aveva ancora un nome mi disse: "Faremo solo i libri che ci piacciono molto"»

Memè scianca

https://www.ibs.it/meme-scianca-libro-roberto-calasso/e/9788845936111

Un padre racconta ai figli, che glielo hanno chiesto, quello che ricorda dei suoi primi dodici anni, di cui loro non sanno quasi nulla. Storie troppo remote, pensa. Che differenza poteva esserci, in fondo, ai loro occhi, fra Firenze durante la guerra, dove era cresciuto, e per esempio la steppa dell'Oltre caucaso di Florenskij, alla fine dell'Ottocento? Non molta. Apparteneva tutto a quell'età incerta e fumosa che precedeva la loro nascita. E poi, da dove cominciare? La prima immagine della guerra, intravista dalla finestra di una soffitta clandestina nel centro di Firenze.
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Aprire / Come
2021-07-29 11:18:01 Morto Roberto Calasso, scrittore e editore (1941-2021)
PAOLO DI STEFANO
Corriere della Sera ~ Cultura
29 luglio 2021

#diVisteERiviste con notizie triste

È morto nella notte a Milano, dopo lunga malattia, Roberto Calasso nel giorno in cui escono due suoi libri autobiografici, Memè Scianca, sulla sua infanzia a Firenze, e Bobi, il memoir su Roberto Bazlen ideatore con Luciano Foà della casa editrice Adelphi, nata nel 1965 e diretta (e costruita) da Calasso a partire dal 1971. Nato a Firenze il 30 maggio 1941, dal giurista antifascista Francesco, Calasso, laureatosi con Mario Praz in letteratura inglese, è stato scrittore e saggista tra i più noti e tradotti all’estero, editore di enorme prestigio a livello internazionale.

Lettore onnivoro e precocissimo (a tredici anni aveva letto la Recherche) come il suo maestro Bobi, come lui appassionato di letteratura mitteleuropea (su cui impostò buona parte del catalogo Adelphi) e della mitologia classica (grande successo ebbe il suo Le nozze di Cadmo e Armonia, del 1988), estraneo e avverso all’egemonia culturale della sinistra, che in Italia si esprimeva soprattutto nella figura di Giulio Einaudi.

L’editoria era una passione di famiglia, ereditata dal nonno materno Ernesto Codignola, filosofo e pedagogista fondatore della Nuova Italia, alla biblioteca del quale il giovane Roberto attingeva per le sue prime letture. Sposato con la scrittrice svizzera Fleur Jaeggy. Con la scrittrice tedesca Anna Katharina Fröhlich ha avuto due figli: Josephine e Tancredi.
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Aprire / Come
2021-07-29 08:25:51 Buongiorno e buon giovedì 29 luglio con i bellissimi versi di Camus


Mia cara,
nel bel mezzo dell'odio
ho scoperto che vi era in me
un invincibile amore.
Nel bel mezzo delle lacrime
ho scoperto che vi era in me
un invincibile sorriso.
Nel bel mezzo del caos
ho scoperto che vi era in me
un'invincibile tranquillità.
Ho compreso, infine,
che nel bel mezzo dell'inverno,
ho scoperto che vi era in me
un'invincibile estate.
E che ciò mi rende felice.
Perché afferma che non importa
quanto duramente il mondo
vada contro di me,
in me c'è qualcosa di più forte,
qualcosa di migliore
che mi spinge subito indietro.


Albert Camus ~ Invincibile estate

https://twitter.com/ventaglip/status/1420615257404420097?s=28
64 viewsedited  05:25
Aprire / Come
2021-07-28 21:22:55 «Tutta la letteratura è geroglifica»
Il Post
22.07.2021

#DiVisteERiviste

E all’improvviso, a volte, vediamo

1.
Camminiamo lungo il sentiero che si snoda tra i sassi a strapiombo sul paesaggio. Dall’alto li vediamo, nuotano, nudi, in pozze d’acqua traslucida. Gridiamo, come è bello! queste trasparenze, questi colori, l’azzurro, il verde intenso, lo stridore delle cicale che si innalza intorno, le grandi masse che si dispongono, l’orizzonte e i dettagli, è bellissimo!
Venite! gridano da sotto mentre nuotano, venite! I loro volti ridono verso di noi, i loro corpi deformati dall’acqua si agitano nel prisma luccicante dei riflessi, venite!
Ma noi non vogliamo andare, pensiamo che sia ancora più bello dall’alto, preferiamo guardarli da lontano, loro, di sotto, catturati nel paesaggio, a mollo nelle pozze d’acqua profonda, loro così piccoli, piccolissimi, immersi nell’elemento, mentre si occupano quasi solo del proprio corpo, del proprio piacere (e tuttavia non c’è niente di certo, pensiamo noi), corpi in miniatura, segni scagliati sul fondale immenso della natura, e questa certezza improvvisa ci giustifica, rende invidiabile la nostra posizione. Vogliamo vedere dall’alto. Vogliamo capire. Non siamo dentro, non siamo in quell’effusione, non siamo né materia né godimento, guardiamo, li vediamo dall’alto, vediamo tutto, loro e l’immensità del resto, e pensiamo di sapere ciò che loro non sanno.
Venite, venite! gridano ancora, chiamando da lontano, un braccio a volte alzato verso di noi, mentre continuano a nuotare nella pozza d’acqua, presagendo adesso la noia, il freddo che presto arriverà, Venite! gridano, i volti ancora protesi verso di noi che siamo già lontani e continuiamo a salire nel vapore delle alture, vacillando per la fatica, sudando sotto il sole.

2.
Il panorama o l’immersione? Al mattino, appena apriamo gli occhi, il peso della contraddizione ci sfianca: tutto o il dettaglio? l’impegno o l’accoglienza? Andare alla conquista, rispondere alla chiamata – nemmeno rispondere: essere la chiamata stessa, essere la vitalità stessa, conquistare il mondo, rispondere – o meglio acconsentire a ciò che sta accadendo, accogliere l’indecifrabile massa di questa convenzione onnipotente che chiamiamo “il mondo”? Esserne fuori o starne dentro? Scegliere il legame o preferire la separazione? Si passa dall’uno all’altro, titubanti tra opinione o preghiera, storia o tempo, di volta in volta eroi dell’impegno o maestri del ritiro, insoddisfatti dell’uno e dell’altro, esitanti, indifesi, mai felici. Il mondo. La parola intimidisce. Troppo grande. Viene mobilitato per giustificare un ordine, il potere universale di una strada a senso unico. Viene aggredito per denunciare la nostra impotenza. Di fronte al mondo, impenetrabile e pietrificante, la lista delle ingiunzioni e delle buone intenzioni si protrae: non bisogna appropriarsi di nulla, ma senza rinchiudersi in se stessi; essere potenti senza potere; efficienti e virtuosi; impegnati senza compassione; essere sconfitti senza malinconia, lasciare spazio alla memoria, all’impossibile, all’incredulità. Facile a dirsi.
Non leggo il mondo, lo faccio ruzzolare dalla cima alla pozza, poi risalgo e ricado, ne vengo inghiottita, presa alla gola dalla sua violenza, senza fiato per la sua bellezza, impegnata in un corpo a corpo burrascoso, spesso doloroso, il più delle volte logistico, talvolta estatico, persa nei compromessi affrettati del sentimento e dell’idea. Come alcuni, come tutti, mi faccio convincere di volere solo l’incertezza, l’imprevisto, il disordine, un ideale di disordine.
Ma temo di perdermi tutto, impantanata in quella specie di calderone di eventi, di crisi perpetua che ti lascia esangue per l’incomprensione.
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Aprire / Come
2021-07-28 08:53:48 Buongiorno e buon mercoledì 28 luglio, semplicemente vivendo appieno ogni istante


https://twitter.com/ventaglip/status/1420260508909846528?s=21
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Aprire / Come
2021-07-27 21:28:25 L'America secondo Obama e Springsteen in un nuovo libro
In ottobre Renegades, basato su omonima serie podcast coppia
ANSA
23.07.2021

#DiVisteERiviste #anticipazioni



NEW YORK - L'amicizia tra Barack Obama e Bruce Springsteen ha un nuovo capitolo. L'ex presidente degli Stati Uniti e The Boss fanno di nuovo coppia per raccontare le loro storie americane nell'evoluzione della serie dei loro podcast 'Renegades: Born in the USA', diventata ora un libro dal titolo omonimo (in italiano Renegades.


Born in the USA Sogni - Miti - Musica, Garzanti) che uscirà in contemporanea mondiale il 26 ottobre 2021. L'opera, nella versione originale, è pubblicata da Penguin Random House in collaborazione con Higher Ground.

"Negli anni - afferma nel libro Obama - abbiamo scoperto di condividere una comune sensibilità a proposito del lavoro, della famiglia, dell'America. A modo nostro, Bruce e io abbiamo percorso un viaggio parallelo per comprendere questo paese che tanto ha donato a entrambi, per raccontare la storia del suo popolo e per cercare un legame tra il nostro bisogno di senso, di verità, di comunità, con la più profonda storia dell'America".
Il podcast Renegades: Born in the USA' è un dialogo sincero, intimo e coinvolgente tra il 44/o presidente degli Stati Uniti e la leggenda del rock e il libro raccoglie questa intima conversazione in cui gli autori condividono racconti esclusivi e riflessioni sulla vita, sulla musica, sull'infinito amore per un'America ricca di opportunità e contraddizioni. Il volume è anche ricco di illustrazioni, fotografie rare ed esclusive dalle raccolte private degli autori e materiali d'archivio inediti, tra cui versi scritti a mano da Springsteen e discorsi annotati di Obama, e offre un coinvolgente ritratto, riccamente illustrato, di due outsider - un bianco e un nero - che hanno contribuito a modellare la storia americana. In Renegades. Born in the USA, i lettori sono invitati a sedersi accanto a due vecchi amici, in uno studio di registrazione colmo di chitarre o a bordo di una Corvette, mentre discutono di paternità e matrimonio, di razza e virilità, del fascino di avere una strada davanti ancora da esplorare ma anche del desiderio di far ritorno a casa, degli eroi del presente e del passato a cui si ispirano e di musica. Nel corso del viaggio svelano anche la passione nel ripercorrere la storia più grande e più vera dell'America attraverso le loro vite: "Abbiamo parlato seriamente del destino del paese - scrive Springsteen nella sua introduzione - della sorte dei suoi cittadini e delle forze distruttive, corrotte e negative che vorrebbero distruggere ogni cosa. Di questi tempi, mentre viene seriamente messo in discussione chi siamo davvero, non possiamo abbassare la guardia". 
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