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Titolo: Bobi Autore: Roberto Calasso Editore: Adelphi Gene | #VentagliDiParole

Titolo: Bobi
Autore: Roberto Calasso
Editore: Adelphi
Genere: saggio biografico
Data: 29.07.2021

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#recensione

Capitoli brevi, come pennellate veloci e decise con le quali Roberto Calasso tratteggia il ritratto di Roberto (Bobi) Bazlen.

Una raccolta dei suoi pensieri, dei suoi libri, delle sue scelte imprenditoriali che poi hanno determinato quella che è Adelphi.

“Quel giorno in cui Bazlen mi parlò per la prima volta di Adelphi, terra senza nome – e alcuni nomi che circolavano allora oggi fanno piuttosto trasecolare: lo Spartiacque (era il preferito di Bobi, in quel momento), Orlando, Acquario, Anfora, Aleph –, era appena cominciata una torrenziale sequenza di lettere su libri a Foà, con giudizi e segnalazioni disparate, che sarebbe durata per Bazlen fino al suo ultimo giorno.
Nel suo insieme, è un formidabile diario editoriale, che molto fa capire di che cosa è fatta Adelphi e di come è nata, ma anche offre schegge inconfondibili di come Bazlen concepiva il rapporto fra i libri e le ragioni per cui dovevano stare insieme o si escludevano.”

“Anche su questa ampiezza di respiro si fondava la fortuna di Adelphi, la sensazione di navigare su acque che nessuno riusciva a prevedere.”

Chi era Bobi?
Era un uomo che era in grado di vedere velocemente il dettaglio luminosi: “Oggi eviterei, con rammarico, la parola sciamano. Il mondo non sa più contenerla. Direi soltanto che Bobi era la persona più veloce nel vedere il «dettaglio luminoso» (Pound) che abbia avuto la fortuna di incontrare.”

E poi ritorna l’I Ching
“Soltanto una volta Bazlen mi chiese un piacere: fargli rilegare la sua copia dell’Abbandono alla Provvidenza divina di Jean-Pierre de Caussade. Il libro, di fatto, andava a pezzi, per eccesso di uso. Lo feci rilegare in marocchino verde. Attraente, ma non sono sicuro che piacesse a Bazlen.
Certamente era il libro che aveva più praticato, insieme all’I Ching, di cui rimangono numerosi esagrammi nei suoi diari. Ma Bazlen non aveva mai osservato la liturgia né la dogmatica cattolica – e dire I Ching equivaleva a nominare l’intera Cina, quale era affiorata, migliaia di anni fa, nelle screpolature sul dorso di alcune tartarughe. Era forse questa la risposta all’impropria domanda di Montale, che si chiedeva se Bazlen era stato un mistico. Parole dette da chi aveva pilotato la sua vita sull’autoprotezione e una certa pavidità. Bazlen invece l’aveva fondata su un irrimediabile non sapere, esposto alle onde in ogni direzione. Era stato il suo modo di diventare vivo.”

Tra 4 e 5 stelle

Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/4144415646