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Gli ultimi messaggi 55

2021-09-15 11:50:11 Quante volte ci siamo posti tali domande:
"Dio esiste? L'anima è immortale? Perché a volte facciamo del bene per gli altri e altre volte facciamo il male pur sapendo che è tale? Il destino esiste? Che cos'è la fede?

Wittgenstein con le parole del Tractatus, cerca di chiarire le nostre idee e dubbi

« Le proposizioni e le domande che si sono scritte su cose filosofiche sono per la maggior parte non false, ma insensate. Perciò a domande di questa specie non possiamo affatto rispondere, ma possiamo solo constatare la loro insensatezza. Le domande e le proposizioni dei filosofi si fondano per la maggior parte sul fatto che non comprendiamo la logica del linguaggio. Né meraviglia che i problemi più profondi non siano problemi. La proposizione rappresenta il sussistere e non sussistere di stati di cose. La totalità delle proposizioni vere è la scienza naturale tutta (o la totalità delle scienze naturali). La filosofia non è una delle scienze naturali. Il compito della filosofia è quello di mostrare quando il linguaggio esprime un senso e quando un nonsenso. Lo scopo della filosofia è il rischiaramento logico dei pensieri. La filosofia è non una dottrina, ma un'attività."

Tutto il senso del libro si potrebbe riassumente nelle parole:
"Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.
Il libro vuole, dunque, tracciare al pensiero un limite, o piuttosto – non al pensiero stesso, ma all'espressione del pensiero: Ché, per tracciare un limite al pensiero, noi dovremmo poter pensare ambo i lati di questo limite (dovremmo, dunque, poter pensare quel che pensare non si può). Il limite non potrà, dunque, venire tracciato che nel linguaggio, e ciò che è oltre il limite non sarà che nonsenso. […] Invece, la verità dei pensieri qui comunicati mi sembra intangibile ed irreversibile. Io ritengo, dunque, d'avere definitivamente risolto nell'essenziale i problemi. E, se qui non erro, il valore di quest’opera consiste allora, in secondo luogo, nel mostrare a quanto poco valga l'essere questi problemi risolti.
» 

« Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi; dunque, proposizioni della scienza naturale – dunque qualcosa che con la filosofia nulla ha da fare –, e poi ogni volta che altri voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. Questo metodo sarebbe insoddisfacente per l'altro – egli non avrebbe il senso che gli insegniamo filosofia –, eppure esso sarebbe l'unico rigorosamente corretto. »

 Per Wittgenstein, quindi, le nostre domande non hanno senso perché si riferiscono a termini con i quali le questioni vengono poste, i quali non hanno «significato alcuno». Come Dio, anima, bene, dovere, libertà, ecc.

 "Le mie proposizioni illuminano così: Colui che mi comprende , infine le riconosce insensate, se è salito per esse – su esse – oltre esse. (Egli deve, per così dire, gettar via la scala dopo che v’è salito). Egli deve superare queste proposizioni; allora vede rettamente il mondo. »

  Conclusioni

« Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere. » "

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#riflessione #approfondimento #consigliolettura #stralciolettura #citazione
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2021-09-14 11:26:49 "Lenin accusa Bogdanov e Mach di essere «idealisti». Un idealista, per Lenin, nega l’esistenza di un mondo reale fuori dallo spirito e riduce la realtà al contenuto della coscienza.
Se esistono solo sensazioni […] non esiste una realtà esterna, vivo in un mondo solipsistico dove ci sono solo io con le mie sensazioni. Assumo me stesso, il soggetto, come unica realtà. L’idealismo è per Lenin la manifestazione ideologica della borghesia, il nemico. All’idealismo Lenin oppone un materialismo che vede l’essere umano, la sua coscienza, lo spirito, come aspetti di un mondo concreto, oggettivo, conoscibile, fatto soltanto di materia in moto nello spazio.
[…] come filosofo Lenin non è un granché. […] Mach merita di meglio.
Bogdanov risponde a Lenin che la sua critica sbaglia bersaglio. Il pensiero di Mach non è idealismo, ancor meno solipsismo. L’umanità che conosce non è un soggetto trascendente isolato, non è l’«io» filosofico dell’idealismo: è l’umanità, reale, storica, parte del mondo naturale. Le «sensazioni» non sono «dentro la nostra mente». Sono fenomeni del mondo: la forma nella quale il mondo si presenta al mondo. Non arrivano a un io separato dal mondo […]
Lenin nel suo libro definisce «materialismo» la convinzione che esista un mondo fuori dalla mente. Se è questa è la definizione di «materialismo», Mach è certo materialista, siamo tutti materialisti, anche il papa è materialista. Ma poi per Lenin l’unica versione del materialismo è l’idea che «non c’è null’altro nel mondo che materia in moto nello spazio e nel tempo», e che noi possiamo arrivare a «verità certe» nel conoscere la materia. […] Il mondo è fuori dalla nostra mente, certo, ma è più sottile di questo materialismo ingenuo
."

[Carlo Rovelli, estratto da Helgoland, 2020]

Rovelli critica Lenin che critica Mach accusandolo impropriamente di idealismo. Ma Mach non è idealista. Per Rovelli nessuno dovrebbe esserlo, anche il papa è materialista! Lo siamo tutti?

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2021-09-13 21:30:13 Incrementa i tuoi contatti @ingresso10k_bot  
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2021-09-13 12:15:32 ⁣#citazione

« È importante sapersi ritirare in se stessi: un eccessivo contatto con gli altri, spesso così dissimili da noi, disturba il nostro ordine interiore, riaccende passioni assopite, inasprisce tutto ciò che nell’animo vi è di debole o di non ancora perfettamente guarito. Vanno opportunamente alternate le due dimensioni della solitudine e della socialità: la prima ci fa farà provare nostalgia dei nostri simili, l’altra di noi stessi; in questo modo, l’una sarà proficuo rimedio dell’altra. La solitudine guarirà l’avversione alla folla, la folla cancellerà il tedio della solitudine. »

Lucio Anneo Seneca, “De tranquillitate animi”

Il De tranquillitate animi è un trattato di Lucio Anneo Seneca che fa parte di dodici libri che formano i Dialogi (tra gli altri, ad esempio, il De brevitate vitae, il De vita beata, il De providentia) e che costituiscono, con le Epistulae morales ad Lucilium, il corpus della filosofia senecana.
Seneca analizza le passioni che governano l’animo umano. Secondo lui, gli uomini ricercano la felicità negli impegni mondani, ma questi, per loro intima natura, finiscono col condurre all’allontanamento dalla vita politica in favore della ricerca di uno spazio personale e contemplativo: ansie, pressioni, angosce contribuiscono infatti a far maturare il desiderio di fuga dal mondo. La soluzione a questo stato di dissidio e paralisi interiore per Seneca è quella di partecipare ai doveri sociali secondo la propria indole; coloro che possiedono un animo teso all’azione è giusto che partecipino alla vita pubblica, ma essendo ben consapevoli degli innumerevoli rischi che questa porta. Le passioni non vanno quindi annullate ma moderate, al fine di indirizzare le proprie energie per un miglioramento della società, in un accordo armonico tra vita attiva e otium meditativo. La “tranquillità” è allora la medicina dell’animo più adatta per districarsi negli affanni della vita attiva e per godere di un otium produttivo e non inerte. 

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2021-09-11 15:06:16 «La città non è essenzialmente uno strumento per soddisfare i nostri bisogni – vitto, alloggio, indumenti […] non è nemmeno essenzialmente uno strumento per proteggere i nostri diritti […] di conservarsi o di vivere. Ma non si vive per vivere, si vive per agire. La città è uno sforzo per produrre e padroneggiare, o per ordinare, quell’azione, quell’operazione, quell’energia attraverso cui la vita si comprende, cioè prende coscienza di sé, dispiegandosi. […] La città è azione, un’azione pericolosa che minaccia di sfuggirci e che per questo deve essere governata. Governare è azione sull’azione, l’azione più difficile, e per questo occorre riflettere bene prima di disprezzare coloro che governano.»

Tratto da "Le metamorfosi della città, Saggio sulla dinamica dell’Occidente" di P. Manent

Il saggio di Pierre Manent, La metamorfosi della città. Saggio sulla dinamica dell’Occidente, si apre su due polarità che «convivono e si richiamano reciprocamente». Esse sono...

https://ilclubdelsaperefilosofico.wordpress.com/2021/09/11/pierre-manent-le-metamorfosi-della-citta-saggio-sulla-dinamica-delloccidente/

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2021-09-10 17:41:18Venezia, al filosofo Peter Singer il premio Breggruen da 1 mln di dollari

Affermando la propria presenza nel cuore dell’Europa, l’Istituto Berggruen ha tenuto ieri il suo primo evento alla Casa dei Tre Oci a Venezia, recentemente acquistata da Nicolas Berggruen per creare il suo centro di attività europea. Per celebrare questa pietra miliare nella sua storia decennale, l’ente statunitense ha annunciato nello storico palazzo della Giudecca che il filosofo Peter Singer è il destinatario dell’edizione 2021 del Premio Berggruen da un milione di dollari per la filosofia e la cultura, assegnato ogni anno a pensatori le cui idee hanno profondamente plasmato la comprensione e il progresso dell’io umano in un mondo in rapida evoluzione. Il premio Berggruen viene conferito ogni anno da una giuria indipendente a un pensatore le cui idee stanno plasmando la comprensione umana di sé per far progredire l’umanità. Peter Singer riceverà il Premio nella primavera del 2022 in una cerimonia che si terrà a Los Angeles.

Chi è Peter Singer?
È un filosofo e saggista australiano. Le sue riflessioni abbracciano ampie problematiche nel campo dell'etica e in particolare dell'etica applicata: dal rispetto per l'ambiente all'etica politica, dalla squilibrata distribuzione della ricchezza alla responsabilità dei paesi ricchi verso il Terzo mondo, fino agli scottanti temi di etica biomedica come l'aborto, l'eutanasia e la ricerca che coinvolge la sperimentazione animale. Le sue tesi derivano principalmente da quattro premesse:

- Il dolore, inteso come qualsiasi tipo di sofferenza fisica o psicologica, è negativo a prescindere da chi lo provi.

- La specie umana non è l'unica in grado di provare sofferenza o dolore. Ed è innegabile che ciò succede anche a tutti gli animali di specie non umana, molti dei quali sono in grado di provare anche forme di sofferenza che vanno al di là di quella fisica (l'angoscia di una madre separata dai suoi piccoli, la noia dell'essere rinchiusi in una gabbia senza aver nulla da fare). È proprio questo che ci rende uguali agli animali non-umani e che porta a ritenere la sperimentazione scientifica sugli animali e il consumo di carne atti ingiustificabili, dettati unicamente dalla nostra concezione specista, profondamente radicata nella civiltà occidentale odierna.

- Nel soppesare la gravità dell'atto di togliere una vita, bisogna prescindere da specie, razza e sesso, ma guardare ad altre caratteristiche dell'essere che verrebbe ucciso, come il suo desiderio di continuare o meno a vivere, la qualità della vita che sarebbe in grado di condurre, ecc.

- Tutti noi non siamo responsabili solo di quello che facciamo, ma anche di quello che avremmo potuto impedire o che abbiamo deciso di non fare.

CONSIGLIO LETTURA

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#news #filosofiacontemporanea #approfondimento
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2021-09-10 11:37:29 ⁣"C'è stato un tempo in cui il diktat del capitale conosceva dei limiti. Si arrestava ai cancelli della fabbrica: oltre, la vita scorreva in forme che non si lasciavano imbrigliare nell'orizzonte limitato della logica di produzione e dello scambio di merci. Quel tempo è ormai lontano. Oggi, alla società basata sull'economia di mercato si è sostituita una società di mercato e basta. Viviamo in un mondo «a capitalismo integrale e mercificazione sconfinata». Il che, è chiaro, coinvolge anche la sfera dell'affettività e dell'erotismo. Il globalitarismo al potere – nuovo totalitarismo glamour onniavvolgente – ci vuole precari e omologati, neutri anche in amore. Novelli Don Giovanni, figura emblematica dell'instabilità amorosa e dell'isolazionismo sentimentale. Le relazioni solide, basate su progetti di vita condivisi e una visione dell'amore come forza eterna, cedono il passo a forme consumistiche di rapporto: incontri fugaci e privi di conseguenze, legami occasionali facili tanto da instaurare quanto da spezzare, sesso virtualizzato e rapporti online."

Tratto da "Il Nuovo ordine erotico, elogio dell'amore e della famiglia" di Diego Fusaro

Diego Fusaro, trattando varie tematiche: dalla precarizzazione erotica e sentimentale alla femminizzazione del maschio, dal nuovo femminismo postmoderno alla crisi della famiglia, dalla gendercrazia al trionfo del neutro indifferenziato unisex, accompagna il lettore ad un'attenta riflessione sul coinvolgimento amoroso.

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2021-09-09 12:23:44 ⁣"Anche l’arte dionisiaca vuole convincerci del piacere eterno dell’esistenza: solo che non dobbiamo cercare questo piacere nelle apparenze, bensì dietro le apparenze. Dobbiamo riconoscere che tutto ciò che nasce, dev’essere pronto a tramontare nel dolore, siamo costretti a guardare nei terrori dell’esistenza individuale – e non dobbiamo tuttavia impietrire: una consolazione metafisica ci strappa momentaneamente dal turbine delle forme mutevoli. Siamo veramente per brevi istanti l’essenza originaria stessa e ne sentiamo l’indomabile brama e il piacere di esistere; la lotta, il tormento, l’annientamento delle apparenze ci sembrano adesso necessari per l’abbondanza di innumerevoli forme d’esistenza che urgono e premono verso la vita, per la sovrabbondante fecondità del volere universale; siamo trafitti dal pungolo furioso di questi tormenti nello stesso istante in cui siamo, per così dire, divenuti uno con l’incommensurabile piacere originario per l’esistenza e in cui presagiamo nell’estasi dionisiaca l’indistruttibilità e l’eternità di questo piacere. Nonostante timore e compassione siamo dei viventi felici, non come individui, bensì come quell’unico essere vivente, con il cui piacere nel generare ci siamo fusi."

FONTE: Nietzsche, La nascita della tragedia

Friedrich Nietzsche, ne "La nascita della tragedia", pubblicato nel 1872, cerca di descrivere e mettere in luce il percorso di ascesa prima e decadenza poi dello spirito europeo

Non la morale, ma l’arte è l’attività metafisica dell’uomo. Subentrano qui i due termini-chiave dell'opera e del suo pensiero: apollineo e dionisiaco

- Apollo è il protettore delle arti plastiche (scultura, pittura); è il dio dell’equilibrio e «domina la bella parvenza del fantastico mondo interiore»; è legato al sogno;

- Dioniso è il protettore dell’arte non figurativa della musica; la personificazione dell’energia caotica e irrazionale; legato all’ebbrezza.

In definitiva, sia l’uno che l’altro rappresentano i due volti dell’anima greca: l’uno legato alla perfezione, all’ordine, alla serena contemplazione della vita, l’altro all’ebbrezza, all’istinto, all’infinito. Fra i due, Nietzsche non cela il suo interesse nei confronti di Dioniso, «simbolo dell’amore estremo per la vita».

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Aprire / Come
2021-09-08 21:45:08
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2021-09-08 12:37:31 ⁣ Il filosofo John Locke, padre del liberalismo e dell’empirismo moderno, espone la sua filosofia ad individuare criticamente i limiti della conoscenza umana e dall’altra a teorizzare per la prima volta un regime politico liberale, fece di lui un punto di riferimento per i pensatori illuministi nel secolo successivo.

« Si tratterebbe già bene la verità lasciandola una buona volta provvedere a se stessa. Poco aiuto essa ha ricevuto e potrebbe mai ricevere dai potenti, ai quali non sempre è nota e non sempre è gradita. Essa non ha bisogno della forza per trovare la via dello spirito umano, né è insegnata dalla voce delle leggi. Sono gli errori che regnano con aiuti estranei e presi a prestito. La verità, se non conquista l’intelligenza con la propria luce, non può farlo con l’aiuto di una forza estranea. »

Tratto da"Lettera sulla tolleranza"

Le opere di Locke cercano di rispondere ai problemi religiosi e di governo dell'epoca, proponendo "la tolleranza religiosa". La Lettera sulla Tolleranza è presto diventata una pietra miliare nel dibattito sulla libertà religiosa e di pensiero in Europa.
Il filo conduttore dell'opera è il tentativo di una fondazione etica e politica della tolleranza, attraverso la definizione delle proprietà e dei diversi campi di influenza di Stato e Chiesa, di Religione e Società. Locke sostiene la necessità di una nuova comprensione del rapporto tra religione e governo, sostenendo la tolleranza per le diverse confessioni cristiane.
Il primo passo per raggiungere tale obiettivo è quello di definire cosa si intenda per Stato e Chiesa.

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