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Gli ultimi messaggi 51

2021-10-10 16:50:32 "La felicità consiste nell'attuazione e nella fruizione perfetta della virtù, in senso assoluto, e non solo relativo. Quando dico in senso relativo alludo a ciò che si ricerca perché è una necessità, mentre quando dico in senso assoluto intendo ciò che è assolutamente bello.
Tutta la vita si divide in due: ozio e occupazione, guerra e pace; anche le azioni tendono alcune a cose necessarie ed utili, altre a cose belle. Nello scegliere queste cose bisogna seguire la guerra solo in vista della pace, l'occupazione in vista dell'ozio, le cose necessarie ed utili per quelle belle"


Passo tratto dal libro "Politica" di Aristotele

Un'opera dedicata all'amministrazione della polis. È suddivisa in otto libri, nei quali il filosofo analizza le realtà politiche a partire dall'organizzazione della famiglia, intesa come nucleo base della società, per passare ai diversi tipi di costituzione. Centrale è il riferimento alla natura: quest'opera contiene la celeberrima definizione dell'uomo quale «animale politico» (in quanto tale portato per natura a unirsi ai propri simili per formare delle comunità) provvisto di logos, utile per trovare confronto con altri uomini.
Lo Stato risponde ai bisogni naturali dell'individuo e, come afferma nelle primissime righe del Libro I, «ogni Stato è una comunità (koinonia) e ogni comunità si costituisce in vista di un bene».
Il «bene» perseguito dallo Stato, in quanto comunità più importante che comprende tutte le altre, è da identificare con quello di cui parla l'Etica Nicomachea.

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2021-10-09 19:06:56 "Chi sostiene un nominalismo privo di contraddizioni, sottolineerà che l’esito predittivo ed esplicativo che ha un vocabolario corpuscolare è irrilevante per il suo rango ontologico, e che, anzi, bisognerebbe abbandonare il concetto di “rango ontologico”.
Ciò significa che chi sostiene un nominalismo privo di contraddizioni non può far valere alcun ordine gerarchico nell’impero dello spirito pensante, ordine che […] corrisponderebbe ad una gerarchia ontologica.
Dal punto di vista nominalistico risultano perciò ridicole le controversie sulle priorità da assegnare alla metafisica o alla fisica, ai techies o ai fuzzies. Lo stesso può dirsi per la distinzione […] tra metafisica e pensiero."


Richard Rorty, tratto dall’intervento “L’essere che può essere compreso è linguaggio”. Per Hans-Georg Gadamer in occasione del suo centesimo compleanno, p. 49, nel libro “L’essere, che può essere compreso, è linguaggio” Omaggio a Hans-Georg Gadamer, il Nuovo Melangolo, Genova

FONTE
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2021-10-09 12:11:17 ⁣#stralciolettura

"Dopo che l’esperienza mi ebbe insegnato come fossero vane e futili tutte quelle cose che capitano così frequentemente nella vita quotidiana; e vedendo che ciò che mi atterriva o che temevo, in sé non avesse niente né di buono né di cattivo se non in quanto l’animo ne veniva scosso, decisi infine di cercare se esistesse qualcosa di veramente buono e che fosse di per sé accessibile, e da cui solo, abbandonati tutti gli altri, l’animo potesse venir affetto; meglio ancora se esistesse qualcosa che, una volta trovato e acquisito, mi facesse godere in eterno di una continua e somma letizia"

Baruch Spinoza, Trattato sull’emendazione dell’intelletto

Il Trattato, di impostazione cartesiana, si pone come obiettivo quello di rimuovere le difficoltà che hanno a lungo impedito all'uomo di conoscere e di raggiungere il vero bene; Spinoza procede perciò a una critica anche metodologica delle inadeguate concezioni etiche tradizionali per sostituirle con una nuova e ben fondata teoria a proposito di ciò che è il vero bene, facendo in modo che essa sia a sua volta supportata da una solida teoria della conoscenza.

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FONTE
https://www.arenaphilosophika.it/baruch-spinoza-la-filosofia-e-letizia/

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2021-10-08 21:31:28 MIGLIORI CANALI TELEGRAM  
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2021-10-08 15:21:25L’essere che può essere compreso, è linguaggio”. […] è insito in questa frase il contenuto di verità del nominalismo e al contempo il contenuto di verità dell’idealismo.
Vorrei definire il “nominalismo” rifacendomi alla tesi secondo la quale fondamentalmente tutte le essenze sono di natura nominale e tutte le necessità sono de dicto. Questa tesi finisce per affermare che nessuna descrizione di oggetti coglie la natura propria dell’oggetto in questione in misura maggiore di una qualunque altra descrizione. Secondo la concezione nominalistica si dovrebbe rinunciare una volta per tutte alla metafora platonica che indica l’esigenza di smembrare la natura seguendone le articolazioni. I metafisici materialisti fanno spesso passare i fautori del nominalismo per rappresentanti di un “idealismo legato al linguaggio”. […]

Il nominalismo tuttavia è una protesta contro ogni tipo di metafisica. Sia Hobbes, sia altri filosofi […], sbagliando ovviamente, hanno connesso il nominalismo con il materialismo, e Quine seguita a porre i due termini in relazione. Ma questi teorici cadono in contraddizione se credono che, mediante le parole che indicano le particelle minime della materia, la natura venga smembrata in un modo in cui non riuscirebbe con altre parole."


[Richard Rorty, tratto dall’intervento “L’essere che può essere compreso è linguaggio”. Per Hans-Georg Gadamer in occasione del suo centesimo compleanno, nel libro “L’essere, che può essere compreso, è linguaggio” Omaggio a Hans-Georg Gadamer

FONTE: https://www.arenaphilosophika.it

Rorty non propone una nuova interpretazione degli "oggetti" filosofici quali Dio, l'Essere, l'Uomo, ma cerca di scrollarsi di dosso un plurisecolare atteggiamento/impostazione filosofici. La sua idea di mente è di uno specchio, cioè la mente rappresenta la realtà. La mente, dal momento che viene insignita di questa facoltà, è stata oggetto di pulitura e riparazione continua per essere il più icastica e veritiera possibile.

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2021-10-07 21:30:50 Pretendi il meglio

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2021-10-07 17:17:12 "Ma sul serio: ormai per mio conto pongo una domanda oziosa: che cosa è meglio, una felicità a buon mercato o delle sofferenze sublimi? Ebbene, che cosa è meglio?"

Plotino

La dottrina di Plotino nasce dalla constatazione che al vivere è essenziale l'unità. Mentre l'artigiano costruisce l'uno a partire dai molti, cioè assemblando più parti tra loro, la natura sembra operare in senso inverso: da un principio semplice fa scaturire il molteplice e chiama "Anima del mondo" (termine filosofico usato dai platonici per indicare la vitalità della natura nella sua totalità, assimilata a un unico organismo vivente), il principio vitale da cui prendono forma le piante, gli animali, e gli esseri umani. La vita, secondo Plotino, non opera assemblando singoli elementi fino ad arrivare agli organismi più evoluti e intelligenti, ma al contrario. Ciò è possibile perché l'Anima discende a sua volta da una superiore unità in cui immediatamente coesistono quelle forme intelligibili (le Idee platoniche), che per il suo tramite diventano le ragioni immanenti e formanti degli organismi. Le Idee devono tuttavia restare in sé trascendenti, espressioni di un medesimo Intelletto o Pensiero autocosciente, che pensandosi si rende oggetto a sé stesso: essere e pensiero formano così un unicum.

"...e, pertanto, si può paragonare l’Uno alla luce, il termine immediatamente seguace al sole e il terzo alla luna che riceve la sua luce dal sole. L’Anima, voglio dire, ha solo uno spirito di accatto il quale colora di luce semplicemente la sua superficie, allorché essa sia spiritualizzata; lo Spirito, al contrario, lo ha come suo proprio: esso non è tuttavia solamente e puramente luce, ma il suo essere è irradiato di luce fin nella sua intima essenza; ma chi gli somministra la luce è un’altra luce, una pura e semplice luce che offre allo spirito la possibilità di essere quello che è."

L' immagine di Plotino la troverete qui
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2021-10-06 21:45:07
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2021-10-05 13:13:22Presocratici

Chi sono?

Sono i filosofi greci anteriori a Socrate. Essi affrontarono inizialmente il problema cosmologico: la natura appare come un tutto vivente, che trae la sua origine da un principio primo; questa natura però presenta due facce autentiche, perché è al contempo essere e divenire, unità e molteplicità, realtà indivisibile e frazionata in atomi, sostanza e legge, sensibilità e ragione.

I maggiori rappresentanti sono:

Talete fissa un elemento unificatore nell'acqua;
Anassimandro nello sforzo di rendere tale elemento più onnicomprensivo, lo identifica nell'ápeiron, l'indeterminato, e avanza una prima ipotesi evoluzionistica (i singoli individui si evolvono dall'ápeiron); 
Anassimene ricerca il principio nell'aria, inteso come spirito vitale, anima per spiegare con esso l'esistenza di tutti gli esseri
Pitagora oppone nella sua teoria dei numeri, il dualismo (numeri pari-dispari, generatori di altre antitesi: limitato-illimitato; uno-molti; maschio-femmina; luce-tenebra, ecc.) e spiega l'esistenza del mondo fisico e morale. Scienza e mistica si legano nel suo insegnamento in stretto nodo e l'ascesa verso la perfezione morale significa una nuova conquista del sapere.
Parmenide mosse la sua critica sia alla filosofia del molteplice sia a quella del divenire segnando la via per giungere alla realtà,all'essere: eliminare dal pensiero ogni irrealtà, il non-essere, per raggiungere l'assoluta esistenza dell'essere, che solo permette di pensare e di raggiungere il vero. Difesero le posizioni di Parmenide i suoi due scolari, Zenone e Melisso, il primo approfondendo la problematica del linguaggio, il secondo sviluppando l'argomento dell'essere nella sua assolutezza sostanziale. 
Eraclito propose tra essere e non-essere uno stadio intermedio, il divenire, asserendo, in opposizione a Parmenide, che l'unità dell'essere ha origine proprio dalla sua molteplicità: l'unità è nel divenire cioè nella fusione dei due opposti, essere e non-essere.

Con il sec. V a. C. la ricerca filosofica si sposta dai due centri iniziali delle isole ioniche e della Magna Grecia ad Atene, mantenendo però il legame con la tematica precedente. Alla ricerca filosofica rimanevano dunque due strade: ammettere che tra il vero degli eleati e l'esperienza concreta (sempre molteplice e temporale) non esiste comunicazione alcuna, oppure tentare una conciliazione tra verità, realtà ed esperienza. 
Empedocle, Filolao e Anassagora si misero decisamente su questa strada:
Empedocle accettò in una certa misura l'eleatismo, ma ne prospettò una soluzione diversa: la diversità della realtà si ricompone in unità nei cicli, che la strutturano. Radici del mondo sono l'acqua, il fuoco, l'etere e la terra o ognuna di esse è una, infinita e immutabile nello spazio e nel tempo. In ogni singolo ente si riscontra una mescolanza di queste radici in porzioni diverse, ma sempre presenti con tutte le loro proprietà. Esse quindi si mantengono "une" pur entrando nella composizione del molteplice.
Filolao sintetizzò i risultati del pensiero filosofico del sec.
egli cercò la soluzione nel "numero" come natura delle cose; allacciandosi alle "radici" empedoclee, egli ipostatizza l'uno nel fuoco, da cui originerebbe tutto il cosmo.
Anassagora rinuncia a una visione onnicomprensiva del cosmo, si svincola dalla ricerca del "principio" e valorizza la ricerca empirica: non le "leggi del ciclo" ma le relazioni complesse che connettono fra loro le cose ci portano a un'autentica comprensione del cosmo. Per arrivare a essa bisogna percorrere tutto il cammino lungo e difficile dell'analisi scientifica. Con Anassagora la ricerca filosofica sulla natura giunge al suo compimento e si inaugura lo studio dell'uomo, cui si sono dedicati i sofisti e Socrate.

In epoca moderna diversi pensatori hanno cercato una chiave interpretativa a tutto il vasto movimento dei presocratici. Fra essi emergono Nietzsche...ma è tutt'altro argomento

#approfondimento #enciclopediafilosofica
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2021-10-04 21:30:17 Incrementa i tuoi contatti @ingresso10k_bot  
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