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⁣ Presocratici Chi sono? Sono i filosofi greci anteriori a | Mondo filosofia

Presocratici

Chi sono?

Sono i filosofi greci anteriori a Socrate. Essi affrontarono inizialmente il problema cosmologico: la natura appare come un tutto vivente, che trae la sua origine da un principio primo; questa natura però presenta due facce autentiche, perché è al contempo essere e divenire, unità e molteplicità, realtà indivisibile e frazionata in atomi, sostanza e legge, sensibilità e ragione.

I maggiori rappresentanti sono:

Talete fissa un elemento unificatore nell'acqua;
Anassimandro nello sforzo di rendere tale elemento più onnicomprensivo, lo identifica nell'ápeiron, l'indeterminato, e avanza una prima ipotesi evoluzionistica (i singoli individui si evolvono dall'ápeiron); 
Anassimene ricerca il principio nell'aria, inteso come spirito vitale, anima per spiegare con esso l'esistenza di tutti gli esseri
Pitagora oppone nella sua teoria dei numeri, il dualismo (numeri pari-dispari, generatori di altre antitesi: limitato-illimitato; uno-molti; maschio-femmina; luce-tenebra, ecc.) e spiega l'esistenza del mondo fisico e morale. Scienza e mistica si legano nel suo insegnamento in stretto nodo e l'ascesa verso la perfezione morale significa una nuova conquista del sapere.
Parmenide mosse la sua critica sia alla filosofia del molteplice sia a quella del divenire segnando la via per giungere alla realtà,all'essere: eliminare dal pensiero ogni irrealtà, il non-essere, per raggiungere l'assoluta esistenza dell'essere, che solo permette di pensare e di raggiungere il vero. Difesero le posizioni di Parmenide i suoi due scolari, Zenone e Melisso, il primo approfondendo la problematica del linguaggio, il secondo sviluppando l'argomento dell'essere nella sua assolutezza sostanziale. 
Eraclito propose tra essere e non-essere uno stadio intermedio, il divenire, asserendo, in opposizione a Parmenide, che l'unità dell'essere ha origine proprio dalla sua molteplicità: l'unità è nel divenire cioè nella fusione dei due opposti, essere e non-essere.

Con il sec. V a. C. la ricerca filosofica si sposta dai due centri iniziali delle isole ioniche e della Magna Grecia ad Atene, mantenendo però il legame con la tematica precedente. Alla ricerca filosofica rimanevano dunque due strade: ammettere che tra il vero degli eleati e l'esperienza concreta (sempre molteplice e temporale) non esiste comunicazione alcuna, oppure tentare una conciliazione tra verità, realtà ed esperienza. 
Empedocle, Filolao e Anassagora si misero decisamente su questa strada:
Empedocle accettò in una certa misura l'eleatismo, ma ne prospettò una soluzione diversa: la diversità della realtà si ricompone in unità nei cicli, che la strutturano. Radici del mondo sono l'acqua, il fuoco, l'etere e la terra o ognuna di esse è una, infinita e immutabile nello spazio e nel tempo. In ogni singolo ente si riscontra una mescolanza di queste radici in porzioni diverse, ma sempre presenti con tutte le loro proprietà. Esse quindi si mantengono "une" pur entrando nella composizione del molteplice.
Filolao sintetizzò i risultati del pensiero filosofico del sec.
egli cercò la soluzione nel "numero" come natura delle cose; allacciandosi alle "radici" empedoclee, egli ipostatizza l'uno nel fuoco, da cui originerebbe tutto il cosmo.
Anassagora rinuncia a una visione onnicomprensiva del cosmo, si svincola dalla ricerca del "principio" e valorizza la ricerca empirica: non le "leggi del ciclo" ma le relazioni complesse che connettono fra loro le cose ci portano a un'autentica comprensione del cosmo. Per arrivare a essa bisogna percorrere tutto il cammino lungo e difficile dell'analisi scientifica. Con Anassagora la ricerca filosofica sulla natura giunge al suo compimento e si inaugura lo studio dell'uomo, cui si sono dedicati i sofisti e Socrate.

In epoca moderna diversi pensatori hanno cercato una chiave interpretativa a tutto il vasto movimento dei presocratici. Fra essi emergono Nietzsche...ma è tutt'altro argomento

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