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Quante volte ci siamo posti tali domande: 'Dio esiste? L'anim | Mondo filosofia

Quante volte ci siamo posti tali domande:
"Dio esiste? L'anima è immortale? Perché a volte facciamo del bene per gli altri e altre volte facciamo il male pur sapendo che è tale? Il destino esiste? Che cos'è la fede?

Wittgenstein con le parole del Tractatus, cerca di chiarire le nostre idee e dubbi

« Le proposizioni e le domande che si sono scritte su cose filosofiche sono per la maggior parte non false, ma insensate. Perciò a domande di questa specie non possiamo affatto rispondere, ma possiamo solo constatare la loro insensatezza. Le domande e le proposizioni dei filosofi si fondano per la maggior parte sul fatto che non comprendiamo la logica del linguaggio. Né meraviglia che i problemi più profondi non siano problemi. La proposizione rappresenta il sussistere e non sussistere di stati di cose. La totalità delle proposizioni vere è la scienza naturale tutta (o la totalità delle scienze naturali). La filosofia non è una delle scienze naturali. Il compito della filosofia è quello di mostrare quando il linguaggio esprime un senso e quando un nonsenso. Lo scopo della filosofia è il rischiaramento logico dei pensieri. La filosofia è non una dottrina, ma un'attività."

Tutto il senso del libro si potrebbe riassumente nelle parole:
"Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.
Il libro vuole, dunque, tracciare al pensiero un limite, o piuttosto – non al pensiero stesso, ma all'espressione del pensiero: Ché, per tracciare un limite al pensiero, noi dovremmo poter pensare ambo i lati di questo limite (dovremmo, dunque, poter pensare quel che pensare non si può). Il limite non potrà, dunque, venire tracciato che nel linguaggio, e ciò che è oltre il limite non sarà che nonsenso. […] Invece, la verità dei pensieri qui comunicati mi sembra intangibile ed irreversibile. Io ritengo, dunque, d'avere definitivamente risolto nell'essenziale i problemi. E, se qui non erro, il valore di quest’opera consiste allora, in secondo luogo, nel mostrare a quanto poco valga l'essere questi problemi risolti.
» 

« Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi; dunque, proposizioni della scienza naturale – dunque qualcosa che con la filosofia nulla ha da fare –, e poi ogni volta che altri voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. Questo metodo sarebbe insoddisfacente per l'altro – egli non avrebbe il senso che gli insegniamo filosofia –, eppure esso sarebbe l'unico rigorosamente corretto. »

 Per Wittgenstein, quindi, le nostre domande non hanno senso perché si riferiscono a termini con i quali le questioni vengono poste, i quali non hanno «significato alcuno». Come Dio, anima, bene, dovere, libertà, ecc.

 "Le mie proposizioni illuminano così: Colui che mi comprende , infine le riconosce insensate, se è salito per esse – su esse – oltre esse. (Egli deve, per così dire, gettar via la scala dopo che v’è salito). Egli deve superare queste proposizioni; allora vede rettamente il mondo. »

  Conclusioni

« Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere. » "

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