2022-02-27 09:52:32
La Riflessione
CRISI UCRAINA: IL RUOLO FONDAMENTALE DELL'IGNORANZA
L'ignoranza, signori, l'arma che nessuna spia può intercettare e tracciare e che nessun bunker può nascondere, sarà origine e conclusione finale del conflitto ucraino.
Nella scorsa settimana si è molto detto e scritto sulla versione di Vladimir Putin della storia ucraina, e sul suo rifiuto verso il diritto ucraino all'autodeterminazione.
Molti in Occidente, giornalisti compresi, hanno ridicolizzato l'affermazione di Putin, ma l'ignoranza era in realtà più loro che sua.
L'Ucraina è indiscutibilmente stata parte della Russia per secoli, e le due sono concretamente legate da intrecci di carattere etnico, religioso e culturale.
Tutto ciò tenendo anche conto del fatto che molti di coloro che hanno riso dello storicismo di Putin, non sono in grado di discutere l'interpretazione della storia russa da parte di un leader russo.
Ripercorrendo rapidamente, ma con attenzione, i fatti è In effetti possibile sostenere che l'imperialismo della Russia post-sovietica è stato innescato dall'ignoranza di una successione di leader americani.
E allora, ripartiamo da circa 30 anni fa, quando uno sprovveduto
James Baker, segretario di stato USA dell'amministrazione
Bush, probabilmente abbagliato dall'euforia della storia che ha seguito la dissoluzione dell'URSS, scrisse:
«I leader della NATO dovrebbero redigere una chiara tabella di marcia per espandere l'alleanza verso est per includere gli stati dell'Europa centrale e orientale e l'ex Unione Sovietica, specialmente una Russia democratica.» (Los Angeles Times, 5 dicembre 1993
- «Espandersi a est: una nuova NATO»)
La dichiarazione di Baker rifletteva l'impressione occidentale che la Russia si fosse ormai ridotta a una potenza post-imperiale come la Francia, e che Mosca potesse quindi essere persuasa a «unirsi» all'Occidente, come disse Baker.
Un eufemismo che risulto probabilmente poco gradito agli occhi dei russi e in particolare di quei russi come Putin.
Se fossero stati meno ignoranti, i leader occidentali si sarebbero resi conto immediatamente che la Russia, qualunque fosse la sua condizione interna, non poteva (e tantomeno ora può) essere messa da parte, dato che rimaneva e tuttora rimane, il paese più esteso del mondo, più fornito di qualsiasi altro di risorse naturali, e oltretutto armato fino ai denti.
Shimon Peres, primo ministro israeliano, lo aveva capito e perciò insistette affinché il ministro degli esteri russo
Andrei Kozyrev partecipasse alla cerimonia della firma degli accordi di Oslo nel 1993.
Al contrario,
Bill Clinton non volle capirlo quando cercò, fallendo miseramente, di mediare accordi di pace in Medio Oriente senza tener conto della Russia.
Anche
George W. Bush non ha capito o non ha voluto mai capire, il posto della Russia nel mondo, e così ha risposto agli attacchi dell'11 settembre invadendo l'Afghanistan con la NATO, ignorando la sensibilità di quel teatro, e la sua vicinanza, alla Russia.
Quella stessa ignoranza gli ha fatto inquadrare l'attacco islamista come un
assalto all'Occidente, invece di identificarlo come un
assalto a tutti i non-musulmani, cosa che sarebbe sta resa evidente da una eventuale risposta congiunta russo-americana.
Analogo malinteso è emerso nella primavera del 2008, quando
Bush affermò che la Georgia e l'Ucraina avrebbero dovuto unirsi alla NATO nonostante la resistenza russa, una dichiarazione oltremodo provocatoria che ha portato la Russia a invadere il suo vicino meridionale solo quattro mesi dopo.
L'ignoranza del posto della Russia nel mondo è culminata durante la presidenza
Obama, quando la NATO ha bombardato la Libia senza tener conto del ruolo veterano della Russia in quella terra. Se
Barack Obama fosse stato preparato alla risposta della Russia - un'effettiva presa della Siria - sarebbe stata una cosa, ma la risposta di Obama alla risposta della Russia è stata quella di fuggire dalla scena e abbandonare la Siria ai dispositivi di Mosca.
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