2022-04-26 02:46:13
Attualità
SINISTRA ITALIANA PIU' DIVISA CHE MAI. LETTA ASPRAMENTE CRITICATO DAL CORTEO
Due anni di procurata pandemia (e danni di accertata correlazione) e ora i deleteri effetti della «partecipazione italica» alla guerra in Ucraina, non sono ancora sufficienti a liberare il popolo italiano dai
neoschiavisti dell'élite globalista, ma
si stanno senza dubbio rivelando utili per un crescente
risveglio delle coscienze di milioni di italiani, sempre più consapevoli delle
trame abilmente ordite in trent'anni di UE e oltre settanta di NATO, dai loro "oscuri burattinai" e portate avanti dai rispettivi servitori.
Così, proprio oggi, nel giorno della festività riservata alle celebrazioni per la liberazione dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista, numerosi dei partecipanti ai cortei che sfilavano a Milano, hanno accolto il segretario del
PD, nonché uomo dei
Bilderberg e del
WEF,
Enrico Letta gridando slogan come
«Letta servo della NATO» e
«Fuori i servizi della NATO dal corteo»
Ai cronisti che gli hanno chiesto di commentare le critiche ricevute, Letta ha risposto :
«La costituzione, l'antifascismo sono casa nostra».
In una sola frase, tutta la scandalosa ipocrisia di questo personaggio, che desideriamo ricordare, nell'ultimo anno, alla guida del PD, ha
avallato incondizionatamente gli abusi e soprusi commessi dal governo di Mario Draghi, che ha
letteralmente calpestato diritti e Costituzione, instaurando un autentico regime totalitario.
L'ipocrita, non ha poi perso l'ennesima occasione per riempirsi la bocca di frasi come
«Il 25 aprile è la festa dell'unità del Paese contro tutti i fascismi»,
«C'è voglia di lottare per il popolo ucraino contro l'invasore» e soprattutto
«Conta l'unità».
Avete capito bene signori,
«conta l'unità», lo dice l'uomo che si è distinto in particolare modo per
fomentare e sostenere la più profonda profonda spaccatura del secondo dopoguerra all'interno del popolo italiano, strumentalizzando una pericolosissima terapia genica, peraltro sperimentale, per
fomentare discriminazione e odio tra gli stessi italiani.
L'uomo che
ha sostenuto e continua a sostenere decreti e leggi che ancora oggi stanno privando milioni di italiani della propria dignità e del diritto al lavoro.
L'uomo che
ha sostenuto le recenti leggi che discriminano anche il diritto a esprimere liberamente in piazza il proprio pensiero,
quando questo non incontra il gradimento della classe dirigente; l'uomo che assieme ad altri degni «compari»
ha giustificato il divieto agli italiani di sfilare al centro delle città per manifestare il dissenso contro le ingiustificabili restrizioni introdotte per imporre agli italiani, con un obbligo surrettizio, l'inoculazione di farmaci sperimentali; lo stesso uomo che
ha giustificato le vili, ignobili e violente azioni ordinate dal governo per reprimere pacifiche e sacrosante manifestazioni come quelle di Trieste, e di altre città italiane.
L'uomo che ordina al suo partito di approvare manovre che
non riservano i necessari investimenti in scuola e sanità, ma
ne riservano invece per comprare armi.
Quell'uomo, Enrico Letta, oggi ha trovato l'ipocrisia di dichiarare che:
«La resistenza è fondamentale per la nostra storia e per il nostro presente per resistere alla violenza».
Che gli italiani dunque facciano tesoro delle odierne dichiarazioni di Letta. Che si alzino dalle loro poltrone e si riversino nelle strade, oggi, domani e
tutte le volte che l'unità del popolo italiano, la nostra Costituzione, i nostri diritti,la nostra democrazia, vengono e verranno aggrediti, esattamente come è successo negli ultimi due anni e come sta continuando ad accadere.
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