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Fabio Fazio si incula da solo con un sofisticato sistema di specchi e leve

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Logo del canale telegramma phazyo - Fabio Fazio si incula da solo con un sofisticato sistema di specchi e leve
Indirizzo del canale: @phazyo
Categorie: Notizie
Lingua: Italiano
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Descrizione dal canale

Aggiornamenti Rai

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2024-08-29 22:49:10
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2024-07-09 22:23:45 "ELEAZAR, GUARDATEVI ATTORNO. QUESTA TERRA NON È VOSTRA. DOVE DOVREBBERO ANDARE I GRECI E GLI ARAMEI E I PUNICI, I CUI PADRI E PADRI DEI PADRI HANNO GETTATO FONDAMENTA IN QUESTE CITTÀ, E CHE NON HANNO ALTRI LUOGHI CHE POSSANO CHIAMARE CASA? I ROMANI DOVREBBERO SCACCIARLI, PERCHÉ TU RITIENI CHE LA TERRA SIA CONTAMINATA DALLA LORO PRESENZA? COSA RENDE LA TERRA VOSTRA, ELEAZAR?"
"LA TERRA È NOSTRA PERCHÉ SIAMO SEMPRE STATI QUI. NOI ERAVAMI QUI PRIMA DEI ROMANI. E SAREMO QUI QUANDO I ROMANI SE NE SARANNO ANDATI."
"NO, AMICO MIO, NON SIETE SEMPRE STATI QUI. E A DIRLO NON È FLAVIO SILVA, MA QUESTO."
SILVA SOLLEVÒ IN ALTO IL ROTOLO. ELEAZAR STORSE IL NASO CON ALTERIGIA.
"PER QUANTO LE PAROLE SIANO DIVERSE E POSSANO NON PIACERTI, QUESTA È LA STESSA TORAH CHE VENERANO GLI ZELOTI. E SAI COSA DICE?"
"DIMMI, ROMANO. SPIEGAMI LA MIA TORAH."
"QUESTA TERRA È STATA CONQUISTATA DAI VOSTRI ANTENATI IN UN FIUME DI SANGUE. AVETE STERMINATO OGNI DONNA, UOMO E BAMBINO DEI CANANEI, CHE LA ABITAVANO PRIMA DI VOI, E CANCELLATO IL LORO SEME. LE CITTÀ DEL SUD, GAZA, ASCALONA E ASHDOD, LE AVETE SOTTRATTE AI FILISTEI E AGLI ANACHITI, QUELLE DEL NORD AGLI AMORREI. E DAVIDE HA RASO AL SUOLO LA CAPITALE DEI GEBUSEI, AFFINCHÉ VI POTESSE SORGERE IL VOSTRO TEMPIO. NON SIETE SEMPRE STATI QUI. UN GIORNO NON CI SARETE PIÙ, E QUALCUN ALTRO PASCOLERÀ IN QUESTE TERRE E VI CRESCERÀ I PROPRI FIGLI."
"CERTO CHE ABBIAMO CONQUISTATO LA NOSTRA TERRA. MA NON PER CAPRICCIO. NON PER AVIDITÀ. È STATO IAUE AD ORDINARCI DI CONQUISTARLA, E NOI NON AVREMMO POTUTO RIFIUTARCI. EGLI CI HA DATO LA VITTORIA PERCHÉ È SIGNORE DEGLI ESERCITI."
"IO VEDO UN SOLO ESERCITO IN GIUDEA OGGI, ELEAZAR, E NON È QUELLO DI IAUE."
ELEAZAR SORRISE, LACONICO.
"SE MORIREMO STASERA, ROMANO, SARÀ STATO PER VOLONTÀ DI IAUE. PERCHÉ CI PREFERISCE MORTI PIUTTOSTO CHE SCHIAVI. E MORIREMO FELICI. MA SE TU MORIRAI, SARAI FELICE? SARAI FELICE DI MORIRE LONTANO DA CASA, SENZA SAPERE COSA VUOLE IL TUO DIO DA TE?"
SILVA NON RISPOSE, STRINSE LE LABBRA E FISSÒ ELEAZAR.
"È UNO SPRECO. UN TREMENDO SPRECO DI ESSERI UMANI."
ELEAZAR SI ALZÒ IN PIEDI.
"ORA ANDATE, ROMANI. LE TRATTATIVE SONO TERMINATE."
SILVA RACCOLSE L'ELMO, SALUTÒ, E SI AVVIÒ VERSO L'USCITA INSIEME AGLI ATTENDENTI, MENTRE LA FOLLA DEGLI ZELOTI SI DISPERDEVA, E LE GUARDIE RIPRENDEVANO IL LORO POSTO SUI TORRIONI.
UNA VOLTA FUORI DALLE MURA SI VOLTÒ INDIETRO, A PASSARE IN RASSEGNA I VOLTI EMACIATI DEGLI EBREI DI MASADA, LO SGUARDO DI SFIDA DI ELEAZAR, CHE SI ACCAREZZAVA LA BARBA BIANCA. POI I CANCELLI SI CHIUSERO.
"DOMINE, LA COSA PEGGIORE," BORBOTTÒ IL SUO ATTENDENTE, "È CHE INSIEME AI FANATICI MORIRANNO ANCHE DONNE E BAMBINI."
"NON È LA COSA PEGGIORE, QUINTO," RISPOSE SILVA INCAMMINANDOSI VERSO IL CASTRUM, "LA COSA PEGGIORE È CHE POTREBBERO AVER RAGIONE."
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2024-07-09 22:23:44 QUANDO NEL TARDO POMERIGGIO L'ETERNA CANICOLA DEL DESERTO LASCIAVA SPAZIO A UNA BREZZA DECISA, CHE SPAZZAVA LA POLVERE DELL'ALTIPIANO, ALLORA GLI AVVOLTOI SI ALZAVANO IN VOLO E PLANAVANO IN CERCHIO SOPRA LA FORTEZZA. E CHI, SENTENDOSI COPRIRE DALL'OMBRA, VOLGEVA LO SGUARDO IN ALTO VERSO I GRANDI UCCELLI SAPROFAGI, VIVEVA UN RAPIDO, EFFIMERO ISTANTE DI CONSAPEVOLEZZA.
DENTRO LE MURA SI ERA CONCENTRATO UN ACCROCCHIO DI CURIOSI, DISPOSTO IN CERCHI CONCENTRICI: DONNE INTENTE AD ALLATTARE E ANZIANI ALL'ESTERNO, POI UOMINI VESTITI DI STRACCI E COI PUGNALI ALLA CINTOLA, E AL CENTRO, SEDUTI NELLA POLVERE, UN LEGATO ROMANO E I SUOI ATTENDENTI, E IL COMANDANTE IN CAPO DEGLI ZELOTI DI MASADA.
"ELEAZAR, LE TUE VEDETTE HANNO VISTO CHE LA RAMPA È TERMINATA, E STANOTTE I MIEI UOMINI VI CONDURRANNO UNA TORRE D'ASSEDIO FINO ALLA FORTEZZA. QUANDO LA TORRE GIUNGERÀ A RIDOSSO DELLE MURA, SARÀ SOLO QUESTIONE DI TEMPO."
IL VECCHIO ZELOTA NON BATTÈ CIGLIO, E SI LIMITÒ E PASSARE LA LINGUA SULLE LABBRA SECCHE.
"ORDINERAI DI APRIRE I CANCELLI. CHI HA UCCISO CITTADINI ROMANI SARÀ TRASFERITO A CESAREA PER ESSERE GIUDICATO. TU VERRAI A ROMA CON ME. HAI COMBATTUTO CON ONORE, E NE SARÀ TENUTO CONTO. GLI ALTRI, TUTTI GLI ALTRI, SONO LIBERI. QUESTE SONO LE MIE CONDIZIONI. SONO GENEROSE, E CREDO CHE DOVRESTI ACCETTARLE."
ELEAZAR DRIZZÒ IL COLLO LENTAMENTE, COME SE SI STESSE RISVEGLIANDO DA UN LUNGO SONNO. E PARLÒ ANCORA PIÙ PIANO, NEL TONO DI CHI STA ANCORA DORMENDO.
"I MIEI CONSIGLIERI HANNO INSISTITO PERCHÉ PARLASSI CON TE, ED HO ACCONSENTITO. MA È SACRILEGO TRATTARE CON CHI PROFANA IL TEMPIO, CON CHI CI COSTRINGE ALL'IDOLATRIA, A VENERARE I RE NELLA MANIERA DEI GENTILI. ORA PROMETTI CHE LASCERAI LIBERI I MIEI UOMINI? MA C'È UN SOLO MODO IN CUI IL MIO POPOLO PUÒ ESSERE LIBERO. RADUNA LE TUE LEGIONI E RIPORTALE DI LÀ DEL MARE. QUESTE SONO LE CONDIZIONI DI ISRAELE."
FLAVIO SILVA ANNUÌ, SOSPIRANDO, MENTRE GLI ZELOTI MORMORAVANO IN SEGNO DI APPROVAZIONE.
"ROMA NON VI HA TOLTO ALCUNA LIBERTÀ, ELEAZAR, CHE NON FOSSE QUELLA DI VIVERE COME BARBARI. LA LIBERTÀ CHE DESIDERI È FORSE QUELLA DI LAPIDARE LE DONNE IN PUBBLICO, DI SACRIFICARE I VOSTRI FIGLI ALL'ALTARE DELLA LEGGE MOSAICA, DI SCANNARVI TRA VOI PER CHI DEBBA AMMINISTRARE IL TEMPIO? SONO MORTI PIÙ EBREI PER MANO DI ALTRI EBREI, DA QUANDO LA GUERRA È INIZIATA, CHE PER LE ARMI DEI ROMANI."
ELEAZAR SCOSSE PIANO LA TESTA.
"NON PRETENDO CHE TU LO CAPISCA, ROMANO, PERCHÉ VIENI DA UN ALTRO MONDO. NEL TUO MONDO PER DECIDERE COSA È GIUSTO E COSA È SBAGLIATO GLI UOMINI PARLANO A LUNGO TRA LORO, CERCANDO DI CONFONDERSI A VICENDA, E CHI PIÙ RIESCE A CONFONDERE GLI ALTRI, COSTUI DICE IL GIUSTO, ED È LEGGE. NEL MIO MONDO LA LEGGE VIENE DA IAUE, LA LEGGE DI IAUE STABILISCE COSA È GIUSTO E COSA NON LO È, E DI FRONTE ALLA SUA LEGGE TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI. ED IL NOSTRO POPOLO È IL PREDILETTO DA IAUE PERCHÉ SI È SOTTOMESSO ALLA SUA LEGGE. MA TU NON PUOI CAPIRE."
"CREDO DI CAPIRE, INVECE. MEGLIO DI QUANTO TU PENSI."
SILVA INFILÒ LE DITA TRA LE PIEGHE DELLA TOGA, E NE ESTRASSE UN ROTOLO DI PAPIRO.
"DI COSA SI TRATTA?"
"IL VOSTRO LIBRO SACRO, TRADOTTO DAGLI EBREI DI ALESSANDRIA TRECENTO ANNI FA."
UN CLAMORE SI SOLLEVÒ TRA GLI ZELOTI, ED ELEAZAR SPUTÒ IN TERRA.
"È QUESTO DUNQUE L'ONORE CON CUI VINCONO I ROMANI? CONTAMINANDO GLI ELETTI DI IAUE CON LA TORAH ABBAIATA DAI CANI?"
"DAI CANI? SONO I VOSTRI SADDUCEI A DIRE CHE IAUE PARLA IN GRECO."
"LO SAPPIAMO COSA DICONO I SADDUCEI. I SADDUCEI MUOVONO LE LABBRA, MA È CESARE CHE PRONUNCIA LE PAROLE, E IL TEMPIO È IMPURO DI CONSEGUENZA. NON CI SARÀ PIÙ SHEKINAH NEL TEMPIO FINCHÉ L'IMPURITÀ RIMANE. È NECESSARIO CHE IL TEMPIO SIA DISTRUTTO, AFFINCHÉ LA TERRA SIA PURIFICATA..."
UN ATTENDENTE DI SILVA PROVÒ A DIRE QUALCOSA, MA IL LEGATO GLI FECE SEGNO DI DESISTERE.
"... E IL TERZO TEMPIO POTRÀ ESSERE COSTRUITO SOLO UNA VOLTA CHE LA TERRA SARÀ DI NUOVO PURA, CIOÈ QUANDO NON CI SARANNO STRANIERI A CALPESTARLA. QUANDO LA NOSTRA TERRA SARÀ SOLO DEI FIGLI DI ISRAELE, ALLORA POTREMO RICOSTRUIRE IL TEMPIO, E LA SHEKINAH DI IAUE TORNERÀ AD ABITARLO."
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2024-06-16 23:20:28 C’ERA UNA VOLTA, NEL FOLTO DEL VATICANO, LA CASETTA DEI PAPI.
DENTRO CI VIVEVANO PAPA WOJTYLA, PAPA RATZINGER E PAPA FRANCESCO, E QUEL GIORNO ERANO TUTTI INTENTI A FARE QUALCOSA:
PAPA WOJTYLA STAVA LEGGENDO IL GIORNALE, PAPA RATZINGER STAVA PREPARANDO LA KAISERSCHNITZL PER IL PRANZO E PAPA FRANCESCO STAVA PALLEGGIANDO IN CORTILE CON LA MAGLIETTA DI MESSI.
AD UN CERTO PUNTO PAPA RATZINGER ESCLAMÒ:
"SCHNITZL ESSERE PRONTA, JA!"
TUTTI SI SEDETTERO A TAVOLA E TAGLIARONO UNA FETTINA DI SCHNITZL, MA NON APPENA L’ASSAGGIARONO SI ACCORSERO SUBITO CHE ERA ANCORA TROPPO BOLLENTE PER ESSERE MANGIATA.
"MENTRE ASPETTIAMO CHE LA KAISERSCHNITZL SI RAFFREDDI, FAREMO UN BEL GIRO SULLA SALARIA!" DISSE PAPA WOJTYLA.
COSÌ I TRE PAPI USCIRONO DI CASA DIMENTICANDOSI DI CHIUDERE A CHIAVE LA PORTA.
POCO DOPO, ARRIVÒ DAVANTI LA LORO CASA UN OMOSESSUALE DI NOME SAVERIO.
SAVERIO BUSSÒ ALLA PORTA, MA NON RICEVENDO RISPOSTA E VEDENDO CHE LA PORTA ERA APERTA, DECISE DI ENTRARE A CURIOSARE UN PO’.
SENTÌ SUBITO UN PROFUMO DELIZIOSO NELL’ARIA E VIDE SUL TAVOLO LE TRE KAISERCHNITZL. PENSÒ CHE, IN QUANTO VEGANO, SAREBBE STATO OGGETTO DI BIASIMO DA PARTE DEI SUOI COMPAGNI NELLA COMUNITÀ LGBTQ SE LO AVESSERO VISTO. MA DATO CHE IN QUEL MOMENTO POTEVA VEDERLO SOLO DIO (CHE GIÀ CE L'AVEVA CON LUI PER ALTRI MOTIVI) DECISE DI APPROFITTARNE.
TAGLIÒ UNA FETTINA DI SCHNITZL DAL PIATTO PIÙ GRANDE, MA SI ACCORSE SUBITO CHE ERA TROPPO BOLLENTE PER I SUOI GUSTI, COSÌ ASSAGGIÒ QUELLA NEL PIATTO MEDIO, CHE INVECE ERA TROPPO FREDDA. INFINE PRESE LA SCHNITZL PIÙ PICCOLINA E, SICCOME ERA PERFETTA, LA MANGIÒ TUTTA.
SAVERIO, SENTENDO LE BUDELLA PIENE PER TUTTA QUELLA SCHNITZL, SI PRECIPITÒ AL CESSO PER CAGARE. NEL BAGNO C'ERANO TRE WATER DI DIMENSIONI DIFFERENTI. SAVERIO PROVÒ AD ACCOCCOLARSI SU QUELLO PIÙ GRANDE, MA AVEVA IL CULO TROPPO PICCOLO PER LA TAZZA. STESSO DISCORSO PER QUELLO DI DIMENSIONI INTERMEDIE. ALLA FINE SI SEDETTE SU QUELLO PIÙ PICCOLO, CHE ERA DELLE DIMENSIONI CORRETTE, E MOLLÒ CINQUE ETTI DI SQUARONE DI PRIMISSIMA QUALITÀ.
STANCO PER LA LUNGA GIORNATA, SAVERIO DECISE DI SALIRE A RIPOSARSI AL PIANO DI SOPRA, DOVE SI TROVAVA LA CAMERA DA LETTO.
SI SDRAIÒ SUL PRIMO LETTO, MA PUZZAVA DI AMUCHINA. ALLORA PROVÒ IL LETTO MEDIO, MA IL MATERASSO ERA FATTO DI CHIODI. INFINE SI SDRAIÒ SUL LETTO PIÙ IN FONDO, CHE ERA COMODISSIMO, E SI ADDORMENTÒ.
I TRE PAPI FINALMENTE TORNARONO DAL LORO GIRO SULLA SALARIA E CON SORPRESA TROVARONO LA PORTA DI CASA APERTA. TEMENDO UN FURTO DA PARTE DEI ROM, ENTRARONO CIRCOSPETTI TENENDO LE PISTOLE A PORTATA DI MANO.
UNA VOLTA IN SALA DA PRANZO, WOJTYLA ESCLAMÒ: "CHI HA ASSAGGIATO LA MIA SCHNITZL?!". E RATZINGER A SUA VOLTA ESCLAMÒ: "CHI ASAGIATO MIA SCHNITZL, JA???". MENTRE PAPA FRANCESCO TUTTO SCOCCIATO ESCLAMÒ: "MA PUTA LA MADONA BOQUINERA ME HANO MANGIATO TODA LA MI COTOLETA DIOS PERRO DE L'INFIERNO REGGAETON!"
POI PAPA WOJTYLA VEDENDO CHE LA LUCE DEL BAGNO ERA RIMASTA ACCESA ANDÒ A CONTROLLARE ED ESCLAMÒ: "CHI SI È SEDUTO SUL MIO WATER?" E PAPA RATZINGER: "CHI SEDERE SUL MIO, JA??!" E PAPA FRANCESCO: "MA DIO GORDITO MAIAL PENDEJO DEL PUERCO QUA CE HANNO CAGATO LA MUERTE E NO HANO GNANCO TIRATO LO ESCIACQUON CRISTO EMPANADO DEL CABRON MALDITO."
I TRE PAPI DECISERO DI ANDARE AL PIANO DI SOPRA, DA DOVE SENTIVANO ARRIVARE UN SONORO RUSSARE…
PAPA WOJTYLA, VEDENDO IL SUO LETTO TUTTO SOTTOSOPRA, ESCLAMÒ: "CHI HA DORMITO NEL MIO LETTO?!" E PAPA RATZINGER: "CHI HA TORMITEN NEL MIO LETO, JA!" E PAPA FRANCESCO: "MA DI QUE POLLA VE ESTADE A LAMENTAR CHE NEL MIO LETTO ESTÀ UN FROCIO!"
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2024-06-14 10:45:21 L'ULTIMA PRINGLES RIMASTA NEL TUBETTO CHE MI GUARDA COME ALFREDINO RAMPI DAL FONDO DEL POZZO
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2024-06-09 14:51:26 È PIENA NOTTE E PAPA FRANCESCO SI PRESENTA IN PANDA DAVANTI AL SEMINARIO SUONANDO IL CLACSON ALL'IMPAZZATA.
"AHORA BASTA CON TODA ESTA FROCHAGINE! SCENDETE QUE VE ENSEÑO YO COMO SE REMORCHIA LA PASSERA!"
BERGOGLIO PORTA I SEMINARISTI IN DISCOTECA, ORDINA DUE O TRE GIRI DI VECCHIA ROMAGNA E POI SI SIEDE IN DISPARTE CON GLI IMBERBI CUCCIOLI DI PRESBITERO.
"TU!" ESCLAMA PUNTANDO IL DITO, "LA VEDI QUELA PERRA ROJA GORDITA CON LAS TETAS MAMARIAS AL BANCONE? AHORA VAI LÀ E FAI VER AL PAPA TUO COMO LE SOMINISTRI A LA EUCARISTIA DE LA POLLA!"
INCORAGGIATO DA UNA PREPOTENTE PACCA SULLA SPALLA DA PARTE DEL PONTEFICE, IL SEMINARISTA SI AVVIA TITUBANTE VERSO LA PROCACE SIGNORINA.
PROVA A SCAMBIARE QUALCHE PAROLA, MA VIENE PRONTAMENTE RINTUZZATO.
PAPA FRANCESCO SCUOTE LA TESTA.
"AHORA... OSERVATE ATTENTAMENTE COMO HACES... EL PROFESIONISTA."
BERGOGLIO RAGGIUNGE IL BANCONE.
"BARISTA... UNA JOSÈ CUERVO DOPPIA PARA MI Y UNA... MORETTI LIGHT... PARA ESTA NIÑITA..."
"MORETTI LIGHT? SE DEVI OFFRIRMI DA BERE FALLO PER DAVVERO! MA PER CHI MI HAI PRESO, NONNO?"
"TE HO PRESO POR LO QUE CHE ERES... UNA NIÑA TRISTE... QUE IMMAGINA DE SER PUTA... LA MISMA NIÑA QUE ASPETTAVA A SU PADRE DESCALZA DAVANTI A LA PUERTA DE CASA... CON OJOS GRANDES Y LOS CAPELOS AL VIENTO... QUE ASPETAVA... INUTILMENTE..."
LA DONNA RIMANE IMMOBILE, LE LABBRA SEMICHIUSE, MENTRE BERGOGLIO TRACANNA NONCURANTE LA SUA JOSÈ CUERVO.
"GRAZIE... DELLA BIRRA..." MORMORA LEI IPNOTIZZATA, MENTRE ALLA RADIO ESORDISCE UN SENSUALE TANGO.
"GUSTARIA UN BAILE?" DOMANDA BERGOGLIO TENDENDO IL BRACCIO.
LA GIOVANE ANNUISCE.
PAPA FRANCESCO LA TRASCINA SULLA PISTA E DIPINGE CON IL SUO CORPO UN CAPOLAVORO DI MOVIMENTI: I CAPELLI VERMIGLI DELLA RAGAZZA VORTICANO SENZA SOSTA, LE GAMBE SI ATTORCIGLIANO, I SENI SUDATI RIMBALZANO AD OGNI ACROBATICO PASSO DEL SEDUCENTE TANGUERO VATICANO, IL TUTTO SOTTO LO SGUARDO ATTONITO DEI SEMINARISTI.
QUANDO LA MUSICA TACE LA RAGAZZA SI ACCASCIA ESAUSTA, SORSEGGIANDO CON FARE LANGUIDO LA SUA MORETTI.
"SAI... VIVO QUA VICINO... DA SOLA..."
BERGOGLIO SCUOTE LA TESTA.
"NO SOY LO QUE ESTÁS CERCANDO. LO QUE CHE CERCHI ES UN FUEGO DE PAGLIA, UN PALIATIVO A LA MONOTONÍA DEI TUOI MILLE GIORNI... UNO EXACTAMENTE IGUAL A OTRO. LO QUE CERCHI ES LA ESPERANZA DE PODERTE SENTIR DIFERENTE. L'ILLUSIONE DE SER UN OTRA PERSONA. PERO ESO NON LO TROVERAI EN MÍ. VAI A CASA. CHIAMA A TU MADRE. NO TE SENTE DA MESI. BUTTA QUEL VELENO NEL CESO, E TIRA A LO SCIACQUONE. VIVES. PORQUE TU PUEDES ANCORA DECIDIR DE VIVERE, ISABELLA."
LA DONNA SI AVVICINA A BERGOGLIO, GLI PRENDE IL VOLTO TRA LE MANI E LO BACIA APPASSIONATAMENTE PER DIVERSI SECONDI. POI RACCOGLIE LA BORSETTA E CON LE LACRIME AGLI OCCHI ESCE VELOCE DALLA DISCOTECA.
PAPA FRANCESCO TORNA DAI SEMINARISTI.
"SANTO PADRE, MA... ALLA FINE NON HA FATTO L'AMORE CON QUELLA FEMMINA!"
PAPA FRANCESCO LO PRENDE SOTTOBRACCIO.
"NIÑO MIO," RISPONDE IL PONTEFICE CON VOCE SAGGIA, "NO LO SABES? ESCOBAR A LE DONNE ES EL MAXIMO DELLA FROCHAGINE. LA VERA PASSERA? SONO GLI AMICI CHE CI FACCIAMO LUNGO LA STRADA."
I SEMINARISTI SORRIDONO CON GLI OCCHI LUCIDI COME GLI HOBBIT ALLA FINE DEL RITORNO DEL RE.
"E AHORA TROVIAMO UN ASILO... QUE CON TUTTI ESTI SENTIMIENTI MI È VENUTA VOGLIE DI ESVUOTAR LE PALLE!"
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2024-06-09 13:59:52
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2024-06-06 01:20:37 PAPA FRANCESCO VA A FARE UN GIRO PER ROMA INSIEME AI CARDINALI E PER CASO SI TROVANO IN MEZZO AD UN GAY PRIDE.
UNO DEI MANIFESTANTI PORTA UN GROSSO PAPPAGALLO APPOLLAIATO SULLA SPALLA, FATTO CHE SUSCITA LA CURIOSITÀ DI UNO DEI CARDINALI PIÙ GIOVANI.
"SANTO PADRE, SCUSI," DOMANDA A BERGOGLIO, "MA QUELLO CHE STRANO ANIMALE È?"
"NON LO VEDI?" RIBATTE STUPITO IL PONTEFICE,
"È UN FROCIO."
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2024-06-03 01:01:20 PER SVECCHIARE I CARDINALI E FARLI DIVERTIRE UN PO' PAPA FRANCESCO DECIDE DI PORTARLI ALLO ZOO.
"QUESTI SONO I LEONI " SPIEGA LA GUIDA.
I CARDINALI A BOCCA APERTA SI METTONO A FARE LE FOTO AI LEONI CON L'IPHONE.
"QUESTI SONO GLI ELEFANTI".
I CARDINALI UNO DOPO L'ALTRO COMPRANO LE NOCCIOLINE PER DAR DA MANGIARE AGLI ELEFANTI DIRETTAMENTE DALLA MANO. SONO FELICISSIMI.
"QUESTI SONO I COCCODRILLI".
E COSÌ VIA.
"ECCOCI, SIAMO ARRIVATI ALLA FINE!" DICHIARA LA GUIDA.
PAPA FRANCESCO È INFEROCITO:
"SCUSI COM'È POSSIBILE... LA PUBBLICITÀ DICE CHE IN QUESTO ZOO CI SONO TUTTI GLI ANIMALI PIÙ RARI DEL MONDO, E NON AVETE NEANCHE UN PAIO
DI FROCI?"
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2024-06-02 22:45:43 PAPA FRANCESCO ENTRA IN UN BAR CON UN COCCODRILLO AL GUINZAGLIO.
"SCUSI, IN QUESTO BAR SERVITE I GAY?" CHIEDE AL BARISTA.
"MA CERTO, QUESTO È UN BAR INCLUSIVO."
"ALLORA UNA GRAPPA PER ME, E UN GAY PER IL MIO COCCODRILLO."
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2024-05-28 17:10:03
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2024-05-27 22:14:25 "SANTO PADRE NON SI PUÒ DIRE QUELLA PAROLA"
"MA STAI ZITTO,
FINOCCHIO"
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2024-05-27 22:06:13
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2024-05-27 15:48:36
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2024-05-20 01:33:27
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2024-05-14 16:57:36
"GRAZIE CARLO, PUOI LASCIARMI QUI SULLA DESTRA... CARLO?"
*RUMORE DI SICURE CHE SI CHIUDONO*
"SOLO DUE CHIACCHIERE E CAFFÈ... DUE CHIACCHIERE E CAFFÈ..."
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2024-05-09 10:37:31
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2024-05-06 20:15:59 "ALLORA SEI TU CHE LAVORI PER GLI ISRAELIANI!" ESCLAMA HANIYEH PUNTANDOGLI CONTRO UN DITO RABBIOSO.
"NIENTE AFFATTO, C'È SOLO UNA PERSONA PER CUI LAVORA CARLO CALENDA: CARLO CALENDA. E ORA CHE MEDIANTE QUESTO ASTUTO STRATAGEMMA HO OTTENUTO LA RICETTA DELLA RIBOLLITA, I PARLAMENTARI DI ITALIA VIVA PASSERANNO IN BLOCCO CON AZIONE: STAVANO CON RENZI SOLO PER LA SPURGONA!"
"MI CHIEDO... COME FACEVI A CONOSCERE LA PAROLA D'ORDINE?"
"SEMPLICE: LA PAROLA D'ORDINE È SEMPRE MARAMAIONCHI."
"MA PORCOD-"
LO SCEICCO DEL MALE NON RIESCE A TERMINARE LA FRASE: CALENDA LO FREDDA CON UN COLPO ALLA TESTA.
"OH ICCHÉ BISOGNO C'ERA?" PROTESTA RENZI SCONVOLTO.
"NIENTE TESTIMONI."
UN GRUPPO DI DONNE IN NIQAB CERCA DI METTERSI IN SALVO DALLA PORTA DI SERVIZIO: CALENDA RICARICA E LE STENDE CON UNA RAFFICA ELEGANTE. POI FA ESPLODERE IL CRANIO DI UN DIPENDENTE HERA CHE ERA VENUTO A CAMBIARE IL CONTATORE.
"STUPIDI SCUDI UMANI," ESCLAMA EBBRO DI SANGUE.
"IO 'ARLO TE L'HO SEMPRE DETTO: LA POLITI'A UN SI FA MI'A COI PERSONALISMI! PERCHÉ 'UN AMMAZZI ANCHE ME?"
"TROPPO FACILE! TI VOGLIO VIVO PER ASSISTERE AL MIO TRIONFO TOTALE! ORA VIENI! LA CARFAGNA CI ASPETTA IN ELICOTTERO DUE MIGLIA A NORD DI QUI! MA DOVREMO FARCI STRADA ATTRAVERSO UNA TERRA STRANIERA E UNA POPOLAZIONE OSTILE! AHAHAHAHAHAH!" LA RISATA DEL SEGRETARIO DI AZIONE RIECHEGGIA NELLA NOTTE STELLATA DEL QATAR, MENTRE I SUOI PROIETTILI MODERATI FALCIDIANO UOMINI, DONNE, BAMBINI E ALCUNI INNOCENTI CAMMELLI.
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2024-05-06 20:15:59 "MATTEO RENZI, FINALMENTE INSIEME!" GONGOLA SODDISFATTO IL CAPO DI HAMAS ISMAIL HANIYEH CINGENDO LE SPALLE DEL SUO OSPITE, "TIENI, PRENDI UN ALTRO FALAFEL. SONO VEGANI, SAI?"
IL FRASTUONO DI UN'ESPLOSIONE INTERROMPE LE CORDIALITÀ: CALENDA E BONINO EMERGONO DALLA POLVERE CON I KALASHNIKOV SPIANATI.
"FERMI DOVE SIETE!"
HANIYEH SCOPPIA A RIDERE.
"ONOREVOLE CALENDA! MOLTO NOBILE VENIRE FIN QUI PER SALVARE IL VOSTRO... EX... COMPAGNO DI COALIZIONE, MA TEMO SIATE VITTIMA DI UN SIMPATICO EQUIVOCO! VEDETE... IL SENATORE DI RIGNANO LAVORA DA ANNI PER NOI... AHAHAHAH... EBBENE SÌ, RENZI È SEMPRE STATO L'UOMO DI HAMAS IN ARABIA SAUDITA!"
SUL VOLTO DI CALENDA SI DIPINGE UN SORRISO TRONFIO.
"IL FRAINTENDIMENTO C'È STATO SENZ'ALTRO, DOTTOR HANIYEH, MA È A VOSTRO DANNO. QUEST'UOMO NON È AFFATTO MATTEO RENZI."
L'OSPITE SCATTA IN PIEDI: "MA.. GLIÈ OLTRAGGIOSO!"
IL PALESTINESE TRASECOLA.
"COSA INTENDE DIRE? ALLORA VOI CHE STATE FACENDO QUI?"
CALENDA SI METTE A CAMMINARE AVANTI E INDIETRO MISURANDO I PASSI E PARLANDO IN TONO DIDASCALICO.
"IN ITALIA SONO CONOSCIUTO COME CARLO CALENDA, GOFFO E PERMALOSO FEDERATORE DELLE FORZE DEL CENTRISMO EUROPEISTA. IN REALTÀ, IL MIO VERO NOME È KARLIM AKHBAR KHALENDI, UFFICIALE DELL'UNITÀ DI CONTROSPIONAGGIO DEL CORPO DEI GUARDIANI DELLA RIVOLUZIONE ISLAMICA. LA MIA AMICA EMMA QUI INVECE, COME FORSE SAPRETE, È UN'ASSASSINA DELL'FSB, FAMIGERATA PER LA SUA TECNICA DI SILURARE I NEMICI DEL CREMLINO PRIMA ANCORA CHE SIANO NATI."
HANIYEH AGGROTTA LA FRONTE.
"HA MODO DI PROVARE TUTTO CIÒ?"
"CHIEDA ALLA GUIDA SUPREMA.. LE POSSO DARE... IL NUMERO..."
"CE L'HO!"
HANIYEH COMPONE LE CIFRE UNA AD UNA SUL SUO VECCHIO APPARECCHIO SIP.
"...DOTTOR KHAMENEI... SÌ SONO IO. .. SÌ, SÌ... COSÌ DICE... ORA CHIEDO..."
HANIYEH SI RIVOLGE A CALENDA:
"PAROLA D'ORDINE?"
"LA PAROLA D'ORDINE È MARAMAIONCHI."
DALL'ALTRO CAPO DELLA LINEA UNA MELLIFLUA RISATA PERSIANA SCIOGLIE LA TENSIONE.
HANIYEH RIAGGANCIA LA CORNETTA.
"SODDISFATTO?"
"SÌ... MA... COM'È POSSIBILE CHE COSTUI NON SIA RENZI? CORRISPONDE ALLA DESCRIZIONE, ALLE FOTO!"
CALENDA SCUOTE LA TESTA.
"GLI ISRAELIANI CONTAVANO PROPRIO SU QUESTO: PER L'OCCHIO INESPERTO LA DIFFERENZA TRA UN TOSCANO E L'ALTRO È QUASI IMPERCETTIBILE. IL VERO RENZI SI TROVA IN UNA QUALCHE PRIGIONE SOTTERRANEA DI TEL AVIV, IN ATTESA DI ESSERE SOTTOPOSTO ALLA TORTURA DELLE PALLE E DEL CAZZO. PARLERÀ, PRIMA O POI, E NON POSSIAMO FARCI NULLA. MA DOVETE SAPERE CHE QUELLO CHE AVETE QUI È UN IMPOSTORE, ADDESTRATO DAL MOSSAD PER SOSTITUIRSI AL VERO LEADER DI ITALIA VIVA E PENETRARE LA VOSTRA ORGANIZZAZIONE UNA VOLTA ESFILTRATO DA RYADH. NON È NEMMENO DI RIGNANO, È DI PISA!"
"BUGIE! ISMAIL, MI'A CREDERAI A 'ODESTO INFEDELE?"
IL CAPO JIHADISTA SI PASSA LE DITA SULLA BARBA, PENSOSO.
"È UNA SITUAZIONE COMPLESSA..."
"I SUOI DUBBI SONO COMPRENSIBILI, DOTTOR HANIYEH. TUTTAVIA, ABBIAMO UN MODO INFALLIBILE PER VERIFICARE L'IDENTITÀ DEL SUO OSPITE."
CALENDA ESTRAE UN BIGLIETTO DAL TASCHINO E LO PORGE AD HANIYEH.
"QUI C'È UN'INFORMAZIONE DI CUI SOLO IL VERO RENZI PUÒ ESSERE A CONOSCENZA: LA RICETTA SEGRETA DELLA 'SPURGONA', LA LETALE RIBOLLITA ALL'AGLIO DI AGNESE (L'HO OTTENUTA DA AGNESE STESSA). CHIEDA ALL'IMPOSTORE DI SCRIVERE LA SUA VERSIONE DELLA RICETTA, E LE CONFRONTI: SARÀ SEMPLICE SVELARE L'INGANNO!"
"LA 'ONOSCO BENISSIMO!" L'OSPITE PRENDE CARTA E PENNA E VERGA VELOCEMENTE ALCUNE RIGHE, POI PORGE IL BIGLIETTO AD HANIYEH. L'EMIRO DI HAMAS LEGGE IN SILENZIO, LECCANDOSI LE LABBRA.
"MI È VENUTA L'ACQUOLINA IN BOCCA. ORA LEGGIAMO LA VERSIONE DI AGNESE!"
HANIYEH APRE IL BIGLIETTO DI CALENDA, E STRABUZZA GLI OCCHI: "MA... QUI NON C'È SCRITTO NULLA! TRADIMENTO! GUARDIE!"
IN UNA FRAZIONE DI SECONDO, CALENDA LIQUIDA CON POCHI COLPI LE GUARDIE DEL CORPO DI HANIYEH, QUINDI SI VOLTA VERSO LA BONINO E LA CRIVELLA DI PIOMBO PRIMA CHE POSSA REAGIRE. "TANTO ERO AL QUARTO STADIO", MORMORA LA VECCHIA LEADER RADICALE COL SANGUE CHE LE GORGOGLIA NELLA GOLA, PRIMA DI ACCASCIARSI A TERRA.
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2024-05-05 22:15:52 PODCAST DI PABLO TRINCIA DOPO CHE GLI HO CAGATO SUL TAVOLO DI CUCINA: "QUI... AL NUMERO DODICI DI VIA MANDRAZZI... IN UN QUARTIERE TRANQUILLO... DOVE TUTTI SI SALUTANO... DOVE LA VITA SEMBRA... UNA DI QUELLE CARTOLINE PATINATE DEGLI ANNI '50... CON LA MADRE CHE CUCINA SORRIDENTE... I FIGLI CHE GIOCANO... QUI... PROPRIO QUI... È SUCCESSO QUALCOSA... CHE NON TORNA... QUALCOSA CHE STONA CON IL RITRATTO IDILLIACO DI QUESTA PIGRA PROVINCIA ROMANA... SUL TAVOLO DELLA CUCINA C'È... UN OGGETTO OBLUNGO... DALLA CONSISTENZA MORBIDA... L'UOMO CHE LO STA ANNUSANDO ANCORA NON SA DI COSA SI TRATTA MA... PRESTO ATTORNO AD ESSO LE VITE DI UN'INTERA COMUNITÀ INIZIERANNO AD INTRECCIARSI IN UNA SPIRALE DI MORTE, ODIO E... VENDETTA."
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2024-04-18 11:53:15 UDÌ PASSI CADENZATI, E UN TONFO SECCO.
"PER L'AMOR DI DIO, PORTATE VIA QUESTO ABOMINIO."
ATTRAVERSO LE NEBBIE DELLA CATARATTA, ALFONSO VIDE CHE AI SUOI PIEDI ERA STATA DEPOSITATA UNA TESTA MOZZATA: NON ERA UNA TESTA QUALSIASI, POICHÉ DALLE TEMPIE SPUNTAVANO UN PAIO DI CORNA RICURVE, E LA BOCCA, DEFORMATA IN UNA SMORFIA DI DOLORE, SFOGGIAVA DUE FILA DI DENTI APPUNTITI. MA NELL'ESPRESSIONE DEGLI OCCHI VI ERA QUALCOSA CHE LO FECE TRASALIRE.
"È STATO IL PRINCIPE A LIBERARCI DELLA BESTIA. SIA LODE AL PRINCIPE."
"AMICI MIEI, VI RINGRAZIO," IL DUCA RICONOBBE IL TIMBRO DI VOCE DI ERCOLE, "ORA VORREI RIMANERE SOLO PER UN POCO CON MIO PADRE."
IL BRUSÌO SI RIDUSSE.
"ANCHE TU, MADRE."
"QUALI FACCENDE HAI DA COMPARTIRE CON ALFONSO, DA CUI IO DEBBA ESSERE ESCLUSA?"
"MADRE, TI PREGO."
ALFONSO UDÌ UN RUMORE DI PASSI LEGGERI CHE SI ALLONTANAVANO. ERCOLE SI SEDETTE ACCANTO A LUI, E TRASSE UN RESPIRO PROFONDO.
ATTRAVERSO LA FINESTRA ESTERNA DELLA TORRE DI SANTA CATERINA IL SOLE ALL'OCCASO PROIETTAVA UN LUCORE TIEPIDO SUL DUCA E SU SUO FIGLIO. I DIPINTI DEL DOSSI, LA PACE E LA GIUSTIZIA, ERANO GIÀ IN PENOMBRA. GLI ECHI DELLE CAMPANE SI STAVANO SPEGNENDO, E LA GENTE CHE SI ERA RIVERSATA IN STRADA PER FESTEGGIARE GIÀ FACEVA RITORNO A CASA.
"NON SEMBRI FELICE CHE ABBIA UCCISO LA BESTIA, PADRE."
ALFONSO SI UMETTÒ LE LABBRA.
"SARAI UN OTTIMO DUCA," RISPOSE CON UN FILO DI VOCE, "MIGLIORE DI ME."
"DOVREI PROVARE ORGOGLIO, E INVECE È COME SE IL CUORE MI SI FOSSE TRASFORMATO IN PIETRA."
"PERCHÉ?"
ALFONSO SENTÌ LA MANO DEL FIGLIO CHE GLI AFFERRAVA LE DITA, CON DOLCEZZA MA DECISIONE.
"L'HO INSEGUITA, COSTRETTA IN UN VICOLO CIECO, E QUANDO HO SGUAINATO LA SPADA LA BESTIA... INVECE DI AVVENTARMISI CONTRO... MI HA PARLATO PADRE... HA... IMPLORATO PIETÀ..."
ALFONSO ANNUÌ.
"SATANA... FA APPELLO ALLE NOSTRE VIRTÙ... TANTO QUANTO AI NOSTRI VIZI..."
"MI HA DETTO «NON FARMI DEL MALE, TI PREGO FRATELLO MIO, NON FARMI DEL MALE». PADRE, COSA INTENDEVA DIRE?"
ALFONSO CHIUSE GLI OCCHI.
QUANDO LI RIAPRÌ, ERA SDRAIATO NEL LETTO, E UNA SOVERCHIANTE STANCHEZZA SI ERA IMPADRONITA DI LUI.
CAPÌ CHE NON AVREBBE VISTO ALTRI TRAMONTI.
PERCEPÌ UN TURBINÌO NELL'ARIA, E GUARDANDO VERSO L'ALTRO LA VIDE, APPESA AL SOFFITTO.
BENCHÉ FOSSERO TRASCORSI PIÙ DI TRENT'ANNI, NON ERA INVECCHIATA DI UN GIORNO.
SCESE LENTAMENTE SCIVOLANDO SU UN FILO SOTTILE, E SI ACCOVACCIÒ SU DI LUI.
NON ERA LEGGERA COME LA PRIMA VOLTA CHE SI ERANO INCONTRATI, ANZI IL SUO CORPO ERA PER IL DUCA TALMENTE PESANTE CHE FATICAVA A RESPIRARE.
"NOSTRO FIGLIO È MORTO," SUSSURRÒ, SENZA NEANCHE SAPERE SE LO DICEVA CON TRISTEZZA O CON TRIONFO.
"NON TI PREOCCUPARE MIO DUCA. DAL NOSTRO AMORE SONO NATI DUE FIGLI. UNO È MORTO OGGI, È VERO. MA L'ALTRO NON PUÒ ESSERE UCCISO, NÉ DA SPADA NÉ DA MALATTIA NÉ DAL LUNGO LOGORÌO DEGLI ANNI."
PER UN ISTANTE, AL POSTO DEL SUO AMORE SENZA NOME, ALFONSO VIDE UN RAGNO GIGANTESCO, NERO E TETRO, CON LE FAUCI COLANTI DI BAVA. UN ALTRO BATTITO DI PALPEBRE, E LA RAGAZZA DAGLI OCCHI VERDI ERA NUOVAMENTE LÌ.
"UN ALTRO FIGLIO?"
LEI GLI PASSO UNA MANO TRA I CAPELLI BIANCHI.
"HO ATTESO PER MILLENNI CHE IL MIO GREMBO VENISSE FECONDATO DAL TUO SEME. DEL FUTURO CHE ABBIAMO CONCEPITO INSIEME L'UMANITÀ NON SI POTRÀ LIBERARE, NON SI VORRÀ LIBERARE. LO NUTRIRÀ E LO CRESCERÀ, E DIMENTICHERÀ COM'ERA IL MONDO PRIMA CHE ESISTESSE. E QUANDO CAPIRÀ, SARÀ TROPPO TARDI."
IL DUCA PROVÒ A RISPONDERE, MA NELLA SUA GOLA NON ERA RIMASTA PIÙ VOCE.
I LINEAMENTI DELLA RAGAZZA SI SCIOLSERO NELL'ARIA, E AL SUO POSTO SI ADDENSÒ IL VOLTO DI UN ESTRANEO.
ERA UN UOMO DAI CAPELLI ISPIDI E GRIGIASTRI, GLI OCCHI GELIDI, E UN GHIGNO PIÙ ANTICO DEL TEMPO.
"LA MORTE STA SALPANDO, DUCA, E SE NON VOLETE RIMANERE A PIEDI, VI CONVIENE FARE PREST."
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2024-04-18 11:53:15 PER ANNI AVEVA RACCOLTO BRANDELLI DI CHIACCHIERICCIO, DAI BOSCAIOLI E DAGLI UOMINI CHE CACCIAVANO IL CERVO CON SUO PADRE: «... ERA UN TEMPIO PAGANO, DEDICATO ALLA VENERE DEL CREPUSCOLO...», «...NON CI SI PUÒ SBAGLIARE, AL CIPPO SI PRENDE IL SENTIERO A DESTRA... AVANTI CENTO PASSI... IL PORTONE HA I BATTENTI A FORMA DI SERPE...», «... NON ERA A SINISTRA? » «... I CAPELLI SCURI, LA PELLE OLIVASTRA... IL SENO GROSSO...» «...VIVE LÌ, È UNA STREGA...» «...È UNA COMUNE PUTTANA... NON COSTA NEANCHE TROPPO...»
APPENA GLI ERA STATO CONCESSO DI ANDARE A CAVALLO PER SUO CONTO SI ERA MESSO A CERCARE. I PRIMI TENTATIVI ERANO STATI INFRUTTUOSI, POI, PROPRIO MENTRE INIZIAVA A PERDERSI D'ANIMO, SE LO ERA TROVATO DINANZI. AVEVA BATTUTO LE MANIGLIE DI SERPENTE, E IL PORTONE SI ERA DISCHIUSO.
LEI ERA ESATTAMENTE COME AVEVA IMMAGINATO LE DONNE PURE E PERFETTE DELLE STORIE ANTICHE, COME SI ERA FIGURATO L'ANGELICA DI ORLANDO O ELENA DI SPARTA. DOVEVA AVERE CIRCA LA SUA ETÀ, IL CHE LA RENDEVA APPENA UNA DONNA, MA VI ERA NEI SUOI OCCHI VERDI UNA SAGGEZZA CHE PAREVA VECCHIA DI SECOLI. AVEVA LA PELLE BIANCA COME IL LATTE, LA CHIOMA DORATA, IL NASO AQUILINO, E PORTAVA UN VESTITO DI SETA SOTTILE, QUASI INVISIBILE. UN ISTANTE ERA LONTANA, E L'ISTANTE SUCCESSIVO ERA DI FIANCO A LUI, E GLI SUSSURRAVA ALL'ORECCHIO, IN UN ACCENTO ESOTICO E FAMILIARE AL CONTEMPO: "FINALMENTE... FINALMENTE MI HAI TROVATA".
ANNI PIÙ TARDI IL PADRE LO AVEVA CONDOTTO NEI POSTRIBOLI DI FERRARA, PER "FARLO DIVENTARE UN UOMO". CON LUCREZIA AVEVA CONOSCIUTO L'AFFETTO E UNA SORTA DI FAMILIARITÀ, DI ABITUDINE. MA NULLA DI CIÒ CHE AVEVA PROVATO NEL RESTO DELLA SUA VITA REGGEVA IL PARAGONE CON QUEL GIORNO.
LEI LO AVEVA SPOGLIATO ED ERA SALITA SU DI LUI, MA ALFONSO NON AVEVA PERCEPITO ALCUN PESO.
"MIO PRINCIPE, VOGLIO DARTI TUTTO, VOGLIO DARTI IL MONDO."
L'AVEVA SENTITA GEMERE, MENTRE ENTRAVA NEL SUO CORPO.
POI ERANO ROTOLATI SUL PAVIMENTO, ALFONSO SI ERA RITROVATO SOPRA DI LEI, E AVEVA COMINCIATO AD AFFONDARE SEMPRE PIÙ FORTE, MENTRE LEI LO SPINGEVA A SÉ COME SE NON LE BASTASSE MAI, COME SE LO DESIDERASSE ANCORA PIÙ IN PROFONDITÀ.
E ALFONSO ERA TALMENTE INESPERTO E TALMENTE ABBANDONATO ALL'ATTO DA NON ACCORGERSI CHE LA DONNA LO STAVA ABBRACCIANDO NON SOLO CON LE BRACCIA, MA CON ALMENO TRE O QUATTRO PAIA DI LUNGHE ZAMPE NERE, PELOSE COME QUELLE DEI RAGNI, CHE LE PROTRUDEVANO DAL DORSO.
AVEVA RAGGIUNTO IL CULMINE URLANDO AL MONDO LA SUA ESTASI, POI ERA RIMASTO A TERRA, MADIDO DI SUDORE, RESPIRANDO AFFANNOSAMENTE, MENTRE LEI LO ACCAREZZAVA SORRIDENDO.
ERA TORNATO NEL BOSCO IL GIORNO SUCCESSIVO, E QUELLO DOPO ANCORA.
OGNI VOLTA LE DICEVA CHE UN GIORNO L'AVREBBE PORTATA A PALAZZO, AVREBBE SFIDATO LO SCANDALO E L'IRA DI SUO PADRE E NE AVREBBE FATTO LA SUA DUCHESSA, MA QUEL GIORNO NON ARRIVAVA MAI.
SUL DUCATO ERA CALATA L'OMBRA DELLA GUERRA, E LE SUE VISITE SI ERANO FATTE SEMPRE PIÙ RADE.
AL LORO ULTIMO INCONTRO NEL BOSCO, L'AVAVA TROVATA CHE SI ACCAREZZAVA IL VENTRE GONFIO. ERA CROLLATO IN GINOCCHIO E BACIANDOLE LE CAVIGLIE LE AVEVA CHIESTO PERDONO, AVEVA GIURATO CHE IL TEMPO DI PROCRASTINARE ERA TERMINATO, E CHE L'INDOMANI SAREBBE TORNATO PER SPOSARLA.
LUNGO LA STRADA DI CASA PERÒ, L'ANIMO GLI SI ERA RAFFREDDATO, E AVEVA PRESO A RIFLETTERE. IN QUEL MOMENTO DELLA SUA VITA ALFONSO AVEVA GIÀ DATO I PRIMI MORSI AL FRUTTO DOLCIASTRO DEL POTERE. SI ERA CHIESTO SE VALESSE LA PENA RINUNCIARVI PER RINCORRERE FANTASMI DI AMORE E FELICITÀ.
ERA TORNATO NEL BOSCO, CON UN PUGNALE NASCOSTO DIETRO LA CINTA.
MA NON L'AVEVA TROVATA.
L'AVEVA CHIAMATA A GRAN VOCE, SENZA RICEVERE RISPOSTA.
"COSA SUCCEDE? COS'È QUESTA CONFUSIONE?"
ERA LA VOCE DI LUCREZIA. ALFONSO AVVERTÌ LE SUE DITA MORBIDE CHE GLI STRINGEVANO LA MANO.
"GIOITE DUCHESSA, PORTIAMO BUONE NUOVE" URLÒ UNA VOCE MASCHILE, MENTRE IN LONTANANZA SUONAVANO LE CAMPANE.
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2024-04-18 11:53:15 RICORDAVA DI AVER CHIUSO GLI OCCHI, E CHE RIAPRENDOLI AVEVA VISTO SUL CAMPO DI BATTAGLIA UN RAGNO GIGANTESCO, TANTO GRANDE DA COPRIRE L'ORIZZONTE, CHE UCCIDEVA I SOLDATI NEMICI A CENTINAIA, IN PARTE SCHIACCIANDOLI SOTTO LE ZAMPE E IN PARTE PORTANDOSELI ALLA BOCCA PER DIVORARLI VIVI. UN ALTRO BATTITO DI PALPEBRE, E IL RAGNO ERA SCOMPARSO.
"L'OSPITALITÀ DI SUA SIGNORIA È MAGNIFICA E GENEROSA COME SEMPRE, TUTTAVIA MI SFUGGE IL MOTIVO PER CUI LE GUARNIGIONI DUCALI ANCORA OCCUPINO IL POLESINE, NONOSTANTE GLI ACCORDI CHE ABBIAMO PRESO."
IL PAPA DELLA ROVERE TENEVA LE DITA INCROCIATE SUL VENTRE. DAVANTI A LUI IL TORACE SCARNIFICATO DI UN PICCIONE E DUE TORSOLI DI MELA.
"I TERRITORI ACQUISITI PER DIRITTO DI GUERRA SOLO CON LA GUERRA POSSONO CAMBIARE DI MANO."
NONOSTANTE IL LUNGO TAVOLO DI CILIEGIO LO SEPARASSE DAL PONTEFICE, ALFONSO RIUSCIVA A SENTIRE IN SOTTOFONDO IL RONZÌO INCESSANTE DELLE SUE MACCHINAZIONI LEVANTINE.
"FIGLIO MIO," RISPOSE IL PAPA CON TONO DI FINTO SCANDALO, "QUESTI PRECETTI DA CAVERNICOLO NON SI CONFANNO AL TUO RANGO. LA SERENISSIMA È UN ALLEATO FONDAMENTALE NELLA LOTTA AI NEMICI DELLA CRISTIANITÀ."
"PERDONATEMI SE RICORDO MALE, SANTITÀ, MA FINO A POCHI MESI FA NON CONTAVATE LA STESSA SERENISSIMA NEL NOVERO DI TALI NEMICI DELLA CRISTIANITÀ?"
IL PAPA ALLARGÒ LE BRACCIA: "NOSTRO SIGNORE AGISCE IN MODI COMPLESSI. AD OGNI MODO, MI ASPETTO CHE VI COMPORTIATE DA LEALE SUDDITO DELLA CHIESA E RICEVIATE I LEGATI VENEZIANI A ROVIGO."
"SONO SEMPRE STATO UN LEALE SUDDITO DI DIO."
IL PAPA SORRISE, INCLINÒ IL CAPO, E IMPUGNATO UN COLTELLO INIZIÒ A TAGLIARE IL FORMAGGIO.
"UNA STORIA INQUIETANTE È GIUNTA ALLE MIE ORECCHIE, MENTRE MI TROVAVO A PASSARE DA RAVENNA," DISSE IN TONO ALLUSIVO, "PARE CHE AL CONVENTO DI SANTA CHIARA SI SIA PRESENTATA NOTTETEMPO UNA DONNA GRAVIDA. QUESTA DONNA NON ERA ACCOMPAGNATA DA MARITO, E DOMANDAVA ASILO PERCHÉ PREDA DELLE DOGLIE."
IL PONTEFICE FECE UNA PAUSA, MASTICANDO RUMOROSAMENTE UNA FETTA DI FORMAGGIO.
"UN EVENTO SPIACEVOLE, SANTITÀ, MA PER NULLA INUSUALE NÉ TANTOMENO INQUIETANTE."
"IL FATTO," RIPRESE IL PAPA DOPO AVER DEGLUTITO, "È CHE INIZIALMENTE LE MONACHE INTENDEVANO RESPINGERLA, IN QUANTO VI ERA MOTIVO DI CREDERE CHE FOSSE UNA STREGA."
ALFONSO SGHIGNAZZÒ.
"VOMITAVA VINO CONSACRATO? O AVEVA SENI TROPPO SODI IN PARAGONE ALL'ETÀ?"
"CELIATE PURE, ALFONSO, MA LASCIATEMI FINIRE... LE MONACHE HANNO MUTATO CONSIGLIO, MOSSE DA CARITÀ CRISTIANA O DA PRESSIONI SUPERIORI, E ACCOLTO LA DONNA. DICONO CHE IL TRAVAGLIO SIA DURATO SEI GIORNI E SEI NOTTI, E CHE LE URLA SI SIANO UDITE PER MIGLIA DI DISTANZA. ALLA FINE, IL PARTO HA PRODOTTO UNA CREATURA COSÌ ORRIBILMENTE DEFORME CHE ANCHE LA PIÙ ESPERTA DELLE LEVATRICI HA DOVUTO DISTOGLIERE LO SGUARDO. PARE CHE IL NEONATO AVESSE UN VOLTO UMANO, MA CORNA COME QUELLE DI UN CAPRONE, E LUNGHE ZAMPE DI RAGNO."
IL DUCA SCOSSE LA TESTA.
"QUESTE COSE PURTROPPO SUCCEDONO. IL BAMBINO È STATO BATTEZZATO PRIMA DELLA SEPOLTURA?"
"SEPOLTURA? NON È MORTO, NON CHE MI RISULTI," IL PAPA TAGLIÒ UN'ALTRA FETTA DI FORMAGGIO, "AL CONTRARIO, ERA TALMENTE VIVO CHE È SCAPPATO VIA."
"SCAPPATO?"
"È BALZATO FUORI DA UNA FINESTRA, ALMENO QUESTO DICONO LE SUORE."
ALFONSO RIMASE IMMOBILE: IL PAPA EVITAVA IL SUO SGUARDO, CONCENTRATO SUL PASTO.
"SANTITÀ, POSSO CHIEDERVI PERCHÉ MI STATE RACCONTANDO QUESTA STORIA?"
"PERCHÉ LA DONNA VENIVA DA QUESTE PARTI, A QUANTO SEMBRA. DA FERRARA. NON SOLO. PARE MILLANTASSE DI CONOSCERE PERSONALMENTE IL DUCA. OVVIAMENTE NESSUNO LE HA CREDUTO."
ALFONSO TRATTENNE L'IMPULSO DI ASCIUGARSI IL SUDORE CHE GLI IMPERLAVA LA FRONTE.
"DOVE SI TROVA ADESSO?"
IL PAPA AFFERRÒ UN TOVAGLIOLO E SE LO PASSÒ SULLE LABBRA.
"È MORTA, NATURALMENTE."
DEL GIORNO IN CUI AVEVA CONOSCIUTO SATANA, BENCHÉ RISALISSE ALLA SUA PIÙ VERDE FANCIULLEZZA, ALFONSO CONSERVAVA UN RICORDO ANCORA PIÙ VIVIDO. ANZI, SI PUÒ DIRE CHE QUEL GIORNO LO SENTISSE ANCORA SULLA PELLE, DELICATO COME UNA BREZZA, NONOSTANTE LA PELLE FOSSE RUVIDA E ORMAI INSENSIBILE.
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