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Descrizione dal canale

Una canzone, un disco, un aneddoto: un pensiero rigorosamente a sfondo musicale. Pubblicato da @ilsecondodasinistra

Ratings & Reviews

2.33

3 reviews

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Gli ultimi messaggi 4

2022-05-17 19:51:01 Il rapporto tra Frank Zappa e Ruth Underwood è stato oggetto di un tributo di un percussionista italiano, Marco Pacassoni, uscito nel 2018. Nell'album, intitolato semplicemente "Frank & Ruth", trovano spazio riarrangiamenti di pezzi sui quali Ruth suonò (Blessed Relief, Echidna's arf, The idiot bastard son), la succitata The black page, un brano inedito ispirato ai temi zappiani, un medley di Sleep Dirt, Black Napkins e Black Page e un un paio di concessioni al passato più recente della discografia di Zappa. Spiccano la cover di Stolen Moments e una collaborazione eccellente, una versione di "The planet of the baritone women" con la partecipazione di Petra Magoni (i video di cui ho messo i link sono dal vivo e c'è anche Magoni che canta "The idiot bastard son")

Il disco, va detto, non è sempre all'altezza delle aspettative. Soprattutto gli arrangiamenti e i suoni di batteria sono davvero molto elementari e a volte ricordano più gli album di Zappa suonati al Synclavier che i suoi dischi "rock" dai quali sono presi i brani in scaletta. Alcuni pezzi però, soprattutto la Napkins suite e The black page, valgono l'ascolto.

Arf!
53 views16:51
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2022-05-17 19:50:01 Parliamo allora di The Black Page. Innanzitutto è un brano che in realtà Ruth non poté mai suonare dal vivo con Zappa, essendo stato composto successivamente alla collaborazione tra i due. Si tratta di una delle composizioni più famose di Zappa e deve il proprio titolo al fatto di essere talmente piena di note da tramutare la partitura del pezzo in una vera e propria "pagina nera", un incubo dal punto di vista ritmico. Venne proposta da Zappa come una sfida al batterista Terry Bozzio che accettò e in un paio di settimane riuscì a suonarla. Sulla base di percussioni allora Zappa costruì poi una melodia che poi fece suonare a tutta la band e il brano divenne un classico, arrangiato in maniera diversa in ogni tour.
Online si trovano molti tutorial su come suonare The black page, il mio preferito è questo perché mi sembra la giusta via di mezzo tra l'approfondimento tecnico e lo storytelling.
49 views16:50
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2022-05-17 19:48:01 Grazie a questa sua capacità di unire una profonda comprensione delle musiche di Zappa a una grande umanità è stata spesso intervistata per i documentari. In questo estratto la si può vedere mentre racconta con entusiasmo il momento in cui si rese conto di poter andare in tour con la band dato che Zappa aveva trovato un modo per amplificare vibrafono e marimba (infilandoci i pick-up dentro con un trapano), nella seconda parte dello stesso video dà poi una bellissima dimostrazione di quello che è il segreto della riconoscibilità dello Zappa-sound, ovvero gli accordi di seconda.

È emozionante vederla tornare a suonare dato che Ruth aveva lasciato la musica nel 1982 e non aveva più suonato fino al periodo precedente la morte di Zappa, nel 1993, quando i due si incontrarono di nuovo per registrare alcune parti che non si sa bene che fine abbiano fatto (forse qualcosa si trova su Civilization Phaze III?). Nel recentissimo documentario ufficiale su Zappa Ruth è stata nuovamente contattata per eseguire al pianoforte il suo arrangiamento di The Black Page, che trova spazio sia in versione integrale nella colonna sonora del documentario che in un estratto del video che si può trovare online.
52 views16:48
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2022-05-17 19:47:01
Le band che accompagnarono Frank Zappa nella sua trentennale carriera erano composte quasi esclusivamente da musicisti maschi. Una delle poche eccezioni a questa consuetudine fu Ruth Underwood, che rappresentò a fasi alterne l'anima delle Mothers of invention tra il 1968 e il 1977 e incarnò l'anima più percussionistica di Zappa, il quale proprio in quegli anni si orientava verso un sound riconoscibile fatto di assoli di chitarra e partiture complicatissime. La figura di Ruth emerge nitidamente sia nei dischi dell'epoca (il finale di "Inca Roads": 'ah ah ah, that's Ruth!') che nei live pubblicati successivamente. Nei video giganteggia mentre suona parti impossibili con il sorriso di chi si sta divertendo come non mai.
50 views16:47
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2022-04-30 11:23:01 Se la cosa vi ha messo curiosità vi consiglio di dare un'occhiata all'approfondimento sulla pagina del centro di ricerca musicale Angelica, dove i membri del Confusional Quartet raccontano in prima persona la genesi del progetto e offrono informazioni - anche piuttosto tecniche - su come hanno fatto a realizzarlo. Inoltre potete trovare nella pagina anche un po' di informazioni in più su Stratos e sulla sua storia.
73 views08:23
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2022-04-30 11:22:01
"Confusional Quartet Play Demetrio Stratos" si pone quindi una missione impossibile, quella di dare spazio sia a un gruppo pieno di idee che alle esplorazioni di Stratos. Il risultato è ovviamente in parte castrante per entrambi ma è comunque molto interessante e soprattutto risulta molto godibile. È un album al quale torno spesso e volentieri e che vi consiglio di procurarvi, fra l'altro è disponibile su Amazon in vinile alla imbarazzante cifra di cinque euro per cui anche se Amazon è il male non riesco a non mettervi il link.

(sì, la copertina è oscena)
67 views08:22
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2022-04-30 11:20:03 Fu così che nel 2012 i Confusional Quartet si trovarono in una posizione unica, potendo utilizzare la tecnologia digitale per "suonare" Demetrio Stratos e costruire un disco intorno ai suoi contributi vocali. Venne così pubblicato nel 2013 "Confusional Quartet Play Demetrio Stratos", un album di 13 brani che partono dai semi vocali della performance del 4/2/79 per costruire dei percorsi nuovi, fondati su chitarra-basso-tastiera-batteria, con sonorità talvolta ballabili e in altri casi più sghembe e jazzate.

Come scrisse Alfredo Cristallo su Miscugliando.it, riportato anche nel sito ufficiale del CQ, "[...] nel disco le incredibili diplofonie e triplofonie di Stratos vengono frullate e annegate in arrangiamenti contorti e raffinati che abbracciano ora il primitivismo ora la dance con allusioni esotiche, ora il pop devoluto, ora il jazz-progressive furente dei King Crimson fino a spingersi in territori di confine come nel raga spettrale di Molto Poko, nel minimalismo di Disco D’Oro, nel dramma atonale alla Residents di Fazzarazza. Il risultato è probabilmente molto vicino a un ipotetico disco degli Area se avessero avuto il tempo d’interpretare le canzoni soliste di Stratos e avessero avuto la tecnologia opportuna per sviluppare la loro fusione di free-jazz ed elettronica."
64 views08:20
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2022-04-30 11:19:01
I Confusional Quartet sono un buon esempio di questo rapporto di ammirazione al di là dei generi. Formatisi nel 1979, furono artefici per tre anni di una new-wave strumentale spigolosa con sensibilità futuriste e dadaiste, tra i Lounge Lizard e i Devo. Riformatisi nel 2011 con la formazione originale sono a oggi ancora attivi sia a livello discografico che concertistico.

Il ponte fra Stratos e il Confusional Quartet diventò concreto quando nel 2012 il primo produttore del gruppo, Gianni Gitti, raccontò alla band di essere stato l'ultimo fonico di Demetrio Stratos e di avere raccolto su nastro una delle sue ultime performance dal vivo, una serata di improvvisazioni vocali alla "Settimana internazionale della performance" a Bologna il 4 febbraio del 1979. I Confusional Quartet contattarono allora Daniela Ronconi, moglie di Stratos, che diede l'autorizzazione a usare i nastri per produrre del nuovo materiale.

(foto di Emilio Pieraccioni)
64 views08:19
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2022-04-30 11:18:01 Per chi non lo conoscesse faccio un breve riassunto: Efstràtios Dimitrìu nacque, greco, ad Alessandria d'Egitto. A diciassette anni si trasferì in Italia dove divenne famoso come cantante de I Ribelli e poi come cantante e frontman degli Area. Dotato di enormi doti vocali naturali, approcciò la propria voce sempre più come uno strumento dedicandosi allo studio delle proprie possibilità e alle tecniche vocali delle popolazioni extra-europee, arrivando a risultati ai limiti delle capacità umane che risultano tuttora ineguagliati. A fine anni settanta Stratos riusciva a produrre più di un suono contemporaneamente ed emettere suoni a frequenze disarmoniche oltre la normale gamma di produzione delle corde vocali. Nel pieno della propria esplorazione sonora si ammalò e nel 1979 morì a 34 anni, il giorno prima di un grande concerto tenutosi in suo onore per raccogliere fondi per pagare le sue cure negli USA.

Il lascito artistico di Stratos fu gigantesco, sia in Italia che all'estero, e la sua attitudine sperimentale e sincera gli valsero il rispetto di artisti di ogni provenienza, anche molto lontano dall'area etno-jazz-rock (perdonate la semplificazione) e militante degli Area.
61 views08:18
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2022-04-30 11:17:01
Demetrio Stratos è stato il più grande cantante che abbiamo mai avuto in Italia, il più grande sperimentatore vocale del jazz e del rock forse a livello mondiale, di sicuro uno dei più grandi maestri della voce di sempre.
63 views08:17
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