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Descrizione dal canale

Una canzone, un disco, un aneddoto: un pensiero rigorosamente a sfondo musicale. Pubblicato da @ilsecondodasinistra

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2.33

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Gli ultimi messaggi 27

2021-07-02 16:03:01 Cresciuta in California, dove venne stata educata in una scuola cattolica, è diplomata in pianoforte e canto. La sua tesi di laurea in lettere, intitolata "Architetto e Vapore", fu una decostruzione del Clavicembalo ben temperato di Bach e una successiva ri-costruzione sotto forma di poesia procedurale sul tema dell'anoressia, di cui Hayter stessa soffrì per oltre dieci anni. La tesi magistrale, "Brucia tutto non fidarti di nessuno e ucciditi" fu un manoscritto di 10.000 pagine (approssimativamente il peso di Hayter in carta) nel quale unì secondo una catena di Markov una lunghissima serie di testi sulla mitizzazione della misoginia. Brani tratti da testi di canzoni, commenti online ma anche documenti processuali e sezioni di deposizioni lasciate alla polizia dalla stessa Hayter in seguito a denunce di violenza da lei subite. Si trattò di un lavoro multimediale che includeva anche musica, di fatto la sua prima opera discografica.

Il suo primo album con il nome di Lingua Ignota uscì nel 2017 con il titolo di "Let the Evil of His Own Lips Cover Him" e includeva quasi esclusivamente brani estratti dalla testi magistrale. Fu con il secondo album, "All bitches die", che divenne nota in tutto il nordamerica e poi nel mondo, soprattutto tramite il passaparola. Iniziò a collaborare con diversi artisti dell'ambito del metal sperimentale e ad allargare la propria tavolozza sonora verso sonorità ancora più dure. Il terzo album, Caligola, è uscito nel 2019 e porta ancora più in profondità le tematiche dell'abuso e dell'alienazione nelle relazioni. Caligola è stato un album molto celebrato per la capacità di Lingua Ignota di unire linguaggi apparentemente distanti come il growl e il canto classico, quasi operistico, così come gli elementi noise uniti ad arrangiamenti classici. Dal vivo inoltre pare sia una forza della natura, con performance estremamente teatrali e a stretto contatto con il pubblico.
41 views13:03
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2021-07-02 16:02:01
Dalla Lingua Ignota di Santa Ildegarda ha preso il nome d'arte una cantante statunitense, Kristin Hayter, che negli ultimi anni si è fatta molto ma molto notare.
40 views13:02
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2021-07-02 14:12:01 Iniziamo parlando della citazione, che è scritta in Lingua Ignota.

Cos'è la Lingua Ignota? È un sistema alfabetico creato da Santa Ildegarda di Bingen, monaca mistica e musicista tedesca del dodicesimo secolo.

La sua storia ci porta a un tema affascinante, quello delle mistiche che nel corso della cristianità hanno raccontato le proprie visioni e hanno usato la propria posizione per approfondire temi altrimenti proibiti alle donne del tempo. Ildegarda in preda alle visioni che aveva fin da bambina scriveva, componeva ma approfondiva anche le scienze e la filosofia. Ad un certo punto arrivò a creare un proprio alfabeto e una propria lingua, per l'appunto la Lingua Ignota. Ovviamente sosteneva di averne ricevuto dono per ispirazione divina, così come la "musica inaudita" che componeva. Chissà se per lei comporre e scrivere era una forma di libertà o un segnale delle limitazioni alle quali era soggetta.

La Lingua Ignota, ad ogni modo, è tuttora ignota. Conosciamo solo un glossario di 1011 parole, ne trovate un po' su wikipedia.
42 viewsedited  11:12
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2021-07-02 11:56:01
O orzchis Ecclesia, armis divinis praecincta, et hyacinto ornata, tu es caldemia stigmatum loifolum et urbs scienciarum. O, O tu es crizanta etiam in alto sono, et es chorzta Gemma.

Cosa collega questa frase a una delle canzoni più belle uscite nel 2021 fino ad ora?

Lo racconterò oggi però un po' alla volta, per non fare uno dei miei soliti post di settanta righe tutte insieme
41 views08:56
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2021-07-02 09:47:01 Abbiamo il ritornello dell'anno. Eccolo.

"Veneto d'estate
Uccido le zanzare voi che fate
Veneto d'inverno
Seduto al bar invoco il padreterno"
46 views06:47
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2021-07-01 09:53:04 La seconda metà del documentario è più convenzionale e vede Stewart Copeland chiacchierare e suonare con Stanton Moore, Bobbye Hall, Stephen Morris dei New Order, Sheila E., Taylor Hawkins. Non dico che sia da buttare via eh, però diciamo che se ne sapete già abbastanza di rock e dei batteristi del rock non c'è granché da imparare. La prima metà del documentario però è davvero interessante quindi se avete una ventina di minuti vi consiglio di dargli una possibilità!
58 views06:53
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2021-07-01 09:53:02
Quella che vedete qui è l'unica foto esistente di Dee Dee Chandler, in basso a sinistra si può intravvedere il pedale della cassa da lui inventato.
53 views06:53
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2021-07-01 09:52:58 Ma sto divagando, torniamo al documentario. Com'è On drums? Bello anche se non bellissimo. E' un documentario parziale, asimmetrico, sembra girato più per far contento Stewart e portarlo in giro per gli USA a suonare con alcuni batteristi che ammira che per raccontare una storia documentata e approfondita. Questo approccio in compenso lo rende fresco e rilassato ed è tutto sommato una buona introduzione all'evoluzione della batteria nella musica occidentale.

La parte che mi è piaciuta di più è quella che occupa la prima metà del documentario e racconta la storia di come sia nato lo strumento-batteria. Fino alla fine dell'800 gli schiavi portati negli USA e i loro discendenti si trovavano a suonare a New Orleans, in quella che oggi si chiama Congo Square. Ogni musicista suonava un singolo tamburo, un po' come vediamo fare nelle marching band (o a David Byrne) o dai cerchi di percussionisti nei parchi pubblici. Questa divisione dei compiti rendeva le performance molto trascinanti ma impediva di giocare sugli accenti e sugli anticipi e ritardi, così pian piano vennero introdotte delle forme più complesse di set di percussioni in modo da permettere a un singolo musicista di controllare meglio il groove del pezzo.

Stewart Copeland nel documentario si focalizza molto sulla figura di Dee Dee Chandler, batterista di New Orleans, che probabilmente fu l'uomo che inventò il pedale della grancassa e di conseguenza la batteria come la conosciamo al giorno d'oggi. Oggi ci sembra una banalità ma fu una rivoluzione: usando il pedale Dee Dee poté liberarsi entrambe le mani per suonare il rullante oppure, meglio ancora, il rullante e un piatto. Di fatto il pedale della cassa permise di mettere insieme gli ingredienti principali del backbeat, quindi del jazz, poi del rock and roll, infine più o meno di tutta la musica occidentale che ascoltiamo oggi.
51 views06:52
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2021-07-01 09:52:53 Ieri in pausa pranzo ho guardato un documentario di Stewart Copeland sulla storia della batteria. Si intitola "On drums", si trova in versione integrale su Youtube e dura poco meno di 40 minuti.

Stewart Copeland è una leggenda: batterista e percussionista dei Police nonché rivale di Sting in mille milioni di litigate, è uno dei pochi batteristi che ha realizzato un proprio sound personale, riconoscibile a mille km di distanza. Un sound che personalmente adoro perché Copeland suona tirato, teso, perennemente di fretta e in anticipo sul tempo. Suona come se gli stessero per tirare via le bacchette dalle mani da un momento all'altro e soprattutto si diverte, sempre, tantissimo.

Ho avuto modo di vederlo dal vivo due volte, una con i Police nel 2008 e l'altra con l'orchestra della notte della taranta a Senigallia qualche anno prima (a tal proposito vi consiglio questo video della notte della taranta del 2003, con Copeland alla batteria e Ares Tavolazzi al basso).
52 views06:52
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2021-06-26 18:21:01 Il brano che dà il titolo all'album è già disponibile e potete ascoltarlo qui sotto. La scaletta degli 11 brani del disco invece è su Stereogum. L'imbarazzante taglio di capelli di Damon è invece qui.

La canzone com'è? Più o meno come vi immaginate un brano ispirato dall'Islanda: evocativa, atmosferica, lenta. Il testo parla di una persona che se n'è andata troppo presto.
88 views15:21
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