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Christus vincit

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Gli ultimi messaggi 9

2022-07-23 23:00:09
RUBRICHE PER BREVIARIO E MESSA
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2022-07-23 21:04:55
MARTIROLOGIO ROMANO, 1955

Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.
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2022-07-23 13:10:05 Omelia di san Bernardino da Siena.
Tomo 1, Sermone 55 nel Venerdì dopo la Domenica delle Palme, p. 2, a. 1, c. 3.
Misticamente intendiamo in Giovanni tutte le anime degli eletti, dei quali per amore la beata Vergine è stata fatta Madre. Figlio infatti in greco significa amore; infatti tutti coloro che amano Cristo passano per l’amore della Vergine, affinché meritatamente si chiami “figlio” cioè “amore della Vergine” e consideri sua Madre più la Vergine che quella che, ricevuto il seme, lo ha generato al mondo condannato per il peccato. Questa maternità e filiazione si muta per l’autorità delle parole del Cristo pendente sulla Croce. E la natura cede il posto alla grazia e la grazia nobilita la natura; non perché una si trasformi nell’altra, ma perché la natura è perfezionata dalla grazia. Eva è la donna cattiva per corruzione della natura; Maria la donna buona, la Madre della grazie e della misericordia. La Madre di grazia viene data al posto della madre di natura.
Volle dunque Cristo, pendente in Croce, prima che morisse, mostrare grandemente in ogni cosa la carità e quanta dignità avesse conferito all’umana natura, perché fosse ferma la speranza del ritorno al Padre. Onde se diede la potestà di diventare figli di Dio a coloro che credono nel suo nome, il che non è per natura ma totalmente per grazia, perché non ci avrebbe dato di essere figli di sua Madre, il che è per la grazia, la cui potenza è infinita, e non per la natura, la cui potenza è limitata? Siamo infatti fratelli più in virtù del Padre che della Madre: più per l’eterno genitore che per la genitrice temporale. Il Cristo non ha disdegnato il genere umano a motivo della natura creata, che fu buona; non a motivo della natura corrotta che si deturpò col peccato; non per i crimini che la avviluppano; perché vuole, se noi lo vogliamo, che siamo fratelli suoi per grazia da ambo i genitori, da quello eterno come da quella temporale, affinché abbiamo con lui l’eredità sempiterna. Mirabile mutazione della natura, non tuttavia trasmutazione! Mirabile generazione di figli! Da queste cose manifestamente può apparire, o anima fedele, che l’insaziabile amore del dolce Gesù che, avendo compassione delle tue cadute opera la tua salvezza in ogni modo, ha provveduto una medicina nel raccomandarti alla Madre; e presso la sua giustizia costituì per te un’efficace Avvocata.

https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/07/commemorazione-della-beata-vergine.html?m=1

• Commemorazione del quarto giorno tra l'Ottava di Sant'Elia Profeta, Capo e Padre Nostro (di tutto l'Ordine Carmelitano)

https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/07/santelia-profeta.html?m=1
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2022-07-23 13:05:00 Sermone di san Tommaso da Villanova.
Concione 1 sull'Assunzione della Vergine.
Maria è la torre fondata sulla pietra inamovibile sui monti santi con un immobile fondamento: dato che Dio è in mezzo ad essa, non sarà scossa. Di questa Vergine si legge nei Cantici: Come la torre di Davide, che è edificata con propugnacoli: mille clipei pendono da essa, tutta l'armatura dei forti. Veramente è torre di Davide; di quel Davide, dico, che con cinque pietre di fiume, ossia con le cinque piaghe e il legno della croce, prostrò sul monte Calvario quel superbo Golia che si gloriava. Questa torre è costituita propugnacolo della Chiesa e unico rifugio dei peccatori, affinché ad essa ricorrano tutti i rei, tutti i mesti, tutti gli afflitti, e per la sua protezione siano liberati dal nemico. O uomo, in qualsiasi tribolazione rifugiati in Maria, se afflitto dai peccati, se premuto dalle persecuzioni, se turbato dalle tentazioni, cerca questa Torre, rifugiati in Maria. Infatti da lei pendono mille clipei e in lei troverai il clipeo sicurissimo con cui ti proteggerai da ogni tribolazione furente e da ogni demonio persecutore.
Ivi è infatti tutta l'armatura dei forti, ivi la fede degli Apostoli, ivi la fortezza dei Martiri, ivi la purità delle Vergini, la sapienza dei Dottori, la povertà degli Anacoreti, la pietà dei Confessori, ivi infine si ritrova raggruppata la virtù di tutti i Santi. A nessuno dei Santi fu mai concesso uno speciale privilegio, che dal principio della sua vita non rifulgesse con maggiore abbondanza in Maria. Ecco il fortissimo castello, ecco la torre inespugnabile che mai diede al diavolo fede e obbedienza. Qui entrò Gesù, quando il Verbo si fece carne e abitò fra noi, per espugnare i suoi nemici e riprendersi il regno in cui il demonio dapprincipio era stato un intruso.
È stata eletta ad essere nostra Avvocata. Infatti sebbene abbiamo un Avvocato presso il Padre, il Figlio, come dice Giovanni: fu necessario avere Maria quale Avvocata presso il Figlio. Infatti coi nostri peccati non solo Dio, di cui violiamo i precetti, è offeso, ma anche il Figlio di Dio, il cui sangue, peccando, calpestiamo, crocifiggendo nuovamente il Figlio di Dio. E quindi come presso il Padre intercede il Figlio, così presso il Figlio intercede la Madre. Onde il Figlio mostra al Padre il petto e le piaghe, e la Madre mostra al Figlio il petto e il seno; onde è costituita Avvocata idonea: idonea perché purissima, idonea perché accettevolissima, idonea perché piissima: infatti tutto ciò che a un'Avvocata è consentaneo. Orsù dunque Avvocata nostra, volgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi: e a te accorriamo nei bisogni nostri: compi il tuo officio, esercita la tua funzione.
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2022-07-23 13:00:35 OTTAVA DELLA COMMEMORAZIONE SOLENNE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.


Il monte Carmelo fu sede di eremiti, emuli del profeta Elia, fin da prima del Cristianesimo. Lo stesso Elia su quel monte ricevette una “apparizione” della Vergine in quella nuvoletta che si levava dal mare (Cfr. 1Re 18:42-45). Sempre nello spirito del Profeta Elia e sotto il Patrocinio della medesima Vergine vissero su quella vetta monaci cristiani, probabilmente maroniti che seguivano la regola di san Basilio. A questi nel secolo XII, si unirono anche dei Latini, i quali diedero vita all'Ordine dei Fratelli di Santa Maria del Carmelo (i Carmelitani), che poi si diffusero per tutta la Cristianità. Nel 1245 Innocenzo IV approvò la Regola dei Carmelitani sotto il generalato di san Simone Stock. Il 16 luglio 1251, la Beata Vergine Maria apparve al santo rimettendogli l'abito che doveva essere il segno distintivo dell'Ordine. Innocenzo IV benedisse questo vestito e concesse numerosi privilegi, non soltanto per i membri di quest'Ordine, ma anche per tutti quelli che entrassero nella Confraternita della Madonna del Monte Carmelo. Portando lo scapolare, che è la riduzione di quello dei Padri Carmelitani, essi partecipano a tutti i loro meriti e possono sperare, da parte della Vergine, una pronta liberazione dal Purgatorio nel primo sabato dopo la loro morte (il cosiddetto privilegio sabatino), se sono stati fedeli nell'astinenza, nella castità secondo il loro stato, nella diffusione zelante della devozione mariana e nel recitare le preghiere prescritte da Giovanni XXII nella Bolla, detta Sabatina, pubblicata il 3 marzo 1322, in seguito a una richiesta esplicita della stessa Vergine del Carmine apparsa al sommo Pontefice nel 1316. La festa, prima solamente dei Carmelitani, fu introdotta nel Messale Romano per tutta la Chiesa da Benedetto XIII nel 1726.
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2022-07-23 01:05:03 • Commemorazione e Ultimo Vangelo della Vigilia (anticipata) di san Giacomo Apostolo

Come la maggior parte delle feste degli Apostoli, che un tempo erano di precetto, quella di san Giacomo il Maggiore è preceduta da una vigilia. Questo santo fu uno dei membri del collegio dei Dodici, e come i dodici figli di Giacobbe ricevette la sua porzione di eredità, e dovette evangelizzare una parte della Chiesa, un tempo raffigurata dalla terra promessa (Epistola). Egli ebbe, con suo fratello san Giovanni e con san Pietro, il privilegio d'esser testimonio della Trasfigurazione di Gesù e della sua agonia nell'Orto degli Ulivi. Egli, primo fra gli Apostoli, ebbe l'onore di rendere testimonianza al Cristo con l'effusione del suo sangue nella città di Gerusalemme.

Omelia di san Gregorio Papa.
Omelia 27 sui Vangeli.
Nonostante tutte le sacre parole siano piene di comandamenti del Signore, com'è che riguardo all'amore, come di un comandamento singolare, il Signore dice: «Il comandamento mio è questo, che vi amiate l'un l'altro», se non perché ogni comandamento riguarda solamente l'amore e tutti sono un comandamento unico? Perché qualsiasi cosa viene comandata, viene consolidata nella sola carità. Come infatti molti rami di un albero procedono da una sola radice, così molte virtù sono generate dalla sola carità. Ed il ramo della buona azione non ha alcun color verde, se non rimane nella radice della carità.
Quindi i comandamenti del Signore sono sia molti, sia uno solo: molti per la diversità dell'operazione, uno solo nella radice dell'amore. Ma in qual modo questo amore si debba mantenere, lo suggerisce Egli stesso, che in numerosi luoghi della sua Scrittura, comanda sia che gli amici vengano amati in Sé, che i nemici per Sé. Infatti ha veramente la carità, colui che sia ama l'amico in Dio, ed il nemico per Dio. Ora ci sono alcuni che amano i lori vicini ma per l'affetto della parentela e della carne: tuttavia le sacre parole non si oppongono a questi. Ma una cosa è quel che è applicato spontaneamente alla natura, una cosa quel che per i comandamenti del Signore è dovuto all'obbedienza dall'amore.
Questi certamente sia amano il prossimo, sia tuttavia non raggiungono quei sublimi premi dell'amore: poiché esercitano il loro amore non spiritualmente, ma carnalmente. Quindi quando il Signore diceva: «Il comandamento mio è questo, che vi amiate l'un l'altro», subito aggiunse: «come io ho amato voi». Come se volesse dire: Amate conforme al modo in cui vi amai. In tale cosa, carissimi fratelli, bisogna fare cauta attenzione, che l'antico nemico, mentre trae la nostra mente all'amore delle cose temporali, suscita contro di noi il prossimo più debole, perché tenti di portar via le stesse cose che amiamo.

http://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/07/vigilia-di-san-giacomo-apostolo.html

Ex Proprio pro Hispaniarum Regno:

https://tradidiaccepi.blogspot.com/2019/07/vigilia-propria-di-san-giacomo-maggiore.html?m=1
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2022-07-23 01:00:22 • Commemorazione di san Liborio, Vescovo e Confessore

San Liborio nacque nel IV secolo da una famiglia della Gallia, e lasciò tutto per consacrarsi al servizio degli altari. Divenne Vescovo di Le Mans, e, dopo una vita tutta presa dalla predicazione, dalle preghiere e dalle penitenze, morì nel 397 (?).

Omelia di sant'Ambrogio Vescovo.
Libro 10 sul cap. 22 di Luca, dopo il principio.
Il regno di Dio non è di questo mondo. Quindi l'uomo non può pretendere d'eguagliare Dio, ma solo avere emulazione di rassomigliargli. Infatti Cristo solo è l'immagine perfetta di Dio, essendo uno col Padre di cui esprime in sé tutto lo splendore. L'uomo giusto poi allora è immagine di Dio, quando, illuminato dalla cognizione di Dio e desideroso d'imitarne la condotta, disprezza questo mondo, quando le voluttà della terra lo disgustano, perché saziato dal Verbo, nostro vitale alimento: onde noi mangiamo il corpo di Cristo, per potere aver parte alla vita eterna.
Infatti la ricompensa, l'onore che ci si promette, non è già di mangiare e di bere, sibbene la comunicazione della grazia celeste e della vita senza fine. I dodici troni non sono già come de' seggi per ricevere a sedere dei corpi. Ma, come Cristo, per la sua uguaglianza con Dio, giudica le anime per l'intima cognizione che n'ha, e non già per un interrogatorio che le obblighi a dichiarare le loro azioni, rimunerando la virtù e punendo l'empietà, così anche gli Apostoli sono destinati a un giudizio spirituale per l'esaltazione della fede e l'esecrazione dell'incredulità, onde la fede è ricompensata, la incredulità detestata, respingendo l'errore con forza, e perseguitando i sacrileghi con odio santo.
Convertiamoci dunque, e badiamo che non sorga fra noi, per nostra rovina, contesa alcuna di primeggiare. Che sia sorta contesa fra gli Apostoli, ciò non è ricordato per fornirci una scusa, ma per metterci in guardia. Se Pietro non si è convertito interamente che alla fine, lui che aveva seguito il Signore alla prima chiamata: chi può dire di essersi davvero convertito subito? Guardati dunque dalla iattanza, fuggi il mondo. L'ordine di confermare i suoi fratelli lo riceve colui che ha detto: «Noi abbiamo abbandonato tutto, e ti abbiamo seguito».

https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/07/santapollinare-vescovo-e-martire.html?m=1
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2022-07-23 01:00:22 SANT'APOLLINARE, VESCOVO E MARTIRE

Doppio.
Paramenti rossi.

Apollinare, di Antiochia di Siria, fu convertito a Gesù Cristo da san Pietro. Venne a Roma col Principe degli Apostoli, il quale l'ordinò Vescovo e l'inviò a Classe, presso Ravenna, per stabilirvi la Chiesa e predicare il Vangelo di Cristo Signore, e dove, siccome convertiva moltissimi alla fede di Cristo, fu preso dai sacerdoti degli idoli, e crudelmente battuto. Alle sue preghiere avendo il nobil uomo Bonifacio, ch'era rimasto muto da lungo tempo, ricuperata la favella, ed una sua figlia essendo stata liberata dallo spirito immondo, si suscitò una nuova sedizione contro di lui. Quindi battutolo con verghe, lo fecero camminare a piedi nudi su carboni ardenti; ma questo fuoco non avendolo leso affatto, venne cacciato dalla città.
Egli allora si nascose qualche tempo con alcuni Cristiani, poi partì per l'Emilia, dove risuscitò la figlia del patrizio Rufino; ciò che determinò l'intera famiglia di Rufino a credere in Gesù Cristo. Ma il prefetto irritatone fortemente, si fece venire Apollinare, e gli ingiunse severamente di finirla di propagare la fede di Cristo nella città. Apollinare non avendo tenuto conto dei suoi ordini, fu torturato sul cavalletto: si versò dell'acqua bollente sulle sue piaghe e gli pestarono la faccia con una pietra; quindi carico di catene, lo si gettò in prigione. Dopo quattro giorni venne imbarcato per essere mandato in esilio, ma avendo fatto naufragio giunse nella Misia, di là sulle rive del Danubio, e poi in Tracia.
Rifiutandosi il demonio di dare responsi nel tempio di Serapide finché vi dimorasse un discepolo dell'Apostolo Pietro, Apollinare dopo lunghe ricerche fu ritrovato e gli si ordinò di riprendere il mare. Così tornato a Ravenna, e di nuovo accusato dagli stessi sacerdoti degli idoli, fu dato da custodire a un centurione, il quale siccome onorava secretamente Cristo, di notte fece fuggire Apollinare. Risaputasi la cosa, i satelliti lo inseguono, lo coprirono di ferite e, credendolo morto, lo abbandonarono sulla strada. Donde raccolto dai Cristiani, dopo averli esortati a rimaner costanti nella fede, dopo sette giorni abbandonò questa vita coronato della gloria del martirio nella sua chiesa di Classe al tempo di Vespasiano.
Il suo corpo venne sepolto presso le mura della città; su tale luogo venne eretta nel VI secolo una basilica in suo onore. Successivamente le sue reliquie furono traslate in città «nella chiesa a lui intitolata, costruita nel 780 da papa Adriano I»; quivi «fino a pochi anni or sono, si esponeva un suo braccio. La reliquia venne donata, il 3 maggio 1586, al rettore del Collegio germanico p. Michele di Loreto S. J. dal legato dell'imperatore Rodolfo II, Giacomo Curtius. Riportata dal Diario Ordinario n. 3915 del 1 settembre 1742, è oggi conservata nella sagrestia insieme a molte altre. Reliquie di S. Apollinare, con quelle del martire Prospero, furono rimesse nell'altare maggiore il 21 aprile 1748, in occasione della nuova consacrazione operata da Benedetto XIV. Altre "presunte" cinque ossa del santo furono donate alla chiesa dal Capitolo della B. Maria di Düsseldorf, dal Decano di S. Maria d'Aquisgrana e dalla Badessa di S. Giovanni Battista di Burtscheid. La chiesa, allora sede del Collegio Germanico Ungarico, ebbe in dono moltissime altre reliquie. La Visita Apostolica del 1627 riporta tutte le donazioni, custodite in artistici reliquiari. Le insigni erano: la testa di un martire della Legione Tebana ed ossa appartenenti ai suoi compagni, femore e ossa d'Ulderico, vescovo d'Augusta e di Wolfgang vescovo di Ratisbona, provenienti da Treviri; provenienti da Colonia la testa e tibia di una delle undicimila vergini. Il palazzo attiguo alla chiesa, dimora del Collegio, fu nel secolo scorso sede della Lipsanoteca del Vicariato» (G. Sicari, Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma).
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2022-07-23 00:30:21
RUBRICHE PER BREVIARIO E MESSA
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2022-07-22 20:00:58 “Esempio per tutti”. Sermone di San Bonaventura su Santa Maria Maddalena

Maria Maddalena, gloriosa peccatrice penitente, è lodata come sovraeccellente per tre ragioni: prima l’umiltà della disciplina; seconda l’asprezza della penitenza; terza l’ubertà della devozione interiore.
Questa peccatrice fu esempio di ogni disciplina, di ogni penitenza e di ogni devozione interiore. Guardiamo a questo esempio e non disprezziamolo. Dio lo ha proposto ai giusti e ai peccatori, agli innocenti e ai penitenti.

https://www.radiospada.org/2022/07/esempio-per-tutti-sermone-di-san-bonaventura-su-santa-maria-maddalena/
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