2022-07-20 07:00:43
SAN GIROLAMO EMILIANI, CONFESSORE
Doppio.
Paramenti bianchi.
Girolamo, nato nel 1486 a Venezia dalla nobile famiglia degli Emiliani, datosi alla milizia fin dalla prima adolescenza, fu, in tempi difficilissimi per la Repubblica, preposto nel 1511 alla difesa di Castelnuovo presso Quero, sui monti di Treviso, durante la guerra della Lega di Cambrai. I nemici impadronitisi della fortezza il 27 agosto 1511, lo gettarono in una orribilissima prigione, legato mani e piedi; dove, privo d'ogni umano soccorso, egli si rivolse alla beatissima Vergine, che esaudì le sue preghiere, gli apparve, ne spezzò le catene, e per mezzo ai suoi nemici, che occupavano tutte le strade, lo condusse incolume in vista di Treviso (27 settembre 1511). Entrato in città, a testimonianza del benefìcio ricevuto, sospese all'altare della Madre di Dio venerata nella chiesa di Santa Maria Maggiore, cui si era votato, le manette, i ceppi, le catene che aveva portato con sé. Tornato a Venezia nel 1527, cominciò a darsi interamente alle opere di pietà, spendendosi meravigliosamente a pro dei poveri, ma soprattutto fu compassionevole verso i fanciulli, che, privi di genitori, erravano per la città miserabili e sordidi, raccogliendoli in case, da lui affittate, nutrendoli a sue spese, e formandoli ai cristiani costumi.
In quei giorni erano approdati a Venezia il beato Gaetano di Thiene e il vescovo Gian Pietro Carafa, suo confessore che fu poi Paolo IV, i quali approvato lo spirito di Girolamo e il suo nuovo istituto destinato a raccogliere gli orfani, lo condussero nell'ospedale degli Incurabili, dove, educando gli orfanelli, avrebbe insieme servito con pari carità ai malati. Ben tosto, dietro loro consiglio, partì per il vicino continente, ed eresse degli orfanotrofi, prima a Brescia, poi a Bergamo e a Como: soprattutto a Bergamo, dove oltre due orfanotrofi, uno per i ragazzi e l'altro per le ragazze, aprì, novità sconosciuta in quelle regioni, un asilo per le donne di mala vita convertitesi a penitenza. Fermatosi finalmente a Somasca, umile villaggio nel territorio di Bergamo, ai confini delle possessioni Venete, vi fondò nel 1534 una residenza per sé e per i suoi, e vi organizzò la sua congregazione, che poi da questo luogo prese il nome di Somasca; e che poi sviluppatasi e propagatasi, alla educazione degli orfani e al servizio delle chiese aggiunse, per maggiore utilità della società cristiana, la formazione dei giovani nelle lettere e nei buoni costumi in collegi, accademie e seminari. La primigenia comunità religiosa chiamata “Compagnia dei servi dei poveri di Cristo”, approvata il 1° settembre 1535 dal nunzio papale, il cardinale Girolamo Aleandro, riceverà il primo riconoscimento pontificio il 6 giugno 1540, da parte di papa Paolo III, con la bolla
Ex iniuncto, sempre con la stessa finalità di dare assistenza agli orfani. Dopo non molto tempo, il 6 dicembre 1568, san Pio V con la bolla
Ex iniuncto nobis, concederà l'approvazione definitiva alla Compagnia elevandola da Congregazione a Ordine regolare. I religiosi erano chiamati Chierici regolari di san Maiolo, dal nome del collegio di Pavia, oppure Chierici Regolari di Somasca, luogo affidato a Girolamo dall'arcivescovo di Milano, san Carlo Borromeo, nel 1566, e che divenne anche il centro dell'Ordine. Altri Pontefici le accorderanno dei privilegi.
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