2022-07-25 01:01:25
SAN GIACOMO IL MAGGIORE, APOSTOLO
Doppio di II classe.
Paramenti rossi.
Giacomo, Galileo, fratello germano dell'Apostolo Giovanni che era il prediletto del Signore, nacque in Betsaida da Zebedeo e Salome. Già discepolo del Battista, chiamato col fratello tra i primi Apostoli, abbandonò il padre e le reti per seguire il Signore, e tutti e due furono chiamati dallo stesso Gesù
Boanerges, cioè figli del tuono. Un giorno sua madre, accostatasi al Salvatore, gli chiese per i suoi due figli, il favore «che sedessero l'uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra nel suo regno» (
Vangelo). Il Cristo ne profetizzò allora il martirio. Il santo Apostolo Giacomo «siederà in trono a giudicare le dodici tribù di Israele» (
Communio), ma prima dovrà bere lo stesso calice di Gesù (
Vangelo) e avere, come tutti gli Apostoli, una vita di sofferenze e di persecuzioni, come quella che descrive l'
Epistola. Egli fu uno dei tre Apostoli - gli altri due erano il fratello Giovanni e san Pietro -, che il Salvatore amò di più, e che volle avere come testimoni della sua Trasfigurazione, del miracolo che fece allorché risuscitò la figlia del capo della sinagoga Giairo, e quando si ritirò sul monte degli Olivi per pregare il Padre, prima d'essere preso dai Giudei.
Dopo l'Ascensione di Gesù Cristo al Cielo e l'avvento dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, egli predicò la divinità di Gesù nella Giudea e nella Samaria, convertendo moltissimi alla fede cristiana. Partito poi per la Spagna, vi convertì alcuni a Cristo; di questi in seguito san Pietro ne ordinò sette vescovi e li inviò per primi in Spagna. Nell'anno 40, a Saragozza, in Spagna, fu visitato in bilocazione dalla Vergine che gli consegnò il famoso Pilar (colonnina di alabastro). Quindi ritornato a Gerusalemme, avendo guadagnato, fra gli altri, alla verità della fede il mago Ermogene, e proclamando liberamente la divinità di Gesù Cristo, Erode Agrippa, divenuto re sotto l'imperatore Claudio, per conciliarsi i Giudei, condannò Giacomo alla pena capitale. Colui che l'aveva condotto al tribunale, vedendo il coraggio col quale andava al martirio, si dichiarò cristiano anche lui.
Mentre venivano portati al supplizio, egli chiese perdono a Giacomo; e Giacomo, baciandolo: «La pace sia con te» gli disse. Pertanto vennero tutti e due decapitati; poco prima Giacomo aveva guarito un paralitico. Per timore, sembra, degli Arabi, padroni di Gerusalemme, dicesi che il corpo di questo santo sia stato più tardi traslato a Compostela, in Galizia, e qui rinvenuto nel IX secolo, dove è in sommo onore, accorrendovi pellegrini da tutte le parti del mondo per motivo di pietà e di voti. Per celebrare la memoria del suo natale, la Chiesa ha scelto quest'oggi, ch'è il giorno della sua traslazione, perché fu verso la festa di Pasqua del 44 ch'egli, primo degli Apostoli, rese testimonianza a Gesù Cristo con l'effusione del suo sangue a Gerusalemme.
All'Epistola. San Paolo si rivolge ironicamente ai Corinti, che vogliono piacere a Dio, lasciandosi guidare dalla saggezza come l'intende il mondo. I Corinti pretendevano infatti di unire due cose inconciliabili: la saggezza umana e il cristianesimo, e chiamavano insensati quelli che rinunciavano a ciò che il mondo ricerca. Il Santo Apostolo li contrappone ai veri cristiani che soffrono generosamente per il Cristo e che non cercano di piacere agli uomini, ma piuttosto di essere uno spettacolo che Dio e gli Angeli ammirano. Così fece l'Apostolo san Giacomo.
• Nelle Sante Messe lette:
Commemorazione di san Cristoforo, Martire
Il Martirologio romano ricorda oggi il natale di san Cristoforo, il quale sarebbe appartenuto ad una città di nome Samon (?) in Licia. Egli, sotto Decio, nel 250 circa, battuto con verghe di ferro, e per la superna virtù di Cristo liberato dalle fiamme ardenti, da ultimo, trafitto da colpi di frecce, colla decapitazione compì il martirio. È uno dei quattordici Santi Ausiliatori.
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