2022-05-02 18:01:23
MINDFULNESS E ATTACCAMENTO Il mio precedente post ha sollevato un’acuta e lecita osservazione: la Mindfulness ci aiuta a non aggrapparci alle persone, ai pensieri e agli stati mentali,
come possiamo gestire i nostri affetti? Occorre fare una precisazione, la Mindfulness non dice che è sbagliato instaurare una relazione di affetto con una persona o familiare. Una vita ricca e appagata include buone relazioni sociali e affetti.
Tuttavia la Mindfulness ci aiuta a
prendere consapevolezza di tre concetti che sono sempre presenti nella nostra vita: la sofferenza, l’impermanenza e il non-se’ (ovvero l’interdipendenza, ossia noi siamo correlati con le condizioni del mondo esterno, che lo vogliamo oppure no).
Impermanenza vuol dire che tutto muta: il mondo, gli altri e noi. Non esiste una singola cosa sul pianeta terra che non muti nel tempo.
Anche il nostro stesso corpo, istante dopo istante, muta e possiamo affermare che qualche secondo fa eravamo biologicamente diversi, e forse mentalmente diversi se sfiorati da un pensiero differente!
Dal momento che mutiamo e la nostra identità non è statica ma risente del contesto (un po’ come l’acqua dipende dal contenitore contenitore che la ospita)
nasce in noi il concetto di attaccamento che da origine alla sofferenza.
Ci sono tre tipi di sofferenza:
1 La sofferenza fisica: io mi taglio un dito o mi scotto col fuoco e sento dolore.
2 La sofferenza per il cambiamento, cioè impermanenza.
3 La sofferenza per le condizioni che ci fanno essere, cioè il non-sé.
Quando si parla di attaccamento che porta alla sofferenza, non si intende l’instaurarsi di un legame affettivo, per esempio verso un familiare o un fidanzata/o, ma si intendono
tutti quei tipi di legame in cui si instaura una forma di brama ( talvolta anche compulsiva )
che rende la persona un “oggetto” di soddisfazione dei nostri piaceri.Ad esempio:
Ogni volta che desideriamo che una persona non cambi, ci attacchiamo al concetto di permanenza e prima o poi saremo delusi.
Ogni volta che desideriamo che il rapporto resti uguale, ovvero che le cose attorno a noi (il non-se’) non cambi, per preservare sempre quella situazione di piacere/benessere per noi, presto o tardi rimarremo delusi e la situazione che ci da stabilita’ o godimento e’ compromessa.
Ogni volta che siamo gelosi, stiamo vivendo una forma di attaccamento. La gelosia è una forma di passione egocentrica, il partner di fatto lo abbiamo trasformato in un oggetto di piacere: non è più un soggetto, una persona libera. Di fatto stiamo limitando la sua liberta’ al nostro piacere che potrebbe essere anche soltanto quello di tranquillizzare le nostre ansie e le nostre paure di abbandono.
Instaurare u
na relazione di affetto con le persone invece
in maniera mindful significa avere cura di loro senza gettare su di loro le nostre aspettative, significa renderle LIBERE senza gettare le nostre paure che qualcosa cambi, vuol dire essere compassionevoli, vuol dire ascoltarle in modo attivo senza gettare loro giudizi, vuol dire sentirsi tristi quando queste persone soffrono così come rallegrarsi della loro felicità e dei loro successi (senza attaccarsi a quei stati mentali).
Un famoso lama tibetano disse una volta:
“Dona a chi ami ALI per volare, RADICI per tornare e MOTIVI per rimanere” - Dalai Lama
La mindfulness ci aiuta quindi a lavorare su noi stessi, sul senso di attaccamento e sul concetto di impermanenza che portano alla sofferenza. La mindfulness ci aiuta a essere liberi e a rendere gli altri liberi. Mindfulness e’ liberta’.
257 viewsDaniela Oca, edited 15:01