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Resta aggiornato sulle ultime analisi e discussioni sulla politica internazionale, le crisi globali e le dinamiche geopolitiche direttamente dalla voce autorevole dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale.
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Gli ultimi messaggi 12

2023-04-14 18:30:11
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2023-04-14 18:30:05 SPAZIO: CORSA ALLE LUNE 

Il filo di Ariane 
Buona la seconda. Dopo il rinvio per maltempo di ieri, il razzo vettore Ariane 5 è decollato con successo dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana francese. A un'altitudine di 1.500 chilometri una sonda spaziale si è poi separata dal resto del razzo, dirigendosi verso Giove e le sue lune ghiacciate. Ha così inizio la missione di punta dell’Agenzia spaziale europea, la Jupiter Icy Moons Explorer (JUICE).  
Giove, il più grande pianeta del sistema solare (un pallone da basket, se la Terra fosse grande come una monetina), dista mediamente 628 milioni di chilometri. Poiché la sonda non ha la potenza necessaria per volare direttamente così lontano, dovrà fiondarsi intorno a Venere nel 2025, prima di passare nuovamente davanti alla Terra nel 2029, così da ottenere la spinta gravitazionale necessaria a raggiungere la sua destinazione finale nel luglio 2031.  

Verso la frost line e oltre
Attorno a Giove orbitano dalle 80 alle 95 lune. Nel 1610 Galileo Galilei riuscì per la prima volta ad osservarne quattro, tra cui Ganimede (la più grande luna del sistema solare, e l’unica dotata di un campo magnetico), Callisto ed Europa. JUICE studierà proprio questi tre corpi ghiacciati e i loro vasti oceani salati sub-superficiali, che potrebbero ospitare forme di vita
L’obiettivo è dimostrare definitivamente l'esistenza di vita oltre la Terra: una netta differenza rispetto ad altre missioni simili su Marte, che si concentrano sulla ricerca di segni di vita antica ormai estinta da tempo. Sarebbe inoltre la prima missione su una luna diversa da quella terrestre e la prima esplorazione di un habitat oltre la frost line del sistema solare, superata la quale i pianeti presentano nuclei ghiacciati. 

Non voglio mica la Luna? 
Non solo le lune di Giove, ma anche quella terrestre è al centro dell’attenzione dei programmi spaziali di tutto il mondo. Il 3 aprile, la NASA ha presentato i quattro astronauti della missione Artemis II (in collaborazione con le principali agenzie spaziali occidentali) che sorvoleranno la Luna. Nel 2025 con Artemis III avverrà il vero e proprio allunaggio, come nel 1969, con obiettivi però molto più ambiziosi: costruire un insediamento permanente sulla Luna e sfruttare le sue risorse minerarie. 
Dal titanio, fondamentale per la transizione energetica e digitale, all’Elio H-3, cruciale nelle future centrali a fusione nucleare, molte sono le risorse rare sulla Terra ma abbondanti e ambite sul suolo lunare. Ecco perché anche Mosca e Pechino sono già impegnate in uno sforzo congiunto per creare una loro base lunare permanente entro il 2036. 
La rivalità per le risorse terrestri è destinata a essere replicata nello spazio?  
 
È iniziata una nuova corsa allo spazio tra competizione scientifica, militarizzazione e contese geopolitiche? Ne parliamo nel nuovo episodio di Globally, il nostro podcast sulla geopolitica: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/podcast-globally-ce-vita-oltre-a-noi-nel-sistema-solare-125855
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2023-04-13 19:44:24
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2023-04-13 19:44:18 CINA-EUROPA: UNA RIPRESA DIFFICILE

Vado al massimo
Le esportazioni cinesi hanno ripreso a correre. Anche se il mondo continua a crescere poco (+2,8% quest’anno secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), i livelli più bassi da 30 anni), e l’inflazione e le tensioni geopolitiche restano alte, il motore cinese sembra aver ripreso vita. O, almeno, le sue esportazioni.
A dominare sono quelle “verdi” (veicoli elettrici, batterie al litio e pannelli solari) e di acciaio. E se questa può essere una notizia positiva per il mondo, preoccupa però il trend dei partner commerciali. Calano le esportazioni verso l’Occidente, mentre salgono quelle verso la Russia. Un riflesso delle tensioni degli ultimi mesi?

Non è tutto oro
Sfidando le aspettative, le esportazioni cinesi a marzo sono cresciute del 15% (contro un calo previsto del 7%). Per questo, adesso, Pechino guarda con più fiducia alla possibilità di centrare il suo obiettivo di crescita del 5%. D’altronde, anche il FMI martedì vedeva una Cina in crescita del 5,2%, contro il misero +3% del 2022 (il tasso più basso dal 1976, se si esclude il 2020 pandemico).
Ottimismo, dunque? Non esattamente. Proprio il tasso di crescita dell’anno scorso dimostra come quello di quest’anno sia un “rimbalzo” dopo il rallentamento della crescita, causato prima dalle politiche zero Covid, poi dalla riapertura improvvisa di dicembre, che aveva provocato contagi di massa (e, dunque, la creazione di un arretrato di ordini inevasi). Non a caso, le Borse mondiali oggi registrano scarsa euforia: +0,7% a New York (S&P 500) e in Europa (Euro Stoxx50).

Europa che vai...
La ripresa della domanda cinese apre però uno spiraglio per chi vede nella Cina ancora un partner commerciale, più che un “rivale sistemico” – la definizione data dalla Commissione europea nel 2019. Come i tanti leader europei che negli ultimi mesi hanno sfilato, uno dopo l’altro, alla corte di Xi: Scholz a novembre, Sánchez a fine marzo e Macron (con von der Leyen) la settimana scorsa – tutti accompagnati da delegazioni commerciali.
A vedere una ripresa delle esportazioni cinesi meno di buon occhio è invece la presidente della Commissione. Imbeccata inizialmente dagli stessi leader europei, che due anni fa avevano fatto fallire il CAI, l’accordo sugli investimenti, per poi chiedere a von der Leyen quel pugno duro a cui oggi sembrano opporsi.
E forse sono proprio queste indecisioni europee a rallegrare Pechino più del rimbalzo commerciale.

Le contestazioni del Garante della privacy italiano a Open AI hanno messo in luce i pericoli connessi allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Ma dobbiamo averne davvero paura? Ne parliamo ora all’ISPI in una tavola rotonda. Per seguire la diretta online: https://www.ispionline.it/it/evento/chi-ha-paura-dellintelligenza-artificiale

Il 5 aprile la polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea di Al- Aqsa. Ma perché Gerusalemme è spesso teatro di scontri? Scoprilo nelle Web Stories di ISPI, una nuova guida multimediale per capire l'attualità geopolitica:
https://www.ispionline.it/it/web-stories/perche-scoppiano-scontri-a-gerusalemme
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2023-04-12 19:41:29
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2023-04-12 19:41:24 CINA-BRASILE: LULA CHEZ XI

Viaggio di gruppo
È finalmente iniziato il viaggio in Cina del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che incontrerà il presidente cinese Xi Jinping il 14 aprile. Il viaggio, che doveva inizialmente tenersi a marzo ma era stato rimandato a causa di problemi di salute di Lula, è il terzo in Cina del presidente brasiliano, e il primo nel suo corrente mandato.
Lula si unisce al pellegrinaggio diplomatico che ha portato a Pechino i leader mondiali dopo la riapertura post-Covid. E lo fa in grande stile, con una delegazione di circa 300 persone, in buona parte rappresentanti del mondo business. Ma sono presenti anche una quarantina di politici di vario titolo. Insomma, un viaggio dalla doppia valenza: un rafforzamento delle relazioni politiche accompagnato da ampie ambizioni commerciali.

Teniamoci stretti
Non stupisce: dal 2009 la Cina è il primo partner commerciale del Brasile, e nel 2021 era la prima fonte di investimenti esteri. Una collaborazione trainata dagli investimenti cinesi nel settore energetico, ma non solo: forte del suo settore agricolo e delle sue riserve di petrolio e materiali ferrosi, il Brasile è uno dei pochi paesi a poter vantare un surplus commerciale con la Cina (secondo Brasilia, più di 60 miliardi di dollari).
Una collaborazione che Lula vorrebbe ora diversificare. Sarebbero già pronti ad essere firmati una ventina di accordi in vari ambiti: tecnologia e innovazione, salute, istruzione, agricoltura, investimenti, sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico... Insomma, con un Brasile provato da un andamento economico ben più tetro degli anni d’oro della sua prima presidenza, Lula porta avanti collaborazioni economiche ambiziose.

Il mondo visto dal Sud
Ma la visita è anche molto politica. Si parlerà anche di Ucraina, un argomento su cui il Brasile si è speso creando un “peace club” di paesi orientati alla mediazione – a cui la Cina sarebbe invitata, a sostegno di un suo possibile ruolo per mediare la pace. Così come ha già sostenuto altre iniziative cinesi, a partire dalla Global Development Initiative, nel cui ambito Pechino potrebbe allargare i propri investimenti in America Latina.
Prima economia a sud dell’equatore, Brasilia sta mostrando di essere pronta a proporsi come un attore di primo piano del Sud globale, e condivide con Pechino l’appartenenza al forum dei BRICS. Insomma, il perseguimento da parte di Lula di una sua versione di “autonomia strategica” è certamente una tendenza gradita a Xi. Al tempo stesso, però, Lula dovrà evitare di incrinare i rapporti con Washington, che rimane il più importante partner di sicurezza regionale del Brasile e che, significativamente, è stata la meta del primo viaggio all’estero del neo-rieletto presidente brasiliano.
Rivendicando il proprio ruolo globale in un mondo sempre più teso, riuscirà il Brasile a mantenere la giusta distanza?

Sogni la carriera diplomatica e vuoi prepararti al concorso? Allora domani 13 aprile partecipa all’Open Day del Master in Diplomacy ISPI 2023/2024. Iscriviti e segui con un click: https://www.ispionline.it/it/evento/open-day-master-in-diplomacy-2

Joe Biden è a Belfast, in Irlanda del Nord, per celebrare i 25 anni degli Accordi del Venerdì Santo: “Pace e opportunità economiche vanno insieme”. Ne parliamo nel ISPI Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/joe-biden-lirlandese-125545
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2023-04-11 19:24:34
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2023-04-11 19:24:25 PENTAGONO: LA GRANDE FUGA (DI NOTIZIE)

La talpa
Ancora nessuna certezza sul responsabile del leak di documenti segreti del Pentagono emerso la settimana scorsa. Le immagini – alcune delle quali pubblicate già settimane fa – di recente hanno iniziato a circolare su canali Telegram russi e sono state poi condivise su altri social media. Secondo la stessa Casa Bianca si tratta di una delle maggiori violazioni della sicurezza nazionale americana dal 2013, quando più di 700.000 documenti e video apparvero su WikiLeaks.
Gli argomenti trattati nei documenti suggerirebbero una divulgazione dall’interno, piuttosto che un attacco esterno. E così al Pentagono è iniziata la caccia al colpevole, mentre a Washington si cerca di mitigare i danni della fuga di notizie, soprattutto con l’alleato che più ne soffre: l’Ucraina.

Tallone d'Achille

Da una parte c’è il problema della disinformazione: i documenti (soprattutto nei canali russi) sembrerebbero essere stati modificati per gonfiare le perdite ucraine, minimizzando invece quelle russe (abbassandole a 35-43mila soldati russi uccisi, contro le stime occidentali di circa 60mila). Come se non bastassero le stime ufficiali, con la Banca mondiale che calcola in 135 miliardi di dollari il costo di un anno di guerra (quasi quanto il PIL ucraino).
Non c’è soltanto questo. Secondo i documenti, la contraerea ucraina resterà senza rifornimenti già da inizio maggio. L’informazione consentirebbe al Cremlino di riprendere gli attacchi aerei interrotti nei primi giorni di guerra, influenzando le sorti del conflitto prima dell’attesa controffensiva ucraina.
Tempestivo, dunque, l’intervento di Biden nell’annunciare, sette giorni fa, l’invio di nuovi aiuti per le difese aeree di Kiev. Ma i limiti dell’industria bellica occidentale non sono certo una novità.

Questione di fiducia
Per la Casa Bianca, la fuga di informazioni strategiche non rischia solo di mettere in difficoltà l’Ucraina. Alcuni documenti fanno riferimento a intercettazioni di alti funzionari in Corea del Sud, indecisi su come rispondere all’invasione. Altri ancora insinuano un legame fra il Mossad, l'agenzia di intelligence israeliana, e le proteste contro il primo ministro Netanyahu.
A complicare le cose, il fatto che Washington sospetti della fuga di notizie i suoi alleati occidentali. Il che rischia di incrinare ulteriormente i rapporti di fiducia, già messi a dura prova dall’Inflation Reduction Act che sembrava voler “approfittare” del momento di debolezza europeo. Washington, almeno per ora, non ha rilasciato dichiarazioni in merito. Basterà attendere perché si calmino le acque?

A che punto sono le relazioni tra Europa e Stati Uniti? Che impatto ha avuto la guerra in Ucraina sul legame transatlantico? E quali sono oggi gli obiettivi principali della politica estera di Washington? Se ti interessa approfondire l’argomento, puoi iscriverti a questo corso intensivo della ISPI School, online il 5 e 6 maggio: https://www.ispionline.it/it/corsi/lunione-europea-e-la-politica-estera-degli-stati-uniti-modalita-web-live-37004

Sale la tensione tra Stati Uniti e Cina intorno a Taiwan mentre dopo la sua controversa intervista, Macron smentisce la vicinanza a Pechino. Che succede? Ne parliamo nell’ISPI Daily Focus di oggi:
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/cina-stati-uniti-acque-agitate-125125
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2023-04-07 19:59:35
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2023-04-07 19:59:28 CHAT GPT: RASSICURAZIONI SUFFICIENTI?

Nuova chat
Chat GPT
ha fretta di rispondere alle contestazioni mosse dal Garante della privacy italiano. Lo stop dell’autorità nostrana al chatbot di OpenAI, deciso il 31 marzo, non è infatti passato inosservato nel resto del mondo: anche il corrispettivo canadese ha fatto partire un’indagine contro la compagnia per raccolta, uso e diffusione di dati personali senza consenso. E dalla Francia al Giappone, passando per Irlanda e Germania, il dossier italiano è ora allo studio delle autorità per la privacy nazionale.
Ecco perché, dopo l’incontro di mercoledì con il Garante italiano, OpenAI si è detta pronta a rafforzare la trasparenza nell’uso dei dati personali degli utenti e i meccanismi a tutela dei minori. Parallelamente ha pubblicato una lettera in cui si impegna a mantenere l’intelligenza artificiale (IA) sicura e vantaggiosa. Una promessa non facile da mantenere.

Il primo della classe
La versione 3.5 di Chat GPT aveva portato l’Europol a lanciare l’allarme su come potesse essere utilizzata dai cybercriminali per programmare malware più efficaci o e-mail di phishing più credibili. Rischi accresciuti con la versione 4.0, che rispetto alla precedente può analizzare anche le immagini e ha il 40% di probabilità in più di produrre risposte accurate.
Se GPT-3 si collocava nel 10° percentile nell’esame per accedere alla professione di avvocato negli USA, GPT-4 è nel 90° percentile. Ovvero, nel giro di un aggiornamento è diventata uno studente modello. Una velocità a cui i regolatori faticano a tenere il passo. Il rischio è quello di un Far West normativo, certo comune alla frontiera tecnologica (i social network solo ora fronteggiano il Digital Services Act) ma da non sottovalutare visti i possibili impatti dell’IA generativa.

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità
Modelli di linguaggio basati sull’intelligenza artificiale come Chat GPT sono in grado di generare un linguaggio simile e a tratti indistinguibile da quello umano, spesso performando in maniera migliore nella comprensione di un testo o nella scrittura di un codice. Non sorprende quindi che, secondo le stime della stessa OpenAI, circa il 25% della forza lavoro USA è a rischio automazione. Le percentuali restano simili se si considera l’Eurozona, mentre scendono per le economie in via di sviluppo, visto il maggior peso del settore primario in esse.
A sorprendere è soprattutto il tipo di figure professionali che l’IA generativa potrebbe sostituire: programmatori e analisti dei dati saranno tra le categorie più esposte. Ovvero la sostituzione tecnologica non riguarderà i profili con low skills ma mansioni finora centrali nell’economia digitale.
In che direzione dovrà andare il reskilling?

Ma chi ha davvero paura dell’intelligenza artificiale? Ne parleremo giovedì 13 Aprile alle 18.00 all’ISPI in una tavola rotonda. Registrati per partecipare: https://www.ispionline.it/it/evento/chi-ha-paura-dellintelligenza-artificiale

L'ex presidente degli Stati Uniti è stato incriminato e processato a New York. La vicenda giudiziaria potrebbe avere diverse conseguenze politiche in vista delle elezioni presidenziali del 2024. Ne parliamo nel nuovo episodio di Globally, il nostro podcast sulla geopolitica:
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/podcast-globally-quali-saranno-le-conseguenze-del-processo-a-donald-trump-124997
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