2021-09-15 19:19:05
USA: PROBLEMA NO-VAX
Pochi vaccini, tanti morti
Da primi a ultimi. Dopo aver rappresentato per mesi il modello globale di riferimento per inoculazione di vaccini, gli Stati Uniti ora arrancano, con
il tasso di copertura vaccinale completa più basso tra i paesi G7: 53% contro, ad esempio, il 64% dell’Italia. Non solo: anche paesi molto più poveri, come Cambogia o Mongolia, hanno vaccinato una quota maggiore di persone.
Se la campagna vaccinale negli Stati Uniti rallenta, lo stesso non si può dire della pandemia:
150mila la media dei nuovi casi giornalieri, 1.500 i decessi. Ad agosto uno stato americano su cinque ha stabilito il proprio record di ricoveri Covid da inizio emergenza. Ma, nonostante questo, sul vaccino gli americani restano diffidenti.
Scetticismo made in USA
Più di un americano su quattro (27%) afferma di
non avere intenzione di farsi vaccinare o di non essere sicuro di farlo: circa il doppio rispetto a francesi o italiani. Dato in calo rispetto al 37% di marzo,
ma tra le grandi economie mondiali solo i russi sono meno entusiasti del vaccino.
Pesa la
scarsità di protezioni sociali, compreso il mancato congedo pagato per malattia: due lavoratori americani su dieci non si vaccinano per
evitare la possibile breve convalescenza collegata all’iniezione. Ma pesano anche le divisioni politiche, con gli stati “repubblicani” molto meno vaccinati e schierati contro la
proposta di Biden di imporre l’obbligo vaccinale per dipendenti federali e grandi aziende.
L’Europa s’è desta?
Sull’altra sponda dell’Atlantico, sembrano
ormai lontane anni luce le polemiche sulla campagna vaccinale, tra errori nei contratti di fornitura, tira e molla con AstraZeneca e ritardi nelle consegne. Solo a marzo il Financial Times scriveva che Bruxelles aveva «fallito la sfida vaccinale». A distanza di sei mesi, un articolo invecchiato male.
L’obiettivo, posto dalla stessa Commissione europea, di
vaccinare il 70% della popolazione adulta “entro fine estate” è stato centrato già il 31 agosto, anche grazie all’introduzione di obblighi collegati al green pass. E così oggi Ursula von der Leyen, nel suo “
Stato dell’Unione” che fa il verso a quello americano, ha potuto festeggiare. Adesso non resta, e non è poco, che tenere il passo.
Nell’ISPI Daily Focus di questa sera: Europa, von der Leyen e lo Stato dell’Unione. Su ispionline.it
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