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CINA-EUROPA: UNA RIPRESA DIFFICILE Vado al massimo Le espo | ISPI - Geopolitica

CINA-EUROPA: UNA RIPRESA DIFFICILE

Vado al massimo
Le esportazioni cinesi hanno ripreso a correre. Anche se il mondo continua a crescere poco (+2,8% quest’anno secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), i livelli più bassi da 30 anni), e l’inflazione e le tensioni geopolitiche restano alte, il motore cinese sembra aver ripreso vita. O, almeno, le sue esportazioni.
A dominare sono quelle “verdi” (veicoli elettrici, batterie al litio e pannelli solari) e di acciaio. E se questa può essere una notizia positiva per il mondo, preoccupa però il trend dei partner commerciali. Calano le esportazioni verso l’Occidente, mentre salgono quelle verso la Russia. Un riflesso delle tensioni degli ultimi mesi?

Non è tutto oro
Sfidando le aspettative, le esportazioni cinesi a marzo sono cresciute del 15% (contro un calo previsto del 7%). Per questo, adesso, Pechino guarda con più fiducia alla possibilità di centrare il suo obiettivo di crescita del 5%. D’altronde, anche il FMI martedì vedeva una Cina in crescita del 5,2%, contro il misero +3% del 2022 (il tasso più basso dal 1976, se si esclude il 2020 pandemico).
Ottimismo, dunque? Non esattamente. Proprio il tasso di crescita dell’anno scorso dimostra come quello di quest’anno sia un “rimbalzo” dopo il rallentamento della crescita, causato prima dalle politiche zero Covid, poi dalla riapertura improvvisa di dicembre, che aveva provocato contagi di massa (e, dunque, la creazione di un arretrato di ordini inevasi). Non a caso, le Borse mondiali oggi registrano scarsa euforia: +0,7% a New York (S&P 500) e in Europa (Euro Stoxx50).

Europa che vai...
La ripresa della domanda cinese apre però uno spiraglio per chi vede nella Cina ancora un partner commerciale, più che un “rivale sistemico” – la definizione data dalla Commissione europea nel 2019. Come i tanti leader europei che negli ultimi mesi hanno sfilato, uno dopo l’altro, alla corte di Xi: Scholz a novembre, Sánchez a fine marzo e Macron (con von der Leyen) la settimana scorsa – tutti accompagnati da delegazioni commerciali.
A vedere una ripresa delle esportazioni cinesi meno di buon occhio è invece la presidente della Commissione. Imbeccata inizialmente dagli stessi leader europei, che due anni fa avevano fatto fallire il CAI, l’accordo sugli investimenti, per poi chiedere a von der Leyen quel pugno duro a cui oggi sembrano opporsi.
E forse sono proprio queste indecisioni europee a rallegrare Pechino più del rimbalzo commerciale.

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