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Giovani di Parola

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Indirizzo del canale: @giovaniparola
Categorie: Religione
Lingua: Italiano
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Descrizione dal canale

Il nuovo Canale ufficiale di Animatori Salesiani: ogni giorno il Vangelo del giorno seguente sul tuo telefono e altri contenuti utili per il tuo cammino spirituale! #GiovaniDiParola

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Gli ultimi messaggi 10

2022-07-20 22:00:19
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Aprire / Come
2022-07-20 22:00:19 GIOVEDI 21 LUGLIO 2022
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,10-17)
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».
Parola del Signore

La volontà di Dio si manifesta se noi siamo pronti ad accoglierla, se gliela lasciamo compiere. Per questo motivo Gesù parla in parabole (tra l’altro utilizzando esempi, vedi quello del seminatore, molto vicini alla cultura e, in generale, al vivere quotidiano dei suoi ascoltatori): la Parola, comunicata con discrezione e nascosta dietro ad una metafora, deve suscitare nell’altro il desiderio di approfondire, di domandare, di non smettere di cercare. A chi ha il cuore aperto e pronto ad accogliere, il Signore darà tutto. Viceversa, l’opera di Dio non può manifestarsi contro la volontà di chi, liberamente, si rifiuta di vedere, si rifiuta di ascoltare e nient’altro desidera che piccoli vantaggi terreni.
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2022-07-19 22:02:01
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2022-07-19 22:01:50 MERCOLEDÌ 20 LUGLIO 2022

Dal Vangelo secondo Matteo (13,1-9)

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Parola del Signore.

Un seminatore esce e getta tutti i suoi semi: alcuni germoglieranno ma molti non troveranno terreno buono in cui crescere. È un po' questa la parabola che racconta Gesù in riva al mare.
Ma non sembra un po' uno spreco gettare via così i semi? Ne vale proprio la pena? Domande forse simili a quelle che potremmo farci soprattutto in questi mesi di attività estive ed estate ragazzi... Ne vale proprio la pena di stare sotto il sole in oratorio, di ricorrere sempre lo stesso ragazzo ogni settimana per andare insieme a messa, di andare a ricordare ad un altro di fare silenzio durante la preghiera e di partecipare nei giochi ?
Riusciremo davvero a "prendere tutte le anime", a trovare il punto accessibile di ognuno? Forse no... ma non per questo vale la pena smettere di seminare.
Ogni semina è un mistero, un affidamento in Qualcuno più grande di noi, ed ogni frutto una sorpresa e un dono prezioso. Non sta a noi decidere dove vale la pena di seminare e quanto risparmiarci. Ma sta a noi condividere e seminare l'Amore grande che sperimentiamo sulla pelle.
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2022-07-18 22:02:02 MARTEDÌ 19 LUGLIO 2022

Dal Vangelo secondo Matteo (12,46-50)

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Parola del Signore.

Okay fermi tutti! Piccolo chiarimento prima di iniziare: Gesù non rinnega la sua famiglia, non ci chiede di farlo e non sminuisce una realtà tanto importante. La famiglia è sacra e resta tale.
Però ci chiede di fare, come sempre, ancora una volta, un passo in più con Lui.
Chi è per noi famiglia?
Solo mamma e papà? I miei cugini? Gli amici più intimi? La squadra di pallavolo o calcio? L'oratorio?
Forse tutti abbiamo fatto esperienza di una famiglia che non è solo quella di sangue, di un sentimento di appartenenza forte e bello che cresce nelle relazioni che intessiamo.
E facciamo ancora un passo in avanti... Famiglia può esserlo anche chi non è il nostro migliore amico o il compagno di animazione. Famiglia è chiunque creda in Gesù Cristo, anche se magari è quel compagno di università che proprio non mi sta simpatico. Chiunque crede in Dio e vive per Lui, allora è mio fratello, con affetto e appartenenza sovrumani. Perché in Cristo e nella relazione con Lui siamo tutti una cosa sola, e tanto basta.
Ed è sempre bello vedere come Dio ogni volta allarga i nostri orizzonti, come sorprende i nostri piani e i nostri sogni. E come rende sempre nuove e libere anche le relazioni che coltiviamo da una vita.
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2022-07-18 22:02:01
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2022-07-17 22:02:01
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2022-07-17 22:01:31 LUNEDÌ 18 LUGLIO 2022

Dal Vangelo secondo Matteo (12,38-42)

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Parola del Signore.

"Ehi Dio, se ci sei dammi un segno! Gesù, se sei Suo Figlio, dimostramelo!"
Quante volte ci sorprendiamo a pensare qualcosa del genere? A chiedere certezze e segni al Signore per ciò che opera nelle nostre vite?
Anche al tempo di Gesù gli ebrei erano intenti a cercare i segni della venuta del Messia... Così intenti a cercare da perdersi i miracoli che gli accadevano sotto gli occhi. Così intenti a cercare segni (come ce li siamo immaginati) da non saper leggere i segni intorno a noi che già ci sono. Dio è grande e sorprende sempre, sta a noi però uscire dagli schemi, fidarci e affidarci, per cogliere magari un segno che non ci aspettiamo.
Altrimenti il rischio è grande: essere lasciati lontani da Dio, fuori dalla Sua casa... insomma, perdersi il Regno dei Cieli! Quel Regno che ci aspetta poi, ma può essere coltivato già tra noi ora.

Ti fermi mai a guardare i segni del passaggio di Dio nella tua giornata e nella tua vita?

"Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge."
(Sal 119, 18)
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2022-07-16 22:02:01
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Aprire / Come
2022-07-16 22:00:12 DOMENICA 17 LUGLIO 2022
XVI domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Luca (10,38-42)

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore.

Ahh facile, sentito e risentito questo passo del Vangelo, so tutto. Mettere da parte il fare, bisogna essere. Ecco qua. Marta fa male, Maria è brava. Dobbiamo essere tutti un po' più Maria e un po' meno Marta.
Insomma, mica è proprio così! Gesù è molto meno semplicistico di questo amici... Marta non è contro Maria, e Maria non è contro Marta: sono sorelle! Vogliono ognuna il bene dell'altra, e che ognuna faccia bene il suo dovere.
Non si parla semplicemente di essere contro il fare, ma sapere essere nel fare. Saper alimentare "il fare" nell'ascolto, nella relazione, e mica in una relazione qualsiasi, ma nell'amicizia profonda con Gesù. E un amico dice tutto quello che pensa, con trasparenza, per il bene dell'altro.
E Gesù è come se dicesse: "Marta (ma qui potremmo benissimo mettere il nome di ognuno di noi), lascia perdere l'antipasto, i piatti buoni, la tovaglia inamidata e i mobili senza manco un filo di polvere... io ti voglio bene, voglio stare con te prima di tutto.
Poi viene tutto il resto. Poi faremo, insieme, tutto e tutto sarà servizio e amore".
Don bosco ha dato tanti strumenti alla sua famiglia salesiana per fare del bene, ma prima di insegnare a fare ha insegnato a pregare, a stare alla presenza del Signore come priorità assoluta nel nostro quotidiano - come quella prima Ave Maria, detta con Bartolomeo Garelli, da cui ha inizio tutta la storia dell'oratorio.
Fare tante cose buone senza andare oltre è lodevole, ma non è abbastanza per noi che vogliamo le anime, e tutto il resto possiamo anche metterlo da parte.

Di don Bosco si diceva che era contempl-attivo: parlava con il Signore anche scendendo le scale!
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