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Gli ultimi messaggi 26

2021-09-11 15:51:47Le donne dell’orchestra rossa di Jennifer Chiaverini

HarperCollins Italia, 2021 – Romanzo al femminile sulle organizzazioni popolari spionistiche nella Germania nazista. Infuria la persecuzione antiebraica, molti tedeschi approvano, altri fingono di non sapere, pochi ritengono di reagire.

“Rote Kapelle”, Orchestra Rossa, la cellula di professionisti e cittadini che operava nella Germania hitleriana a favore dell’Unione Sovietica e la “Rosa Bianca”, associazione studentesca antinazista. Un ampio romanzo tratta l’attività di queste organizzazioni in chiave narrativa, dalla prospettiva di alcune protagoniste femminili. Le donne dell’Orchestra Rossa, pubblicato nel 2021 da HarperCollins Italia (trad. R. Zuppet, 688 pagine), è un’opera corale dell’americana Jennifer Chiaverini, dedicata a tutte le protagoniste della Resistenza di ieri e di oggi, nel nome di Mildred, di Greta, di Sara e di Martha, le quattro voci narranti femminili (in terza persona).

Raccontano una vicenda vera, non ampiamente conosciuta ma significativa e in larga parte al femminile. Metà della rete della Rote Kapelle (settantasette componenti processati tra fine 1942 e luglio 1943) era formata da donne, in una fase in cui il regime nazista limitava il loro ruolo di genere alle tre K: kinder, kuche, kirche, bambini, cucina, chiesa. E benché le decisioni principali dell’Orchestra Rossa toccassero agli uomini, Arvid Harnack e Arno Schulze-Boysen, le donne si occupavano di ogni attività rischiosa: reclutare membri, organizzare riunioni, raccogliere informazioni, fare da corrieri, copiare e distribuire volantini, custodire apparecchiature clandestine, nascondere fuggitivi. Dei quarantacinque condannati a morte, sono state diciannove, di ogni ceto sociale. Non soldati armati o spie addestrate, ma mogli, madri e ragazze coraggiose, disposte a battersi a ogni costo perché il male non prevalesse.

L’esito doloroso si conosce: è un romanzo storico, non un giallo, non è sbagliato anticiparlo. D’altra parte, si apre con i passi di Mildred verso il luogo in cui sarà ghigliottinata, mentre ripensa a quello ch’è stato nella sua vita e a quello che hanno saputo fare e che andava fatto.
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2021-09-08 15:26:11Le vite nascoste dei colori di Laura Imai Messina

Einaudi, 2021 - Laura Imai Messina, scrittrice italiana naturalizzata in Giappone, ci racconta la storia di Aoi e Mio, una meravigliosa e delicata favola moderna che ci invita a cogliere e a vivere pienamente tutte le sfumature della nostra esistenza.

Le vite nascoste dei colori (Einaudi, 2021) è l’ultimo romanzo di Laura Imai Messina, scrittrice italiana naturalizzata in Giappone, che torna in libreria con una meravigliosa e delicata favola moderna.

È il Giappone, terra affascinante in cui convivono armoniosamente tradizioni millenarie e modernità, a fare da sfondo alla bellissima storia di Mio e Aoi.
Mio è una giovane donna, cresciuta tra i colori delle stoffe e dei ricami nell’atelier di famiglia, dove la madre e la nonna confezionavano kimono nunziali. I suoi occhi sono speciali. Grazie alla tetracromia, Mio riesce a cogliere tantissime sfumature di colore impercettibili agli altri, ed è in grado di descriverle puntualmente. A questa speciale abilità si accompagna una straordinaria sensibilità che le permette di saper cogliere il colore nascosto delle persone, la loro natura, il loro essere più autentico.
Se per Mio la vita è solo colore, tanto da sprofondare nel “bianco” pur di non pensare alla morte e al dolore, Aoi ha imparato sin da piccolo a non temere la fine della vita. Lui che osservava il padre sistemare le salme nelle sue pompe funebri, apprende ben presto che la morte è parte integrante della vita e si impegna con zelo ad accompagnare le persone nel doloroso momento dell’ultimo saluto ai propri cari. E poi Aoi, all’opposto di Mio, non riesce a percepire alcuni colori come il blu, il verde e il rosso, perché soffre di daltonismo.

Due vite agli antipodi che come due rette parallele sembrano non avere nessun punto in comune; due vite che, tuttavia, si intrecceranno quasi per caso scoprendo la bellezza della diversità e la potenza catartica dell’amore.
Le vite nascoste dei colori è un invito a cogliere appieno e senza paura tutti i colori della nostra esistenza “di corpi caldi” che viviamo in questo mondo; non solo quelli vivaci della gioia e della passione, ma anche quelli tetri e oscuri del dolore e della morte, perché è la consapevolezza della nostra finitezza che rende preziosa, unica e irripetibile la nostra esistenza. E così, come Aoi e Mio, dovremmo chiederci qual è il nostro autentico colore e avere il coraggio dipingere la nostra vita con tutte le sue sfumature.
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2021-09-06 15:24:35La bibliotecaria di Saint-Malo di Mario Escobar

Newton Compton, 2021 - A Saint-Malo, città portuale in Bretagna, l’autore spagnolo racconta la storia di Jocelyn e Antoine Ferrec, una storia piena di amore e letteratura, che affronta l’amore, la vendetta, la consapevolezza, il senso di colpa e il passato che intrappola ciascuno di noi condizionando la nostra vita.

La bibliotecaria di Saint-Malo (Newton Compton 2021, titolo originale La bibliotecaria de Saint-Malo, traduzione di Marta Lanfranco) è il nuovo romanzo di Mario Escobar. L’autore, nato a Madrid, laureato in Storia e specializzato in Storia moderna, ha scritto numerosi libri e articoli sull’Inquisizione, sulla Riforma protestante e sulle sette religiose. È direttore della rivista “Nueva historia para el debate” e collabora come editorialista a varie pubblicazioni; i suoi libri sono tradotti in 12 paesi.

L’idea di questo romanzo, che s’ispira a fatti reali, è nata durante una gita a Saint-Malo nel settembre 2018. Le sue imponenti mura, le ampie spiagge di sabbia color cannella, i forti in pietra gialla e le maree che sferzano la piccola penisola, come se cercassero di attirare quei fie­ri bastioni nell’oceano, hanno affascinato Escobar, da sempre appassionato di storia. Mentre lo scrittore percorreva il camminamento che circonda l’antica città insieme alla moglie Elizabeth, ha compreso che il suo prossimo romanzo sarebbe stato ambientato qui, a Saint-Malo, che si erge orgogliosa con le sue mura che sovrastano le sue spiagge e il porto.
Occorre ricordare che dopo la capitolazione francese del 22 giugno 1940, i na­zisti occuparono la città di Saint-Malo e la trasformarono in un baluardo della loro famosa fortezza atlantica volta a controllare il nord della Bretagna. I suoi abitanti cercarono di resistere passivamente ai loro occupanti: appartenevano a una lunga tradizione di corsari e uomini intrepidi, ma An­dreas von Aulock, il comandante in carica, era un uomo spietato che soffocò anche il minimo tentativo di opposi­zione. Il tedesco ordinò l’epurazione di parte delle librerie e delle biblioteche della città per liberarsi degli scritti con­siderati sovversivi dalle linee guida della famosa lista Otto, elenco di libri vietati durante l’occupazione tedesca della Francia.
A Saint-Malo, città portuale in Bretagna, nel nord-ovest della Francia, l’autore spagnolo racconta la storia di Jocelyn e Antoine Ferrec, una storia piena di amore e letteratura, che affronta l’amore, la vendetta, la consapevolezza, il senso di colpa e il passato che intrappola ciascuno di noi condizionando la nostra vita.
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2021-09-03 15:23:15Lutto nel mondo dei libri: morto lo scrittore Daniele Del Giudice

Lutto nel mondo dei libri: è morto lo scrittore Daniele Del Giudice. Sabato avrebbe dovuto ricevere il Premio Campiello per la carriera a Venezia.

Lutto nel mondo dei libri: è morto lo scrittore romano Daniele Del Giudice all’età di 72 anni. Si è spento nella notte, era malato da molto tempo. L’autore, considerato uno dei più importanti scrittori contemporanei, sabato 4 settembre 2021 avrebbe ricevuto il premio Campiello per la carriera a Venezia. I suoi libri sono stati pubblicati da Einaudi e il mondo del libro piange oggi questo grande autore e giornalista.

Chi era Daniele Del Giudice
Lo scrittore scomparso nella notte a Venezia, città dove viveva, era nato a Roma nel 1949. Considerato uno degli scrittori contemporanei più importanti, aveva lavorato alla redazione di «Paese sera». Nella sua produzione scritta troviamo romanzi, raccolte di racconti, saggi. Tra i suoi saggi letterari molto importante è stata l’introduzione alle Opere complete di Primo Levi (1997 e 2016). Tra le sue opere più celebri ricordiamo

Lo stadio di Wimbledon,
In questa luce,
Atlante Occidentale,
Nel museo di Reims
Staccando l’ombra da terra.


Del Giudice ha ottenuto durante la sua carriera numerosi riconoscimenti fra i quali il Premio Viareggio Opera Prima nel 1983, il Premio letterario Giovanni Comisso nel 1985, il Premio Bergamo nel 1986, il Premio Bagutta nel 1995 e, per due volte, nel 1994 e 1997, è stato selezionato per il Premio Campiello.
Nel 2002 gli è stato conferito il premio Feltrinelli - Accademia dei Lincei per il complesso della sua opera narrativa. Il 27 luglio 2021 gli è stato assegnato il Premio Campiello alla carriera, che gli sarebbe stato consegnato sabato 4 settembre 2021 a Venezia.
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2021-09-01 15:29:00Le sorelle Bunner di Edith Wharton

Elliot, 2021 - In poche, sapienti pagine, l’autrice statunitense tratteggia la storia di Ann Eliza che vede scivolare via dalle dita come granelli di sabbia tutto quanto possiede e ama, ogni oggetto o legame sentimentale, come conseguenza di un comportamento più che generoso.

Elliot Edizioni nella collana “Raggi” pubblica una nuova edizione della novella Le sorelle Bunner (titolo originale Bunner Sisters, traduzione di Chiara Fioravanti), di Edith Wharton (New York, 24 gennaio 1862 - Saint-Brice-sous-Forêt, 11 agosto 1937), scritto nel 1892 ma pubblicato per la prima volta dalla grande scrittrice americana solo nel 1916.

Era un esercizio molto piccolo, ubicato in un seminterrato malridotto, su una strada laterale già votata al declino e stando all’assortimento in mostra dietro la vetrina, oltre alla concisa insegna che la sormontava: SORELLE BUNNER in oro maculato su sfondo nero, sarebbe stato difficile per un profano indovinare con precisione il genere di attività che si svolgeva al suo interno. La fama di cui godeva il negozio era prettamente locale, al punto che la sua esistenza dipendeva da una clientela informata con esattezza della varietà di articoli reperibili dalle sorelle Bunner. Queste ultime erano orgogliose della pulizia del loro negozio e soddisfatte della sua umile ricchezza.
Questo simbolo dello scorrere del tempo era stato acquistato dall’orologiaio, il tedesco Herman Ramy, proprio di là della piazza, nel negozio più strano del mondo. Uscire e comperare l’orologio, quindi lasciare la quiete familiare e monastica del piccolo negozio per il tumulto delle strade, aveva eccitato Ann Eliza nell’osservare le continue correnti di umanità che le si facevano incontro. Dopo un paio di occhiate nelle grandi vetrine la donna si era lasciata ricadere nel rifugio di una strada laterale. Come era prevedibile, l’arrivo del signor Ramy nella tranquilla e noiosa vita delle sorelle Bunner avrebbe scompaginato il loro già troppo prevedibile tran tran.
In poche, sapienti pagine, l’autrice statunitense tratteggia la storia di Ann Eliza che vede scivolare via dalle dita come granelli di sabbia tutto quanto possiede e ama, ogni oggetto o legame sentimentale, come conseguenza di un comportamento più che generoso. Ciò che avrebbe potuto essere e non è stato rende agli occhi di Ann Eliza ogni piccolo avvenimento quotidiano, che prima era bastato a occupare il tempo, ora di una assoluta insignificanza. In questa novella realista, dove la miseria, anche se dignitosa, è vista come sinistra, il sacrificio inutile, la ribellione una frustrazione e lo stoicismo una prigione, è presente quella tipica nota di ineluttabilità, che permea tutta la produzione letteraria di Wharton. Sia nei racconti sia nei romanzi della scrittrice americana non c’è mai una nota di speranza, alla fine le cose non vanno mai al loro posto. Descrivere la grigia esistenza delle sorelle Bunner è anche un modo sottile, e siamo alla fine dell’Ottocento, per porre sotto l’attenzione la condizione femminile, la realizzazione di sé e criticare quel pregiudizio che considera il matrimonio condizione necessaria per la realizzazione di una donna. Temi attualissimi, alla fine del XIX secolo e nel terzo millennio.
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2021-08-30 15:21:49Non è questo che sognavo da bambina di Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio

Garzanti, 2021 - Solo imparando a conoscere mostri quali l’insicurezza, la solitudine, il rimpianto e la frustrazione si riuscirà a neutralizzarli, anche solo in parte o anche solo a tratti, e si potrà scrivere nero su bianco, con fierezza: “C’è vita dopo lo stage”.

Ci sono momenti in cui la vita ti sorride, e altri per cui ti lascia sbronzare la sera prima dell’inizio di uno nuovo lavoro – anzi, di uno stage. Ci sono periodi in cui a sorriderti sono anche le tue amiche, la tua famiglia, i luoghi che conosci da sempre, e altri in cui invece ti tocca imparare a riorientarti da zero, fra atmosfere grigie e ultramoderne e persone di cui non sai mai se fidarti fino in fondo.

A provarlo per la propria pelle è Ida, la giovane protagonista del romanzo d’esordio di Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio, che si ritrova suo malgrado a diventare l’ennesima fuorisede nella metropoli milanese, l’ennesima precaria in un ambito lontano dalle proprie aspettative e l’ennesima coinquilina con la testa incasinata e troppi pensieri in circolo per riuscire a cavarsela senza chiudersi nel bagno dell’ufficio e piangere di nascosto.

Non è questo che sognavo da bambina, edito da Garzanti, è insomma un romanzo che denuncia alcuni degli ostacoli aspirazionali più comuni fra le nuove generazioni, senza per questo edulcorarne i tempi morti, i tentativi falliti, le transizioni complesse e perfino le azioni più ingenue, o più amare, o più a rischio. Ida, infatti, non è un’eroina senza macchia e senza paura: le ha entrambe, le macchie e le paure, e le racconta senza mezzi termini all’amica che ha lasciato a casa, la sua Gio, a cui riesce di nascosto qualche e-mail dal computer aziendale.
È con lei che si apre, come se si trattasse della sua lettrice ideale, ed è spesso attraverso la loro insolita e brillante comunicazione che ci si inizia a sentire un po’ come Ida, stretti nella propria quotidianità e in rapporti ambigui, lasciati in maniera imperdonabile da un partner o ingannati all’ultimo minuto da un collega di lavoro. Ed è a lei che immaginiamo rivolte anche le nostre difficoltà, il nostro desiderio di essere accettati, il nostro timore di non essere abbastanza, o di trovarci nel posto sbagliato.
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2021-08-27 15:31:53La colpa e l’innocenza di Sergio Fanara

Scatole Parlanti, 2021 - La trama di un grande amore che racchiude tutta la tragicità di una vita e il suo destino fatale. Ricordi, passato e presente, storia e verità nascoste in un intreccio letterario davvero sorprendente.

Un titolo che evoca i grandi drammi tra la fine dell’Ottocento e il Novecento e l’impenetrabile profondità dell’animo umano. La trama di un grande amore che racchiude tutta la tragicità di una vita e il suo destino fatale. Ricordi, passato e presente, storia e verità nascoste in un intreccio letterario davvero sorprendente. La colpa che la coscienza rivela, l’espiazione come atto finale, e l’innocenza di chi che non si è riusciti a salvare.

Sergio Fanara, nato a Palermo, è un carabiniere che vive e lavora in provincia di Firenze, e con questa pubblicazione firma il suo esordio letterario. La colpa e l’innocenza (Scatole Parlanti, 2021) è un bellissimo romanzo dai tratti narrativi di un classico, una storia d’amore in un mondo di scrittori, buone letture, grande musica, citazioni e qualche granello di felicità. Una scrittura elegante e curata, ed è proprio attraverso la scrittura che la storia prende forma e pone l’attenzione sull’interiorità del protagonista, sulle sue passioni misteriose ed esistenziali. Un giallo sentimentale che evolve nell’arco degli anni in cui si svolge la vicenda, divenendo memoria storica di eventi drammatici del nostro Paese: le stragi di mafia.
Chi narra è Jean, nato e vissuto nel villaggio di Roussillon in Provenza. La sua è una famiglia umile, il padre ciabattino e una madre sempre sorridente alle prese con i figli che verranno, al limite della povertà ma piena di affetta e amore. “Una casa brulicante di vita”. Il loro vicino di casa è Stephane, italiano, insegnante in pensione, un uomo solitario che si prenderà cura di Jean, aiutandolo negli studi fino alla sua professione di letterato.
Nessuno del villaggio conosce il suo passato. Un alone di mistero avvolge da sempre la vita di Stephane, i suoi pensieri sono inaccessibili e i suoi comportamenti spesso indecifrabili.

“E se Stephane non fosse il suo vero nome?” Un’amicizia profonda lega Jean a quell’uomo mesto e silenzioso che gli aveva dato la possibilità di diventare ciò che era oggi. I suoi modi garbati da gentiluomo, la sua cultura e i suoi infiniti silenzi lo avevano sempre affascinato. E poi la sua malinconia così gentile; apparteneva a quegli uomini che si schierano con naturale inclinazione dalla parte degli sconfitti e a cui non importa niente di apparire, di emergere, di trionfare. Quale sarà stata la sua vita prima di arrivare in Francia?

La lettera di una donna, Elvira, custodita in un libro, farà sorgere mille domande e curiosità sulla sua vita. Il lavoro universitario condurrà Jean in Italia, e inaspettatamente il destino sembrerà chiedergli di Stephane, di indagare, cercare indizi sulla vita dell’amico, e sulla misteriosa donna della lettera. Dapprima nella città di Palermo, “dura, misteriosa, romantica e sfuggente, passionale, tumultuosa, avvelenata dal crimine, tradita”, dove il ricordo di Elvira è ancora vivo tra gli artigiani del posto: era una donna bellissima, colta, amava le belle cose e la sua tragica morte una ferita ancora aperta. E poi Firenze, e in quel pezzo di Toscana sull’Appenino d’impareggiabile bellezza con i suoi paesaggi affascinanti e boschi rigogliosi.
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