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Gli ultimi messaggi 2

2022-08-10 15:18:20La signora dell’acqua di Elena Pigozzi

Piemme, 2022 - Un libro che s’incentra sulla femminilità e sulla tradizione, descrivendo la vita di una famiglia dai valori antichi, che ha vissuto in una casa bianca incastonata tra il fiume e la montagna.

La signora dell’acqua (Piemme, 2022) è il nuovo romanzo di Elena Pigozzi, nota scrittrice, linguista e giornalista, già vincitrice del premio “Pavoncella” per la creatività femminile nel 2021. Un libro che s’incentra sulla femminilità e sulla tradizione, descrivendo la vita di una famiglia dai valori antichi, che ha vissuto in una casa bianca incastonata tra il fiume e la montagna.

Una famiglia di origine contadina, tirata su dai capostipiti Ines e Giovanni, che per racimolare i soldi per costruire la propria casa furono costretti a emigrare in Brasile, dove persero la vita i loro primi figli, vittime della malaria: Michele, Pietro, Umberto e Zeno.

Anche gli altri figli — Maria, Giuseppe e Armida — non sopravvissero a lungo, portati via nel 1918 dall’epidemia di spagnola, che risparmiò soltanto gli ultimi nati, Italia ed Erminia. Poi ci fu la guerra, ma il dolore per tutte le perdite subite non aveva mai scalfito le solide pareti della casa bianca, che mantenevano intatta la famiglia. Una dimora, rimasta vuota per anni, cui Sara, la figlia di Erminia ormai 70enne, ridette vita, adoperandosi per salvarla dall’esproprio deciso dal Comune per far spazio a una tangenziale.

E ritornata in quel luogo incantato, dove il suo dono ebbe origine – la rabdomanzia – i ricordi scorreranno in automatico, trasformandola così nella voce narrante di questa straordinaria storia. E sarà di nuovo la prorompente forza del femminile, a imporsi e a condurre a soluzioni d’amore inattese, riunendo ancora una volta, una madre, Sara, con sua figlia Mirta, sullo sfondo della solida casa bianca.
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2022-08-08 15:02:51La signora del faro di Hazel Gaynor

Tre60, 2022 - Hazel Gaynor dipinge un ritratto vero e intenso di una donna riservata ma coraggiosa, che era balzata agli onori della cronaca suo malgrado. Non solo un’eroina ma un essere umano con sentimenti, desideri ed emozioni.

La signora del faro (Tre60 2022, titolo originale The Lighthouse Keeper’s Daughter, traduzione di Claudine Turla) è il romanzo ispirato a una storia vera di Hazel Gaynor, autrice di vari romanzi, sempre in classifica del New York Times e di USA Today, tradotti in quattordici lingue e pluripremiati.

Faro di Longstone, Inghilterra 6 settembre 1838. Grace Darling, ventidue anni, di aspetto piacevole, viveva insieme al padre William e alla madre Thomasin nel faro di Longstone, in un’isoletta della costa inglese affacciata sul Mare del Nord al largo della costa del Northumberland. La giovane, dalla finestrella della sua stanza, ammirava lo spettacolo “senza fidarsi del tutto della sua bellezza”. Chi vive su un’isola sa quanto in fretta può cambiare il tempo: “L’aspetto delle nuvole oggi non mi convince”.

Ogni giorno Miss Darling saliva le scale che portavano alla sala della lanterna per spegnere le lampade Argand, che avrebbero ripreso il loro lavoro al tramonto. I suoi gesti erano così familiari che li compieva senza pensarci, compiti semplici ma fondamentali, che Grace svolgeva con diligenza e orgoglio, mossa dal desiderio di provare che era all’altezza dei suoi fratelli e di rendere felice il padre William. Nel frattempo un canto marinaresco le affiorava alle labbra mentre camminava intorno alla lanterna apprezzando lo spettacolo dell’alba da ogni angolazione. Dal faro alto ventiquattro metri, lo sguardo che abbracciava le isole Farne e la costa del Northumberland le si stendeva come un quadro immenso in una galleria privata, solo per i suoi occhi. Molto presto la vista acuta di Grace, coadiuvata dal cannocchiale di William, sarebbe stata provvidenziale.
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2022-08-05 14:25:34Bugie di famiglia di Nella Frezza

Salani, 2022 - Con una prosa limpida, cristallina e scorrevole, Nella Frezza conduce il lettore nell’atmosfera dell’Italia della fine degli anni Sessanta: il boom economico sta per svanire, iniziano le lotte delle donne per i loro diritti e i primi sanguinosi anni del terrorismo.

Bugie di famiglia (Salani 2022) è il romanzo d’esordio di Nella Frezza, laureata in Pedagogia, che ha insegnato per molti anni nella scuola elementare e vive tra Roma e Orvinio, piccolo borgo della Sabina, dove è nata nel 1942.
Fine anni Sessanta. Antonio D’Amico era un giovane medico con un brillante futuro davanti a sé costruito con tenacia e perseveranza. Il giovane, originario di Serente, cittadina del Sud d’Italia, dove vivevano i genitori, il Prof Filippo D’Amico, scrupoloso farmacista e per tanti anni anche apprezzato insegnante di liceo, stimato in città e nel circondario, e sua moglie Amalia. Anche Nicola, il figlio minore della coppia, aveva cercato la sua strada fuori dal borgo natio.

In una Roma sterminata, lunatica, protettiva, ma soprattutto bella, “come una maga incantatrice”, Antonio prima di laurearsi aveva conosciuto Eleonora, una ragazza volitiva e simpatica, compagna perfetta per i giorni a venire. Mentre fervevano i preparativi del matrimonio, Antonio era stato richiamato a casa da una notizia terribile e inquietante: suo padre Filippo era stato vittima di un incidente di caccia e stava morendo. Sul letto di morte il padre aveva confessato al figlio maggiore un’incredibile verità.

Ora che quel macigno era caduto a intorbidare tutto, non ci sarebbero stati più ricordi neutri sotto tale riguardo. Il futuro di Antonio era inquinato dalla confessione consegnatagli dal padre che non aveva potuto rivelare né alla madre ammalata, né a suo fratello Nicola. Solo Eleonora era al corrente del segreto uscito dalle labbra di Antonio, la ragazza non sapeva cosa credere, questa enormità nella sua mente non riusciva a trovare spazio. La celebrazione che avevano fatto di Filippo non era vuota retorica, ma il suo segreto rischiava di travolgere due famiglie. Nulla sarebbe più stato come prima.
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2022-08-03 12:43:32La libertà che non libera. Riscoprire il valore del limite di Carlo Calenda

La nave di Teseo, 2022 - Un saggio esemplare e illuminante, che unisce la visione concreta del politico alla riflessione filosofica sul passato, sulla memoria, sulla storia, in cui ricercare i semi perduti di un impegno attivo e di una identità comunitaria.


"Non sono né un filosofo né uno storico, e la passione che nutro per queste due discipline non è sufficiente per suffragare alcuna pretesa scientifica. Questo è dunque il saggio di un politico che ritiene indispensabile mettere al centro del suo pensiero e della sua azione la questione dell’etica.”

Con queste parole Carlo Calenda, già dirigente d’azienda, ministro della Repubblica e politico militante, introduce il suo nuovo saggio La libertà che non libera. Riscoprire il valore del limite (La nave di Teseo, 2022), che conclude un’ampia e complessa riflessione inaugurata con Orizzonti selvaggi (2018), e proseguita con I mostri (2021) sulla crisi della Democrazia liberale e della civiltà occidentale. Una crisi sistemica che minaccia il nostro passato, la memoria e il pensiero (come già prefigurato da Orwell nel visionario 1984), e che nella realtà dei fatti si configura come la tenace opera di erosione di un liberismo senza limiti fatto di qualunquismo e individualismo alienante che in poco meno di mezzo secolo ha portato alla spoliticizzazione della società e alla perdita di un senso comunitario nella coscienza dei singoli e nella collettività.

Coerentemente con la sua ispirazione azionista, che richiama modelli autorevoli del passato (in primo luogo il pensiero liberalsocialista di Carlo Rosselli), Calenda non si limita in queste pagine a un ragionamento moralistico e teorico, ma riporta la questione nel terreno concreto e verificabile della storia e della prassi delle vicende umane. La riflessione dell’autore si sviluppa pertanto nell’architettura robusta — per profondità di pensiero, ricchezza di riferimenti culturali e rigorosa documentazione bibliografica — di una narrazione scandita in due movimenti.
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2022-08-01 14:44:18La ragazza dei fiori di Chiara Maggi

CTL Editore Livorno, 2022 - Un romanzo che grazie al grande cuore delle lettrici si è fatto subito notare: sui social, scalando le classifiche di vendita, apparendo nei consigli di lettura estivi, suscitando commenti entusiasti.

La ragazza dei fiori (CTL Editore Livorno 2022) è il romanzo d’esordio di Chiara Maggi, nata a Lavagna, in provincia di Genova, che attualmente vive con il figlio e due cani in un paesino dell’entroterra ligure. Fenomeno editoriale, uscito i primi di aprile, in meno di due settimane il libro è già andato esaurito nei principali store online e l’editore è ora alla quarta tiratura.

Il libro di questa caldissima e turbolenta estate 2022 è uscito a primavera in sordina, presso la piccola ma raffinata casa editrice toscana, ma grazie al grande cuore delle lettrici si è fatto subito notare, sui social, scalando le classifiche di vendita, apparendo nei consigli di lettura estivi, suscitando commenti entusiasti.

La ragazza dei fiori è una storia positiva, che racchiude come in uno scrigno prezioso i bei sentimenti della sua protagonista, Chiara (nome che rispecchia la sua personalità) Ferrari, tanto ipersensibile quanto titubante, con la passione per la scrittura. Forte nonostante la sua fragilità che acquista sicurezza lungo l’arco del racconto. Non solo una storia d’amore, quindi, ma l’emozionante racconto della rinascita di una giovane donna “fiore semplice e sincero”, un’anima pura e generosa, scattato nel momento in cui il destino le sta offrendo nuove possibilità.
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2022-07-30 22:53:24
𝗦𝗘𝗚𝗨𝗜𝗟𝗜 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗜
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2022-07-29 12:39:55Paolo Borsellino. Per amore della verità di Piero Melati

Sperling & Kupfer, 2022 - Il percorso di vita professionale e personale del grande magistrato Paolo Borsellino raccontato attraverso le parole dei suoi più stretti familiari.

La narrazione delle vicende legate al grande magistrato Paolo Borsellino è sviluppata nel libro Paolo Borsellino. Per amore della verità (Sperling & Kupfer, 2022) in modo originale: quella di Piero Melati non è una biografia né tanto meno un’agiografia, il volume ha un taglio particolare riferito al percorso di vita di Borsellino, ove sono descritti fatti e persone. Con i martiri della Mafia, infatti, spesso è pessima abitudine in Sicilia unire alla santificazione la cancellazione della memoria, l’allontanamento irrazionale dalla verità dei fatti.

L’incontro con i familiari di Paolo Borsellino è stato il principale motivo ispiratore di Melati per la stesura di questo prezioso volume. Un incontro informale con Fiammetta Borsellino, non da cronista, ha dato la stura per la scrittura di una storia diversa.
Rispetto ad analoghe vicende che hanno coinvolto le vittime di Mafia, i familiari di Borsellino hanno subito nei trenta anni successivi alla strage di via D’Amelio un trattamento che non ha uguali. Anziché le celebrazioni e la vicinanza da parte dello Stato e delle Istituzioni, ai familiari è stata dapprima bonariamente invasa la casa da “grandi personaggi”. Indagini, perquisizioni, e verbali “sui generis”, come nel caso della raccolta delle dichiarazioni della moglie, di cui non si estendevano formali verbali.
Vi era nella casa di Borsellino, subito dopo la strage, un continuo andirivieni di persone. Si pensava in un primo tempo fossero attenzione o conforto, ma si è intravisto come una sorta di controllo. Veniva infatti attivata una linea diretta con i corpi dello Stato, nel caso in cui i familiari avessero avuto bisogno di comunicare ma non si sa bene che cosa. Ci si chiede a questo punto, secondo l’autore, quale è stato il limite tra protezione e controllo.
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2022-07-28 21:30:02 ⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣ Segui i canali di Lista Culturale
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2022-07-27 21:45:02
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2022-07-27 15:23:09Re bianco di Juan Gómez-Jurado

Fazi, 2022 - La trama che Juan Gómez-Jurado costruisce per l’ultimo capitolo della sua trilogia è imprevedibile, articolata, affascinante; il finale assolutamente incandescente e spettacolare.

Si conclude la trilogia che lo scrittore spagnolo Juan Gómez-Jurado aveva iniziato? La parola ai lettori, sembra dirci alla conclusione del nuovo, intrigante, intelligente congegno narrativo che costruisce nel romanzo Re bianco (Fazi, 2022, trad. E. Tramontin).

Antonia Scott, che non descrivo perché troppo nota ai lettori di Jurado, si trova in enorme difficoltà: la sua nemica implacabile Sandra si è rifatta viva. La sua famiglia è in pericolo e viene allontanata in un luogo segreto, mentre il suo fidato scudiero, Jon Gutierrez, è stato rapito sotto i suoi occhi. Quando verrà ritrovato, sarà uno shock: gli è stato impiantato un congegno sulla schiena che non si può rimuovere. Un telecomando a distanza può farlo esplodere in qualunque momento, se Antonia non ubbidirà agli ordini di White, un inglese pallido che è a capo di tutto, un nemico troppo pericoloso per essere sottovalutato.

E Antonia, con il suo coraggio, l’intelligenza e l’addestramento che ne fanno una vera e propria superwoman, ci prova, sempre vicina a Jon, che per lei è divenuto indispensabile. Mentor, il suo capo, colui che l’ha voluta nel servizio segreto al quale collabora, chi l’ha selezionata e l’ha preferita a Sandra, che era stata messa in un manicomio, stordita dai farmaci, forse è l’involontario autore del disastro nel quale tutto il servizio e la stessa Antonia Scott si trovano coinvolti.

La trama che Juan Gómez-Jurado costruisce, come dicevo, è imprevedibile, articolata, affascinante; il finale assolutamente incandescente e spettacolare. Siamo di fronte a un romanzo le cui scene più forti sono degne di un grande film dagli effetti speciali, anzi specialissimi.
Comunque la Madrid che ci descrive il romanziere, le auto lanciate a tutta velocità, i centri commerciali affollatissimi, i venditori di kebab, il grattacielo a torre che si erge solitario, ci raccontano una Spagna ricca e moderna, ma non esente da grandi speculatori ignoti che muovono ingentissimi capitali. Antonia Scott, un po’ inglese e un po’ madrilena, magrissima, inelegante, inappetente, gelida come un ghiacciolo, risoluta, versatile, pronta a tutto, soprattutto se si tratta della vita di suo figlio Jorge, della sua amata nonna, di Jon Gutierrez, si getta letteralmente a capofitto nell’avventura che servirà a rendere finalmente liberi tutti loro.
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