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2021-10-04 15:07:06Il nostro meglio di Alessio Forgione

La nave di Teseo, 2021 - Con lo strumento della letteratura Alessio Forgione riesce a catturare la parte più esposta, più fragile, più segreta di tutti noi, e ci autorizza a un pianto liberatorio di cui non provare vergogna.

Il nostro meglio (2021) è il suo terzo romanzo e Alessio Forgione propone per La Nave di Teseo un grande affresco familiare narrato in prima persona, con una scrittura ormai matura e letterariamente alta: non a caso l’esergo del libro è una citazione da La Storia di Elsa Morante, perché anche questa è una storia di persone umili, nella Napoli circondata dai suoi quartieri periferici, Soccavo, Bagnoli, fra i quali si muove sugli affollati treni dell’hinterland e cresce il narratore, che, sin da bambino, aveva vissuto a lungo con i nonni.

L’architettura del libro parte all’indietro, dal capitolo Dieci, per poi aiutare i lettori a scendere nelle viscere dei pensieri e della formazione umana e culturale del ragazzo che andrà all’università, uscendo da una famiglia dove la cultura accademica non abitava, per riscattare agli occhi della amata nonna la sua condizione sociale. Non c’è trama, non una concatenazione di avvenimenti, ma piuttosto la formazione della personalità del protagonista, la sua educazione sentimentale, circondato da personaggi che costituiscono una sorta di coro intorno a lui, ai suoi pensieri, alle sue aspirazioni ancora vaghe e non del tutto chiare. C’è l’amico Angelo, con cui suona in un gruppo un po’ velleitario, e che lo abbandonerà per raggiungere un parente a Londra, senza troppe spiegazioni. C’è la tabaccaia Maria Rosaria, con cui si lega in un insolito rapporto di amicizia, senza sesso e senza coinvolgimento apparente, ma che costituisce un punto importante per combattere una malinconica solitudine che lo insegue. C’è Anna, una barista incrociata per caso, che lo porta con sé a Procida, dove lei è di casa: un senso di estraneità lo colpisce, malgrado la bellezza dell’isola, ed è proprio “l’isolamento” la metafora di questa infruttuosa avventura.
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2021-10-01 15:25:12Le donne dei Calabri di Montebello di Simonetta Tassinari

Corbaccio, 2021 - Tassinari si conferma abile narratrice, componendo un credibile affresco di un periodo pieno di suggestioni come quello dell’Italia del XVII secolo, ma anche degli anni della rivoluzione scientifica, in bilico tra antico e moderno.

Le donne dei Calabri di Montebello (Corbaccio 2021) è una nuova saga familiare italiana, redatta dalla scrittrice Simonetta Tassinari, già autrice del volume La casa di tutte le guerre (Corbaccio 2015). La scrittrice nata a Cattolica e cresciuta tra la costa romagnola e Rocca San Casciano, sull’Appennino, vive da molti anni a Campobasso, in Molise, dove insegna Storia e Filosofia in un liceo scientifico. Molto attiva nella divulgazione filosofica, Simonetta Tassinari tiene conferenze e incontri in tutta Italia.
Nel 1657, la Firenze del Granducato di Toscana in mano a Ferdinando II de’ Medici (Firenze, 14 luglio 1610 – Firenze, 23 maggio 1670) era un’antica, malinconica, splendida città italiana che, politicamente parlando, non contava più niente. I suoi abitanti erano settantamila e tutto il granducato contava neanche un milione di sudditi. Ferdinando II, basso e con una grande testa, era un uomo molto prudente, il papa si fidava di lui e la sua devozione era portata ad esempio. Infatti a Palazzo Pitti era più facile incontrare tonache monacali che non dame scollate. Ma nel “Secolo di ferro”, la voglia di conoscenza era troppo forte e con uno sguardo puntato verso il futuro, in quell’afoso giugno di metà Seicento, Ferdinando II e suo fratello Leopoldo avevano invitato a Palazzo Pitti botanici, farmacisti, medici, fisici e matematici per fondare la nuova accademia delle scienze, l’Accademia del Cimento.

I tempi erano maturi per riprendere in mano le scienze sperimentali. Dopo la breve fioritura dei tempi di Galileo Galilei e di Gaetano Torricelli, la scienza toscana languiva e le Lettere avevano riconquistato il primato. Eppure il Granduca era un seguace di Galilei e proprio a causa di ciò Ferdinando in passato aveva avuto non pochi guai con la Chiesa cattolica, cercando inutilmente di proteggere Galileo. Nessuno dei futuri accademici aveva intenzione di passare sotto le grinfie della Santa Inquisizione, occorreva avere pazienza e rassegnarsi, accettando alcune palesi sciocchezze che a Roma venivano considerate fondamentali per il mantenimento del prestigio della dottrina cattolica. La Terra era rotonda, ma non lo si poteva dire, la Luna era un pianeta come tanti, ma neanche questa verità si poteva affermare chiaramente. Quanto al Sole, dopo Copernico, Keplero e Galileo, era ridicolo pensare che girasse intorno alla Terra, tuttavia si faceva finta di pensarlo.
Con la dedica “Ai miei avi tosco romagnoli, dei quali condivido l’aspetto e i difetti, ma non abbastanza le virtù”, l’autrice in queste pagine compone un romanzo storico di grande respiro, ambientato in una Firenze seicentesca inedita, solare (sfarzi e costumi) e oscura (povertà, ignoranza, sporcizia), dove sulla scena appaiono nobili e servi, scienziati e uomini di Chiesa, ricchi e poveri. Al centro di questa saga familiare splende la figura di Elisabetta Calabri di Montebello, detta Betta Bai, che vive tra i boschi dell’Appennino tosco-romagnolo, in una terra dalla natura selvaggia, boscosa, campagnola e sogna la vita fiorentina alla corte dei Medici nei domini dei Calàbri.

Simonetta Tassinari si conferma abile narratrice, componendo un credibile affresco di un periodo pieno di suggestioni come quello dell’Italia del XVII secolo, ma anche degli anni della rivoluzione scientifica, in bilico tra antico e moderno.
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2021-09-29 15:31:35Premio Nobel per la letteratura 2021: ecco gli scrittori dati per favoriti

Il vincitore del Nobel per la letteratura 2021 sarà annunciato il 7 ottobre. Ecco gli scrittori dati per favoriti secondo le quotazioni della società di scommesse britannica Ladbrokes.

È previsto per giovedì 7 ottobre 2021 l’annuncio del vincitore del Premio Nobel per la Letteratura. La pandemia impedisce ancora la celebrazione della cerimonia e il ritiro del premio a Stoccolma, e così il vincitore o la vincitrice verrà annunciato alle 13.00 e riceverà il premio a dicembre nel suo Paese di residenza. Per quanto riguarda il Premio Nobel per la Letteratura sono sempre più movimentate le indiscrezioni e le scommesse, anche se è chiaramente impossibile cercare di captare segnali dalla giuria, anche perché è segreta la short-list dei candidati.

Al momento i nomi che ricorrono più spesso quando si parla di possibili vincitori sono Haruki Murakami, Margaret Atwood, Annie Ernaux e Michel Houellebecq, ma si tratta solo di supposizioni, dunque, visto che spesso sono stati premiati autori insospettabili.

Toto Nobel Letteratura 2021: ecco gli scrittori più quotati
Chi sono le autrici e gli autori più attesi come papabili vincitori? Non resta che visionare le quotazioni dei bookmakers.

Secondo quanto riportato da Ansa, le quotazioni della società di scommesse britannica Ladbrokes danno Haruki Murakami come scrittore favorito alla vincita del Premio Nobel per la Letteratura a quota 7.50.
Il keniota Ngugi Wa Thiong’o, Margaret Atwood, autrice de Il racconto dell’ancella, la poetessa Anne Carson, la poetessa russa Ljudmila Ulickaja e la scrittrice francese Maryse Condé sono tutti a quota 11.

A seguire la francese Annie Ernaux, autrice di L’evento, a quota 13, in compagnia di Jamaica Kincaid, scrittrice antiguo-barbudana con cittadinanza statunitense.

L’ungherese László Krasznahorkai è a quota 16 per il bookmaker Smarkets.

Presenti in lista anche lo spagnolo Javier Marias e Don DeLillo, entrambi a 17. Michel Houellebecq, l’autore di Serotonina è entrato nella top venti delle quotazioni: al momento è a 21, mentre Edna O’Brien è a quota 26.
E gli italiani? L’ultimo Premio Nobel per la letteratura ricevuto da un italiano risale al 1997 con Dario Fo, mentre il più quotato da diverso tempo per ora è Claudio Magris. Sempre Ansa riporta come nel luglio 2021 un pannello di intellettuali aveva segnalato per una candidatura anche il poeta Guido Oldani, autore del manifesto letterario ’Il Realismo Terminale’, pubblicato da Mursia. Con tale pubblicazione è nato l’omonimo movimento letterario e artistico internazionale.
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2021-09-27 15:34:10L’imitatore di Nadine Matheson

Rizzoli, 2021 - Quello di Nadine Matheson è senza dubbio un esordio avvincente, le cui scene “visibili” e altamente pervase da una forza cinematografica potrebbero sicuramente candidarlo a diventare un film.

All’uscita di ogni nuovo esordio nella narrativa poliziesca, è naturale chiedersi quali siano i suoi punti di forza e gli elementi di originalità. Nadine Matheson – nata e cresciuta a Londra, dove lavora come avvocato penalista – si è inserita a pieno diritto in questo collaudato genere letterario con L’imitatore (Rizzoli, 2021, traduzione di Luisa Piussi e Isabella Zani), la prima indagine dell’ispettrice Anjelica Henley.

Nessun temporeggiamento da parte dell’autrice, che fin dalle prime righe descrive, in modo piuttosto realistico e crudo, il ritrovamento di resti umani, sparsi lungo gli argini del Tamigi, quasi a definire un “orrendo sentiero di briciole”.
Il caso, dato che le vittime sono almeno due, è di pertinenza della squadra Crimini Seriali, la cui sede provvisoria occupa, da ormai sei anni, il quarto piano della stazione di polizia di Greenwich, chiusa da tempo.
Il gruppo, dopo il suicidio del sovrintendente capo Harry Rhimes, avvenuto otto mesi prima, è gestito da Stephen Pellacia, e si occupa, visto che i serial killer non sono molto frequenti, anche di stupri, furti con scasso, sequestri di persona e qualsiasi caso considerato troppo complesso per le altre squadre investigative sparse in tutta Londra.
Del nucleo fanno parte l’agente Roxanne Eastwood, il sergente Paul Stanford, l’ispettrice Anjelica Henley e due civili: Ezra, ex detenuto ventitreenne, un genio del computer, e Joanna, la segretaria amministrativa, custode dei segreti di tutta la polizia metropolitana della capitale.
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2021-09-24 15:07:08Premio Campiello 2021: la vincitrice è Giulia Caminito

Assegnato ieri sera durante la serata condotta da Andrea Delogu il Premio Campiello, giunto alla 59° edizione. La vincitrice è Giulia Caminito. Vediamo insieme anche i vincitori del Premio Campiello Giovani, del Premio Campiello Opera Prima e del Premio Campiello alla carriera.

È Giulia Caminito, autrice del romanzo L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani), la vincitrice della 59° edizione del Premio Campiello, concorso di narrativa italiana contemporanea organizzato dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto.

Ecco come sono stati distribuiti i voti della Giuria dei Trecento Lettori Anonimi:

Giulia Caminito con L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani) 99 voti,
Paolo Malaguti con Se l’acqua ride (Einaudi) 80 voti,
Paolo Nori con Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij (Mondadori) 37 voti,
Carmen Pellegrino con La felicità degli altri (La nave di Teseo) 36 voti
Andrea Bajani con Il libro delle case (Feltrinelli) 18 voti.
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2021-09-22 15:41:27Il viaggio della sposa di Susan Meissner

Tre60, 2021 - L’autrice statunitense, in questo appassionante romanzo, sa rendere perfettamente il desiderio di riscatto di queste giovani in cerca di un futuro migliore nel Nuovo Mondo.

Il viaggio della sposa (Tre60 2021, titolo originale As Bright, As Heaven, traduzione di Claudine Turla) è il romanzo edito nel 2018 dalla scrittrice statunitense Susan Meissner, nata a San Diego in California, laureata alla Point Loma Nazarene University e sposata con un cappellano militare dell’Aeronautica, dal quale ha avuto quattro figli. Meissner è già autrice de La sciarpa ricamata (Tre60, 2018) e Il segreto di Isabel (Tre60, 2019).
Venelles, Francia, giugno 1944. Pochi mesi dopo l’ingresso dei tedeschi a Parigi, il padre di Simone Devereux, spia al soldo della Resistenza francese, aveva portato sua figlia nel retro della sua bottega di calzolaio e le aveva mostrato la pistola che teneva nascosta in una scatola di vecchi panni per lucidare le scarpe. Nessuno sapeva quale sarebbe stato il futuro della Francia e dei suoi abitanti, ma un giorno forse, Simone, si sarebbe trovata nella necessità di sapere dove si trovava la pistola e usarla.

Allora Simone aveva appena compiuto quattordici anni e non le era mai venuto in mente che suo padre potesse possedere una pistola. Pochi anni dopo, Simone si sarebbe guardata le proprie mani tinte di rosso dopo aver ucciso un soldato tedesco, un nemico che aveva occupato la Francia.

Nel febbraio del 1946, alla fine della II Guerra Mondiale, senza famiglia, padre e fratello uccisi dai nazisti, Simone, con un doloroso e tragico passato alle spalle, dal porto inglese di Southampton era in procinto di attraversare l’Oceano Atlantico sulla RMS Queen Mary, sposa di guerra britannica insieme a molte altre giovani donne come lei, ansiose di ricongiungersi negli Stati Uniti con i loro mariti americani.
Anche Annaliese Lange, ex ballerina di origine tedesca aspettava di salpare dopo una lunga attesa. Annaliese non aveva mai attraversato l’Atlantico e si domandava, come quasi tutte le donne in fila insieme a lei, se avrebbe sofferto il mal di mare. Ma cosa importava, a questo punto? Per sposarsi tutte loro avevano dovuto aspettare il permesso dei comandanti dei loro futuri mariti. Le cerimonie erano state organizzate in fretta, con abiti da sposa cuciti con il tessuto del paracadute, tovaglie di pizzo o avanzi di stoffa acquistati con tagliandi per l’abbigliamento donati. Poi era iniziata la lunga attesa. Le ragazze inglesi che si erano innamorate nei mesi in cui si preparava il D-Day erano quelle che avevano avuto più tempo per angosciarsi mentre i loro amati avanzavano attraverso l’Europa. L’attesa era proseguita anche dopo la resa della Germania in agosto, ed era stata accompagnata da scartoffie da compilare e da viaggi all’ambasciata, nella speranza di potersi finalmente ricongiungere con i mariti. Ora però tra quelle donne e la loro nuova vita di immigrate regolari negli USA c’era solo “un viaggio attraverso l’oceano”.
L’autrice statunitense, in questo appassionante romanzo, sa rendere perfettamente il desiderio di riscatto di queste giovani in cerca di un futuro migliore nel Nuovo Mondo. Realizzare i loro sogni, questo è il faro che indica loro la strada. Non sanno però, né Simone e né Annaliese, che i segreti a lungo custoditi, e il loro tragico passato, non solo non possono essere dimenticati, ma rischiano di venire alla luce.
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2021-09-20 15:04:03Emmy Awards 2021: trionfo per La regina degli scacchi, flop di The Handmaid’s Tale

Emmy Awards 2021: da La regina degli scacchi a The Handmaid's Tale: trionfi e flop delle serie tv tratte da libri.

In rete e sui quotidiani non si parla d’altro: tutti vogliono sapere chi sono i vincitori degli Emmy Awards 2021. Da La regina degli scacchi a The Handmaid’s Tale, ecco flop e trionfi delle serie tv tratte dai libri e premiate alla cerimonia.
La cerimonia di premiazione degli Oscar della televisione a Los Angeles è tornata a svolgersi in presenza per la prima volta dall’inizio della pandemia.
La serata, condotta dal comico Cedric The Enternainer si è svolta in un tendone allestito con i tavoli in stile Golden Globe alla presenza dei candidati, vaccinati e tamponati.
Dunque red carpet ed elegantissimi ospiti in abiti scintillanti.
Ma quali sono stati i vincitori degli Emmy Awards 2021? E soprattutto come sono andate le serie tv tratte da libri?

Tra le serie tv hanno decisamente trionfato:

The Crown, la serie di Peter Morgan sulla famiglia reale inglese di Netflix, che si aggiudica il premio per la migliore serie drammatica;
Ted Lasso, la serie comica di Apple tv+, premio per la miglior serie comica;
Omicidio a Easttown ideata da Brad Ingelsby, che vede l’attrice Kate Winslet premiata come miglior attrice per una miniserie.
Ci sono stati però anche tanti flop alla cerimonia di premiazione, e tante aspettative deluse.
Tra le serie candidate agli Oscar ce n’erano diverse legate al mondo dei libri e dei fumetti: La regina degli scacchi, The Handmaid’s Tale e Wanda Vision.

Emmy Awards 2021: successi e flop delle serie tv tratte dai libri
La regina degli scacchi, miniserie televisiva drammatica statunitense creata da Scott Frank e Allan Scott è tratta dall’omonimo romanzo di Walter Tevis.

La regina degli scacchi, con protagonista Anya Taylor-Joy è stata premiata come la migliore miniserie dell’anno. Si tratta della storia dell’orfana Beth Harmon, che nonostante le difficoltà di affermazione per una donna negli Usa degli anni ’60 e la sua particolare storia personale, riesce ad affermarsi come vera regina della scacchiera.
Tra i flop invece WandaVision che è una miniserie televisiva statunitense del 2021 creata da Jac Schaeffer per la piattaforma di video on demand Disney+ e che si basa sui personaggi dei fumetti della Marvel Comics Wanda Maximoff e Visione.
Le cose non sono andate bene neanche per The Handmaid’s Tale, la serie distopica tratta dal romanzo di Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella. Di 21 nomination infatti non ha vinto nulla, infrangendo sogni e aspettative della produzione e del cast con Elisabeth Moss.
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2021-09-17 15:00:11Topolino racconta Dante: edizione speciale in edicola

In occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, Topolino celebra il Sommo Poeta in edicola.

Sono tanti gli eventi, le pubblicazioni e gli omaggi dedicati a Dante Alighieri in questo settecentesimo anniversario della sua morte. Anche Topolino e Panini Comics celebrano il Sommo Poeta con una serie di storie inedite e pubblicazioni speciali che potremo trovare in edicola a partire da oggi, mercoledì 15 settembre 2021.

Topolino 3434 è infatti il primo dei quattro episodi che porterà Paperi e giovani lettrici e lettori in un mitico viaggio in giro per l’Italia sulle tracce di Dante Alighieri. Scopriamo insieme i titoli dei volumi dedicati al Sommo Poeta.

Con il primo volume, Topolino 3434, sarà possibile anche acquistare il volume Topolibro, Dante Alighieri raccontato da Topolino al prezzo di € 6,90. Al suo interno quattro incredibili storie dedicate appunto al padre della lingua italiana e la prefazione del cantautore, scrittore e insegnante italiano Roberto Vecchioni. Dunque imperdibile l’appuntamento in edicola per gli appassionati del genere.

I volumi di Topolino dedicati a Dante: ecco quali sono
Gli altri volumi dedicati a Dante sono anche Zio Paperone e il Centounesimo Canto, scritta da Alessandro Sisti e illustrata da Alessandro Perina; L’Inferno di Topolino, un’edizione cartonata con copertina telata e dettagli in oro, con i colori di Fabio Celoni e Luca Merli.

Per i collezionisti e amanti del fumetto sarà disponibile anche La Deluxe Edition che ha il prezzo speciale di € 79,00: un volume pregiato di 96 pagine in formato gigante a tiratura limitata e numerata a mano che racchiude la versione integrale e definitiva della grande parodia Disney in una nuova colorazione firmata da Fabio Celoni e Luca Merli. Sarà disponibile in libreria, fumetteria e online.

Inoltre c’è anche La Saga di Messer Papero e Ser Paperone, pubblicato lo scorso marzo in apertura delle celebrazioni dantesche: un viaggio dei Paperi in Toscana, dove incontreranno Dante e tanti personaggi delle sue opere.
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2021-09-15 15:24:20La cura delle parole di Maria Antonietta La Barbera

Plumelia edizioni, 2021 - Il percorso di un’esistenza legata alle parole, al loro significato e al loro essere ed esistere per esprimere qualcosa di sé e del mondo. Ma anche un viaggio nel riflesso che le parole hanno sull’esistenza di ogni individuo.

Il percorso di un’esistenza legata alle parole, al loro significato e al loro essere ed esistere per esprimere qualcosa di sé e del mondo. Ma La cura delle parole (Plumelia edizioni, 2021) è anche un viaggio nel riflesso che le parole hanno sull’esistenza di ogni individuo.

Maria Antonietta La Barbera, come docente di Lingua e letteratura straniera presso la Facoltà di Magistero e di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, ha vissuto con impegno e passione la strada dell’insegnamento, seguendo i suoi studenti in percorsi interattivi. Ma il suo impegno si è poi esteso, operando in diversi ambiti, pubblicando saggi e articoli in varie riviste e in specie costituendo diversi gruppi tra cui “Gruppo Scrittura Partecipalermo”, con laboratori di scrittura interattiva (cfr. tra gli altri PalermoParla e Potevamo abbracciarci con le parole: storie di Palermitani alla finestra).

In questa suo lavoro l’autrice sottolinea come la parola è importante per la costruzione di “relazioni comunicative” e questo specie oggigiorno dove le parole sovrabbondano e non si ascoltano quelle dell’altro, non si condividono più emozioni ed esperienze. E questo produce un’interpretazione univoca del loro significato che invece deve essere confrontato.
Le parole possono divenire un’arma di offesa e occorre stare parecchio attenti al loro uso, ma le parole possono essere anche travisate, manomesse, consumate, trasformate. Occorre ritrovare la genuinità originaria delle parole per renderle capaci di cambiare il mondo.

Quello di Maria Antonietta La Barbera è un libro che segna un itinerario, un viaggio dove ha inserito frammenti della sua vita, della sua esperienza professionale, dei suoi interessi e in specie dei rapporti umani e professionali che ha coltivato.
Già nel titolo si significa pertanto il senso di questa opera piena di passione che suscita immediato interesse alla ricerca di parole che curano oltre a essere curate.
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2021-09-13 15:15:38La donna che decise il suo destino. Vita controcorrente di Cristina di Belgioioso di Pier Luigi Vercesi

Neri Pozza, 2021 - Vercesi ricostruisce con maestria l’esistenza di una figura femminile che non fu un’eroina ma che seguì l’istinto e la passione.

La donna che decise il suo destino. Vita controcorrente di Cristina di Belgioioso (Neri Pozza 2021) di Pier Luigi Vercesi rievoca la storia autentica di Cristina Trivulzio di Belgiojoso (Milano, 28 giugno 1808 – 5 luglio 1871) nobildonna, patriota, giornalista e scrittrice, che partecipò attivamente al Risorgimento.

Lo sguardo curioso e ardito di Cristina Trivulzio di Belgiojoso osserva il lettore dalla copertina del testo, particolare del ritratto che il celebre pittore Francesco Hayez fece alla nobildonna nel 1832. Famosissima in vita e non solo in Italia, celebrata anche dopo morta per decenni, grazie al suo apporto alla causa dell’Unità d’Italia, Cristina è oggi quasi sconosciuta. Ed è un peccato, proprio ora che il concetto di “Patria” è finalmente entrato nel cuore degli italiani, grazie anche a uomini come gli ex Presidenti della Repubblica Sandro Pertini, Carlo Azeglio Ciampi e l’attuale Presidente Sergio Mattarella. Ecco perché tra i grandi personaggi del Risorgimento e in tutte quelle storie di uomini e donne che contribuirono al sogno di un’Italia unita, Cristina occupa un posto di rilievo.
La “prima donna d’Italia”, come la immortalò Carlo Cattaneo, era nata in una famiglia nobile e ricca, figlia di Gerolamo Trivulzio, discendente di una delle famiglie storiche dell’aristocrazia milanese, e di Vittoria dei marchesi Gherardini. Il padre di Cristina morì quando lei aveva solo quattro anni e la madre si risposò con Alessandro Visconti d’Aragona, dal quale ebbe altri quattro figli. Nel frattempo Cristina cresceva, educata a casa da Ernesta Bisi, che instillò nella mente ricettiva della sua allieva idee nuove.

A 16 anni, il colpo di testa, Cristina, nonostante il parere contrario di familiari e amici, volle sposare il principe Emilio di Belgiojoso, dalla cattiva reputazione. Cristina era la più ricca ereditiera d’Italia, che vantava una dote di 400mila lire austriache. La passione era scomparsa presto, come il matrimonio, anche se i coniugi rimasero sempre in buoni rapporti di amicizia. Verso la fine degli anni Venti dell’Ottocento, Cristina, intuito che il vento reazionario stava per cambiare, cominciò a frequentare i patrioti, a motivo di ciò, inseguita dalla polizia di Milano, scappò prima in Svizzera e poi in Francia. Ospite di un amico notaio, la Belgiojoso conobbe lo storico francese Augustin Thierry, che le rimase vicino per tutta la vita. Thierry, come tanti altri prima e dopo di lui, si era innamorato della testa, della vitalità, dell’intraprendenza di una donna straordinaria, fiera e indomabile, dalla bellezza ingombrante.
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