2021-11-25 14:41:00
Come spesso avviene in queste circostanze, in pochissimo tempo e in maniera del tutto spontanea, senza che alcuna “manifestazione non autorizzata” sia stata promossa o convocata, centinaia di persone sono accorse sul posto per esprimere solidarietà, o perché, ancora più semplicemente, preoccupate per quella gente buttata per strada due giorni prima di #Natale, in piena pandemia.
Le ore passano senza che la polizia porti a termine lo sgombero, perché il Comune di Bari, date anche le vibranti proteste di tantissim* cittadin*, non firma l’ordinanza. Le persone solidali, che cercano di assistere gli/le abitanti che non possono rientrare, chiedono che il sindaco Decaro venga a parlare con la comunità e a riprendere il percorso dell’auto-recupero, ritirando il progetto di abbattimento della struttura. Progetto su cui l’assessora Bottalico, presente e invitata dai cittadini presenti a pronunciarsi, dà risposte assolutamente fumose.
Poco prima dello scoccare delle 22:00 e del conseguente coprifuoco imposto dalle misure anti- #Covid, il sindaco Decaro si convince a riconsiderare il progetto di autorecupero. Le forze dell’ordine, dopo un pomeriggio di stallo, lasciano il posto. I Vigili del fuoco spengono i fari alogeni. Le persone rientrano nelle proprie stanze dopo una giornata di freddo e paura.
Tutto è bene quel che finisce bene? No. Perché al di là delle promesse del sindaco, dopo un anno, il progetto di recupero dell’immobile non parte ancora, nonostante diversi incontri tra residenti e amministrazione, ed anzi, scopriamo oggi che il Comune di Bari, ancora una volta, senza notificarlo alla comunità del Socrate, riavvia l’iter per l’abbattimento della struttura e la conseguente ricostruzione del Centro tanto voluto da "Bari Bene Comune". Il bando per la progettazione che scade il 26 novembre è inequivocabile.
Non male per un’amministrazione, quei partiti politici e soggetti associativi che organizzano eventi pubblici straparlando di partecipazione, “buona politica” e “cittadinanza attiva”.
Nel frattempo, dopo il 22 dicembre scorso, le condizioni di vita all’interno dell’ex Socrate sono più difficili, dato che nell’occasione la corrente elettrica è stata tagliata e alcuni suppellettili, come finestre e porte, sono stati distrutti dalle Forze dell’Ordine.
È stata la solidarietà dal basso delle persone e delle realtà solidali (tra cui anche i soggetti sottoscrittori del comunicato) e non certo le istituzioni a dare una mano fornendo stufe, coperte, generatori di corrente e altro per sostenere il diritto alla dignità di una comunità di persone che ne ha da vendere.
Nella nostra città, le politiche di #welfare e accoglienza sono scomparse da tempo, sostituite, nella migliore delle ipotesi, da campagne istituzionali di promozione sociale che esistono di fatto solo sui social network. Chiunque abbia il polso della situazione, facendo attivismo sociale o volontariato o lavorando nel terzo settore, non potrà che confermarlo. A questo proposito non possiamo che ricordare con rabbia, quale doloroso emblema del fallimento umano e politico delle Istituzioni il destino di Musa, rifugiato politico eritreo, a Bari dal 2016, rimbalzato da una struttura all'altra e infine senza dimora. Morto di stenti, denutrito per strada; ucciso dall'incuria e da un’accoglienza indegna.
Durante la #pandemia, in maniera del tutto auto-organizzata, molte persone e realtà solidali si sono date da fare, dando vita ad esperienze di mutualismo e solidarietà, distribuendo gratuitamente generi alimentari e di prima necessità alle famiglie più in difficoltà, assistendo chiunque ne avesse bisogno attraverso sportelli di orientamento sociosanitario, medico, sindacale e legale, aprendo liberamente gli spazi ai lavoratori e alle lavoratrici dell’arte e dello spettacolo che non potevano più accedere a teatri e sale prove, utilizzato tutti gli strumenti che potessero far sentire meno sole ed isolate le persone più fragili, da un centro di ascolto telefonico alla web-radio di comunità. Connettendo energie e costruendo reti.
61 views11:41