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Ex Caserma Liberata

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Gli ultimi messaggi 17

2021-12-03 16:10:14
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2021-12-02 14:10:17 LIBERTA’ PER EMILIO! https://www.notav.info/post/liberta-per-emilio/
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Aprire / Come
2021-11-30 12:50:17 https://mapucheit.wordpress.com/2021/11/30/di-mattias-jordano-prigioniero-politico-della-rivolta-in-cile/
57 views09:50
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2021-11-25 14:41:00 L’ultima beffa di questa vicenda sono i 30 decreti penali piovutici addosso. Scopriamo che il prezzo della solidarietà, del preoccuparsi degli altri e delle altre, secondo lo Stato è pari a 146,60mila euro - dai 4,700 ai 7,500 euro a testa -, o dai sei mesi ai due anni di carcere.
Non entriamo nel merito del procedimento penale, perché non è questo il luogo. Sicuramente, un dato incontrovertibile è che se il Comune di Bari e la Regione Puglia avessero dato seguito agli accordi stipulati con la comunità del Socrate, nessun* di noi oggi dovrebbe far fronte ad un decreto penale e 60 persone vivrebbero con maggiore tranquillità le proprie esistenze.
Il 22 dicembre 2020, molte persone si sono ritrovate spontaneamente davanti all’ex-Socrate, perché il bello della solidarietà è che quando si accende, non si spegne più.
Per tutto questo abbiamo deciso di convocare un' assemblea e conferenza stampa aperte a tutti e tutte lunedì 29 novembre alle ore 18 presso l’ex-liceo Socrate, assieme alla comunità che ancora vi vive.

Noi siamo sereni e serene. E voi?

[Info per la conferenza stampa 320 344 6605]
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Associazione abitanti del Socrate
Bread&Roses – Spazio di Mutuo Soccorso
Camera del Lavoro Autorganizzata Bari Cobas
FuoriMercato – Autogestione in movimento
Spazio 17
Sportello Sociosanitario Autogestito
Ex-Caserma Rossani Liberata
Studenti Solidali
Brigate poeti rivoluzionari
Rete di mutuo aiuto Vittorio Cosentino
Confederazione Unitaria di Base
Partito di alternativa comunista;
Tanti e tante altr*

#bastasgomberi #casapertutti #bastarepressione #noalrazzismo #solidarietà #sgomberodinatale
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2021-11-25 14:41:00 Come spesso avviene in queste circostanze, in pochissimo tempo e in maniera del tutto spontanea, senza che alcuna “manifestazione non autorizzata” sia stata promossa o convocata, centinaia di persone sono accorse sul posto per esprimere solidarietà, o perché, ancora più semplicemente, preoccupate per quella gente buttata per strada due giorni prima di #Natale, in piena pandemia.

Le ore passano senza che la polizia porti a termine lo sgombero, perché il Comune di Bari, date anche le vibranti proteste di tantissim* cittadin*, non firma l’ordinanza. Le persone solidali, che cercano di assistere gli/le abitanti che non possono rientrare, chiedono che il sindaco Decaro venga a parlare con la comunità e a riprendere il percorso dell’auto-recupero, ritirando il progetto di abbattimento della struttura. Progetto su cui l’assessora Bottalico, presente e invitata dai cittadini presenti a pronunciarsi, dà risposte assolutamente fumose.
Poco prima dello scoccare delle 22:00 e del conseguente coprifuoco imposto dalle misure anti- #Covid, il sindaco Decaro si convince a riconsiderare il progetto di autorecupero. Le forze dell’ordine, dopo un pomeriggio di stallo, lasciano il posto. I Vigili del fuoco spengono i fari alogeni. Le persone rientrano nelle proprie stanze dopo una giornata di freddo e paura.
Tutto è bene quel che finisce bene? No. Perché al di là delle promesse del sindaco, dopo un anno, il progetto di recupero dell’immobile non parte ancora, nonostante diversi incontri tra residenti e amministrazione, ed anzi, scopriamo oggi che il Comune di Bari, ancora una volta, senza notificarlo alla comunità del Socrate, riavvia l’iter per l’abbattimento della struttura e la conseguente ricostruzione del Centro tanto voluto da "Bari Bene Comune". Il bando per la progettazione che scade il 26 novembre è inequivocabile.
Non male per un’amministrazione, quei partiti politici e soggetti associativi che organizzano eventi pubblici straparlando di partecipazione, “buona politica” e “cittadinanza attiva”.
Nel frattempo, dopo il 22 dicembre scorso, le condizioni di vita all’interno dell’ex Socrate sono più difficili, dato che nell’occasione la corrente elettrica è stata tagliata e alcuni suppellettili, come finestre e porte, sono stati distrutti dalle Forze dell’Ordine.
È stata la solidarietà dal basso delle persone e delle realtà solidali (tra cui anche i soggetti sottoscrittori del comunicato) e non certo le istituzioni a dare una mano fornendo stufe, coperte, generatori di corrente e altro per sostenere il diritto alla dignità di una comunità di persone che ne ha da vendere.

Nella nostra città, le politiche di #welfare e accoglienza sono scomparse da tempo, sostituite, nella migliore delle ipotesi, da campagne istituzionali di promozione sociale che esistono di fatto solo sui social network. Chiunque abbia il polso della situazione, facendo attivismo sociale o volontariato o lavorando nel terzo settore, non potrà che confermarlo. A questo proposito non possiamo che ricordare con rabbia, quale doloroso emblema del fallimento umano e politico delle Istituzioni il destino di Musa, rifugiato politico eritreo, a Bari dal 2016, rimbalzato da una struttura all'altra e infine senza dimora. Morto di stenti, denutrito per strada; ucciso dall'incuria e da un’accoglienza indegna.
Durante la #pandemia, in maniera del tutto auto-organizzata, molte persone e realtà solidali si sono date da fare, dando vita ad esperienze di mutualismo e solidarietà, distribuendo gratuitamente generi alimentari e di prima necessità alle famiglie più in difficoltà, assistendo chiunque ne avesse bisogno attraverso sportelli di orientamento sociosanitario, medico, sindacale e legale, aprendo liberamente gli spazi ai lavoratori e alle lavoratrici dell’arte e dello spettacolo che non potevano più accedere a teatri e sale prove, utilizzato tutti gli strumenti che potessero far sentire meno sole ed isolate le persone più fragili, da un centro di ascolto telefonico alla web-radio di comunità. Connettendo energie e costruendo reti.
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2021-11-25 14:41:00 Quanto costa la solidarietà?

Trenta persone - molte delle quali attraversano, vivono, costruiscono le esperienze e gli spazi firmatari di questo comunicato - sono state raggiunte da decreti penali per i reati di “manifestazione non autorizzata” e “resistenza a pubblico ufficiale” per i fatti del 22 dicembre scorso, quando le Forze dell’Ordine hanno provato a sgomberare i e le migranti che vivono nell’ex-liceo #Socrate, a seguito di un modesto principio di incendio prontamente spento dagli stessi abitanti.
Abitanti che, a differenza di come sono definiti nel decreto, non sono “occupanti”, ma donne, uomini, bambini e bambine che regolarmente vivono e hanno la residenza nella struttura. Nel lontano 2012, costituitisi in associazione hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con il Comune di #Bari e la Regione #Puglia ai fini di un progetto di auto-recupero dell’immobile.
Le istituzioni, però, non hanno mai tenuto fede agli impegni sottoscritti, dimenticandosi di quelle persone che nel frattempo hanno continuato la propria vita nella maniera dignitosa che solo la tranquillità di una casa, seppur con tutti i suoi limiti, può garantire: costruendo famiglie, diventando parte del tessuto sociale cittadino, stringendo legami di amicizia e solidarietà con il quartiere e oltre.

D’altronde, nell’aula del Consiglio Comunale, della realizzazione del progetto di auto-recupero dell’ex-Socrate non si è mai nemmeno discusso. Il liceo ex-Socrate, semplicemente, non è mai esistito, nonostante le richieste dell’associazione dei e delle residenti, sino al 26 novembre 2020 (meno di un mese prima del tentativo abortito di sgombero), quando il consigliere Danilo Cipriani, della lista "Bari Bene Comune", porta in aula la proposta di un progetto che prevede l’abbattimento della struttura, già dimora di 60 persone, per costruirvi un “centro per l’immigrazione”, successivamente, immaginiamo, dato in gestione a privati.

Il progetto, sponsorizzato e sostenuto in giunta e in aula consigliare anche dall’assessora alla Città solidale e inclusiva Francesca Bottalico , sempre espressione di "Bari Bene Comune", è approvato alla maggioranza in Consiglio Comunale.
Né Cipriani, né Bottalico, né alcuna delle associazioni e dei partiti che costituiscono la lista "Bari Bene Comune" (sulla carta quella più a sinistra in Consiglio) hanno sentito l’esigenza di condividere la scelta con le persone che nell’ex-Socrate ci vivono, e sulle cui esistenze avrebbe avuto un impatto fortissimo.
Per certa sinistra, evidentemente, le persone migranti sono una fonte di orgoglio propagandistico quando chiedono carità e la accettano senza domande, ma diventano un problema quando rivendicano diritti come la casa. A mente lucida risulta molto difficile slegare questa vicenda da quanto avvenuto il 22 dicembre.

Ma cosa è accaduto il 22 dicembre del 2020?

Di fronte a un primo tentativo di sgombero della struttura, dopo una presunta dichiarazione di inagibilità da parte dei Vigili del fuoco (il provvedimento non è stato mai dimostrato né agli/alle abitanti né al loro avvocato, accorso sul posto) e, peraltro, senza che un’ordinanza di sgombero fosse stata firmata (spoiler: l’ordinanza non verrà mai firmata), gli e le abitanti dell’ex-Socrate vengono messi fuori dalle proprie abitazioni, senza la possibilità di poter recuperare nemmeno le scarpe. Alcune persone sono rimaste per diverse ore in ciabatte al freddo.
Spaventate e confuse, hanno chiamato le associazioni con cui negli anni hanno stretto amicizia, legami e costruito progetti sociali, mentre nessuna istituzione si è preoccupata che un/a mediatore/trice culturale raggiungesse la struttura (i vigili urbani invece erano ben presenti. Questione di priorità, evidentemente).
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2021-11-25 14:40:56
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2021-11-19 23:00:28 https://transform-italia.it/la-nuova-conquista-coloniale-della-vita-e-cominciata/
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2021-11-15 17:07:50 https://mapucheit.wordpress.com/2021/11/15/3-anni-senza-camilo-catrillanca-amulepe-tain-weichan-la-lotta-continua/
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2021-11-15 15:30:48 +++ AGGIORNAMENTO DEL LUNEDÌ +++

Lo scorso martedì un drone turco ha attaccato un veicolo a Qamislo, uccidendo tre civili. Le proteste sono esplose a Qamislo e in altre città della Siria del Nord e dell'Est, il Consiglio Siriano Democratico ha chiesto alla comunità internazionale di chiudere lo spazio aereo della Siria del Nord e dell'Est, sottolineando come gli accordi dell'ottobre 2019 continuino ad essere violati dalla Turchia. Continuano gli attacchi anche in altre aree del Rojava (è stato segnalato un drone a Manbij e attacchi delle truppe mercenarie pro-Turchia nelle zone di Ain Issa).

Sulla possibile invasione in Rojava, Mazlum Kobane, comandante delle SDF, ha dichiarato che un'invasione della Turchia in Rojava non sembra probabile al momento: "La situazione è diversa dai tempi di Afrin e Serikaniye: ci sono due accordi in vigore (Sochi fra Erdogan e Putin e quello firmato ad Ankara fra USA e Turchia). Secondo il mio punto di vista, a meno che non riceva l'approvazione della Russia o degli Stati Uniti, la Turchia non attaccherà il Rojava. Loro (Russia e Stati Uniti) ci hanno assicurato che non gliela daranno."

Il KNK (Congresso Nazionale del Kurdistan) ha inviato una delegazione guidata dal copresidente Ahmed Karamus nella zona di confine tra Bielorussia e Polonia, dove da giorni migliaia di migranti (la maggior parte dei quali curdi iracheni) sono bloccati ai confini dell'UE. La delegazione ha criticato la comunità internazionale per aver chiuso gli occhi situazione al confine tra Bielorussia e Polonia che ha causato almeno diciassette morti documentate tra i migranti.
Nel frattempo il canale televisivo "GAV media", vicino al governo regionale del Kurdistan in Iraq e di proprietà di un membro della famiglia Barzani, ha intervistato diversi migranti bloccati al confine, i quali hanno dichiarato di voler raggiungere l'Europa a causa della corruzione e del dispotismo dei partiti che governano il KRG che ha reso impossibile vivere nella regione. Immediatamente dopo la messa in onda dell'intervista le forze di sicurezza del KDP hanno fatto irruzione negli studi televisivi ed hanno chiuso il canale.

RiseUp4Rojava, la Comune Internazionalista e le Giovani donne internazionaliste hanno chiamato ad una mobilitazione internazionale contro gli attacchi della Turchia in Rojava per difendere insieme la rivoluzione del confederalismo democratico.
68 views12:30
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