Get Mystery Box with random crypto!

Ex Caserma Liberata

Logo del canale telegramma excasermaliberata - Ex Caserma Liberata E
Logo del canale telegramma excasermaliberata - Ex Caserma Liberata
Indirizzo del canale: @excasermaliberata
Categorie: Uncategorized
Lingua: Italiano
Abbonati: 334

Ratings & Reviews

4.50

2 reviews

Reviews can be left only by registered users. All reviews are moderated by admins.

5 stars

1

4 stars

1

3 stars

0

2 stars

0

1 stars

0


Gli ultimi messaggi 20

2021-10-24 20:05:33
63 views17:05
Aprire / Come
2021-10-18 21:44:35 LA STORIA CONTRO IL RAZZISMO

La storia può e deve diventare uno strumento indispensabile nella lotta al razzismo e in particolare ai discorsi d’odio a sfondo razziale.
Analizzare gli eventi del passato e leggere attraverso essi i fatti del presente ci permette di comprendere la pericolosità del linguaggio razzista, sia come fonte autonoma di violenza, sia come primo passo di campagne d’odio capaci di innescare fenomeni di gravità inaudita.
Per questo occorre sviluppare una battaglia culturale il cui fine sia quello di sanzionare ogni discorso pubblico che alimenta stereotipi e pregiudizi, che ha come obiettivo la creazione di un capro espiatorio, che alimenta la vittimizzazione di gruppi dominanti, che si nutre di informazioni false, che si richiama a valori e tradizioni escludenti. Bisogna farlo perché esso rappresenta in ogni caso un pericolo concreto.
Per discorso pubblico non intendiamo il discorso fatto da chiunque in spazi pubblici, che siano o meno virtuali. Per discorso pubblico intendiamo il discorso che ha la possibilità di parlare a un uditorio vasto poiché il suo autore gode di un ruolo sociale elevato o ha la possibilità di sfruttare da una posizione di privilegio strumenti comunicativi di massa.
Il discorso razzista, infatti, esattamente come altre tipi di trasmissioni culturali, si trasferisce dall’alto verso il basso. Non c’è un episodio di violenza collettiva razzista che non sia stato indotto, provocato, organizzato o semplicemente avallato dalle oligarchie e dai gruppi dominanti.
Ne consegue che soltanto analizzando criticamente e attaccando duramente i discorsi pubblici prodotti dalle élite si può contribuire ad arginare la diffusione di un razzismo culturale subdolo, strisciante ma comunque pericoloso. Un razzismo vasto, che si manifesta non soltanto nel momento in cui l’altro viene indicato come un soggetto da criminalizzare e marginalizzare ma anche quando lo si considera uno strumento indispensabile alla nostra organizzazione sociale.
La storia ci insegna che il dispositivo razzista rappresenta uno strumento potentissimo nelle mani delle oligarchie che, nei momenti di crisi, tendono a utilizzarlo per dirigere il malcontento popolare prodotto dalle loro politiche fallimentari e predatorie nei confronti di un rodato capro espiatorio.
Nel nostro ultimo libro “La storia contro il razzismo”, dopo aver analizzato l’origine del pregiudizio, la sua trasformazione in razzismo e il rapporto tra la discorsi d’odio e violenza, attraverso lo studio di alcuni casi specifici abbiamo cercato di dimostrare come il linguaggio razzista si nutra sempre degli stessi stereotipi e utilizzi elementi ricorrenti per rafforzare la sua penetrazione nella società.
Svelando la mistificazione dei fatti e svelando i cliché dei discorsi razzisti, la Storia può contribuire a delegittimarli e ostacolarne la diffusione.
La Storia contro il razzismo è disponibile al seguente indirizzo:

https://bit.ly/3BUVeum
54 views18:44
Aprire / Come
2021-10-18 19:33:23 Giustizia per Santiago Maldonado - presidio
 
Bari – Palazzo Mincuzzi
Mercoledì 20 ottobre 2021
Ore 18:00
https://fb.me/e/2tQZfvkDc
Come Rete Internazionale Per La Difesa Del Popolo Mapuche – Italia, chiamiamo alla solidarietà con la lotta anticapitalista del Popolo Mapuche ed all’azione diretta contro Benetton nelle giornate dal 18 al 22 ottobre 2021.
Proprio in queste giornate nel 2017 veniva ritrovato e successivamente riconosciuto il corpo di Santiago Maldonado, compagno anarchico, artigiano argentino solidale con il Popolo Mapuche ammazzato dalla gendarmeria argentina su ordine di Benetton. Invitiamo tutti i collettivi, movimenti e associazioni alla mobilitazione organizzando azioni e presidi dovunque sia presente un ufficio o un punto vendita della Benetton invitando al boicottaggio con ogni mezzo del marchio e della multinazionale.
 
BENETTON DIRETTAMENTE COINVOLTO NEL CASO DI SANTIAGO MALDONADO?
Dall’apparizione del corpo di Santiago Maldonado, una teoria ha cominciato a circolare sommessamente nell’ambiente dei circoli giornalistici. Una somma di indizi potrebbe complicare la situazione dello stesso Benetton, proprietario della Tenuta Leleque e di gran parte delle terre della zona. L’investigatore della Patagonia Federico Sorìa ha enumerato una serie di ragioni che risultano alquanto sospettose rispetto al ruolo che l’impresario e proprietario terriero italiano avrebbe potuto a svolgere. 1. L’apparizione del corpo di Santiago Maldonado è avvenuta LO STESSO GIORNO in cui era stata ordinata la perquisizione nella Tenuta Leleque (la perquisizione è stata cancellata in seguito all’apparizione del corpo). 2. L’usurpazione illegale di Benetton nella Colonia Cushamen è sostenuta dall’apparato dello Stato e nell’azione delle sue forze repressive [la Gendarmeria ha attuato quasi come forza di sicurezza privata di Benetton], coordinate con i suoi gruppi privati di sicurezza.. 3. Questo settore di territorio conosciuto come Colonia Cushamen, secondo il Catasto delle Superfici di Chubut (ricordiamo, un documento pubblico), che conferma il recupero territoriale effettuato dal Pu Lof, è completamente circondato da proprietà di Benetton, e lo stesso per le acque del Rio Chubut a valle e a monte, e accessibili da sentieri vincolati. 4. In particolare il luogo dove è stato trovato il corpo è situato a pochi metri dalla ex strada Provinciale 4, che anticamente univa il Maitèn con Cushamen e già da qualche anno è usurpata da Benetton. 5. Benetton possiede celle frigorifere in luoghi reconditi della Patagonia ove si potrebbero nascondere non uno ma migliaia di cadaveri, per tutto il tempo necessario. 6. Possiede tutto la logistica e il personale necessario per eseguire questo tipo di operazioni. 7. Possiede l’appoggio e l’avallo dello Stato e delle sue forze repressive autonome per realizzare e/o insabbiare questo tipo di azioni. 8. C’è una deliberata intenzione da parte del Governo e dei mezzi egemonici associati nel non menzionare Benetton e i suoi interessi nel luogo dove è scomparso Santiago Maldonado. Continua https://mapucheit.files.wordpress.com/2017/11/benetton_involucrado.pdf
65 views16:33
Aprire / Come
2021-10-18 19:33:19
68 views16:33
Aprire / Come
2021-10-18 12:30:03 https://mapucheit.wordpress.com/2021/10/18/nazione-mapuche-dichiarazione-pubblica-di-fronte-allimposizione-del-governo-cileno-dello-stato-demergenza-nellaraucania/
72 views09:30
Aprire / Come
2021-10-15 11:27:05 https://mapucheit.wordpress.com/2021/10/14/12-ottobre-niente-da-festeggiare/
44 views08:27
Aprire / Come
2021-10-14 15:16:44
VITTORIO COSENTINO BDAY

Il 30 ottobre vogliamo festeggiare tutt* assieme il compleanno di VITTORIO COSENTINO nel modo in cui a lui più piace, con una iniziativa artistica-culturale-politica che unisca in un solo cuore le varie individualità e collettività artistiche di questa città e non solo. Per costruire tutti e tutte assieme la giornata del 30 vi invitiamo ad un’assemblea/riunione organizzativa in Ex Caserma Liberata martedì 19 dalle ore 18:00. Chi non riuscisse ad essere presente martedì ma voglia contribuire il 30 ottobre ci può tranquillamente contattare. Vi invitiamo altresì a spargere la voce e invitare sia all’iniziativa del 30 che all’assemblea del 19 chiunque crediate abbia a cuore il compleanno di VITTORIO.
28 views12:16
Aprire / Come
2021-10-12 12:24:23 +++AGGIORNAMENTO DEL LUNEDÌ+++

La repressione in Turchia colpisce quotidianamente ogni forma di opposizione; Ad Amed (Diyarbakir), numerose abitazioni sono state prese d’assalto dalla polizia e 13 persone sono state arrestate, le persone colpite sono accusate di aver pianificato azioni per celebrare l’anniversario delle rivolte di Kobanê dal 6 all’8 ottobre 2014.
Già martedì dodici persone erano state arrestate nell’ambito della repressione politica dell’opposizione curda, tra loro i politici di HDP Aziz Başboğa e Ihsan Deniz. Di cosa siano accusati non è chiaro. Il fascicolo è riservato e agli arrestati viene negato l’accesso agli avvocati.
Per quanto riguarda la stampa, al momento sono 63 i giornalisti in carcere in Turchia, le ultime condanne sono state pronunciate a settembre quando Sei reporter sono stati condannati complessivamente a 27 anni di carcere. Inoltre 50 giornalisti al momento si trovano sotto processo: in totale, spiega il sindacato turco della stampa DFJ, rischiano due ergastoli aggravati e pene detentive da un minimo di 266 anni a un massimo di 649.
I numeri che definiscono la realtà della libertà di stampa sono svariati: «Solo a settembre 50 giornalisti sono comparsi di fronte a un giudice per la loro copertura delle notizie e i loro commenti – si legge nel rapporto di DFJ – Sei di questi sono stati condannati a 27 anni e 3 mesi di prigione».
Nello stesso mese la macchina della censura gestita dal Rtuk, il Consiglio supremo per la Radio e la Televisione, ha comminato multe contro sei canali tv e 28 siti.
Anche il cinema è sotto attacco, Il regista curdo Veysi Altay è stato condannato al carcere aper il suo documentario "Nû Jîn" che racconta la resistenza a Kobanê. L'accusa è di "propaganda terroristica". Condannato insieme a lui anche Dicle Anter, l'ex direttore del cinema in cui è stato proiettato il film.
Numeri su numeri che descrivono un clima di repressione sempre più soffocante, che sembra proporzionale alle crisi interne vissute dal governo turco, da quella economica (svalutazione della lira, inflazione, effetti della pandemia) a quella sociale (su tutte le più recenti proteste per il diritto alla casa degli studenti di tutto il paese).

Il 9 ottobre 1998 le potenze internazionali hanno iniziato ad attuare il loro piano per eliminare il movimento di liberazione del Kurdistan, il complotto internazionale che portò all'arresto di Abdullah Öcalan aveva lo scopo di eliminare il PKK privandolo del proprio leader.
Pressata dalla minaccia della guerra, la Siria, dove risiedeva Öcalan, lo espulse dal paese in questa data, dopo una lunga odissea in Europa Öcalan fu consegnato il 15 febbraio 1999 allo Stato turco, da allora è in isolamento nel carcere di Imrali.
La Turchia e i suoi collaboratori usano continuamente questa data simbolica per colpire il movimento di liberazione del Kurdistan:
Il 9 ottobre 2019 lo stato turco e le sue milizie jihadiste hanno invaso il Rojava con il benestare della NATO e il 9 ottobre 2020 è stato firmato un accordo che prevede lo scioglimento dell'amministrazione autonoma di Şengal da parte di Iraq e KDP, le stesse forze politiche e militari che nel 2014 hanno abbandonato gli ezidi e permesso il genocidio perpetrato dall' ISIS.

Il KNK ha stilato un rapporto sull'uso di armi chimiche da parte dell'esercito turco; Nel dossier vengono documentati i casi in cui questo genere di armi sono state usate contro le posizioni della guerriglia nel Kurdistan del sud e nelle operazioni del 2018 e 2019 in Rojava.
Inoltre, il KNK richiede l'intervento degli organi internazionali competenti affinché lo stato turco venga condannato per l'uso di queste armi, che costituisce un crimine di guerra.
52 views09:24
Aprire / Come
2021-10-12 12:24:17
53 views09:24
Aprire / Come
2021-10-12 11:31:11 https://mapucheit.wordpress.com/2021/10/08/lettera-del-lonko-facundo-jones-huala-dal-carcere/#more-5548
58 views08:31
Aprire / Come