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Christus vincit

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Gli ultimi messaggi 18

2022-07-15 20:30:09 Ugonotti a caccia di Gesuiti. Una storia di stragismo eretico.

Passione dei beati martiri Ignazio de Azevedo, sacerdote, e trentotto compagni della Compagnia di Gesù, che, mentre si dirigevano verso le missioni in Brasile su una nave chiamata San Giacomo, furono assaliti dai pirati e in odio alla religione cattolica trafitti con spada e lancia.

https://www.radiospada.org/2018/12/ugonotti-a-caccia-di-gesuiti-una-storia-di-stragismo-eretico/
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2022-07-15 20:01:02 FESTA DELLA DEDICAZIONE DELLA BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

Il 15 luglio, anniversario peraltro della liberazione di Gerusalemme da parte dei Crociati nel 1099, il Patriarcato Latino di Gerusalemme celebra la dedicazione della Basilica del Santo Sepolcro di nostro Signor Gesù Cristo. Di seguito riportiamo il Proprium Missae dell'odierna festività tratto dal Messale gerosolimitano.

https://tradidiaccepi.blogspot.com/2017/07/et-erit-sepulcrum-ejus-gloriosum-is-xi.html?m=1
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2022-07-15 17:00:16 Lo Scapolare di N.S. del Carmine terribile ai demoni

Così si può dire che fra tutte le pratiche di pietà che sono state ispirate a’ fedeli per onorare la Madre di Dio, non ve ne fu alcuna tanto potente quanto quella dello Scapolare, poiché pare non esservene alcuna che sia tanto confermata da tanti stupendi e sì autentici miracoli. Non è meraviglia pertanto che il S. Scapolare o abitino della Madonna SS. del Carmine sia terribile ai Demonii.

https://www.radiospada.org/2022/07/lo-scapolare-di-n-s-del-carmine-terribile-ai-demoni/
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2022-07-15 15:00:01 Il Perdono del Carmine

“...Quindi, basandoci sulla onnipotente misericordia di Dio e sull’autorità dei suoi apostoli Pietro e Paolo, a tutti e singoli i fedeli di ambo i sessi veramente pentiti e nutriti della santa comunione, i quali visiteranno devotamente qualsiasi chiesa o pubblico oratorio tanto dei frati quanto delle monache, sia calzati che scalzi, di tutto l’Ordine Carmelitano, in qualunque luogo esistano, il giorno 16 luglio di ogni anno, giorno nel quale si celebra la festa della Madonna del Monte Carmelo, dai primi vespri alla caduta del sole di tale giorno, ed ivi innalzeranno a Dio pie preci per la concordia dei principi cristiani, per l’estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l’esaltazione della santa madre Chiesa, concediamo misericordiosamente nel Signore che ogni volta faranno questo, altrettante volte acquistino l’indulgenza e la remissione plenaria di tutti i loro peccati, che si possa anche applicare per modo di suffragio alle anime dei fedeli cristiani, che sono passate da questa vita in grazia di Dio...”

https://www.radiospada.org/2019/07/il-perdono-del-carmine/
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2022-07-15 13:00:38 Alla Madonna del Carmelo

Sin dai tempi apostolici Tu fosti onorata con questo misterioso titolo: ed ora mi rallegra il pensiero che noi ci uniamo a quei primi tuoi devoti e con essi ti salutiamo, dicendoti: O decoro del Carmelo, o gloria del Libano, Tu giglio purissimo, Tu rosa mistica del fiorente giardino della Chiesa. Intanto, o Vergine delle vergini, ricordati di me miserabile, e mostra di essermi madre. Diffondi in me sempre più viva la luce di quella fede che ti fece beata; infiammami di quell’amore celestiale, onde Tu amasti il Figliuol tuo Gesù Cristo.

https://www.radiospada.org/2020/07/alla-madonna-del-carmelo/
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2022-07-15 13:00:21
Regina Decor Carmeli, ora pro nobis.
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2022-07-15 13:00:21 Inno Flos Carmeli

Flos Carmeli,
vitis florigera,
splendor caeli,
virgo puerpera
singularis.

Mater mitis
sed viri nescia
Carmelitis
esto propitia
stella maris.

Radix Iesse
germinans flosculum
nos adesse
tecum in saeculum
patiaris.

Inter spinas
quae crescis lilium
serva puras
mentes fragilium
tutelaris.

Armatura
fortis pugnantium
furunt bella
tende praesidium
scapularis.

Per incerta
prudens consilium
per adversa
iuge solatium
largiaris.

Mater dulcis
Carmeli domina,
plebem tuam
reple laetitia
qua bearis.

Paradisi
clavis et ianua,
fac nos duci
quo, Mater, gloria
coronaris.
Amen.
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2022-07-15 13:00:21 NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNE FESTIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO, Patrona precipua dell’Apostolato “Christus vincit”

di P. Simone Grassi, Carmelitano

Nono giorno. L’Abitino del Carmine è segno di eterna predestinazione.

I.
Per compimento glorioso delle vostre beneficenze verso i Confratelli del Carmine, dando loro il sacro vostro Abitino, Voi prometteste, o Maria, di dar loro in esso una divisa singolare d’eterna predestinazione. O Vergine generosissima, quant’ebbe ragione chi disse, che la Compagnia del Carmine è la più privilegiata d’ogni altra! L’amor vostro materno qui giunse al colmo. Ah, sì! Voi non potevate concederci grazia più grande, né noi potevamo desiderarne una maggiore di questa, o Maria. Pater, Ave et Gloria.

II. Tutto ci diede Maria, allorché promise, che, entrando noi a parte di sua Confratellanza e portando sempre virtuosamente il sacro scapolare, saremmo ancora entrati nel fortunato numero degli eletti alla gloria. Che distinta prerogativa non è mai questa del vostro Abitino, o Maria! Pater, Ave et Gloria.

III. Se chiunque vive e riposa sotto la protezione della gran Madre delle misericordie, non è possibile che si perda eternamente, tanto meno dobbiamo temer noi di nostra sorte felice, mentre Voi stessa, o Maria, in persona del Beato Simone, ci assicuraste d’impegnare tutto il vostro potere per la nostra sicura salvezza! Pater, Ave et Gloria.

IV. Anche i demoni ebbero a confessare che i veri Confratelli del Carmine non potranno giammai perire, esclamando più volte, con urli spaventosissimi: «O Abitino, quante anime rubi a noi e all’inferno!». Noi fortunati dunque se, rettamente vivendo, non abbandoneremo mai la divozione a Maria! Pater, Ave et Gloria.

V. Che sarebbe ora di noi senza la divozione del vostro santo Abitino, o Maria? Quante volte siamo giunti fin sopra gli orli orribili dell’inferno, e Voi ci otteneste salute quando stavamo già per correre in perdizione! A Voi, dunque, o amorosissima Vergine, ci rimettiamo interamente, sicuri che preme più a Voi la nostra salvezza, che non preme a tutto l’inferno la nostra perdizione. Pater, Ave et Gloria.

VI. Tanti bei fiori di santità, che sì vagamente distinguono qui in terra la Compagnia del Carmine, e assai più chiaramente risplendono lassù nel Cielo, Voi li trapiantaste, o Maria, nel diletto vostro Carmelo, e, sotto l’ombra propizia del vostro Abitino, li esaltaste tanto per dare ai Confratelli vostri un’evidente caparra di loro eterna predestinazione. Deh, Madre della salute nostra, soccorrete ancora noi, affinché meritiamo di essere un giorno a Voi di gaudio e di corona. Pater, Ave et Gloria.

VII. Per assicurare l’eterna salute, Voi, o Regina del Carmelo, ci avete ricevuti nella privilegiatissima vostra Compagnia, e ora ve ne state innanzi al trono del vostro Figliolo pregando per noi. E però, quantunque finora noi abbiamo corrisposto con ingratitudine a tanto affetto, pure, ravveduti e contriti, confidiamo nel materno vostro cuore, che ci conserverete sempre nella vostra famiglia, e continuerete a proteggerci in modo che arriviamo felici un giorno a cantare, unitamente ai beati nostri Confratelli, le glorie vostre e del santo vostro Abitino nel Paradiso. Pater, Ave et Gloria.
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2022-07-15 12:01:17 VIGILIA DELLA COMMEMORAZIONE SOLENNE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO

Paramenti violacei.

Omelia di san Beda il Venerabile, Presbitero.
Libro 4 cap. 49 su Luca 11.
Questa donna si mostra in possesso di devozione, di fede profonda, poiché, mentre gli scribi ed i farisei tentano il Signore e lo bestemmiano, ella riconosce davanti a tutti la sua incarnazione con tanta sincerità, e la confessa con fede così grande, da confondere e la calunnia dei grandi presenti e la perfidia dei futuri eretici. Infatti, come allora i Giudei, bestemmiando contro le opere dello Spirito Santo, negavano che Cristo fosse vero Figlio di Dio consustanziale al Padre; così in seguito gli eretici, negando che Maria sempre Vergine avesse somministrato, per opera e merito dello Spirito Santo, la materia della propria carne al Figlio unigenito di Dio che doveva nascere con un corpo umano, sostennero che non si doveva riconoscere come vero Figlio dell'uomo e della medesima sostanza della madre.
Ma se si ritiene che il corpo preso dal Verbo di Dio incarnandosi è estraneo alla carne della vergine Madre, senza motivo vengono detti beati il seno che lo portò e il petto che lo allattò. Ora l'Apostolo dice: «Poiché Dio mandò il suo Figlio, fatto da una donna, sottomesso alla legge». E non bisogna dar retta a coloro che pensano si debba leggere: Nato da una donna, sottomesso alla legge, ma bisogna invece leggere: “Fatto da una donna”; perché, concepito nel seno di una vergine, ha tratto la carne non dal nulla, non da altra cosa, ma dalla carne materna. Altrimenti non si potrebbe dire con verità Figlio dell'uomo colui che non ha avuto origine dall'uomo. Anche noi dunque alziamo la nostra voce contro Eutiche insieme con la Chiesa cattolica, di cui questa donna fu figura; solleviamo anche la mente dal mezzo della folla e diciamo al Salvatore: «Beato il seno che ti ha portato e il petto che hai succhiato». Poiché è veramente madre beata ella che, come disse un autore, ha dato alla luce il Re, che regge il cielo e la terra per i secoli.
«Non solo, ma beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». Il Salvatore approva eminentemente l'attestazione di questa donna, affermando che è beata non soltanto colei che aveva meritato di essere madre corporale del Verbo di Dio, ma che sono beati anche tutti coloro che si sforzeranno di concepire spiritualmente lo stesso Verbo istruendosi nella fede e che, praticando le buone opere, lo faranno nascere e quasi lo alimenteranno sia nel proprio cuore, sia in quello del prossimo. Infatti la stessa Madre di Dio è sì beata per aver contribuito nel tempo all'incarnazione del Verbo, ma è molto più beata perché meritò, amandolo sempre, di custodirlo in sé eternamente.

http://tradidiaccepi.blogspot.com/2021/07/vigilia-della-solenne-commemorazione.html?m=1
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2022-07-15 08:42:09 Omelia di san Gregorio Papa.
Omelia 13 sui Vangeli.
La lettura del santo Vangelo, fratelli carissimi, è chiara. Ma affinché, per la sua stessa semplicità, non sembri a qualcuno troppo elevata, esaminiamola brevemente in modo che la sua esposizione sia chiara per quelli che la ignorano, senza essere gravosa per quelli che la conoscono. Il Signore dice: Siano cinti i vostri fianchi. Noi cingiamo i fianchi, quando freniamo con la continenza i movimenti della carne. Ma poiché è poco astenersi dal male, se ciascuno non si applica ancora, e con assidui sforzi, a fare il bene, subito si aggiunge: e le lucerne siano accese nelle vostre mani. Noi teniamo in mano le lucerne accese, quando diamo al nostro prossimo con le buone opere esempi che lo illuminano. A proposito di tali opere il Signore dice: La vostra luce risplenda davanti agli uomini, affinché essi vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
Sono due quindi le cose che vengono comandate: cingere i fianchi e tenere le lucerne: cioè la castità deve risplendere nel nostro corpo e la luce della verità nelle nostre opere. Infatti l'una cosa senza l'altra non può assolutamente essere gradita al nostro Redentore: né colui che compie opere buone, finché non abbandoni le sozzure della lussuria, né colui che eccelle per la sua castità ma non si esercita nelle opere buone. Né la castità dunque è una grande virtù senza le opere buone, né le opere buone possono valere qualcosa senza la castità. Ma anche se si osservano i due comandamenti, rimane il dovere, per chiunque si tratti, di tendere con la speranza alla patria superna e di non star lontano in alcun modo dai vizi soltanto per l'onore di questo mondo.
E voi siate come coloro che aspettano il loro padrone quando torni dalle nozze, per aprirgli subito appena giungerà e picchierà alla porta. Il Signore in verità viene quando si affretta al giudizio; picchia poi quando, con gli affanni della malattia, ci avverte che ormai la morte è vicina. Noi gli apriamo subito, se lo riceviamo con amore. Non vuole infatti aprire al giudice che picchia, colui che ha paura di uscire dal corpo e ha timore di vedere questo giudice, che ricorda di aver disprezzato. Ma chi è tranquillo per la sua speranza e per il suo modo di agire, apre subito a chi picchia, perché accoglie con gioia il giudice; e, quando è vicino il tempo della morte, egli si rallegra pensando ad una gloriosa retribuzione.

https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/07/santenrico-imperatore-romano-e.html?m=0
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