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Christus vincit

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Gli ultimi messaggi 19

2022-07-15 08:42:09 SANT'ENRICO, IMPERATORE ROMANO E CONFESSORE

Semidoppio.
Paramenti bianchi.

Enrico, soprannominato il Pio, nato il 6 maggio 973 vicino a Bamberga, da Enrico II di Baviera e Gisella di Borgogna, fu l'ultimo esponente della dinastia degli Ottoni. Da duca di Baviera (995 - 21 marzo 1004; 1009 - 1017) e di Carinzia (995 - 1002), divenuto re di Germania (7 giugno 1002) e degli Italici (14 maggio 1004), fu consacrato poi Imperatore del Sacro Romano Impero (formalmente Imperatore dei Romani) il 14 febbraio 1014 da Benedetto VIII, cui fece giuramento «di serbare fedeltà a lui e ai suoi successori in tutte le cose». Non contento dei ristretti confini di una dominazione temporale, si mostrò servo devoto del Re eterno per ottenere la corona dell'immortalità. Padrone pertanto dell'impero, mise ogni studio e cura nel propagare la religione, rialzando con maggior magnificenza le chiese distrutte dagli infedeli, e colmandole di moltissime elargizioni e proprietà. Eresse lui stesso monasteri e altri pii luoghi, o ne aumentò le rendite. Fece tributario di san Pietro e del Romano Pontefice il vescovado di Bamberga, fondato coi suoi beni patrimoniali. Accolse fuggitivo Benedetto VIII, che gli aveva data la corona imperiale, e lo ristabilì sulla sua Sede.
Trattenuto da grave malattia nel monastero di Montecassino, ne fu guarito da san Benedetto con stupendo miracolo. Volendo trovarsi pronto alla venuta del divin Maestro, ritornando in patria, passò per la Francia, si fece aggregare alla comunità di Cluny, e chiese la sua ammissione all'Abbazia benedettina di Saint-Vanne di Verdun. L'abate lo ricevette, ma gli ordinò tosto, in nome dell'obbedienza religiosa, di risalire sul trono Imperiale. Con un importante diploma fece grandi donativi alla Chiesa Romana, e intraprese per difenderla una guerra contro i Greci, e ricuperò la Puglia che questi occupavano da molto tempo. Solito di non intraprender nulla senza aver pregato, più volte vide l'Angelo del Signore e i santi Martiri protettori combattere per lui nelle prime file. E col soccorso divino trionfò delle nazioni barbare più colle preghiere che colle armi. Condusse alla fede di Cristo l'Ungheria fino allora infedele, maritando sua sorella al re Stefano, che ricevette il battesimo. Con raro esempio unì la verginità collo stato matrimoniale, e presso a morire rese la sua santa sposa Cunegonda di Lussemburgo, alla propria famiglia, vergine.
Dopo aver disposto, colla più grande prudenza, di tutto ciò che riguarda l'onore e l'utilità dell'impero, e lasciato qua e là in Francia, Italia e Germania tracce illustri della sua religiosa munificenza; dopo aver sparso dappertutto il più soave odore di un'eroica virtù, più celebre per la santità che per lo scettro, terminate le fatiche della vita, fu chiamato dal Signore alla ricompensa del regno dei cieli a Bamberga il 13 luglio nell'anno della salute 1024. Il suo corpo fu sepolto a Bamberga nella chiesa dei santi Apostoli Pietro e Paolo; e Dio, per glorificarlo, operò subito molti miracoli sulla sua tomba. Eugenio III, poi, dopo averli canonicamente approvati, lo iscrisse nel numero dei Santi nel 1146. Sua moglie Cunegonda si ritirò in un monastero benedettino da lei fondato e, morta il 3 marzo 1039, fu sepolta accanto al marito nella cattedrale di Bamberga.
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2022-07-14 22:38:55
RUBRICHE PER BREVIARIO E MESSA
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2022-07-14 21:14:52
MARTIROLOGIO ROMANO, 1955

Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.
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2022-07-14 21:04:07 NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNE FESTIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO, Patrona precipua dell’Apostolato “Christus vincit”

di P. Simone Grassi, Carmelitano

Ottavo giorno. L’Abitino del Carmine accorcia moltissimo le pene del Purgatorio.

I.
Liberalissima Vergine, quanto supera l’intendimento nostro la parzialità d’affetto, che vi rese attenta al comun bene e vantaggio dei Confratelli del Carmine! Non contenta d’assisterli e proteggerli continuamente in vita e in morte, volete prendervi special cura di loro anche nel Purgatorio. Quest’è una grazia, o Maria, corona d’ogni altra grazia, e degna soltanto della Madre delle misericordie. Pater, Ave et Gloria.

II. Altri amici, poco dopo forse la nostra morte, scordandosi di noi, ci lascieranno penare senza conforto nel Purgatorio. Maria, invece, ci mirerà con occhio più amorevole, e noi, tra quelle fiamme e tra quei tormenti, potremo sicuri stendere a Lei le mani per l’opportuno soccorso. Sia benedetto mille volte il santo vostro Abitino, o Maria, che ci rende figli d’una Madre sì pietosa! Pater, Ave et Gloria.

III. Se la ricordanza degli eccessivi debiti contratti con Dio porta seco non ordinario spavento a un’anima cristiana, che sa di doverli tutti scontare nel fuoco atroce del Purgatorio, si rallegrino pure i Confratelli del Carmine e confidino in Maria, che sarà l’aura felice che mitigherà le fiamme di quell’ardente fornace, e, rotto ben presto ogni più stretto legame e catena, fuori quindi li trarrà liberi e sciolti a salvezza. Pater, Ave et Gloria.

IV. Qual tenera Madre, che sente le pene de’ suoi figli, Voi ben ci assicuraste, o Maria, che sareste larga d’aiuto verso i Confratelli vostri tormentati nel Purgatorio, e, dolcemente commossa, impegnereste l’efficacissima vostra intercessione presso il Divin Figlio, acciò si degni riceverli nel seno placato di sua misericordia. O Maria, siete pur Madre veramente degna d’esser da noi sempre amata! Pater, Ave et Gloria.

V. A incoraggiare sempre più le nostre speranze specificò la Vergine il giorno di sabato, in cui Ella stessa si darà a vedere a’ suoi devoti Confratelli penanti in Purgatorio, e, togliendo loro dall’animo ogni tristezza, se li condurrà in trionfo alla gloria. Dolce speranza nostra, fate che distinguiamo un tal giorno con speciale divozione, acciò sia poi anche il giorno della felice nostra liberazione e dell’eterno nostro riposo. Pater, Ave et Gloria.

VI. Quanto bello e luminoso spunterà per i Confratelli del Carmine il giorno di sabato nel Purgatorio! Di quale esultante gioia non inonderà loro il cuore la bella speranza di dovere in tal giorno convertire le loro lagrime in un gaudio sempiterno! Ah, pietosissima nostra Avvocata, aiutateci Voi a osservare fedelmente le obbligazioni unite a sì gran privilegio, onde arriviamo sicuri a godere il frutto delle vostre care promesse. Pater, Ave et Gloria.

VII. Oh, quanti divoti Confratelli del Carmine, sciolti nel punto stesso della loro morte da ogni reato di pena, mercé il tesoro delle indulgenze del santo Abitino, si sono veduti nel giorno di sabato volarsene direttamente dalla terra al Cielo! Ma, se tanto da Voi non meritiamo, o Maria, concedeteci di poterlo almeno sperare, e che con questa speranza noi sempre viviamo, e in questa pure moriamo. Pater, Ave et Gloria.
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2022-07-14 20:30:17 “QUO PRIMUM TEMPORE”. La costituzione di San Pio V sul Messale Romano.

Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 14 di luglio dell’anno 1570, quinto del nostro pontificato.

https://www.radiospada.org/2020/07/quo-primum-tempore-la-costituzione-di-san-pio-v-sul-messale-romano/
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2022-07-14 17:30:26 San Bonaventura Dottore della Chiesa. La bolla di Sisto V.

Onde i santi Dottori sono meritamente indicati col nome delle stelle chiamate Iadi, perché appunto passato il rigido inverno e le lunghe notti dell’infedeltà, e sedata la tempesta della persecuzione, allora sorsero eglino più risplendenti nella santa Chiesa, quando il sole della verità risplendeva più in alto lucido e chiaro nei cuori de’ fedeli, cominciando ad apparir come nuovo l’anno più risplendente della vera fede. Tra quei, che il grande Iddio volle ricolmare dello spirito d’intelligenza, e che sparsero a guisa di pioggia l’eloquente lor sapienza nella Chiesa di Dio, giustamente si annovera s. Bonaventura confessore, e Pontefice e Dottore esimio della medesima Chiesa cattolica.

https://www.radiospada.org/2020/07/san-bonaventura-dottore-della-chiesa-la-bolla-di-sisto-v/
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2022-07-14 13:30:01 San Bonaventura al Concilio di Lione

Egli era stato incaricato dal papa di far come da presidente del concilio e di apparecchiar le materie che vi si dovevano trattare. Dopo la terza sessione ammalò; tuttavia assisté anche alla quarta, nella quale il logoteta, o gran cancelliere di Costantinopoli abiurò lo scisma...

https://www.radiospada.org/2022/07/san-bonaventura-al-concilio-di-lione/
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2022-07-14 08:34:12 Sermone di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 15 su Matteo, oltre la metà.
Fate attenzione a ciò che disse: Voi siete il sale della terra: tramite ciò mostra quanto necessariamente insegni queste cose. Non infatti, disse, solo della vostra vita, ma di tutto il mondo dovrete render conto. Non vi mando certo solo a due città, o a dieci, o a venti, né a un solo popolo, come mandavo i profeti: ma ad ogni terra e fino al mare, e a tutto il mondo, e questo è oppresso da vari crimini.
Dicendo infatti: Voi siete il sale della terra, mostra che tutta la natura degli uomini è vanificata, e corrotta dalla violenza dei peccati: e quindi richiede da loro quelle virtù, che massimamente sono necessarie ed utili per procurare la salvezza di molti. Infatti chi è mansueto e modesto, e misericordioso e giusto, non rinchiude solo dentro di sé queste cose fatte bene, ma farà defluire queste eccellenti fonti anche all'utilità degli altri. Quindi chi è puro di cuore e pacifico, e sopporta la persecuzione per la verità, nondimeno stabilisce la vita per il bene comune.
Non pensate quindi, disse, che sarete condotti a facile battaglie, né che dovrete far conto di cose da poco. Voi siete il sale della terra. Cosa allora? Hanno medicato cose putrefatte? Per niente: né infatti è possibile che quelle cose che sono già corrotte siano riparate tramite la frizione del sale. Non fecero perciò questo, ma le cose prima rinnovate, ed a loro affidate, e già liberate da quella putrefazione, aspergevano di sale, e conservavano in quella novità, che avevano preso dal Signore. Certamente liberare dalla putredine dei peccati, è proprio del potere di Cristo: ma ché non ritornino di nuovo a questi, è proprio della cura e del lavoro degli Apostoli.

https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/07/san-bonaventura-dellordine-dei-minori.html?m=1
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2022-07-14 08:34:12 SAN BONAVENTURA, CARDINALE E VESCOVO DI ALBANO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA

Doppio.
Paramenti bianchi.

Bonaventura, al secolo Giovanni Fidanza, nato verso il 1221 a Civita di Bagnoregio in Tuscia (o Etruria), fanciullo ancora fu liberato da una malattia mortale per le preghiere di san Francesco, al cui ordine sua madre aveva fatto voto di consacrarlo, se fosse guarito. Perciò, adolescente, nel 1243, volle abbracciare l'istituto dei frati Minori, nel quale, sotto la direzione di Alessandro di Hales, giunse a tale perfezione di dottrina, che, laureatosi dopo sette anni a Parigi (1253), vi spiegò pubblicamente con somma lode i libri delle Sentenze, che poi illustrò anche con ammirabili commentari. Né eccelse soltanto per erudizione scientifica, ma ancora per integrità di costumi, per innocenza di vita, per umiltà, mansuetudine, disprezzo delle cose terrene e desiderio delle celesti, a tal punto che Alessandro di Hales amava dire del suo angelico discepolo, che lo si sarebbe creduto preservato dal peccato originale; degno veramente d'essere tenuto quale modello di perfezione e d'essere chiamato santo dal beato Tommaso d'Aquino, cui era legato da grandissimo affetto. Questi infatti avendolo trovato occupato a scrivere la vita di san Francesco: Lasciamo, disse, che un Santo scriva d'un Santo.
Infiammato d'amor divino, si sentiva trasportato da singolare affetto di devozione verso la passione di Cristo Signore, che meditava di continuo, e verso la Vergine Madre di Dio, cui si era tutto consacrato; studiandosi sommamente di eccitarlo e accrescerlo anche negli altri colla parola, coll'esempio e cogli scritti. Di qui quella soavità di maniere, quella grazia e carità di dire, che usava con tutti e colla quale si legava indissolubilmente l'animo di ognuno. Onde trentacinquenne appena, nel 1257, fu all'unanimità eletto a Roma Ministro Generale dell'Ordine; ed egli portò la nuova carica per ben diciott'anni con mirabile prudenza e santità. Fece molte ordinazioni a vantaggio della regolare disciplina e ad incremento dell'ordine, che egli difese felicemente insieme cogli altri ordini mendicanti dalle calunnie dei maldicenti.
Chiamato dal beato Gregorio X al concilio Lugdunense II (1274) e creato Cardinale Vescovo di Albano (1273), fu di grandissimo aiuto nelle ardue questioni di quel concilio; per cui e si composero i dissidi dello scisma, e si rivendicarono i dogmi della Chiesa. Durante questi lavori, se ne morì a cinquantatré anni di età, il 15 luglio nell'anno della nostra salute 1274, con grandissimo dispiacere di tutti, e l'intero concilio e lo stesso sommo Pontefice onorarono della loro presenza i suoi funerali. Illustre per moltissimi e grandissimi miracoli, Sisto IV lo iscrisse nel numero dei Santi, il 14 aprile 1482. Scrisse molte opere, in cui congiungendo somma erudizione a pietà ardente, istruisce insieme e commuove il lettore: onde meritamente Sisto V l'insignì del titolo di Dottore della Chiesa, col titolo di Serafico, il 14 marzo 1588.
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2022-07-13 23:13:03
RUBRICHE PER BREVIARIO E MESSA
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