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Christus vincit

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Gli ultimi messaggi 20

2022-07-13 20:51:50
MARTIROLOGIO ROMANO, 1955

Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.
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2022-07-13 20:44:22 Alla Madonna del Carmelo

Sin dai tempi apostolici Tu fosti onorata con questo misterioso titolo: ed ora mi rallegra il pensiero che noi ci uniamo a quei primi tuoi devoti e con essi ti salutiamo, dicendoti: O decoro del Carmelo, o gloria del Libano, Tu giglio purissimo, Tu rosa mistica del fiorente giardino della Chiesa. Intanto, o Vergine delle vergini, ricordati di me miserabile, e mostra di essermi madre. Diffondi in me sempre più viva la luce di quella fede che ti fece beata; infiammami di quell’amore celestiale, onde Tu amasti il Figliuol tuo Gesù Cristo.

https://www.radiospada.org/2020/07/alla-madonna-del-carmelo/
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2022-07-13 20:44:15
Regina Decor Carmeli, ora pro nobis.
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2022-07-13 20:44:15 Inno Flos Carmeli

Flos Carmeli,
vitis florigera,
splendor caeli,
virgo puerpera
singularis.

Mater mitis
sed viri nescia
Carmelitis
esto propitia
stella maris.

Radix Iesse
germinans flosculum
nos adesse
tecum in saeculum
patiaris.

Inter spinas
quae crescis lilium
serva puras
mentes fragilium
tutelaris.

Armatura
fortis pugnantium
furunt bella
tende praesidium
scapularis.

Per incerta
prudens consilium
per adversa
iuge solatium
largiaris.

Mater dulcis
Carmeli domina,
plebem tuam
reple laetitia
qua bearis.

Paradisi
clavis et ianua,
fac nos duci
quo, Mater, gloria
coronaris.
Amen.
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2022-07-13 20:44:15 NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNE FESTIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO, Patrona precipua dell’Apostolato “Christus vincit”

di P. Simone Grassi, Carmelitano

Settimo giorno. L’Abitino del Carmine reca grande conforto in morte.

I.
Il pericolo più grande, che mette l’anima nostra in maggior bisogno di opportuno soccorso, è il punto estremo della morte. Ma quale consolazione non proveranno allora i Confratelli del Carmine in Voi, o Maria, poiché avete promesso, a chiunque porta divotamente in vita il sacro vostro Abitino, di fargli provare in morte tutta la tenerezza della materna vostra protezione. Pater, Ave et Gloria.

II. Contro i nemici di nostra vita avete dato a noi, o Maria, il vostro Abitino, perché ci rendesse temuti e riparati da ogni inganno e offesa. Ma, se con tale e sì distinta premura volete essere la nostra difesa nei bisogni della vita, quanto più dovranno sperare i Confratelli del Carmine, che siete per assisterli con impegno assai maggiore nel pericoloso passo della morte! Pater, Ave et Gloria.

III. Ah, se una buona madre, vedendo il proprio figlio in grave pericolo, accorre sollecita per liberarlo; Voi, che vi pregiate, o Maria, di esser nostra Madre amorosissima, come potrete lasciare di mostrarvi tale in quel pericoloso momento, da cui dipende l’eterna nostra felicità? Pater, Ave et Gloria.

IV. Frema pure d’intorno a noi pien di rabbia il leone infernale, e tenti gli ultimi sforzi del maligno suo furore, per far preda della nostra anima! Munito il petto di quell’Abito possente che Voi ci donaste, o Maria, noi, in sì grave cimento, sosterremo costanti le spaventose minacce del comune avversario, e nel vostro gran Nome andremo incontro a lui, sicuri della vittoria. Pater, Ave et Gloria.

V. Terribile ai demoni è il sacro Abitino di Maria; e, alla sola vista di esso, come le fiere al comparir del sole corrono a rintanarsi nei loro covili, così quelle furie d’averno, vinte e confuse, fuggiranno precipitose nel fondo dei loro abissi. Deh! Pietosissima Vergine, nascondeteci sotto la vostra salutifera veste adesso e nell’ora estrema, perché, trionfando dei nostri nemici, liberi andiamo alla beata patria. Pater, Ave et Gloria.

VI. Che valevole conforto recherà al nostro cuore il sacro Abitino di Maria in punto di morte, per ben disporlo a tollerar con merito la dolorosa agonia! Come ci aiuterà per concepire atti fervorosi di viva fede, di santo amore e della più coraggiosa speranza della vicina nostra salute! Oh, il dolce morire coll’Abito di Maria indosso! Quanto gioiranno nel giorno estremo i Confratelli vostri, o Maria! Pater, Ave et Gloria.

VII. Bel vedere tanti buoni Confratelli del Carmine in quel tremendo passo struggersi tutti in soavissimi colloqui con la Vergine, ringraziandola di averli annoverati tra i suoi figli, e baciando e ribaciando devotamente il santo Abitino, morirsene in pace! Ah, Vergine amorosissima, fate che siamo sempre costanti nell’amarvi e servirvi, onde meritiamo anche noi di morire d’una morte sì bella! Pater, Ave et Gloria.
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2022-07-13 19:30:30 Sangue di Cristo, nell’Eucaristia bevanda e lavacro delle anime, salvaci!

Lo spargimento del suo sangue faceva parte della libertà del suo amore.

https://www.radiospada.org/2020/07/sangue-di-cristo-nelleucaristia-bevanda-e-lavacro-delle-anime-salvaci%e2%80%af/
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2022-07-13 17:44:07
Sancta Veronica, ora pro nobis.
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2022-07-13 17:44:07 12 LUGLIO: SANTA VERONICA
(seconda memoria per la Chiesa latina)

Anche se presso i Latini la si ricorda principalmente il 4 febbraio, il 12 luglio cade la seconda memoria di santa Veronica, la pia donna che mossa a pietà dallo strazio del Cristo che passava, gli deterse il Volto insanguinato ed in premio di tanto amore ed ardimento ricevette impressa sul suo panno l'impronta della Faccia del Verbo Incarnato.

«Considera come la santa donna Veronica vedendo Gesù così affannato e col volto bagnato di sudore e di sangue, gli porse un pannolino e con quello asciugandosi nostro Signore vi lasciò impressa la sua sagra imagine. Diletto mio Gesù, il vostro volto prima era bello, ma in questo viaggio non comparisce più bello, ma tutto difformato delle ferite e dal sangue. Oimè che l'anima mia anche fu bella, quando ricevé la vostra grazia nel Battesimo; ma io l'ho difformata poi co' miei peccati. Voi solo, mio Redentore, potete restituirle l'antica bellezza: fatelo per la vostra Passione».

(S. Alfonso, Esercizio della Via Crucis)
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2022-07-13 09:28:46 Omelia di san Leone Papa.
Sermone 2, nell'anniversario della sua ascesa, prima di metà.
Come ci riferisce la lettura evangelica, Gesù stesso interrogò i discepoli che cosa pensassero di in mezzo a tanti pareri diversi. E san Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Allora il Signore gli disse: «Beato te, o Simone, figlio di Giona, perché questo non ti è stato rivelato dalla carne o dal sangue, ma dal Padre mio che sta nei cieli. Perciò io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno mai contro di essa. E a te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli». L'ordine stabilito da Gesù Cristo rimane ancora; e san Pietro, che ha conservato fino ad oggi la solidità della pietra, non abbandonò mai il governo della Chiesa di cui fu incaricato.
Nella Chiesa intera, infatti, ogni giorno Pietro dice: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»; ed ogni lingua che riconosce il Signore viene istruita col magistero di tale voce. Tale fede sconfigge il diavolo e scioglie i legami di coloro che egli tiene prigionieri. Essa fa entrare nel cielo coloro che ha strappato alla terra e le porte dell'inferno non possono prevalere contro di essa. È stata infatti per potenza divina munita di una tale saldezza che mai la potrà corrompere la malvagità degli eretici né la potrà superare la perfidia dei pagani. Con tali disposizioni dunque, dilettissimi, e con razionale ossequio si celebri la festività odierna: affinché nell'umiltà della mia persona venga riconosciuto e onorato colui, nel quale continua la cura che tutti i pastori hanno nella custodia delle pecore loro affidate e la cui dignità non viene meno per l'indegnità dell'erede.
Mentre dunque rivolgiamo le nostre esortazioni all'orecchio della vostra santità, pensate che vi parli colui, del quale facciamo le veci: sia perché vi esortiamo con lo stesso suo affetto, sia perché nient'altro predichiamo a voi se non quello che egli ha insegnato, scongiurandovi a vivere una vita casta e sobria e timorata di Dio, avendo cinto i fianchi del vostro spirito. Come dice l'Apostolo, siete mia gioia e mia corona, se la vostra fede, che dall'inizio del Vangelo è stata predicata in tutto il mondo, rimarrà nell'amore e nella santità. Infatti anche se è necessario che tutta la Chiesa, che è presente in tutta la terra, fiorisca di ogni virtù, tuttavia è conveniente che vi segnaliate tra gli altri popoli per i meriti della vostra pietà, perché voi, fondati sulla stessa roccia della pietra apostolica, siete stati redenti assieme agli altri dal Signore nostro Gesù Cristo, e siete stati istruiti più di tutti dal beato apostolo Pietro.

http://sardiniatridentina.blogspot.com/2019/07/santanacleto-papa-e-martire.html?m=1
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2022-07-13 09:28:46 SANT'ANACLETO, PAPA E MARTIRE

Semidoppio.
Paramenti rossi.

Il Martyrologium Romanum commemora oggi Sant’Anacleto, Papa e Martire. Il 26 aprile tuttavia si ricorda - assieme a San Marcellino, Papa dal 296 al 304 - un altro Pontefice, con un nome simile: San Cleto. Per lungo si è discusso se si trattasse di due persone distinte oppure di una sola, cioè quel Cleto che per il terzo succedette a San Pietro dall'80 al 92 circa, che morì martire sotto Domiziano e che tuttora viene ricordato nel Canone Romano dopo San Lino. La maggioranza dei Padri usa i due nomi indistintamente e non ci sono certo di aiuto gli elenchi dei Papi che ci sono stati tramandati i quali non ci riportano solo Cleto e Anacleto, ma anche un Anecleto. Oggi, anche considerando le evoluzioni linguistiche dei nomi e le loro trasposizioni dal Greco al Latino, tutti o quasi concordano con il bollandista De Smedt, con Duchesne e altri nell'affermare si tratti di un’unica persona il cui nome greco Anecleto fu latinizzato in Anacleto, donde il diminutivo Cleto. Sulla scia di questi studi storici, la Sacra Congregazione dei Riti nel 1960 ha cassato la memoria del 13 luglio, ritenendo solamente quella del 26 aprile. A titolo di curiosità, ricordiamo anche come a Papa Cleto venga fatta risalire la norma della tonsura ecclesiastica. Mentre infatti ancora oggi il clero greco ha l’obbligo di non radersi ad imitazione degli antichi Leviti (Cfr. Lev. XIX, 27); quello latino ha ricevuto – secondo la tradizione da San Cleto – l’obbligo di radersi la barba e il capo, mutuandolo dalla consuetudine della società romana che vedeva nei capelli e nella barba incolti un segnale di trascuratezza e sporcizia.

Anacleto, Ateniese, governò la Chiesa sotto l'imperatore Traiano. Egli decretò che un vescovo sarebbe consacrato da tre vescovi, non di meno; che i chierici sarebbero ammessi agli ordini sacri pubblicamente dal proprio vescovo; che dopo la consacrazione si comunicassero tutti nella Messa. Decorò la tomba del beato Pietro, e destinò un luogo per la sepoltura dei Papi. In due ordinazioni nel mese di Dicembre creò cinque preti, tre diaconi, sei vescovi. Governò nove anni, tre mesi, dieci giorni. Ricette la corona del martirio, e fu sepolto al Vaticano.

Dall'Esposizione di sant'Ambrogio Vescovo sul Salmo 118.
Sermone 21.
«I principi m'han perseguitato senza ragione: ma il mio cuore ha temuto solo le tue parole» (Ps. 118:161). Il Martire ha ragione di dire che ingiustamente egli soffre i tormenti delle persecuzioni; egli che niente ha rubato, a nessuno ha fatto violenza, non ha versato il sangue di alcuno, non ha violato il talamo di nessuno; egli che nulla ha fatto contro le leggi, ed è costretto a subire i supplizi dei più grandi scellerati; egli che dice il giusto, ma non è sentito; che espone verità salutari, ed è perseguitato, così che può dire: «Quando parlavo loro, mi combattevano senza ragione» (Ps. 119:7). Senza ragione dunque è perseguitato, chi è perseguitato senza aver commesso delitto; è perseguitato come colpevole, mentre invece confessando la fede merita lode; è perseguitato come malefico lui che si gloria nel nome del Signore, essendo la pietà il fondamento di tutte le virtù.
Veramente è perseguitato senza ragione, chi è accusato d'empietà presso gli empi ed infedeli, mentre egli insegna la fede. Ma chi è perseguitato senza ragione, dev'essere forte e costante; come dunque si soggiunge: «Ma il mio cuore ha temuto solo le tue parole» (Ps. 118:161)? Tremare è segno di debolezza, di timore e di paura. Ma c'è anche una debolezza salutare, c'è anche il timore dei santi: «Temete il Signore, santi suoi tutti» (Ps. 33:10); e: «Beato l'uomo che teme il Signore» (Ps. 111:1). Per quale motivo beato? Perché «pone sue delizie nei suoi comandamenti».
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