2022-07-10 20:58:40
NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNE FESTIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO, Patrona precipua dell’Apostolato “Christus vincit”
di P. Simone Grassi, Carmelitano
Quarto giorno. La qualità di figli di Maria ci obbliga ad imitarla.
I. O gran Madre di Dio, che, per l’altezza dei vostri meriti, siete superiore a ogni cosa creata, nel mirarci così vili dinanzi a Voi, com’è possibile che noi possiamo chiamarvi Madre? Ma pure è così! Voi che siete Madre di Dio, Voi stessa, nel darci il sacro vostro Abitino, Vi siete dichiarata Madre nostra ancora. Su dunque, mostratevi quale Voi siete, e dateci grazia di poter conoscere la dignità nostra, per corrispondere al gran debito di vostri figli.
Pater, Ave et Gloria.
II. Il nostro dovere di figli vuole che siamo sempre pronti e fedeli nell’imitare le vostre belle virtù, o Maria, e, facendole nostre proprie, ci rendiamo così, quanto più è possibile, simili a Voi nelle opere. Ora, se questo è l’obbligo nostro, come lo adempiamo noi mai? Ci gloriamo di portare l’abito di vostri figli, ma dove sono in noi le opere vostre, o Maria?
Pater, Ave et Gloria.
III. Oh, quanto puri convien che siano i figli di Maria, così amante del verginal candore, che, affin di mantenerlo, avrebbe rinunziato all’onore stesso di Madre di Dio! Noi miserabilissimi, che, distinti col carattere di figli di Maria, tanto poco curiamo la mondezza di cuore. Ah, Madre di purità, concedeteci di lavar col pianto le nostre colpe passate, e di preferire piuttosto la morte che il ritorno al peccato.
Pater, Ave et Gloria.
IV. Fra gl’immensi vostri pregi spiccò sempre in Voi una profondissima umiltà, sì che altro vanto non aveste qui in terra, che di reputarvi umile Ancella del Signore. Gran Vergine! Voi piena di grazia, eppur sì umile; noi vilissimi peccatori, eppur sì ambiziosi e superbi. Deh, per pietà! Distruggete la nostra superbia e fate che impariamo da Voi a essere umili di cuore.
Pater, Ave et Gloria.
V. Quale invincibile costanza nel patire non dimostraste in tutto il corso del viver vostro, o Madre! Noi, invece, non sappiamo soffrire pazientemente una malattia, una tribolazione e nemmeno una parola contraria. Il vostro esempio conforti la debolezza nostra, o Maria!
Pater, Ave et Gloria.
VI. Era tale in Maria lo zelo dell’onore divino che, ancor bambina, lasciò il mondo per darsi a Dio nel tempio; né mai ebbe dipoi un pensiero, un desiderio, un affetto, che non fosse perfettamente unito al divino volere. Che diremo noi, che facciamo tanto per il mondo e sì poco per Gesù? Dateci, o cara Madre, un cuor di figli, onde, mutiamo anche i costumi.
Pater, Ave et Gloria.
VII. Dal vivo zelo, che ebbe Maria di piacere ognor più a Dio, derivò poi la somma compassione che aveva per il prossimo, col beneficarlo sempre, più che poteva. Quanto siamo noi in ciò lontani da Lei! Gran Madre, concedeteci che, fissando sempre lo sguardo nei vostri begli esempi, procuriamo d’imitarli fedelmente, e d’essere vostri figli non solo di abito e di parole, ma, altresì con le opere.
Pater, Ave et Gloria.
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