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NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNE FESTIVITÀ DELLA BEATA VERG | Christus vincit

NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNE FESTIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO, Patrona precipua dell’Apostolato “Christus vincit”

di P. Simone Grassi, Carmelitano

Nono giorno. L’Abitino del Carmine è segno di eterna predestinazione.

I.
Per compimento glorioso delle vostre beneficenze verso i Confratelli del Carmine, dando loro il sacro vostro Abitino, Voi prometteste, o Maria, di dar loro in esso una divisa singolare d’eterna predestinazione. O Vergine generosissima, quant’ebbe ragione chi disse, che la Compagnia del Carmine è la più privilegiata d’ogni altra! L’amor vostro materno qui giunse al colmo. Ah, sì! Voi non potevate concederci grazia più grande, né noi potevamo desiderarne una maggiore di questa, o Maria. Pater, Ave et Gloria.

II. Tutto ci diede Maria, allorché promise, che, entrando noi a parte di sua Confratellanza e portando sempre virtuosamente il sacro scapolare, saremmo ancora entrati nel fortunato numero degli eletti alla gloria. Che distinta prerogativa non è mai questa del vostro Abitino, o Maria! Pater, Ave et Gloria.

III. Se chiunque vive e riposa sotto la protezione della gran Madre delle misericordie, non è possibile che si perda eternamente, tanto meno dobbiamo temer noi di nostra sorte felice, mentre Voi stessa, o Maria, in persona del Beato Simone, ci assicuraste d’impegnare tutto il vostro potere per la nostra sicura salvezza! Pater, Ave et Gloria.

IV. Anche i demoni ebbero a confessare che i veri Confratelli del Carmine non potranno giammai perire, esclamando più volte, con urli spaventosissimi: «O Abitino, quante anime rubi a noi e all’inferno!». Noi fortunati dunque se, rettamente vivendo, non abbandoneremo mai la divozione a Maria! Pater, Ave et Gloria.

V. Che sarebbe ora di noi senza la divozione del vostro santo Abitino, o Maria? Quante volte siamo giunti fin sopra gli orli orribili dell’inferno, e Voi ci otteneste salute quando stavamo già per correre in perdizione! A Voi, dunque, o amorosissima Vergine, ci rimettiamo interamente, sicuri che preme più a Voi la nostra salvezza, che non preme a tutto l’inferno la nostra perdizione. Pater, Ave et Gloria.

VI. Tanti bei fiori di santità, che sì vagamente distinguono qui in terra la Compagnia del Carmine, e assai più chiaramente risplendono lassù nel Cielo, Voi li trapiantaste, o Maria, nel diletto vostro Carmelo, e, sotto l’ombra propizia del vostro Abitino, li esaltaste tanto per dare ai Confratelli vostri un’evidente caparra di loro eterna predestinazione. Deh, Madre della salute nostra, soccorrete ancora noi, affinché meritiamo di essere un giorno a Voi di gaudio e di corona. Pater, Ave et Gloria.

VII. Per assicurare l’eterna salute, Voi, o Regina del Carmelo, ci avete ricevuti nella privilegiatissima vostra Compagnia, e ora ve ne state innanzi al trono del vostro Figliolo pregando per noi. E però, quantunque finora noi abbiamo corrisposto con ingratitudine a tanto affetto, pure, ravveduti e contriti, confidiamo nel materno vostro cuore, che ci conserverete sempre nella vostra famiglia, e continuerete a proteggerci in modo che arriviamo felici un giorno a cantare, unitamente ai beati nostri Confratelli, le glorie vostre e del santo vostro Abitino nel Paradiso. Pater, Ave et Gloria.