2021-10-26 09:01:01
Non volontariamente ho dovuto ascoltare una discussione in TV sul
nutriscore. In poche parole è un sistema già teorizzato nel 2013 ma che sta cominciando a prendere piede in Europa (per esempio parte dei prodotti che vedevo nei supermercati tedeschi avevano questa etichetta) che si basa su una valutazione degli alimenti veramente semplice così che possa essere fatta in automatico, citando Wikipedia:
Un alto contenuto di frutta e verdura, fibre e proteine promuove un punteggio più alto, mentre un alto contenuto di energia, zucchero, acidi grassi saturi e sodio si traduce in un punteggio negativo. Gli "esperti" italiani di quel programma giudicano questo sistema molto cattivo, come motivazioni portano:
- Il parmigiano, l'olio d'oliva e altri prodotti della tradizione italiana otterrebbe pochi punti rischiando di ricadere tra i livelli più bassi.
- qui cito testualmente:
le patatine e altri Junk foods avrebbero il bollino verde e non possiamo prendere in giro il consumatore e penalizzare i prodotti della tradizioneGrazie a questa semplice dissertazione per altro anche presentata in maniera poco sensata contano di suscitate una reazione emotiva sull'ascoltatore che sicuramente non ne avrà mai sentito parlare, per me sarebbe stata la prima volta anche se ho visto che in Italia se ne parla da circa 2 anni se non di più portando sempre le solite argomentazioni.
Detto questo vorrei soffermarmi sulla tendenza delle aziende di vendere
cibo spazzatura. Vedere gente al supermermercato che riempie letteralmente il carrello di il merendine e patatine mi fa riflettere, come mai? Il nostro palato si adatta facilmente, una volta che la soglia sensoriale del sale d, dei grassi saturi e dello zucchero si alzano non ci accorgiamo più che è in eccesso. Fortunatamente il corpo prova quindi ad adattarsi ma non esistendo in natura cibi densi di questi nutrienti a lungo termine questi fanno molti danni. Inoltre alle aziende conviene, il Junk food
causa dipendenza producendo dei cambiamenti rilevanti sul nostro cervello pari a quelli di una droga. Inoltre è più facile da produrre quindi al consumatore costa anche meno. Insomma se non si sta attenti si rischia di cadere nel tunnel dei cibi altamente processati senza avere nessuna guida gratuita che ti aiuti ad orientarti. Al giorno d'oggi se ne viene informati andando dal nutrizionista o studiando per conto proprio e basta.
Quindi a chi conviene non avere il sulle etichette il nutriscore? Ovviamente alle aziende che promuovono il cibo spazzatura! Sarà infatti più facile per chi non ha conoscenze in merito aprire gli occhi, altro che inganno, l'inganno è già sugli scaffali. Inoltre non ha senso paragonare il parmigiano con le patatine è chiaro che entrambi possano avere un basso punteggio ma non sono lo stesso alimento e non vengono consumati allo stesso modo, inoltre se vuoi il parmigiano lo compri comunque. L'etichetta diventa utile quando bisogna scegliere tra due prodotti simili, per esempio in Erasmus mi sono ritrovato l'etichetta munita di nutriscore in due formaggi vegani spalmabili, in genere leggo sempre le etichette al supermercato ma essendo in Tedesco spesso le leggevo poi a casa con calma. Il nutriscore ha attirato subuto la mia curiosità e ho scoperto che uno dei due era a base di cocco mentre l'altro di mandorle ecco perché uno aveva un punteggio migliore dell'altro. Insomma benvenga un sistema del genere sugli scaffali, sebbene qualcosa di automatico potrà solo valutare grossonalmente, il nutriscore è già qualcosa per aumentare la consapevolezza al supermercato.
Buona spesa a tutti!
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