2022-01-05 13:49:13
Borrell in Donbass, un viaggio inutilel’Alto rappresentante dell'Unione europea Josep Borrell è in Ucraina:
"Di fronte al potenziamento militare della Russia, sono qui per mostrare il sostegno dell'Ue alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina", ha dichiarato su Twitter.
Il suo primo viaggio dell'anno inizierà dalla regione di Lugansk, a ridosso della linea del fronte con le repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk. Successivamente si recherà a Kiev, per incontrare le autorità ucraine.
In realtà la visita in terra ucraina non sembra tanto un atto di sostegno verso Kiev - come dichiarato ufficialmente - quanto un disperato tentativo di mostrare almeno un poco di peso specifico dell’istituzione che rappresenta (l’UE) nelle questioni geopolitiche del continente. Tra pochi giorni, infatti, a Ginevra inizieranno i colloqui tra Russia e gli Stati Uniti sulle proposte russe per le garanzie di sicurezza. Questi temi verranno successivamente discussi il 12 gennaio nell'ambito del Consiglio Russia-NATO, convocato straordinariamente a Bruxelles. La serie di incontri si concluderà il 13 gennaio presso la sede dell'OSCE a Vienna. In tutte queste date che potrebbero influire sul futuro dell’Europa, l’Unione Europea rimane alla finestra a osservare.
Prima di raggiungere l’Ucraina, Borrell ha telefonato al segretario generale della NATO Stoltenberg per confrontarsi sulle garanzie di sicurezza richieste dalla Russia e per discutere sul concentramento delle truppe russe sui confini.
L’alto rappresentante ha nuovamente esortato la Russia ad allentare le tensioni e attuare pienamente gli accordi di Minsk, mentre pochi giorni fa egli, come riporta Die Welt, proponeva di creare in Ucraina una missione militare dell’UE per istruire i quadri dell'esercito ucraino (anche qui in ritardo, considerato che in Ucraina da anni esistono missioni militari canadesi, USA e UK).
Sorvolando sul bipolarismo e sull’ipocrisia, ancora una volta si può notare come Borrell non sembra conoscere i contenuti del documento in cui sono riportati i punti degli accordi di Minsk (per chi volesse rileggerli, ecco un link), dove la Russia non risulta parte in conflitto e dove è riportato che tutte le unità militari straniere presenti in Ucraina devono essere ritirate.
Questi accordi, inoltre, prevedono l’instaurazione di un dialogo tra Kiev e quei territori su cui ha perso il controllo nel 2014, ma sia Kiev che l’Unione Europea ignorano questo fatto fondamentale per risolvere la questione. Borrell visiterà solo i luoghi indicati dalle autorità ucraine mentre non si recherà a Donetsk, Lugansk o Gorlovka. E non certo per assenza di garanzie di sicurezza. L’unica paura è quella di sentire quel che gli abitanti di queste città potrebbero dire: punti di vista che vengono ignorati da oltre 7 anni, condannando centinaia di migliaia di civili a rischiare la vita sotto le bombe e i proiettili. Nel testo di quegli accordi di Minsk di cui si parla quasi sempre a sproposito, i diritti della popolazione del Donbass sono indicati molto chiaramente (status speciale, lingua russa, autonomie, amnistie, sviluppo economico, ecc), ma di ciò non c’è traccia nelle dichiarazioni di chi si presenta come portatore e garante della democrazia. Di conseguenza il conflitto è destinato a proseguire a tempo indeterminato.
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