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Ciao a tutti, purtroppo la mia cara vecchia fotocamera Sony A7, che già avevo curato da qualche acciacco, si è rotta e questa volta non posso farci più nulla.

Per molti anni mi ha accompagnato sui vari fronti del Donbass, aiutandomi ad immortalare testimonianze storiche e far luce su quel lato del conflitto rimasto oscurato. Questa camera ha visto i principali campi di battaglia prima del 24 febbraio 2022, ossia le trincee di Zaitsevo, Golmovskij, la Promzona di Avdeevka, Kominternovo o l’aeroporto di Donetsk. Una volta iniziata la nuova fase del conflitto, con questa camera ho raggiunto Nikolaevka, primo villaggio liberato dall’esercito russo; attraverso il suo obiettivo vi ho mostrato la città Mariupol e le storie dei suoi abitanti nel corso dei combattimenti, la centrale nucleare di Zaporozhye, gli attacchi su Donetsk. Recentemente mi ha accompagnato sul fronte di Avdeevka: era accanto a me quando siamo finiti su una mina anticarro.

Raramente mi sono rivolto pubblicamente per chiedere una mano, riportando solamente l’indirizzo di PayPal nella descrizione del canale, lasciando libertà a chiunque di sostenermi (ringrazio tutti coloro che effettuano donazioni, permettendomi di svolgere il mio lavoro in modo indipendente). Questa volta, però, per sostituire la fotocamera devo affrontare una spesa importante (oltre 2000 euro). Se qualcuno volesse sostenere questo investimento per i miei lavori futuri, può farlo inviando una donazione sul mio conto PayPal: https://www.paypal.me/vnrangeloni

Grazie in anticipo,
VNR

Senatore USA in visita a Kiev: abbiamo bisogno di più persone nell’esercito

Il senatore statunitense Lindsey Graham nella sua recente visita a Kiev ha esortato l'Ucraina ad approvare la nuova legge sulla mobilitazione, criticando il fatto che la mobilitazione generale nel paese tocchi i cittadini di età superiore ai 27 anni, chiedendo che sia estesa ai giovani sotto i 25.

"Abbiamo bisogno di più persone”, ha affermato il senatore USA.

“Loro”, Stati Uniti, dicono di voler più ucraini al fronte. Loro, che combattono una guerra per i propri interessi con le mani altrui. Ma qualcuno si preoccupa di chiedere agli ucraini cosa pensano in merito a ciò? (senza contare Zelensky e coloro non finiranno mai in una trincea sul fronte).

Subito dopo aver letto questo articolo mi sono imbattuto in un nuovo video dal fronte, dove un comandante ucraino della 59esima brigata, insieme ai suoi 17 soldati sopravvissuti (senza passamontagna, facendo nomi e cognomi e indicando il reparto di provenienza) ha raccontato come hanno deciso di contattare via radio i russi e consegnarsi a loro. “Io non mi ritengo un traditore della Patria, io sono responsabile della vita di queste persone e non voglio che loro muoiano per via di una mia decisione errata. Insieme abbiamo deciso di non essere inseriti nelle liste dei prigionieri da scambiare perché in Ucraina non ci aspetta nulla di buono. O ci arrestano oppure ci mandano nuovamente al macello e noi non vogliamo combattere per questo governo”.

Non si tratta di un caso isolato, così come non si può ignorare i tentativi quotidiani di gruppi di ucraini che per non finire nell’esercito - come vorrebbe il senatore americano - tentano di varcare illegalmente la frontiera, anche rischiando la vita.

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Elezioni al fronte

Per la prima volta la popolazione del Donbass ha la possibilità di partecipare alle elezioni del Presidente della Federazione Russa.

Come già avvenuto in occasione del referendum per l’adesione alla Russia sono state organizzate commissioni itineranti per evitare assembramenti e consentire di votare anche alle persone che per vari motivi non possono raggiungere i seggi.

Dopo aver dato un’occhiata ai seggi di Donetsk e Yasinovataya raggiungo Avdeevka, dove ancora un mese fa vigeva il controllo ucraino. Anche qui le persone che hanno già ottenuto la cittadinanza russa possono votare.

I membri della commissione elettorale itinerante indossano elmetti, giubbotti antiproiettile e viaggiano a bordo di un fuoristrada blindato, che se avvistato dai militari ucraini potrebbe diventare un bersaglio.

Ad Avdeevka sono rimaste circa mille persone, la situazione è un pochino meno tesa rispetto a qualche settimana fa, ma la pace e la normalità rimangono sogni remoti. I combattimenti proseguono non lontano dalla periferia. Periodicamente si sentono fischi e le successive esplosioni, talvolta ad una distanza tale da destare preoccupazione. Anche i droni sono una minaccia frequente che si può manifestare in qualsiasi luogo e momento.

Girando per Avdeevka sono rimasto sorpreso dal quantitativo di persone che emergevano da tutti gli angoli di questa questa cornice spettrale con il desiderio di esprimere il proprio voto. Vedere per credere. Onestamente non mi aspettavo così tanto interesse ed entusiasmo nei confronti di una questione che apparentemente potrebbe non sembrare prioritaria in un contesto dove ogni edificio testimonia l’intensità del conflitto e dove non poche persone hanno perso la propria casa, al netto di tutti i rischi già citati. Eppure per le persone che ho incontrato queste elezioni sono un evento storico e simbolico al quale hanno voluto prender parte per principio. Del resto anche i soldati ucraini lo sapevano bene che gli abitanti rimasti in città aspettavano l’arrivo dei russi.

Volti dimenticati del Donbass

Ieri sono stato ad Alchevsk, cittadina nei pressi di Lugansk, dove ho fatto visita alla monaca Nikolaya. A casa sua ospita un centinaio di anziani rimasti soli o dimenticati, per gran parte provenienti da quelle città colpite dal conflitto. Molti hanno perso la propria casa, i parenti ed anche i documenti, non potendo contare quindi sulla pensione e sulle forze per poter occuparsi delle procedure burocratiche. Una parte consistente di questi anziani è gravemente malata. A queste persone è rimasta solo la fede in Dio e l’aiuto della monaca.

Nikolaya ha iniziato volontariamente a prendersi cura dei più deboli nel 2008, cercando - tra mille difficoltà - di garantire un’accoglienza dignitosa ai suoi ospiti, diventati sempre più numerosi. Ha ampliato la propria casa, costruendo ed attrezzando nuovi spazi, rimboccandosi le maniche e credendo nella propria missione. Oltre agli anziani ha adottato anche 12 bambini portatori di handicap. Grazie a Giorgio Baroni e tutti coloro che in Italia hanno supportato le sue iniziative di beneficenza è stato possibile dar loro una piccola mano, consegnando quei generi alimentari che solitamente non possono permettersi.

Nuovo video shock dall’Ucraina, “orgoglio democratico” dell’Europa: Picchiati e arrestati 34 giovani intenzionati a fuggire dal proprio paese per non finire al fronte

Ieri a tre chilometri dal confine ucraino con la Romania è stato fermato un furgone a bordo del quale erano stipati 34 giovani intenzionati a fuggire dal paese per non finire a combattere al fronte. I reclutatori dell’esercito ucraino hanno arrestato i giovani in modo civile e democratico ricoprendoli di botte e insulti. Con grande probabilità questi ragazzi al posto di trovare la salvezza in Ue verranno spediti come “volontari” sul fronte orientale.

Io non voglio essere monotematico, anche ieri avevo pubblicato un video ritraente le gesta dei reclutatori dell’esercito ucraino, ma mi chiedo come mai NESSUN quotidiano in Italia non presti attenzione a questi fenomeni per nulla marginali ed isolati. Si tratta di eventi all’ordine del giorno che hanno coinvolto, e continuano a farlo, decine di migliaia di persone.

Chissà quanti ucraini soffrono più per mano delle proprie autorità che a causa della guerra con la Russia, ma probabilmente i diritti di queste persone che lottano per la vita non sono ritenuti così importanti, del resto mettono in dubbio quella narrazione costruita nel corso di anni dai nostri media, secondo la quale tutta l’Ucraina è un baluardo della democrazia, dove la popolazione è compatta e disposta ad immolarsi per far trionfare la bandiera blu-stellata di Bruxelles.

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