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Rivolta contro il mondo moderno

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Categorie: Letteratura
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Descrizione dal canale

Brani del famoso libro di Julius Evola ed argomenti affini.

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Gli ultimi messaggi 9

2021-11-26 20:53:03 Il mondo moderno critica la Chiesa; anche nel nostro libro, circa questa istituzione sono presenti diverse valutazioni negative che potrebbero dirsi complementari alle suddette critiche; abbiamo evitato di riportarle perché l'avversione nei confronti della Chiesa stessa è pervasa da uno spirito antitradizionale, al quale non vogliamo concedere appigli tramite i quali distorcere i concetti e propagandare errori. Riportiamo, quindi, uno dei brani del nostro libro che reputiamo tra i meno equivocabili e i più adatti a far riflettere il lettore su come i problemi della Chiesa di oggi fossero visibili già ai tempi di Evola.
Riguardo al cattolicesimo, «non è forse visibile che esso oggi cerca» «di conciliarsi in ogni modo col pensiero moderno, che lo stesso elemento ascetico e contemplativo in esso è sempre più trascurato rispetto a quello moralistico e sociale? Che, nel dominio pubblico, la Chiesa già da tempo vive alla giornata, trattando ora con l'uno ora con l'altro sistema, evitando d'impegnarsi in una direzione unica ed inflessibile, pensando solo a "aggiornarsi" e a destreggiarsi, tanto da "dialogare", per ultimo, perfino col marxismo?».
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2021-11-24 20:47:02 «Esiodo riferisce che, dopo l'età del bronzo, prima di quella del ferro, presso a razze il cui destino era ormai lo 'spegnersi senza gloria nell'Ade', Zeus creò una schiatta migliore, che Esiodo chiama» «degli "eroi", cui è data la possibilità di conquistare l'immortalità e di partecipare, malgrado tutto, ad uno stato simile a quello dell'età primordiale».
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2021-11-23 20:35:03 «Avendo accusata la decadenza della donna moderna, non bisogna dimenticare che l'uomo è il primo responsabile di tale decadenza. Come la plebe non avrebbe mai potuto irrompere in tutti i dominî della vita sociale e della civiltà se vi fossero stati veri re e veri aristòcrati, così in una società retta da uomini veramente tali mai la donna avrebbe voluto e potuto prendere la via lungo la quale sta procedendo. I periodi in cui la donna ha raggiunto una autonomia e una preeminenza hanno quasi sempre coinciso con epoche di palese decadenza di più antiche civiltà. Così la vera reazione contro il feminismo e contro ogni altra deviazione feminile non è contro la donna, ma è contro l'uomo che dovrebbe rivolgersi. Non si può chiedere che la donna ritorni ad essere tale, tanto da ristabilire le condizioni interne ed esterne necessarie per la reintegrazione di una razza superiore, quando l'uomo non conosca se non un simulacro della virilità».
Riteniamo che la decadenza della donna moderna sia sotto gli occhi del lettore e che non serva, in questa occasione, scrivere di più sull'argomento.
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2021-11-22 20:34:01 «Si può vedere l'archetipo della funzione regale» nel «Signore o Volgitore della Ruota» indù, «il che riporta» «all'idea di un "centro" il quale poi corrisponde anche ad uno stato interiore, ad un modo d'essere» «o, per dir meglio, al modo dell'essere.
Infatti la ruota è anche un simbolo» «per la corrente del divenire (» «Il "circolo della generazione" o anche» «la "ruota della necessità"» «), e il suo centro immobile esprime allora la stabilità spirituale inerente a chi non appartiene a tale corrente e che, come tale, può ordinare e dominare secondo più alto principio le energie e le attività legate alla natura inferiore. Allora» il Signore Universale «si presenta» «come "Signore della Legge" o della "Ruota della Legge". In» Confucio «si legge, in corrispondenza: 'Chi domina mediante la Virtù» «rassomiglia alla stella polare. Essa resta ferma al suo posto, ma tutte le stelle le volgono intorno'».
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2021-11-20 20:28:02 «Tradizionalmente, fra l'uomo e la sua terra» «esisteva un intimo rapporto» e «colui che in essa nasceva non poteva» «non dipendere da essa». «In tale dipendenza, in sede di dottrina va però distinto un doppio aspetto, naturalistico l'uno, sovrannaturale l'altro, il che porta alla distinzione» «fra il "totemismo" e la tradizione di un sangue patrizio purificato da un elemento dall'alto.
Il primo aspetto riguarda appunto gli esseri che nulla ha portato di là dal vivere immediato». «Si desti pure in essi il senso mistico della regione cui appartengono, tale senso non va oltre il livello del mero "tellurismo"; conoscano pur essi una tradizione di riti, tali riti non possono avere che un carattere demonico-totemico, volgono, più che a sorpassare e a rimuovere, a rafforzare e rinnovare la legge per cui il singolo non ha una vera vita propria ed è destinato a dissolversi nel ceppo subpersonale del suo sangue».
«Ben diverso è il secondo aspetto della relazione tradizionale fra uomo e terra. Qui entra in giuoco l'idea di una vera e propria azione sovrannaturale che ha legato ad un particolare territorio una influenza superiore, rimuovendo l'elemento demonico-tellurico del suolo, imponendo ad esso un sigillo "trionfale", tanto da ridurlo a semplice substrato per le forze che lo trascendono».
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2021-11-18 20:37:02 «Quanto ai "pericoli dell'anima", l'uomo moderno, che si vanta di essere divenuto finalmente libero e illuminato, e che deride tutto ciò che nell'antichità tradizionale derivava da quel diverso rapporto fra Io e non-Io, si illude assai se crede di esserne veramente al riparo. Quei pericoli hanno solo rivestito una forma diversa, tale da non farli nemmeno riconoscere come tali: l'uomo moderno è aperto ai complessi dell'"inconscio collettivo", a correnti emotive e irrazionali, a suggestioni di massa e a ideologie, con conseguenze assai più calamitose e deprecabili di quelle accertabili in altre epoche e dovute a diverse influenze».
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2021-11-16 20:31:26 «Ciclo dell'Essere, ciclo solare, ciclo della Luce quale gloria, ciclo dei Viventi in senso eminente e trascendente - tali sono i caratteri che nei ricordi tradizionali presenta la prima età, l'età aurea - "èra degli dèi"».
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2021-11-15 20:47:01 «Concepita la forza dell'uomo» «come la facoltà di azione meccanica di un essere da nulla connesso a ciò che lo trascende quale individuo, l'esperimento della forza non può evidentemente significare» «nulla, l'esito di ogni agone diviene del tutto contingente, senza una possibile relazione con un ordine di "valori"».
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2021-11-13 20:20:03 «Se non si riesce a ridestare il sesso nel suo significato spirituale, e in particolare non si enuclea di nuovo, duramente, dalla sostanza spirituale divenuta amorfa e promiscua, la forma virile, tutto è inutile. La virilità fisica, fàllica, animale e muscolare è ottusa, non contiene nessun germe creativo in senso superiore. L'uomo fàllico si illude di possedere, in realtà egli è passivo, subisce sempre la forza più sottile propria alla donna, al principio femminile. Solo nello spirito il sesso è vero ed assoluto».
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2021-11-12 20:35:03 «In ogni forma superiore di tradizione la proprietà del suolo come proprietà privata fu un privilegio aristocratico-sacrale: alla terra hanno diritto solo coloro che hanno riti». «Gli schiavi, i senza nome e senza tradizione sono perciò stesso inabilitati al possesso della terra. Ovvero» «coesistono tipi distinti, anzi opposti, di proprietà, l'una aristocratico-proprietaria e differenziata trasmettentesi insieme alla carica, l'altra popolare e plebea». «Nella nobiltà tradizionale si stabiliva un rapporto misterioso - prendente inizio dallo stesso tempio o altare posto al centro della terra posseduta - fra gli dèi o eroi della gens, e questa stessa terra: è attraverso i suoi numi, e con netta accentuazione di un significato (originariamente non solo materiale) di possesso, di signoria, che la gens si legava alla sua terra, fino al punto che, per una trasposizione simbolica, e fors'anche magica, i limiti di questa» «apparivano sacri, fatidici, inviolabili, protetti da dèi uranici dell'ordine»: «quasi equivalenze, su di un altro piano, degli stessi limiti interiori della casta e della famiglia nobile. Si può dunque dire che a questo livello i limiti della terra, al pari di quelli spirituali delle caste, non erano limiti che asservivano, ma limiti che preservavano e che liberavano. Si può allora comprendere perché spesso l'esilio valesse come la pena di una gravità oggi poco concepibile: quasi un morire alla gente cui si apparteneva».
In questo caso, Evola si avvale del concetto di gens romana: persone che hanno un antenato, anche lontano, in comune e che sentono pure per questo motivo di appartenere ad un più o meno grande gruppo. Soprattutto nelle zone rurali d'Italia, l'eco del concetto di gens esiste ancora. Un altro esempio è quello dei clan scozzesi. È appena utile notare che la distruzione di questi gruppi tramite l'esaltazione della mobilità sociale, l'associazione prevalente del termine "clan" a persone legate dal desiderio di delinquere e simili aberrazioni sono espressioni tipiche del mondo moderno.
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